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UN RACCONTO PER L'ESTATE |
RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO
(pag. 18)

Un' altra volta, a primavera, giunsi in una borgata e
mi fermai in casa di un prete. Era un uomo d’oro, che viveva da solo. Passai
tre giorni con lui. Dopo avermi attentamente osservato per tutto quel tempo,
alla fine mi disse: "Rimani con me, io ti darò un salario; ho bisogno di
un uomo fidato. Avrai visto che si sta costruendo una nuova chiesa in pietra
accanto a quella vecchia che è di legno. Non riesco a trovare una persona
coscienziosa che mi sorvegli gli operai e che stia nella cappella a raccogliere
le offerte per la costruzione; vedo che tu saresti capace e che questa vita
sarebbe adatta per te; tu saresti da solo nella cappella a pregare Dio, c’è là
uno sgabuzzino isolato nel quale puoi stabilirti a tuo agio. Rimani, te ne
prego, almeno fino a che la chiesa sia costruita". Mi difesi per un bel
po’, ma alla fine dovetti cedere alla preghiera insistente del sacerdote.
Rimasi dunque tutta l’estate fino all’autunno e mi installai nella cappella.
All’inizio fui lasciato tranquillo e mi potei esercitare nella preghiera, ma
specialmente nei giorni di festa venivano molte persone, alcune per pregare,
altre per sbadigliare, altre ancora per piluccare qualche soldo nella cassetta
delle elemosine. E quando vedevano me intento a leggere la Bibbia o la
Filocalia, alcuni visitatori intavolavano discorsi con me, altri mi chiedevano
di leggere loro qualche brano. Dopo un po’ di tempo notai che una fanciulla del
paese veniva spesso nella cappella e vi rimaneva a lungo in preghiera. Tendendo
l’orecchio a quello che la fanciulla bisbigliava, mi accorsi che recitava delle
curiose preghiere, e certe erano addirittura travisate. Le chiesi: – Chi ti ha
insegnato queste parole? – Mi rispose che era stata sua madre che era
ortodossa, mentre suo padre era uno scismatico della setta dei senza-preti. La
sua situazione mi impietosì e le consigliai di recitare le preghiere
correttamente, secondo la tradizione della santa Chiesa. Le insegnai il Padre
Nostro e l’Ave Maria. Alla fine le dissi: – Recita soprattutto la preghiera di
Gesù; essa ci avvicina a Dio più di ogni altra preghiera e tu ne ricaverai la
salvezza dell’anima tua. La fanciulla mi ascoltò con attenzione e agì con molta
semplicità, secondo i miei consigli. Lo credereste? Dopo un po’ di tempo mi
annunciò che si era abituata alla preghiera di Gesù, che sentiva il desiderio
di ripeterla senza posa se fosse stato possibile; quando pregava, sentiva il
gusto della preghiera e infine la gioia e insieme il desiderio di continuare a
pregare sempre di più, invocando il nome di Gesù Cristo.
La fine dell’estate si avvicinava; molti visitatori
della cappella venivano a trovarmi, non più soltanto per chiedermi un consiglio
o una lettura, ma per raccontare le loro pene domestiche e anche per sapere
come ritrovare gli oggetti smarriti; evidentemente alcuni di loro mi prendevano
per un mago. Un giorno infine la –fanciulla accorse tutta disperata per
chiedermi che cosa doveva fare. Suo padre voleva sposarla contro voglia a uno
scismatico come lui e l’officiante sarebbe stato un contadino. – Ma è un vero
matrimonio, questo? – diceva angosciata – È concubinato e basta! Io voglio scappare
di casa, seguendo lo sguardo dei miei occhi! Le dissi allora: e dove andrai? Ti
potranno sempre raggiungere. Con i tempi che corrono, non potrai mai
nasconderti senza documenti, e si arriverà facilmente a riacciuffarti; è meglio
che tu preghi Dio con fervore affinché spezzi con le sue vie la risoluzione di
tuo padre e salvi la tua anima dal peccato e dall’eresia. Questo è meglio del
tuo progetto di fuga.
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