giovedì 28 agosto 2014


UN RACCONTO PER L'ESTATE
RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO
(pag. 17)


Le parole dell’istitutore mi erano piaciute; mi avvicinai a lui e gli dissi:
– Permettetemi di raccontarvi ancora qualche cosa e proposito del mio starets. Gli spiegai come mi fosse apparso in sogno e dopo avermi istruito, avesse fatto un segno sulla Filocalia. L’istitutore ascoltò il mio racconto con attenzione. Il cancelliere invece, steso su una panca, brontolava:– È vero che si diventa matti a tenere sempre il naso incollato sulla Bibbia. Basta veder questo bel tipo! Qual è il lupo mannaro che si diverte a sporcarti i libri durante la notte? Avrai fatto cadere il tuo scartafaccio per terra rigirandoti nel sonno ed è finito nella cenere… E questo è un miracolo?! Questi bricconi! Li conosco, caro mio, quelli della tua risma!
Dopo aver brontolato in questo modo, il cancelliere si rigirò verso il muro e si addormentò. A queste parole mi chinai verso l’istitutore e gli dissi: Se volete, vi farò vedere il libro che porta veramente il segno, e non tracce di cenere. Estrassi la Filocalia dal sacco e gliela mostrai dicendo: mi meraviglio che sia possibile a un’anima incorporea prendere un carbone e scrivere…L’istitutore guardò il segno sul libro e disse:– Questo è il mistero degli spiriti. Te lo spiegherò. Quando gli spiriti appaiono a un uomo sotto forma corporea, compongono il loro corpo visibile di luce e di aria, utilizzando per questo gli elementi dai quali era stato tratto il loro corpo mortale. E come l’aria è dotata di elasticità, l’anima che ne è rivestita può agire, scrivere o afferrare degli oggetti. Ma che libro hai dunque? Fammi vedere. Lo aprì e capitò sul discorso e il trattato di Simeone il Nuovo Teologo.– Ah! È certamente un libro di teologia. Non lo conosco…– Questo libro, piccolo padre, contiene quasi unicamente l’insegnamento della preghiera interiore del cuore al nome di Gesù Cristo; è esposto qui in modo particolareggiato da venticinque Padri.– Ah! La preghiera interiore… So che cosa è – disse l’istitutore.– Mi piegai ancor più verso di lui e lo pregai di dirmi qualche parola sulla preghiera interiore.– Ebbene, nel Nuovo Testamento si dice che l’uomo e tutta la creazione sono soggetti non per volontà propria alla vanità e che tutto sospira e tende verso la libertà dei figli di Dio (Rm 8,19-20); questo misterioso movimento della creazione, questo desiderio innato nelle anime è la preghiera interiore. Non la si può imparare, perché essa è in tutti e in tutto!– Ma come acquistarla, scoprirla e sentirla nel nostro cuore? Come prenderne coscienza e accoglierla volontariamente, giungere a che essa agisca attivamente, riscaldando, illuminando e salvando l’anima? – chiesi.– Non so se i trattati di teologia ne parlano – rispose l’istitutore.– Ma qui tutto questo sta scritto – esclamai. L’istitutore prese una matita, annotò il titolo della Filocalia e disse: "Voglio farmi venire questo libro a Tobolsk e lo leggerò. Ci salutammo, e ognuno andò per i fatti suoi. Andandomene ringraziai Dio per la conversazione con l’istitutore e pregai il Signore che permettesse al cancelliere di leggere un giorno la Filocalia e di comprenderne il senso per il bene dell’anima sua.


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