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UN RACCONTO PER L'ESTATE |
RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO
(pag. 17)

Le parole dell’istitutore mi erano piaciute; mi
avvicinai a lui e gli dissi:
– Permettetemi di raccontarvi ancora qualche cosa e
proposito del mio starets. Gli spiegai come mi fosse apparso in sogno e dopo
avermi istruito, avesse fatto un segno sulla Filocalia. L’istitutore ascoltò il
mio racconto con attenzione. Il cancelliere invece, steso su una panca,
brontolava:– È vero che si diventa matti a tenere sempre il naso incollato
sulla Bibbia. Basta veder questo bel tipo! Qual è il lupo mannaro che si
diverte a sporcarti i libri durante la notte? Avrai fatto cadere il tuo
scartafaccio per terra rigirandoti nel sonno ed è finito nella cenere… E questo
è un miracolo?! Questi bricconi! Li conosco, caro mio, quelli della tua risma!
Dopo aver brontolato in questo modo, il cancelliere si
rigirò verso il muro e si addormentò. A queste parole mi chinai verso
l’istitutore e gli dissi: Se volete, vi farò vedere il libro che porta
veramente il segno, e non tracce di cenere. Estrassi la Filocalia dal sacco e
gliela mostrai dicendo: mi meraviglio che sia possibile a un’anima incorporea
prendere un carbone e scrivere…L’istitutore guardò il segno sul libro e disse:–
Questo è il mistero degli spiriti. Te lo spiegherò. Quando gli spiriti appaiono
a un uomo sotto forma corporea, compongono il loro corpo visibile di luce e di
aria, utilizzando per questo gli elementi dai quali era stato tratto il loro
corpo mortale. E come l’aria è dotata di elasticità, l’anima che ne è rivestita
può agire, scrivere o afferrare degli oggetti. Ma che libro hai dunque? Fammi
vedere. Lo aprì e capitò sul discorso e il trattato di Simeone il Nuovo
Teologo.– Ah! È certamente un libro di teologia. Non lo conosco…– Questo libro,
piccolo padre, contiene quasi unicamente l’insegnamento della preghiera
interiore del cuore al nome di Gesù Cristo; è esposto qui in modo
particolareggiato da venticinque Padri.– Ah! La preghiera interiore… So che
cosa è – disse l’istitutore.– Mi piegai ancor più verso di lui e lo pregai di dirmi
qualche parola sulla preghiera interiore.– Ebbene, nel Nuovo Testamento si dice
che l’uomo e tutta la creazione sono soggetti non per volontà propria alla
vanità e che tutto sospira e tende verso la libertà dei figli di Dio (Rm
8,19-20); questo misterioso movimento della creazione, questo desiderio innato
nelle anime è la preghiera interiore. Non la si può imparare, perché essa è in
tutti e in tutto!– Ma come acquistarla, scoprirla e sentirla nel nostro cuore?
Come prenderne coscienza e accoglierla volontariamente, giungere a che essa
agisca attivamente, riscaldando, illuminando e salvando l’anima? – chiesi.– Non
so se i trattati di teologia ne parlano – rispose l’istitutore.– Ma qui tutto
questo sta scritto – esclamai. L’istitutore prese una matita, annotò il titolo
della Filocalia e disse: "Voglio farmi venire questo libro a Tobolsk e lo
leggerò. Ci salutammo, e ognuno andò per i fatti suoi. Andandomene ringraziai
Dio per la conversazione con l’istitutore e pregai il Signore che permettesse
al cancelliere di leggere un giorno la Filocalia e di comprenderne il senso per
il bene dell’anima sua.
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