martedì 19 agosto 2014



UN RACCONTO PER L'ESTATE

RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO
(pag. 9)

Qualche tempo dopo giunse il momento di bere; morivo dalla voglia e aprii il mio baule per prendere il denaro e correre alla mescita. Mi cadde sotto l’occhio il Vangelo, e mi tornò in mente immediatamente tutto quello che il monaco mi aveva detto. Lo aprii e cominciai a leggere il primo capitolo di Matteo. Lessi fino in fondo, senza capirci nulla. Ma mi ricordai quello che aveva detto il monaco: non importa se non capisci, basta che tu lo legga con attenzione. Bene – dissi tra me – leggiamone un altro capitolo. La lettura mi sembrò più chiara. Ecco già il terzo: non l’avevo cominciato che squillò il segnale della ritirata. Non c’era più modo di uscire dalla caserma, e rimasi senza bere. Il mattino dopo, mentre stavo per uscire a cercare un po’ d’acquavite, mi dissi: e se leggessi un altro capitolo del Vangelo? Stiamo un po’ a vedere. Lessi e non mi mossi di là. Un’altra volta ancora mi venne voglia di bere dell’alcool, ma mi misi a leggere e mi sentii rinfrancato. Ne fui tutto riconfortato, e a ogni richiamo del mio vizio, mi precipitavo su un capitolo del Vangelo. Più il tempo passava e meglio andavano le cose. Quando ebbi finito i quattro Vangeli, la mia passione per il vino era completamente scomparsa; ero diventato di sasso a tal riguardo. Ed ecco, da più di vent’anni non assaggio più una bevanda alcolica. Tutti furono stupiti del mio mutamento. In capo a tre anni fui riammesso nel corpo ufficiali, percorsi i gradi successivi e divenni capitano. Presi moglie, capitai in una bravissima donna; abbiamo messo da parte qualcosa e ora, grazie a Dio, le cose vanno benino; aiutiamo i poveri come possiamo e ospitiamo i pellegrini. Ho un figlio che è già ufficiale, un gran bravo ragazzo. Ebbene vedi, dopo la mia guarigione, mi sono ripromesso di leggere ogni giorno, per tutta la mia vita, uno dei quattro Vangeli per intero, e non c’è ostacolo che valga. Quando sono carico di lavoro e mi sento spossato, mi corico e prego mia moglie o mio figlio di leggere il Vangelo accanto a me, così non vengo meno al mio impegno. In testimonianza di riconoscenza e per la gloria di Dio, ho fatto rilegare il Vangelo in argento massiccio e lo porto sempre sul mio petto. Ascoltai con vivo piacere i propositi del capitano e gli dissi: – Ho conosciuto un caso analogo al vostro; nel mio villaggio, alla fabbrica, c’era un bravissimo operaio che sapeva molto bene il suo mestiere; ma per sua disgrazia gli piaceva bere, e spesso. Un uomo devoto gli consigliò, ogni qualvolta avesse voglia di acquavite, di recitare trentatré preghiere di Gesù in onore della santissima Trinità e degli anni di vita terrena di Gesù. Egli eseguì il consiglio e smise di bere. E non è tutto; dopo tre anni, entrò in un monastero. – E che cosa vale di più, la preghiera di Gesù o il Vangelo? Chiese il capitano. – È una cosa sola, risposi. Il Vangelo è come la preghiera di Gesù, perché il nome divino di Gesù Cristo racchiude in sé tutte le verità evangeliche. I Padri dicono che la preghiera di Gesù è la sintesi di tutto il Vangelo. Poi recitammo le preghiere; il capitano cominciò a leggere dall’ inizio il Vangelo secondo Marco e io lo ascoltai pregando entro il mio cuore. Il capitano terminò la lettura alle due del mattino e ci andammo a coricare. Secondo la mia abitudine, mi alzai presto il mattino; dormivano tutti; l’alba spuntava allora e io mi immersi nella lettura della mia diletta Filocalia. Con quale gioia l’apersi! Mi pareva di aver ritrovato un padre dopo una lunga assenza o un amico risuscitato da morte. Baciai il libro e ringraziai Dio di avermelo restituito; quindi cominciai a leggere Teolepto di Filadelfia nella seconda parte della Filocalia. Fui meravigliato di vedere che egli propone di dedicarsi contemporaneamente a tre ordini di attività: seduto a tavola – egli dice – da’ nutrimento al tuo corpo, al tuo spirito la lettura e al tuo cuore la preghiera. Ma il ricordo della benefica sera trascorsa mi spiegò praticamente questo pensiero. 
Fu allora che compresi il mistero della differenza tra il cuore e lo spirito. 

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