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Per una settimana mi esercitai nella solitudine del
mio orticello allo studio della preghiera interiore, seguendo esattamente i
consigli dello starets. Da principio, tutto pareva andare bene. Ma poi sentii
una gran pesantezza, pigrizia, noia, un sonno invincibile e i pensieri si
abbatterono su di me come nuvole. Andai dallo starets pieno di rammarico e gli
esposi il mio stato. Mi accolse con bontà e mi disse:
– Fratello caro, è la lotta che conduce contro di te
il mondo oscuro, perché non c’è nulla che esso tema tanto quanto la preghiera
del cuore. Ma il nemico non agisce che secondo la volontà e il permesso di Dio,
nella misura che a noi è necessaria. È certamente opportuno che la tua umiltà
venga ancora messa alla prova; è troppo presto per arrivare con uno zelo
eccessivo alle soglie del cuore, perché correrai il rischio di cadere
nell’avarizia spirituale. Ti leggerò ora quel che dice in proposito la
Filocalia.
Lo starets cercò tra gli insegnamenti del monaco
Niceforo e lesse:
"Se malgrado tutti gli sforzi, fratello, non puoi
entrare nella regione del cuore, come io ti ho consigliato, fa’ quel che ti
dico e, con l’aiuto di Dio, troverai quello che cerchi.
Tu sai che la ragione di ogni uomo sta nel petto… A
questa ragione leva via dunque ogni pensiero (lo puoi se lo vuoi) e ripeti il
"Signore Gesù Cristo, abbiate pietà di me". Cerca di sostituire con
questa invocazione interiore ogni altro pensiero, e alla fine questo ti aprirà
certamente la soglia del cuore: l’esperienza lo garantisce".
Accolsi con gioia le parole dello starets e tornai
alla mia capanna. Mi misi a fare per filo e per segno quel che egli mi aveva
insegnato. Per due giorni ci fu qualche difficoltà, poi questo divenne così
facile che quando non dicevo la preghiera, sentivo il bisogno di riprenderla ed
essa scorreva facile e leggera senza più l’applicazione costretta dell’inizio.
Narrai questo fatto allo starets, che mi ordinò di
recitare seimila preghiere al giorno e mi disse:
Sta’ tranquillo e sforzati soltanto di attenerti
fedelmente al numero di preghiere che ti è prescritto: Dio avrà misericordia di
te. Per tutta una settimana rimasi nella mia capanna solitaria a recitare ogni
giorno le mie seimila preghiere senza preoccuparmi di niente e senza dover
lottare contro le distrazioni; cercavo solo di osservare fedelmente il comando
dello starets. Che avvenne? Mi abituai così bene alla preghiera che, se mi
fermavo anche solo un istante, sentivo un vuoto come se avessi perduto
qualcosa; non appena ricominciavo la preghiera, mi sentivo di nuovo leggero e
felice. Se incontravo qualcuno, non avevo più voglia di parlare, desideravo
soltanto stare in solitudine e recitare la preghiera, tanto mi ero abituato nel
giro di una settimana.
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