Credo che a molti di noi sia ancora cara
questa espressione con la quale si cominciava la letterina a Gesù Bambino, non
per chiedere doni per sé, ma per chiedere la pace, la salute e la serenità per
mamma e papà e impegnandosi poi ad essere più buoni.
Ora, non si usa più scrivere a Gesù
Bambino, il Figlio di Dio che è vivo e reale e viene in mezzo a noi, per
restare con noi, per aiutarci, per sostenerci, per salvarci, per donarci la
pace, per accompagnarci nel cammino della vita e sollevarci dalle cadute; la
letterina si continua pure a scrivere, ciò che è cambiato è invece il mittente:
non più a Gesù Bambino ma a Babbo
Natale, un personaggio che non esiste, che non può donarci niente, che non può
aiutarci, che non può prendere parte in nessun modo alla nostra vita.
Un tempo la letterina la si spediva in
Cielo, oggi invece ad una immaginaria casella postale del Polo Nord e questo fa
la differenza: abbiamo sostituito la realtà con la finzione.
A Gesù che ci dona, gratuitamente, la sua
pace, il suo amore e la sua vita, abbiamo preferito un Babbo Natale che insieme
ai nostri sogni prende anche i nostri soldi per doni che non durano molto, che
costano tanto e spesso non sono neanche utili!
Certo è cambiato il mondo!
O meglio direi che siamo cambiati noi,
abbiamo sostituito le cose belle che riempivano il cuore con cose effimere che
ci riempiono le mani, ma ci lasciano sempre più vuoti dentro.
Di certo non abbiamo fatto un bel salto di
qualità!
È molto triste fare questo bilancio il
giorno di Natale, ma è importante riflettere sulla nostra vita e sul nostro
modo di accogliere il Figlio di Dio che viene nella nostra Storia, che si fa
come noi, per farci come Lui; che il Natale ci aiuti almeno a riflettere sulla
strada che stiamo percorrendo, sulle mete che ci siamo prefissate, sugli
obiettivi della nostra vita.
Per questo Natale prendo in prestito le
parole di Padre Livio e vi propongo la sua letterina di Natale che lui definisce
‘’un po’ impertinente’’, ma io direi
che almeno a Natale fa bene dirsi la verità, fa bene guardarsi intorno con un po’
più di obiettività per svegliarci da questo stato di sonnolenza spirituale, da
questa pigrizia mentale, da questo stato di disperato bisogno di aiuto che sentiamo
forte ma che non sappiamo a chi chiedere, eppure… Gesù viene proprio per
questo, per aiutare noi, ognuno di noi… ma pare che in questo si è rimasti in
pochi a credere!
Riprendiamoci dunque il Natale, risvegliamo
la capacità del cuore di amare, di cogliere la profondità dell’Amore che
viene per donarsi a noi, riscopriamo la sensibilità di questa nostra umanità
indurita, ritroviamo la strada del Bene, del Giusto, del Buono, e riprendiamo
in mano la nostra stessa vita, impegnandoci a guidarla con maggiore rettitudine
e responsabilità; non permettiamo più al mondo di sballottarci nelle sue acque
torbide e pericolose, ma tendiamo la mano a Chi solo vuole davvero il meglio
per noi, a chi viene per noi dal Cielo, si fa carne come noi per morire per
noi, mostrandoci così tutto il suo Amore e tutta la Sua Volontà di fare di noi
il suo popolo!
Tutto questo io auguro a tutti coloro che
credono e a coloro che non credono, a
coloro che amano e a coloro che non amano, a coloro che sperano e a coloro che
non sperano, a coloro che ancora sanno gustare il piacere della ricerca e la
gioia di un incontro che cambia la vita e a coloro che hanno smesso di cercare
o che non hanno mai cominciato a cercare… perché tutti, ma proprio tutti
possiamo, prima o poi, incontrare l’Amore che viene per amarci e per porre la
sua dimora in mezzo a noi... per sempre!
LETTERA DI PADRE LIVIO A GESÙ BAMBINO
Caro Gesù Bambino,
in questi giorni, in cui nella nostra società molti festeggiano il Natale senza sapere chi sia il festeggiato, da povero italiano non ho timore di rivolgermi a Te, ben sapendo che solo Tu sei in grado di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno.
A chi infatti dovremmo chiederle se non a Te?
Sei l’unico rimasto credibile in questo mondo, dove tutti promettono e nessuno mantiene. Non mi lascio ingannare dal modo umile e discreto con cui sei entrato in questo mondo. Apparentemente sei venuto a mani vuote, al freddo e al gelo di una grotta a stento riscaldata da un bue e un asinello. Deposto in una mangiatoia, non stavi meglio di tanti bambini che fuggono dalla fame e dalla guerra verso le nostre contrade. Eri privo di tutto, ma avevi vicino a Te due persone meravigliose, come mai ce ne sono state: Tua madre Maria e il Tuo custode Giuseppe, che ti guardavano incantati, ben sapendo quale dono in quel momento il Cielo aveva fatto alla terra. Sei nato povero fra i poveri, bisognoso di tutto, ma hai arricchito il mondo con la Tua presenza. Venendo in mezzo a noi ci hai fatto il regalo più grande che potessimo desiderare.
Tu, Bambino Gesù, sei la nostra luce, la nostra salvezza, la nostra pace.
A Natale hai dato al mondo in regalo Te stesso. Lo ha annunciato l’angelo ai pastori assopiti, improvvisamente svegliati da una musica celestiale: "Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore”.
Caro Gesù Bambino, sei Tu il regalo di Natale che vorrei chiedere in primo luogo per il mio paese, per questa Italia che ha regalato il presepe al mondo, ma che adesso lo proibisce negli asili e nelle scuole e che si mostra sempre più insofferente per tutto ciò che ti riguarda. Qualcosa di strano e di pericoloso sta succedendo da qualche tempo. Proprio nelle nazioni dove il Tuo Vangelo ha prodotto i frutti più belli di fede, di carità e di civiltà, è scesa una nebbia spessa che Ti copre e Ti oscura, come se la gente si fosse stancata di Te. Sono sempre meno le persone che Ti ricordano.
Sono pochissimi quelli che sanno che il giorno di Natale è quello del Tuo compleanno.
Quando vado al supermercato faccio fatica a trovare una scritta di “Buon Natale” da appendere sulla porta di casa. Pare che la nostra società Ti abbia privato del permesso di soggiorno. Non puoi immaginare quanto ci rimanga male. Tu forse ci sei abituato perché, da quando hai posto la Tua tenda in questo mondo, sei divenuto un perenne fuggiasco.
Non mi rassegno però al fatto che Tu te ne debba andare anche dalla nostra bella Italia. Mi chiedo che cosa saremmo senza di Te. Che cosa ne faremmo di decine di migliaia di chiese vuote, che verrebbero messe in vendita a prezzi stracciati, trasformate in moschee o in discoteche o addirittura rase al suolo per non pagare la tassa sul fabbricato? ...
Senza di Te, caro Gesù Bambino, la nostra Italia diventerebbe un cumulo di macerie, un deserto senza vita, infestato da serpenti e da scorpioni. Non te ne andare, Bambino Gesù.
Ti diamo la cittadinanza italiana, Ti esentiamo dalle tasse, Ti procuriamo una casa e un lavoro, ma non te ne andare.
Vedo che non Ti lasci convincere. Vuoi qualcosa d’altro. Ho capito, non Ti interessano le nostre cose, ma i nostri cuori.
In questo Natale vorresti trovare un posticino nel cuore di ogni italiano. In fondo che cosa ci costa?
Dovremmo solo fare un po’ di pulizia, tirare via il marcio, raccogliere la spazzatura e portare tutto in quel luogo benedetto dove il Tuo amore tutto brucia e consuma. Questo è ciò che desideri, ciò che chiedi, ciò che Ti aspetti da questa Italia che da due millenni ricolmi di doni.
Vorresti che mettessimo da parte i pregiudizi, le cattiverie, le guerre che non ci stanchiamo di farTi da ormai da troppo tempo. Che cosa ci abbiamo guadagnato a mettere al Tuo posto Babbo Natale, a sostituire le pecore con le renne, a chiamare festa d’inverno la Tua venuta in mezzo a noi?
Il bilancio è fallimentare.
Siamo poveri e disperati.
Ritorna Gesù Bambino. Senza di Te siamo perduti.
Vieni con il tuo sorriso a ridarci la speranza.
Porta la Tua famiglia in mezzo a noi, perché ci siamo dimenticati che cosa sia una famiglia.
Porta la Tua pace nei nostri cuori senza pace.
Ti prego, lasciati convincere. Lo so bene che non siamo moltissimi che desiderano la Tua venuta. Anche oggi, come al tempo di Erode, quelli che abitano nei palazzi Ti hanno in antipatia. Lo sanno che Tu sei un rubacuori e sono invidiosi. Ma anche fuori dai palazzi già si preparano a trasformare il Tuo Natale in una festa di carnevale. Cerca di accontentarTi, come già facesti a Betlemme con pochi pastori che Ti adoravano estasiati. Ci saranno anche quest’anno, Te lo promettiamo.
Al suono delle campane correremo alla Messa di mezzanotte, perché Tu nasca nel nostro cuore.
Prima di chiudere questa letterina, forse un po’ impertinente, Ti vorrei ricordare che in Italia c’è il Tuo Vicario, il Vescovo di Roma. È un tipo forte e paterno, pieno di bontà e di misericordia. La gente lo ama e lo ascolta volentieri. Mi ricorda il Tuo padre putativo, San Giuseppe. È un motivo in più perché Tu resti fra noi, in questa Italia che con Te è una Regina, senza di Te una bandiera sgualcita.
Buon Natale
Padre Livio
PREGHIERA
A GESU’ BAMBINO
O Gesù,
a Betlemme tu hai acceso una luce,
che
illumina definitivamente il Volto di Dio: Dio è umile!
Mentre noi
vogliamo essere grandi, tu, o Dio, ti fai piccolo;
mentre
noi vogliamo essere i primi, tu, o Dio,
ti metti all’ultimo posto;
mentre
noi vogliamo dominare, tu, o Dio, vieni per servire;
mentre
noi cerchiamo gli onori e i privilegi, tu, o Dio,
cerchi i
piedi degli uomini e li lavi e li baci amorevolmente.
Quanta differenza
fra noi e te, Signore!
O Gesù,
mite e umile di cuore,
noi ci
fermiamo sulla soglia di Betlemme
e
sostiamo pensosi e titubanti:
la
montagna del nostro orgoglio
non
entra nell’angusto spazio della grotta.
O Gesù,
mite e umile,
toglici
l’orgoglio dal cuore,
sgonfia
le nostre presunzioni,
donaci
la tua umiltà,
e
scendendo dal piedistallo,
incontreremo
te e i nostri fratelli:
e sarà
Natale e sarà festa!
(Mons. Angelo Comastri)
E sarà
gioia, perché una grande Gioia
è stata a noi annunciata quest’oggi:
IL FIGLIO DI DIO SI È FATTO CARNE
ED È VENUTO AD ABITARE IN MEZZO A NOI!
ALLELUIA!
ED AUGURI A TUTTI!