martedì 31 dicembre 2013


GRAZIE
Grazie Signore,
per questi giorni che ci  hai concesso.
Grazie per la vita che ci hai donato.
Grazie per l’amore che in noi hai riversato.
Grazie per il Sangue che per noi hai effuso.
Grazie per la misericordia e il perdono
che mai ci neghi nonostante la nostra miseria.
 
Grazie per le Tue Sante Piaghe
per le Tue Mani e i Tuoi Piedi trafitti
perché da loro sgorga la nostra salvezza.
Grazie per il Tuo Cuore coronato di spine
perché nel tuo dolore consoli il nostro.
Grazie per il Tuo Capo coronato di spine
perchè con la tua umiltà distruggi il nostro egoismo.
Grazie per il Sangue e l’Acqua che sgorgano dal Tuo Cuore
perché in essi lavi i nostri peccati.

Grazie per essere rimasto con noi
nonostante il nostro rifiuto.
Grazie per non averci dimenticato
nonostante noi abbiamo dimenticato Te.
Grazie per non averci abbandonati a noi stessi
anche se il nostro egoismo ha superato ogni misura.
Grazie per non averci mai negato il tuo aiuto
nonostante noi ti abbiamo negato il nostro cuore.
Grazie perché Tu continui ad accoglierci
nonostante noi continuiamo a fuggire da TE.
Grazie per non abbandonarci alla tentazione
nonostante noi continuiamo a preferirla a TE.

Grazie per aver pianto con noi;
grazie per aver gioito con noi;
grazie per aver camminato con noi;
 grazie per aver pregato il Padre per noi;
grazie per averci dato Tua Madre;
grazie per aver dato la Tua Vita per noi;
grazie esserTi fatto nostro Fratello;
grazie per ogni fratello che ci hai tolto
e per ogni fratello che ci hai dato;
grazie per le sofferenze, i dolori e le preoccupazioni,
perché in quei momenti ci hai portato più vicini al Tuo Cuore.
Grazie per ogni istante di vita che ci hai dato
perché il tempo ti appartiene
e ce ne hai fatto dono.
 
Grazie per averci creato,
grazie perché ci hai riaperto le porte
per tornare a Te;
grazie perché continui ad amarci
e a donarci il Tuo amore
nonostante noi continuiamo a deriderti
e a crocifiggerti ogni giorno.

GRAZIE
GRAZIE
GRAZIE
perché sei il nostro Dio
                                                     e noi il popolo che Tu hai scelto!
Grazie perché ami me
Che non son degno del Tuo Amore!

Grazie per questo nuovo anno
che affido Te,
continua a camminare insieme a me!
 
Aiutami ad amarti sempre più.
Aiutami ad incontrarti… mio Signore Gesù!

 
 

BUON ANNO NUOVO A TUTTI!

sabato 28 dicembre 2013


 DIARIO DELLA DIVINA MISERICORDIA
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA
  
Fine del postulato 29.IV.1926.

I superiori mi mandarono a Cracovia per il noviziato. Una gioia

inimmaginabile regnava nella mia anima. Quando arrivammo in

noviziato, stava morendo Suor. Qualche giorno dopo Suor... viene da me

e mi ordina di andare dalla Madre Maestra a dirle di chiedere al suo

confessore, Don Rospond, di celebrare una S. Messa per lei con

l'aggiunta di tre giaculatorie. In un primo momento acconsentii, ma il

giorno dopo pensai di non andare dalla Madre Maestra, poiché non

capivo bene se si era trattato di un sogno o dii realtà. E non andai. La

notte seguente si ripeté la stessa cosa in modo più chiaro, per cui non

ebbi più alcun dubbio. Malgrado ciò la mattina decisi di non parlarne

ancora alla Maestra. «Gliene parlerò soltanto quando la vedrò durante il

giorno ». Ad un tratto incontrai nel corridoio quella suora defunta; mi

rimproverò di non essere andata subito ed una grande inquietudine

s'impadronì della mia anima. Allora corsi immediatamente dalla Madre

Maestra e le raccontai tutto l'accaduto. La Madre mi rispose che avrebbe

provveduto. Nella mia anima ritornò subito la pace. Il terzo giorno quella

suora tornò di nuovo e mi disse: « Iddio gliene renda merito ». Al

momento della vestizione, Dio mi fece conoscere quanto avrei dovuto

soffrire. Vidi chiaramente a che cosa mi stavo impegnando. Fu questione

di un attimo di tale sofferenza; poi il Signore inondò nuovamente l'anima

mia con grandi consolazioni. Verso la fine del primo anno di noviziato,

cominciò a farsi scuro nella mia anima. Non provo alcuna soddisfazione

nella preghiera; la meditazione per me è una gran fatica; la paura

comincia ad impossessarsi di me. Penetro a fondo nel mio intimo e non

vi scorgo nulla, all'infuori di una grande miseria. Vedo anche

chiaramente la grande santità di Dio; non oso alzare gli occhi fino a Lui,

ma mi prostro nella polvere ai Suoi piedi e méndico la Sua Misericordia.

Passò così circa la metà dell'anno, ma lo stato della mia anima non

cambiò affatto. La nostra cara Madre Maestra m'infuse coraggio in quei

momenti difficili. Ciò nonostante questa mia sofferenza aumenta sempre
più.



La Coroncina alla Divina Misericordia

(Per la recita si usa una normale corona del rosario)



Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Padre Nostro, l'Ave Maria e il Credo.

Credo

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio,

nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu

crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla

destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa
Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Sui (5) grani maggiori del rosario si dice:
Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e
Signore Nostro, Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo.

Sui (50) grani minori del rosario si dice:
Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.

Alla fine si dice per tre volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.

Si conclude dicendo:
O Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,
confido in te!

Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

giovedì 26 dicembre 2013




MARIA REGINA DELLA PACE
 
 MEDJUGORJE - Messaggio del 25 Dicembre 2013  

 
“Cari figli! Vi porto il Re della pace perché Lui vi dia la Sua pace.

 Voi, figlioli, pregate, pregate, pregate.

 Il frutto della preghiera si  vedrà sui volti delle persone che si

sono decise per Dio e per il Suo Regno.

Io con il mio figlio Gesù vi benedico tutti con la

benedizione della pace.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

mercoledì 25 dicembre 2013


CARO GESU’ BAMBINO…

Credo che a molti di noi sia ancora cara questa espressione con la quale si cominciava la letterina a Gesù Bambino, non per chiedere doni per sé, ma per chiedere la pace, la salute e la serenità per mamma e papà e impegnandosi poi ad essere più buoni.

Ora, non si usa più scrivere a Gesù Bambino, il Figlio di Dio che è vivo e reale e viene in mezzo a noi, per restare con noi, per aiutarci, per sostenerci, per salvarci, per donarci la pace, per accompagnarci nel cammino della vita e sollevarci dalle cadute; la letterina si continua pure a scrivere, ciò che è cambiato è invece il mittente: non più a Gesù Bambino ma a  Babbo Natale, un personaggio che non esiste, che non può donarci niente, che non può aiutarci, che non può prendere parte in nessun modo alla nostra vita.

Un tempo la letterina la si spediva in Cielo, oggi invece ad una immaginaria casella postale del Polo Nord e questo fa la differenza: abbiamo sostituito la realtà con la finzione.

A Gesù che ci dona, gratuitamente, la sua pace, il suo amore e la sua vita, abbiamo preferito un Babbo Natale che insieme ai nostri sogni prende anche i nostri soldi per doni che non durano molto, che costano tanto e spesso non sono neanche utili!

Certo è cambiato il mondo!

O meglio direi che siamo cambiati noi, abbiamo sostituito le cose belle che riempivano il cuore con cose effimere che ci riempiono le mani, ma ci lasciano sempre più vuoti dentro.

Di certo non abbiamo fatto un bel salto di qualità!

È molto triste fare questo bilancio il giorno di Natale, ma è importante riflettere sulla nostra vita e sul nostro modo di accogliere il Figlio di Dio che viene nella nostra Storia, che si fa come noi, per farci come Lui; che il Natale ci aiuti almeno a riflettere sulla strada che stiamo percorrendo, sulle mete che ci siamo prefissate, sugli obiettivi della nostra vita.

Per questo Natale prendo in prestito le parole di Padre Livio e vi propongo la sua letterina di Natale che lui definisce ‘’un po’ impertinente’’, ma io direi che almeno a Natale fa bene dirsi la verità, fa bene guardarsi intorno con un po’ più di obiettività per svegliarci da questo stato di sonnolenza spirituale, da questa pigrizia mentale, da questo stato di disperato bisogno di aiuto che sentiamo forte ma che non sappiamo a chi chiedere, eppure… Gesù viene proprio per questo, per aiutare noi, ognuno di noi… ma pare che in questo si è rimasti in pochi a credere!

Riprendiamoci dunque il Natale, risvegliamo la capacità del cuore di amare, di cogliere la profondità dell’Amore che viene per donarsi a noi, riscopriamo la sensibilità di questa nostra umanità indurita, ritroviamo la strada del Bene, del Giusto, del Buono, e riprendiamo in mano la nostra stessa vita, impegnandoci a guidarla con maggiore rettitudine e responsabilità; non permettiamo più al mondo di sballottarci nelle sue acque torbide e pericolose, ma tendiamo la mano a Chi solo vuole davvero il meglio per noi, a chi viene per noi dal Cielo, si fa carne come noi per morire per noi, mostrandoci così tutto il suo Amore e tutta la Sua Volontà di fare di noi il suo popolo!

Tutto questo io auguro a tutti coloro che credono e a coloro che non credono,  a coloro che amano e a coloro che non amano, a coloro che sperano e a coloro che non sperano, a coloro che ancora sanno gustare il piacere della ricerca e la gioia di un incontro che cambia la vita e a coloro che hanno smesso di cercare o che non hanno mai cominciato a cercare… perché tutti, ma proprio tutti possiamo, prima o poi, incontrare l’Amore che viene per amarci e per porre la sua dimora in mezzo a noi... per sempre!
 
 

LETTERA DI PADRE LIVIO A GESÙ BAMBINO
 
Caro Gesù Bambino,
            in questi giorni, in cui nella nostra società molti festeggiano il Natale senza sapere chi sia il festeggiato, da povero italiano non ho timore di rivolgermi a Te, ben sapendo che solo Tu sei in grado di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno.
A chi infatti dovremmo chiederle se non a Te?
Sei l’unico rimasto credibile in questo mondo, dove tutti promettono e nessuno mantiene. Non mi lascio ingannare dal modo umile e discreto con cui sei entrato in questo mondo. Apparentemente sei venuto a mani vuote, al freddo e al gelo di una grotta a stento riscaldata da un bue e un asinello. Deposto in una mangiatoia, non stavi meglio di tanti bambini che fuggono dalla fame e dalla guerra verso le nostre contrade. Eri privo di tutto, ma avevi vicino a Te due persone meravigliose, come mai ce ne sono state: Tua madre Maria e il Tuo custode Giuseppe, che ti guardavano incantati, ben sapendo quale dono in quel momento il Cielo aveva fatto alla terra. Sei nato povero fra i poveri, bisognoso di tutto, ma hai arricchito il mondo con la Tua presenza. Venendo in mezzo a noi ci hai fatto il regalo più grande che potessimo desiderare.
Tu, Bambino Gesù, sei la nostra luce, la nostra salvezza, la nostra pace.
A Natale hai dato al mondo in regalo Te stesso. Lo ha annunciato l’angelo ai pastori assopiti, improvvisamente svegliati da una musica celestiale: "Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore”. 
            Caro Gesù Bambino, sei Tu il regalo di Natale che vorrei chiedere in primo luogo per il mio paese, per questa Italia che ha regalato il presepe al mondo, ma che adesso  lo proibisce negli asili e nelle scuole e che si mostra sempre più insofferente per tutto ciò che ti riguarda. Qualcosa di strano e di pericoloso sta succedendo da qualche tempo. Proprio nelle nazioni dove il Tuo Vangelo ha prodotto i frutti più belli di fede, di carità e di civiltà, è scesa una nebbia spessa che Ti copre e Ti oscura, come se la gente si fosse stancata di Te. Sono sempre meno le persone che Ti ricordano.
Sono pochissimi quelli che sanno che il giorno di Natale è quello del Tuo compleanno.
Quando vado al supermercato faccio fatica a trovare una scritta di “Buon Natale” da appendere sulla porta di casa. Pare che la nostra società Ti abbia  privato del permesso di soggiorno. Non puoi immaginare quanto ci rimanga male. Tu forse ci sei abituato perché, da quando hai posto la Tua tenda in questo mondo, sei divenuto un perenne fuggiasco.
Non mi rassegno però al fatto che Tu te ne debba andare anche dalla nostra bella Italia. Mi chiedo che cosa saremmo senza di Te. Che cosa ne faremmo di decine di migliaia di chiese vuote, che verrebbero messe in vendita a prezzi stracciati, trasformate in moschee o in discoteche o addirittura rase al suolo per non pagare la tassa sul fabbricato? ...
 Senza di Te, caro Gesù Bambino, la nostra Italia diventerebbe un cumulo di macerie, un deserto senza vita, infestato da serpenti e da scorpioni.  Non te ne andare, Bambino Gesù.
Ti diamo la cittadinanza italiana, Ti esentiamo dalle tasse, Ti procuriamo una casa e un lavoro, ma non te ne andare.
Vedo che non Ti lasci convincere. Vuoi qualcosa d’altro. Ho capito, non Ti interessano le nostre cose, ma i nostri cuori.
In questo Natale vorresti trovare un posticino nel cuore di ogni italiano. In fondo che cosa ci costa?  
Dovremmo solo fare un po’ di pulizia, tirare via il marcio, raccogliere la spazzatura e portare tutto in quel luogo benedetto dove  il Tuo amore tutto brucia e consuma. Questo è ciò che desideri, ciò che chiedi, ciò che Ti aspetti da questa Italia che da due millenni ricolmi di doni.
Vorresti che mettessimo da parte i pregiudizi, le cattiverie, le guerre che non ci stanchiamo di farTi da ormai da troppo tempo. Che cosa ci abbiamo guadagnato  a mettere al Tuo posto Babbo Natale, a sostituire le pecore con le renne, a chiamare festa d’inverno la Tua venuta in mezzo a noi?
Il bilancio è fallimentare.
Siamo poveri e disperati.
Ritorna Gesù Bambino. Senza di Te siamo perduti.
 Vieni con il tuo sorriso a ridarci la speranza.
Porta la Tua famiglia in mezzo a noi, perché ci siamo dimenticati che cosa sia una famiglia.
Porta la Tua pace nei nostri cuori senza pace.
Ti prego, lasciati convincere. Lo so bene che non siamo moltissimi che desiderano la Tua venuta. Anche oggi, come al tempo di Erode, quelli che abitano nei palazzi Ti hanno in antipatia. Lo sanno che Tu sei un rubacuori e sono invidiosi. Ma anche fuori dai palazzi già si preparano a trasformare il Tuo Natale in una festa di carnevale. Cerca di accontentarTi, come già facesti a Betlemme con pochi pastori che Ti adoravano estasiati. Ci saranno anche quest’anno, Te lo promettiamo. 
Al suono delle campane correremo alla Messa di mezzanotte, perché Tu nasca nel nostro cuore.
 Prima di chiudere questa letterina, forse un po’ impertinente, Ti vorrei ricordare che in Italia c’è il Tuo Vicario, il Vescovo di Roma. È un tipo forte e paterno, pieno di bontà e di misericordia. La gente lo ama e lo ascolta volentieri. Mi ricorda il Tuo padre putativo, San Giuseppe. È un motivo in più perché Tu resti fra noi, in questa Italia che con Te è una Regina, senza di Te una bandiera sgualcita.
 
Buon Natale
                                                                                       Padre Livio
 
 
 

PREGHIERA A GESU’ BAMBINO


O Gesù, a Betlemme tu hai acceso una luce,
che illumina definitivamente il Volto di Dio: Dio è umile!
Mentre noi vogliamo essere grandi, tu, o Dio, ti fai piccolo;
mentre noi vogliamo essere i primi, tu, o Dio,
ti metti all’ultimo posto;
mentre noi vogliamo dominare, tu, o Dio, vieni per servire;
mentre noi cerchiamo gli onori e i privilegi, tu, o Dio,
cerchi i piedi degli uomini e li lavi e li baci amorevolmente.

Quanta differenza fra noi e te, Signore!

O Gesù, mite e umile di cuore,

noi ci fermiamo sulla soglia di Betlemme

e sostiamo pensosi e titubanti:

la montagna del nostro orgoglio

non entra nell’angusto spazio della grotta.

O Gesù, mite e umile,

toglici l’orgoglio dal cuore,
sgonfia le nostre presunzioni,
donaci la tua umiltà,
e scendendo dal piedistallo,
incontreremo te e i nostri fratelli:
e sarà Natale e sarà festa!

(Mons. Angelo Comastri) 

 
E sarà gioia, perché una grande Gioia
è stata a noi annunciata quest’oggi:
IL FIGLIO DI DIO SI È FATTO CARNE
ED È VENUTO AD ABITARE IN MEZZO A NOI!
ALLELUIA!
ED AUGURI A TUTTI!

 

 

martedì 24 dicembre 2013


FOGLIO LITURGICO SETTIMANALE

PARROCCHIA  S. MARIA  ASSUNTA - SAN  MAURO  FORTE

BLOG:  vitadiparrocchia.blogspot.it

 Quarta  settimana del Tempo di  AVVENTO  Anno A

Natale: l’Amore è con noi
La fine del 1942 vide uno degli inverni più tremendi del secolo. Mio padre, in un piccolo gruppo di sei detenuti, vestiti di stracci e con zoccoli di legno, provati dal gelo e affamati, tornava nella baracca. Uno sconosciuto venne loro incontro e li invitò a entrare nella sua casa. Era la vigilia di Natale. Entrammo insieme con la guardia che ci sorvegliava. La dimora era calda e gradevole. L’uomo che ci aveva invitato era un pastore protestante. Ci fece scaldare, lavare, radere. A tavola ci fu una fetta di pane e un bicchiere di vino per tutti. Mio padre si sedette al pianoforte ed eseguì una parte di un’antica liturgia russa, pur con le dita irrigidite dalla fatica e dal freddo. Si abbracciarono. La guardia non denunciò nessuno.

Da quella volta lui non identificò mai più quelli che lo avevano chiuso nel campo con il popolo a cui appartenevano. Dopo la guerra, vedeva passare per strada i soldati tedeschi, prigionieri affamati e sfiniti. Un giorno tagliò metà del pane che ricevevamo due volte alla settimana per l'intera famiglia e disse: “Portalo ai prigionieri tedeschi; ma fa’ attenzione che nessuno ti veda, perché non ci denuncino”. Mi avvicinai di soppiatto a quegli uomini. Il prigioniero tedesco a cui lo diedi si mise a piangere. Poi lo divise con due compagni (P. Matvejevic). 

Anche nei momenti più duri della storia, gli uomini di buona volontà hanno realizzato opere degne di Dio. Nei gesti concreti di rispetto e di carità il nostro Dio è glorificato, perché la venuta di suo Figlio - umile, fragile, precaria, mansueta - non è stata vana. Dio si è fatto uno di noi, per raccontare e realizzare una vita senza confini, dove la gioia è la prospettiva dal basso della terra come nell’alto dei cieli; dove l’amore è mezzo e obiettivo; dove il futuro non fa paura perché la salvezza è giunta. A noi il compito di renderla presente con la stessa intensità di Amore. 

“Che la gioia del Natale

e la celeste luce di Betlemme rischiari le nostre vite

motivando le nostre azioni e propiziando un anno di pace”
  
IL "DIO CON NOI" PER UNA NUOVA RINASCITA   MONS. SIGALINI
Natale significa poesia, suggerisce buoni sentimenti, richiama atmosfere tenere, luci diffuse, candele e suoni armoniosi, sentimenti tenui, tenerezze e compiacimenti. Insomma non occorre tanto sforza di memoria, o tanta capacità di ricordi per avere davanti agli occhi scene idilliache, suoni melodiosi e atmosfere buone. Questi sono solo alcuni tratti, ma il commercio ne sfodera di più, ne propone di meglio, ne caratterizza con maggior fantasia e allettamenti. I cristiani se ne sono quasi assuefatti in maniera tale che il festeggiato scompare, esiste il contorno, talvolta la cornice, ma quel famoso Dio con noi non c’è. La ricerca di un incontro tra l’uomo e Dio non appare, il mistero che è riuscito a tenere viva negli uomini una speranza incrollabile è offuscato o rimosso. Tentiamo invece di riscoprire la ragione di questa magia, le radici di questi sentimenti.
È nato un bambino, è fiorita una nuova vita, una mamma e un papà si guardano estasiati e contemplano questo batuffolo di carne che piange, ride, apre le manine, si lascia baciare e stana i sentimenti più belli e pacifici che una persona può esprimere. C’è al centro un bambino appena nato, ha alle spalle il dolore e l’ansia di una lunga gestazione e dolorosa generazione. Si intercettano sogni e  speranze, desideri e meraviglie. Ma chi è questo bambino? Chi sono i suoi genitori, che storia ha alle spalle, chi lo ha da sempre atteso? Che popolo gli ha dato carne e parole, tratti somatici e lineamenti? Ne sono nati tanti di bambini a questo mondo e per essi non c’è stato nessun ricordo così pieno e coinvolgente ancora oggi. Hanno sempre avuto amore, lo speriamo, ma non hanno fatto e costruito futuro e storia così coinvolgenti.
Occorre fare un salto di qualità nei nostri pensieri e nelle nostre domande. C’è alle spalle una meravigliosa storia d’amore, che non è solo il rincorrersi di due ragazzi innamorati, la pienezza di un amore donato, ma un grande progetto che supera ogni fantasia. Dio si fa uomo, quel piccolo bambino è il Figlio di Dio, è l’espressione più completa di una parentela fra cielo e terra, è il gesto d’amore di un Dio creatore, ineffabile, grande che si mescola agli uomini per riscrivere la storia di ogni uomo dal di dentro, come storia di bontà, di pienezza, di salvezza. È l’amicizia di Dio e la sua compagnia che si fa persona umana, si fa uomo e si immedesima con il re di quell’universo che aveva creato con tanta consapevolezza di bellezza e bontà. Dio dice: non ti voglio assolutamente lasciare in quelle strade di morte che ti sei scavato; non ti voglio perdere e abbandonare nel cumulo di dolori che ti sei provocato. Mi faccio io come te, perché tu diventi come me. Hai perso l’innocenza che ti avevo donato e io te la voglio ridare. So che mi costerà sangue e morte, dolore e malvagità, ma io ti voglio ridonare la libertà di deciderti di nuovo, di cancellare il male che hai disseminato nel mondo, voglio metterti davanti il mio amore per farti vincere il fascino del male in cui ti sei cacciato.
Mi metto nella tua storia perché non sia più storia di guerre e di ingiustizie, ma di pace e di serenità. Ti voglio capace di costruire rapporti tra gli uomini che siano nuovi e giusti. Comincio dal popolo d’Israele, ma mi allargo a tutto l’universo. Ci stai? Mi credi? Ti fidi? Ti metti in cammino dietro a me?                                      
Altro che atmosfere rarefatte, altro che parole lagnose, altro che luci e negozi. Il Natale è una nuova rinascita della speranza di essere finalmente uomini e donne del futuro, persone nuove, compagni di un Dio che si mette al nostro livello per portarci al suo: figli di Dio e fratelli di Gesù. Così si chiama quel bambino, così si presenta Dio tra noi, così si chiama l’Emmanuele, così ci attira a sé la bontà infinita di Dio. Da questo momento ci sentiremo portati sulle sue spalle quando ancora ci metteremo su vie di fuga; sapremo di avere un Padre che ci aspetta per far festa al nostro ritorno, sapremo che la vita vera sarà da risorti, come dopo la morte di Gesù risorgerà e ci attrarrà a sé.
Corona dell’AVVENTO quarta settimana
Dio ti  riempie di gioia
Apri il nostro cuore, Signore, perché in questo tempo di attesa di Gesù, riusciamo a farti posto nella nostra vita. Oggi accendiamo la candela degli angeli presenti a vegliare  sulla capanna. Essa simboleggia tutto l’amore contenuto  nella meravigliosa novella che gli angeli portarono agli  uomini in quella notte mirabile.
Signore, attraverso le parole di Maria: “Avvenga di me secondo la tua parola”

ci hai mandato il tuo figlio.

Dio, per salvare l’uomo, si fa semplicemente uno di noi.

Apri i nostri cuori  affinché, col tuo esempio, impariamo a farci “uno con gli altri”

nell’accoglienza e nella comunione come tu ci hai insegnato.
VITA  PARROCCHIALE
·      Domenica  22,    ore 11.00   S. Messa  “Benedizione di Gesù Bambino”
                            ore 18.00  A.C.  Catechesi Adulti
·      Lunedì,  ore 17.00  Liturgia Penitenziale “confessioni”
·      Martedì,  ore 17.00  ACR  Presepe vivente
·      Sabato 28 ore 21.00 “Salone parrocchiale”  Tombolata
·      Domenica  29,    ore 11.00   S. Messa  “Benedizione Famiglie”
VITA  DIOCESANA 
·    Domenica 22 dicembre : “Garaguso Scalo”
             Azione Cattolica - Ritiro spirituale per giovani  “Sichem”
·    30 dicembre – 1 gennaio: A.C. Giovani  Capodanno Alternativo
                               Roma – mensa Caritas
Azione Cattolica Parrocchiale
A.C. R.      domenica ore 15.30 Salone parrocchiale
ADULTI     domenica ore 18.00  Catechesi
A.C. R.     martedì  24   PRESEPE VIVENTE
GIOVANI   Sabato: incontro ore 18.30


Domenica  22  Dicembre  2013  
4ª DI  AVVENTO
Is 7,10-14; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.
 Ore 11.00  S. Messa  Novena di Natale
Ore 17.00  S. Messa  Novena di Natale
Ore 18.00  Catechesi AC Adulti
Lunedì  23  dicembre          
Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66
Nascita di Giovanni Battista.
Ore   6.00   Novena di Natale
Ore   6.20   S. Messa
Ore 10.00  Funerale  
Ore 17.00  Liturgia Penitenziale
Martedì  24 dicembre
2 Sam 7,1-16; Sal 88; Lc 1,67-79
Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.
Ore   6.00   Novena di Natale
Ore  6.20   S. Messa
Ore 23.30  VEGLIA  DI  NATALE
Mercoledì  25  dicembre      
NATALE DEL SIGNORE
Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
 Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Ore 11.00  S. Messa  
Ore 17.00  S. Messa 
Giovedì  26  dicembre      
S. Stefano
At 6,8-12; 7,54-60; Sal 30; Mt 10,17-22
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
Ore 17.00  S. Messa 
               
Venerdì  27 dicembre    
S. Giovanni
1 Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8
L’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Ore 17.00  S. Messa
Sabato  28  dicembre   
Ss. Innocenti
1 Gv 1,5–2,2; Sal 123; Mt 2,13-18
Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.
Ore 17.00  S. Messa
Domenica  29  Dicembre  2013  
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ
Sir 3,3-7.14-17a ; Sal 127; Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.
Ore 11.00  S. Messa  
                    Benedizione Famiglie
Ore 17.00  S. Messa