mercoledì 29 ottobre 2014

LA CHIESA DI PAPA FRANCESCO



Cari amici,
Papa Francesco, nella chiusura del Sinodo ha parlato di momenti di tensione e di tentazioni durante i lavori sinodali, ma ha sottolineato la grazia e la bellezza del confronto. Ha quindi ribadito che il compito del Successore di Pietro è quello di garantire l’unità della Chiesa, e quello dei vescovi di “nutrire il gregge” e accogliere chi è smarrito.

Ha messo in guardia dalla tentazione dell’irrigidimento ostile "... cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti – oggi – tradizionalisti e anche degli intellettualisti".

Ha messo in guardia anche dalla tentazione di quello che definisce “buonismo distruttivo”, “tentazione - dice - dei buonisti, dei timorosi e anche dei cosiddetti progressisti e liberalisti”, "... che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici".

Papa Francesco ha poi citato la “tentazione di trasformare la pietra in pane” “per rompere un digiuno lungo”, ma anche “di trasformare il pane in pietra” e scagliarla contro peccatori, trasformarlo in “fardelli insopportabili”. Quindi la tentazione di scendere dalla Croce: "... per accontentare la gente, e non rimanerci per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio".

Infine, la tentazione di “trascurare il depositum fidei considerandosi non custodi ma proprietari e padroni” o, dall'altra parte, “la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa” “per dire tante cose e non dire niente!”.

“Tanti commentatori – ha aggiunto Papa Francesco - hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio”. “Il Sinodo - ha detto con forza - mai ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l'indissolubilità, l'unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l'apertura alla vita”. “La Chiesa – ha aggiunto - non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini”, una Chiesa “che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone".

"Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani (cf. Lc 15). La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti!". “Una Chiesa – ha proseguito - che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo": "... anzi, si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l'incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste".

Francesco guarda ai lavori sinodali, ricorda che si svolgono “cum Petro et sub Petro”, evidenzia i compiti del Papa: quello di garantire l’unità della Chiesa e quello di curare i Pastori. "Il Papa, in questo contesto, non è il signore supremo ma piuttosto il supremo servitore - il servus servorum Dei; il garante dell'ubbidienza, della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale, pur essendo - per volontà di Cristo stesso – il Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli (Can. 749) e pur godendo della potestà ordinaria che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa".
Preghiamo per la Chiesa, per il Santo Padre e per la buona riuscita del Sinodo che si concluderà fra un anno. Lo sguardo di fede sulla Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, protetta dalla Vergine Maria e sostenuta dal carisma di Pietro ci deve rendere fiduciosi e pieni di speranza.
Padre Livio



conclusione

LA CHIESA E' NEL MONDO,
 E' PER IL MONDO, 
VA PER IL MONDO,

MA NON DEVE MAI ESSERE DEL MONDO,
NON DEVE MAI TRADIRE LA SUA APPARTENENZA,  
IL SUO COMPITO,
LA SUA IDENTITA';

APRIRSI AL MONDO NON SIGNIFICA CONFORMARSI AD ESSO,
ALLA MENTALITA' DI QUESTO TEMPO,
MA STARE NEL MONDO 
CON LO SGUARDO DI CRISTO,
CON LE MANI DI CRISTO,
CON LE PAROLE DI CRISTO
CON IL CUORE DI CRISTO.

IL SIGNORE CI INVITA A NON ESSERE NE' RIGIDI NE' TIMOROSI
NEL PORGERE LA VERITA',
MA AD ESSERE SALDI E RADICATI NELLA FEDE,
FERMI E FEDELI ALL'ANNUNCIO,
FIDUCIOSI IN COLUI CHE HA FONDATO LA CHIESA,
SENZA MAI DIMENTICARE CHE...

E' LO SPIRITO CHE GUIDA LA CHIESA
E NON LA CHIESA CHE GUIDA SE STESSA!

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