martedì 7 ottobre 2014


UN RACCONTO PER L'ESTATE
RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO
(pag. 32)


 A un tratto gli dissi: – Penso, piccolo padre, che dovete spesso avere delle noie con il vostro asilo. Vi sono tanti fratelli nostri che diventano pellegrini per indifferenza o per pigrizia, e che ne combinano di tutti i colori per la strada, come ho dovuto spesso constatare. – No, quelli sono molto rari – rispose il signore – . Non abbiamo visto mai che veri pellegrini. Ma quando non hanno l'aria molto raccomandabile, noi siamo ancora più gentili con loro e li tratteniamo un po' di tempo nell'ospizio. A contatto con i nostri poveri, fratelli di Cristo, spesso essi si correggono e se ne vanno con cuore umile e dolce. Non molto tempo fa ne ho avuto un altro esempio. Un commerciante della nostra città era caduto così in basso che veniva cacciato a bastonate e nessuno voleva dargli nemmeno un tozzo di pane. Era ubriacone, violento, attaccabrighe, e per di più rubacchiava quando poteva. Un giorno egli capitò da noi spinto dalla fame; chiese pane e acquavite, perché bere gli piaceva. Lo ricevemmo affabilmente e gli dicemmo: rimani da noi avrai acquavite finché ne vuoi, ma a un patto: dopo aver bevuto andrai a dormire, e se darai il minimo scandalo, non solo ti cacciamo via per sempre, ma chiederemo al commissario di polizia di farti incarcerare per vagabondaggio. Accettò e rimase da noi. Per una settimana e più, egli bevve veramente finché poté; ma ogni volta, secondo la sua promessa e perché aveva paura di rimanere senza alcool, andava a coricarsi nel suo letto o a sdraiarsi zitto zitto in fondo al giardino. Quando riprendeva i sensi i nostri fratelli dell'asilo gli parlavano e lo esortavano a dominarsi almeno un po'. Così egli cominciò a bere meno e in capo a tre mesi era diventato assolutamente sobrio. Ora lavora non so più in che posto e non mangia più il pane degli altri. È venuto a salutarmi proprio l'altro ieri. – Quale saggezza in questa disciplina guidata dalla carità! – Pensai tra me ed esclamai: – Sia benedetto Dio, la cui misericordia agisce dentro le mura della vostra casa! Dopo tutti questi discorsi, ci assopimmo, e sentendo la campana suonare l'Ufficio del mattino, andammo i chiesa, dove già si trovavano la signora e i bambini. Ascoltammo l'Ufficio, poi la divina liturgia.
Eravamo nel coro con il signore e il suo figliuolo, la signora e la fanciullina erano invece all'apertura dell'iconostasi per vedere l'elevazione dei sacri doni. Mio Dio, come pregavano tutti e quali lacrime di gioia versavano! I loro volti erano così illuminati che, a forza di guardarli, mi misi a piangere anch'io! Alla fine dell'Ufficio, i padroni, il prete, i servi e tutti i mendicanti si misero insieme a tavola; c'erano una quarantina di mendicanti, infermi, malati e bambini. Quale silenzio e quale pace intorno a quella tavola! Facendomi coraggio, dissi sottovoce al signore: – Nei monasteri si leggono le vite dei santi durante il pasto; potreste fare altrettanto perché avete il Menologio al completo. Il signore si rivolse alla moglie e disse: – Ascoltare è un vero piacere per me, ma quanto a leggere, per carità! Non ho un minuto libero. Appena metto piede in casa mia non so più dove sbattere il capo, tante son le brighe e i pensieri, ci vuol questo, occorre quest'altro; un sacco di bambini; il bestiame per i campi: tutto il giorno passa in queste miserie e non rimane un minimo per leggere e per istruirsi. Tutto quello che ho imparato in seminario l'ho dimenticato da un bel pezzo. A queste parole mi sentii fremere, ma la signora mi prese il braccio e mi disse:– Il padre parla così per umiltà, tende sempre a umiliarsi, ma è un uomo eccellente e molto pio; è vedovo da tanti anni, educa lui tutti i suoi nipotini, e per di più recita spesso gli uffici. Queste parole mi richiamarono un passo di Niceta Stethatos13 nella Filocalia: "È secondo la disposizione interiore dell'anima che si apprezza la natura degli oggetti", ossia ciascuno si forma un'idea degli altri secondo quello che egli stesso è; e più avanti si legge ancora: "Colui che giunge alla preghiera e all'amore vero non distingue più gli oggetti, non distingue i gusti del peccatore, ma ama ugualmente tutti gli uomini e non li condanna, come Dio fa brillare il sole e cadere la pioggia sui buoni e sui cattivi". 

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