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UN RACCONTO PER L'ESTATE |
RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO
(pag. 32)

A un tratto gli dissi: – Penso, piccolo padre, che
dovete spesso avere delle noie con il vostro asilo. Vi sono tanti fratelli
nostri che diventano pellegrini per indifferenza o per pigrizia, e che ne
combinano di tutti i colori per la strada, come ho dovuto spesso constatare. –
No, quelli sono molto rari – rispose il signore – . Non abbiamo visto mai che
veri pellegrini. Ma quando non hanno l'aria molto raccomandabile, noi siamo
ancora più gentili con loro e li tratteniamo un po' di tempo nell'ospizio. A
contatto con i nostri poveri, fratelli di Cristo, spesso essi si correggono e
se ne vanno con cuore umile e dolce. Non molto tempo fa ne ho avuto un altro
esempio. Un commerciante della nostra città era caduto così in basso che veniva
cacciato a bastonate e nessuno voleva dargli nemmeno un tozzo di pane. Era
ubriacone, violento, attaccabrighe, e per di più rubacchiava quando poteva. Un
giorno egli capitò da noi spinto dalla fame; chiese pane e acquavite, perché
bere gli piaceva. Lo ricevemmo affabilmente e gli dicemmo: rimani da noi avrai
acquavite finché ne vuoi, ma a un patto: dopo aver bevuto andrai a dormire, e
se darai il minimo scandalo, non solo ti cacciamo via per sempre, ma chiederemo
al commissario di polizia di farti incarcerare per vagabondaggio. Accettò e
rimase da noi. Per una settimana e più, egli bevve veramente finché poté; ma
ogni volta, secondo la sua promessa e perché aveva paura di rimanere senza
alcool, andava a coricarsi nel suo letto o a sdraiarsi zitto zitto in fondo al
giardino. Quando riprendeva i sensi i nostri fratelli dell'asilo gli parlavano
e lo esortavano a dominarsi almeno un po'. Così egli cominciò a bere meno e in
capo a tre mesi era diventato assolutamente sobrio. Ora lavora non so più in
che posto e non mangia più il pane degli altri. È venuto a salutarmi proprio
l'altro ieri. – Quale saggezza in questa disciplina guidata dalla carità! –
Pensai tra me ed esclamai: – Sia benedetto Dio, la cui misericordia agisce
dentro le mura della vostra casa! Dopo tutti questi discorsi, ci assopimmo, e
sentendo la campana suonare l'Ufficio del mattino, andammo i chiesa, dove già
si trovavano la signora e i bambini. Ascoltammo l'Ufficio, poi la divina
liturgia.
Eravamo nel coro con il signore e il suo figliuolo, la
signora e la fanciullina erano invece all'apertura dell'iconostasi per vedere
l'elevazione dei sacri doni. Mio Dio, come pregavano tutti e quali lacrime di
gioia versavano! I loro volti erano così illuminati che, a forza di guardarli,
mi misi a piangere anch'io! Alla fine dell'Ufficio, i padroni, il prete, i servi
e tutti i mendicanti si misero insieme a tavola; c'erano una quarantina di
mendicanti, infermi, malati e bambini. Quale silenzio e quale pace intorno a
quella tavola! Facendomi coraggio, dissi sottovoce al signore: – Nei monasteri
si leggono le vite dei santi durante il pasto; potreste fare altrettanto perché
avete il Menologio al completo. Il signore si rivolse alla moglie e disse: –
Ascoltare è un vero piacere per me, ma quanto a leggere, per carità! Non ho un
minuto libero. Appena metto piede in casa mia non so più dove sbattere il capo,
tante son le brighe e i pensieri, ci vuol questo, occorre quest'altro; un sacco
di bambini; il bestiame per i campi: tutto il giorno passa in queste miserie e
non rimane un minimo per leggere e per istruirsi. Tutto quello che ho imparato
in seminario l'ho dimenticato da un bel pezzo. A queste parole mi sentii
fremere, ma la signora mi prese il braccio e mi disse:– Il padre parla così per
umiltà, tende sempre a umiliarsi, ma è un uomo eccellente e molto pio; è vedovo
da tanti anni, educa lui tutti i suoi nipotini, e per di più recita spesso gli
uffici. Queste parole mi richiamarono un passo di Niceta Stethatos13 nella
Filocalia: "È secondo la
disposizione interiore dell'anima che si apprezza la natura degli
oggetti", ossia ciascuno si forma un'idea degli altri secondo quello
che egli stesso è; e più avanti si legge ancora: "Colui che giunge alla preghiera e all'amore vero non distingue
più gli oggetti, non distingue i gusti del peccatore, ma ama ugualmente tutti
gli uomini e non li condanna, come Dio fa brillare il sole e cadere la pioggia
sui buoni e sui cattivi".
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