PANE SPEZZATO
''Venite e gustate quant'è buono il Signore''
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA
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II. SALOMONE E LA RICERCA DELLA SAPIENZA
I re devono ricercare la sapienza
[1]Ascoltate, o re, e cercate di comprendere;
imparate, governanti di tutta la terra.
[2]Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini
e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli.
[3]La vostra sovranità proviene dal Signore;
la vostra potenza dall'Altissimo,
il quale esaminerà le vostre opere
e scruterà i vostri propositi;
[4]poiché, pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente,
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
[5]Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi
poiché un giudizio severo si compie
contro coloro che stanno in alto.
[6]L'inferiore è meritevole di pietà,
ma i potenti saranno esaminati con rigore.
[7]Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno,
non ha soggezione della grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e si cura ugualmente di tutti.
[8]Ma sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa.
[9]Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non abbiate a cadere.
[10]Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato
e chi si è istruito in esse vi troverà una difesa.
[11]Desiderate, pertanto, le mie parole;
bramatele e ne riceverete istruzione.
imparate, governanti di tutta la terra.
[2]Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini
e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli.
[3]La vostra sovranità proviene dal Signore;
la vostra potenza dall'Altissimo,
il quale esaminerà le vostre opere
e scruterà i vostri propositi;
[4]poiché, pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente,
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
[5]Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi
poiché un giudizio severo si compie
contro coloro che stanno in alto.
[6]L'inferiore è meritevole di pietà,
ma i potenti saranno esaminati con rigore.
[7]Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno,
non ha soggezione della grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e si cura ugualmente di tutti.
[8]Ma sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa.
[9]Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non abbiate a cadere.
[10]Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato
e chi si è istruito in esse vi troverà una difesa.
[11]Desiderate, pertanto, le mie parole;
bramatele e ne riceverete istruzione.
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PER RIFLETTERE INSIEME… |
Il Signore dice ‘’ascoltate, ascoltate voi governanti della Terra. [2]Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini’’: un invito pressante, incalzante, urgente, un invito a fermarsi e a porgere l’orecchio alla Sua Parola.
È la Parola del Signore quella che si fa avanti e ci chiede di ascoltarla, di cercare di comprenderla… sì, cercare di comprenderla, perché quando l’odio invade ogni singola particella del nostro corpo, la tenebra la fa da padrona ed allora se l’ascoltare diventa faticoso e difficile, il credere, il comprendere si fanno drammaticamente impossibili.
Ascoltare, comprendere, porgere l’orecchio sono azioni che l’uomo di oggi, nella grande maggioranza, non è più in grado di fare, essendo il suo orecchio prostituito ad un’altra parola, ad un’altra voce, che non è la voce della Verità, ma quella della menzogna.
Ma il Signore non si fa intimorire da questo, Egli richiama l’attenzione e dice ciò che è giusto, ciò che per l’uomo è necessario ricordare e tener sempre presente: ‘’[3]La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall'Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere scruterà i vostri propositi’’; ecco, il Signore ristabilisce i ruoli, riconsegna il mandato, ricorda i limiti del potere umano, ricorda la Fonte del Potere Assoluto, ricorda che ogni potere umano è sottoposto ad un Giudizio più alto, ad un resoconto dettagliato e scrupoloso delle opere e dei propositi messi in atto. Chiarisce bene i rapporti tra ciò che sta nei Cieli e ciò che sta sulla Terra: la sovranità appartiene all’Altissimo, Sommo Potere, tutti gli altri poteri terreni sono sottomessi al Suo Giudizio, perché Egli stesso li ha scelti per farli capi dei popoli e giudici delle genti.
Il Signore sottolinea, poi, quello che deve essere il vero compito di ogni potente: non quello di opprimere il popolo, di sfruttarlo, di distruggerlo o dominarlo, ma quello di servirlo!
È sul servizio reso al popolo che essi saranno giudicati, non sull’autorità costituita che ha schiacciato il popolo con tasse, trasgressioni e violenze di ogni genere.
Li chiama ‘’[4] ministri del suo regno,’’ ed è proprio in virtù di questo rapporto interpersonale che li giudica più rigorosamente degli altri ‘’non avete governato rettamente, né avete osservato la legge, né vi siete comportati secondo il volere di Dio’’, li richiama all’unica responsabilità che non avrebbero mai dovuto evadere e che compendia tutto il loro operato: seguire ed eseguire la volontà di Dio, cioè servire il popolo con rettitudine, rispettare e far rispettare la Legge del Signore che prevede libertà, rispetto, giustizia, uguaglianza, servizio.
Quanto questo rispecchia la realtà?
Guardiamo al mondo di questi giorni: lo sguardo vorrebbe non essere costretto a vedere lo scempio che si sta realizzando, le orecchie vorrebbero non dover ascoltare le grida di dolore che s’alzano da più parti, il cuore vorrebbe smettere di battere per gli orrori che si stanno perpetrando sull’umanità, per i crimini di cui l’umanità dovrà rispondere davanti al Tribunale degli uomini e di Dio.
La Legge di Dio è la Legge dell’Amore, non dell’odio e dell’inimicizia; la volontà di Dio è l’unione e la fratellanza fra i popoli, non le divisioni, gli accanimenti, le stragi.
Di tutto questo ogni potente della Terra dovrà dare conto direttamente a Dio: non è una minaccia o una possibilità, è una verità e il Signore ci tiene a che sia chiara a tutti, a tutti, credenti e non, cristiani e non.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate”.
Allora Pietro disse: “Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?”.
Il Signore rispose: “Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore, assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”.
I versetti di questo sesto capitolo sono in perfetta sintonia con questo brano del Vangelo di Luca, in quanto hanno in comune lo stesso argomento e lo stesso ammonimento: in essi si fa riferimento al Giudizio che riceveranno coloro che sono stati scelti dal Signore per amministrare fedelmente la sua eredità, il Signore riconosce loro il potere e l’autorità di cui sono stati investiti, ma li mette anche davanti alle loro responsabilità, a loro ha affidato ciò che più gli stava a cuore: il bene del suo popolo ed è di questo che a loro chiederà conto.
Il Signore mette in chiaro il fatto che essi sono ‘’servi’’, una servitù che si esplica su due fronti: essi sono al servizio di Dio nel servire il popolo, è Lui che li ha messi a capo della sua servitù, contando sulla loro fedeltà e saggezza e chiarisce anche che è bene per loro stare sempre all’erta, pronti per il ritorno del Padrone, per rendere conto a Lui del loro operato in qualsiasi momento, un Padrone che da loro esigerà molto perché molto ha loro affidato.
I discepoli interrogano Gesù sui destinatari di quella parabola, ma il Signore non risponde in maniera diretta, sembra quasi che eviti la risposta, in realtà fa un discorso che comprende molte più risposte, che abbraccia risposte più grandi, quasi a portare i discepoli a domande più grandi, più importanti, ad andare oltre il contingente, l’immediatezza, il riferimento personale; davanti alla spontaneità della domanda fattagli, sembra che Gesù voglia bypassarla, in effetti lo fa, ma solo per puntare più in alto: egli fa un discorso universale, che vale per tutti e in ogni tempo, vuole evidenziare la portata universale del suo insegnamento, far entrare loro in una logica diversa, che permetta loro di non limitarsi alla contingenza ma a guardare ad un evento salvifico che riguarda tutti, ad un Giudizio finale che riguarderà tutti e che avrà due sole possibili soluzioni: [6] Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi, poiché un giudizio severo si compie contro coloro che stanno in alto... sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa. [6]L'inferiore è meritevole di pietà, ma i potenti saranno esaminati con rigore.
Giustizia e misericordia si baceranno ma non saranno per tutti, la differenza la farà il modo in cui ognuno avrà esplicitato il compito che gli è stato affidato.
Il perché di questa differenza ce la spiega Luca: Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
Il Signore avrà pietà ‘’dell’inferiore’’, di colui che non ha conosciuto la volontà di Dio, egli sarà giustificato per questa sua ignoranza e la sua misericordia mitigherà la pena: anche se meritevole di percosse e castighi , ne riceverà poche.
Il Giudizio di Dio, invece, sarà severo e rigoroso contro chi è stato chiamato ad amministrare i beni del Signore perché : a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”. Non solo sarà richiesto molto di più, ma si sarà sottoposti ad un giudizio più severo e rigoroso, in virtù di un ruolo più alto e di un potere più grande donatogli dalla Grazia del Signore.
Quando ci si trova davanti ai tribunali della giustizia umana avviene esattamente il contrario: quelli che stanno più in alto se la cavano sempre con l’assoluzione piena o tutt’al più una bacchettata di rimprovero, qualunque sia stato il male fatto: reati di concussione, di terrorismo, di falsificazione… essi hanno sempre un riguardo in più, hanno amici potenti, hanno coperture finanziarie con cui comprarsi la libertà e vengono assolti con formula piena pur essendo gravemente compromessi.
Coloro, invece, che non hanno appoggi di nessun genere, in certi casi, anche senza colpevolezza, subiscono pene molto più gravi.
Certo che la giustizia umana fa un po’ acqua da tutte le parti, la corruzione ha superato la legalità stessa che dovrebbero invece tutelare.
Gli avvocati, i giudici, i pubblici ministeri sono dei retori eccezionali, con le parole sono capaci di affondare o salvare chiunque, hanno così sviluppato quella capacità di dominio della parola che ne fanno ciò che vogliono, a volte, purtroppo, anche contro quella stessa legge che dovrebbero difendere e far rispettare.
Ma davanti al Signore non funziona così.
Davanti al Signore non serve il saper parlare, il saper mentire, il saper ingannare, il saper usare bene le parole, il saperle piegare ad interessi che non sempre sono sani e condivisibili.
Se è normale sulla Terra ingannare, tradire, mentire, falsificare facendo sembrare sempre tutto molto giusto e ‘’politicamente corretto’’ ed essere così anche credibili, questo non vale nel rapporto con Dio: davanti a Dio la parola si apre, davanti alla Luce la parola rivela tutta la sua ombra, la tenebra che l’avvolge; davanti a Dio la menzogna si rivela apertamente, non ha dove nascondersi, perché la Luce rivela ogni cosa e tutto appare nella sua più assoluta ‘’verità’’, le menzogne dunque si rivelano per quelle che sono, le bugie altrettanto, le accuse ingiuste, i sotterfugi, gli inganni, gli imbrogli… tutto appare nella sua realtà più sconcertante: anche la bugia ha la sua verità!
La verità di non essere ‘’verità’’ e così ogni inganno viene svelato, viene illuminato e in questo caso giudicato.
Noi non sempre diamo peso alle parole che diciamo, molto spesso sorvoliamo sui significati intrinsechi che esse comportano, diciamo parole che nascondono difese, pregiudizi, problematiche varie e pensiamo che sia solo ‘’uno sfogo’’, come quando la gente bestemmia e dice che è soltanto ‘’uno sfogo di lingua’’. La bestemmia nasconde l’odio verso Dio. Questa è la verità. Un peccato orrendo. Una colpa mostruosa. È l’odio di Satana che viene iniettato nella creatura che lo manifesta in un atto d’ira con parole che hanno un significato ben preciso, ma che noi tendiamo ad attutire, ad addolcire, a giustificare… per giustificarci, per difenderci da un’accusa che non accettiamo: no, non sono contro Dio, io gli voglio bene, solo che quando mi arrabbio non so controllarmi!
Se questa giustificazione regge davanti agli uomini, non regge davanti a Dio, perché i sentimenti che essa nasconde non sono semplici meccanismi di difesa psicologica, ma una mancanza di fede o, peggio ancora, una presunta fede che cade al primo intoppo, alla prima pur semplice difficoltà.
Il Giudizio di Dio è Luce che illumina e, davanti a questa Luce, tutto ciò che non è luce… si rivela per quel che è: tenebra, opera del maligno!
La vergogna che si prova nello scoprirsi ‘’rivestiti di tenebra, sporchi, peccatori’’ è qualcosa di sconcertante, di umiliante, di mortificante, perché si prende coscienza di aver risposto all’amore di Dio con l’inganno, con il rifiuto, con la ribellione.
L’anima che è cosciente di questo… ne ha orrore, rabbrividisce, ne prova indicibile vergogna.
Certo, per chi non crede, tutto questo non ha senso; noi possiamo continuare a dare tutti i sensi che vogliamo alle nostre parole, alle nostre azioni, alle nostre scelte… ciò non vuol dire che siamo nel giusto, che siamo nel vero… la Verità è una sola e davanti ad Essa cade ogni nostro tentativo di negare l’evidenza, di tacere o di nascondere la verità.
E certo il Signore [7] non si ritira davanti a nessuno, non ha soggezione della grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e si cura ugualmente di tutti. Egli non chiede la carta d’identità né quanto potere si ha avuto nelle proprie mani; Egli certo non si intimidisce di fronte alla potenza umana, non trema davanti ai potenti della Terra, non si prostra davanti a loro, non li ossequia, faraonicamente parlando, perché… perché Egli è il Re dei Re!
Lui è il Primo e l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega.
È Lui che ha distribuito compiti e ruoli, che ha assegnato poteri e servizi, è Lui a dover ricevere l’ossequio del ‘’servo’’ a cui ha molto affidato, sarà il servo a doversi prostrare davanti al Signore in maniera riverente e riconoscente dando conto di quanto ha fatto o non fatto.
Certo, se guardiamo alla realtà di oggi, ai potenti della terra non sfiora assolutamente questo pensiero, essi credono di essere immortali e onnipotenti, a loro interessa il potere del mondo, tutto il resto si vedrà … eventualmente… al momento opportuno, ammesso che ci sia un simile Giudizio.
Volendo lasciare la libertà ad ognuno di pensare quello che ritiene giusto, allora lasciamo che sia… ma volendo essere seri e responsabili… non possiamo non dire che il Signore non lascia dubbi sul suo intervento, sul suo giudizio e sulle modalità di Giudizio: Giustizia e Misericordia si baceranno, ma questo è ben lungi da un concetto di buonismo e di pietismo, di accomodamento e di perdono di massa.
Il Signore valuta singolarmente, ognuno risponde solo di sé e per sé.
Stare faccia a faccia con il Signore non è come stare davanti ad uno specchio al quale posso far dire tutto quello che voglio, deformare a mio piacimento la realtà di ciò che proietto: stare di fronte a Lui è essere illuminati dalla Luce della Verità che rivela ogni verità nascosta ed ogni menzogna detta o pensata.
In questi versetti il Signore si rivolge in maniera particolare ai potenti, ai governanti della Terra, a coloro che hanno ricevuto ‘’un mandato di servizio’’, cioè a coloro ai quali è stata affidata la responsabilità del bene altrui, del bene comune: ma in che cosa consiste tale potere?
‘’ Il vero potere - dice papa Francesco - è il servizio, il servizio offerto al popolo che è stato loro affidato: servizio politico, legislativo, civile, culturale e religioso; rientrano, quindi, nella categoria dei potenti tutti coloro che amministrano un bene pubblico, religione compresa.
A loro è stato dato tanto, è stata messa nelle loro mani la vita morale, economica, culturale e spirituale di un popolo, a loro tocca amministrare rettamente, governare saggiamente, rispettare e far rispettare la legge sapientemente, garantire la giustizia onestamente…
Come fare perché tutto questo si realizzi nel modo più giusto?
Il Signore ci dà anche le indicazioni su questo, le coordinate perché non si sbagli la strada: è necessario che i governanti conoscano la Sapienza per poterla mettere in pratica, perché ‘’non abbiate a cadere. [10]Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato e chi si è istruito in esse vi troverà una difesa.[11]Desiderate, pertanto, le mie parole; bramatele e ne riceverete istruzione.’’
Il Signore rivela apertamente e chiaramente il segreto di un buon ‘’Governo’’: custodire le cose sante, essere istruito da esse, rifugiarsi in esse, desiderarle più di ogni altra cosa, volgere lo sguardo verso le cose alte, bramarle, anelare ad esse, come un desiderio intimo, come un’urgenza del cuore, come un bisogno ineludibile dell’anima.
Egli dice ’’ [9]A voi, o sovrani, sono dirette le mie parole’’, quello di Dio è, dunque, un rapporto a tu per tu con i governanti, che non vuol dire, però, da pari a pari, così come sembrerebbe, perché il Signore sottolinea e delimita nettamente il confine: ‘’ [3]La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall'Altissimo’’, come a dire: tutto viene da me, sono Io che ho dato a voi, sono Io l’Autorità Suprema, tutto proviene da Me e voi siete soltanto miei servitori, ricordatevelo sempre!
Non ci deve stupire questo rapporto diretto tra Dio e i potenti della Terra, perché nell’Antico Testamento essi sono stati sempre oggetto dell’attenzione di Dio, un chiaro esempio lo troviamo in Daniele 5: 1 Il re Baldassàr imbandì un gran banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si diede a bere vino. 2 Quando Baldassàr ebbe molto bevuto comandò che fossero portati i vasi d'oro e d'argento che Nabucodònosor suo padre aveva asportati dal tempio, che era in Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. … mentre bevevano il vino, lodavano gli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra. 5 in quel momento apparvero le dita di una mano d'uomo, le quali scrivevano sulla parete della sala reale, di fronte al candelabro. Nel vedere quelle dita che scrivevano, 6 il re cambiò d'aspetto: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i ginocchi gli battevano l'uno contro l'altro.
7 Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà
8 Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono leggere quella scrittura né darne al re la spiegazione.
9 Il re Baldassàr rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi grandi restarono sconcertati.
10 La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella sala del banchetto e, rivolta al re, gli disse: «Re, vivi per sempre! I tuoi pensieri non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto. 11 C'è nel tuo regno un uomo, in cui è lo spirito degli dèi santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dèi. Il re Nabucodònosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, dei caldei e degli indovini. 12 Fu riscontrato in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltazzàr, uno spirito superiore e tanto accorgimento da interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si convochi dunque Daniele ed egli darà la spiegazione».
13 Fu quindi introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua dalla Giudea? … 16 Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d'oro e sarai il terzo signore del regno».
17 Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da' ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione.
18 O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor tuo padre regno, grandezza, gloria e magnificenza. 19 Per questa grandezza che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli pareva. 20 Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria.
21 Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l'erba come i buoi; il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli piace. 22 Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di tutto questo. 23 Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. 24 Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, 25 di cui questa è la lettura: mene, tekel, peres, 26 e questa ne è 'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. 27 Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. 28 Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani». … 30 In quella stessa notte Baldassàr re dei Caldei fu ucciso.
7 Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà
8 Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono leggere quella scrittura né darne al re la spiegazione.
9 Il re Baldassàr rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi grandi restarono sconcertati.
10 La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella sala del banchetto e, rivolta al re, gli disse: «Re, vivi per sempre! I tuoi pensieri non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto. 11 C'è nel tuo regno un uomo, in cui è lo spirito degli dèi santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dèi. Il re Nabucodònosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, dei caldei e degli indovini. 12 Fu riscontrato in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltazzàr, uno spirito superiore e tanto accorgimento da interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si convochi dunque Daniele ed egli darà la spiegazione».
13 Fu quindi introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua dalla Giudea? … 16 Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d'oro e sarai il terzo signore del regno».
17 Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da' ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione.
18 O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor tuo padre regno, grandezza, gloria e magnificenza. 19 Per questa grandezza che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli pareva. 20 Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria.
21 Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l'erba come i buoi; il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli piace. 22 Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di tutto questo. 23 Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. 24 Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, 25 di cui questa è la lettura: mene, tekel, peres, 26 e questa ne è 'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. 27 Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. 28 Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani». … 30 In quella stessa notte Baldassàr re dei Caldei fu ucciso.
Come possiamo vedere, il Signore segue i re della Terra, li misura, li giudica, li guida, li esalta come con Davide o li inabissa come con Baldassar oppure li piega come con Nabucodònosor.
Quello con i re della terra è sempre stato un rapporto diretto, una Presenza costante, quella di Dio, nello snodarsi degli eventi storici di coloro che erano stati chiamati ad essere ‘’amministratori fedeli e saggi’’, ma che non sempre hanno dato prova di fedeltà e di saggezza.
Certo, volendo guardare al mondo d’oggi possiamo notare come le cose non siano cambiate affatto: trovare qualcuno disposto a fare la volontà di Dio più che un’impresa è tempo perso direi, perché non c’è nessuno che nel suo agire tiene conto di questa Volontà, e più si sale nella scala gerarchica più diminuiscono le possibilità; volendo, qualcuno lo troviamo, come Giorgio La Pira, De Gasperi… il cui impegno civile e politico ha inciso molto sugli eventi storici, ma non si va oltre che qualche nome di tanto in tanto… mentre coloro che sono preposti al potere sono ben più numerosi; da fare, naturalmente, il dovuto distinguo per quanto riguarda la realtà ecclesiale, laddove dovrebbe essere scontato un riferimento del genere, ma sappiamo bene che anche in questo ambito si tende spesso a dimenticare questo, a sovrapporre la propria autorità a quella di Dio, a credersi dio al posto di Dio, ad esulare dalla Volontà di Dio.
Nel frastuono e nel caos del mondo presente non si ha molto tempo e forse neanche molta voglia di ascoltare la volontà di Dio, perché Egli spesso viene a modificare i nostri piani, viene a proporci i suoi che non sempre corrispondono ai nostri, così si preferisce non ascoltare, fingere un ascolto che non è reale, non è sincero. Ascoltare e fare la Volontà di Dio non è cosa facile, neanche per chi ha scelto liberamente di amare e servire Dio.
Fare la volontà di Dio spesso mette in crisi, si antepongono dubbi e paure, ma la verità è che si trova difficoltà a lasciar andare la propria volontà per compierne un’altra, fosse anche quella del Signore, resta il fatto che si tratta sempre di una volontà-altra che non è la propria.
‘’Il mio cibo è fare la volontà del Padre’’ disse Gesù mentre andavano a prenderlo per ucciderlo; noi cristiani lo diciamo troppo facilmente con le parole ed altrettanto facilmente lo rinneghiamo con il cuore!
Ovviamente, tutti facciamo i conti con i nostri limiti umani, ma il Signore ci dà sempre la possibilità di servirci dei suoi mezzi per andare oltre i nostri… il problema è che non sempre siamo disposti ad usarli, perché ci impegnano molto… e l’impegno non è proprio quello a cui questa società ci abitua o ci prepara e a noi, naturalmente, questo fa molto comodo!
Abbiamo fin qui parlato dell’autorità di Dio, non dobbiamo, a questo punto, sottovalutare il fatto che la sua è ‘’un’Autorità Sovrana’’, cioè Lui è il RE dei re, l’Assoluto, l’Onnipotente, Colui davanti al quale ogni ginocchio si piega sulla terra, nei cieli e sotto terra.
È in questo che si gioca la sovranità di Dio: nel suo Essere Tutto in tutte le cose e nel suo voler essere Tutto in tutti.
Quale altro Re può dire di sé altrettanto?
Quale Re ha mai potuto o potrà mai racchiudere, ricapitolare in sé tutte le cose?
Il Signore regna. il Signore vive. Il Signore impera.
Il Signore è Signore di tutte le cose e tutto in Lui sussiste.
Dimostrare la sovranità del Signore non è affatto difficile, in quanto Lui stesso ha manifestato la sua regalità tante volte; quante volte, infatti, nel parlare ai profeti esordiva con ‘’Io sono il Signore’’, ma è stato soprattutto tramite Suo Figlio, Parola Eterna, Re dei Re, che ci è stato rivelato il Volto e la Potenza del Padre.
Se tante sono le prove della regalità divina, sia nell’A.T. che nel N.T., tanti sono anche i tentativi di negare, oscurare o almeno inclinare, ridurre, sminuire, depistare, azzerare la sovranità di Dio con ragionamenti a dir poco ‘’demenziali’’, se mi si lascia passare il termine, ma che purtroppo per la loro architettura linguistica passano per giusti, per logici e finiscono con il convincere che la Bibbia ci presenta un Dio che non è quello che dice di essere.
Pare ci sia proprio un affanno continuo da parte del mondo nel confutare la Verità della Parola di Dio, nel ‘’rubare’’ la sovranità a Dio; c’è un impegno meticoloso e sottile nel cercare di ribaltare una Verità che è e resterà comunque inoppugnabile, per il semplice fatto che essa è la sola e unica Verità e nessuna confutazione umana riuscirà mai a scalfirla o a dimostrare la sua non-verità.
Navigando in rete, ho trovato un sito dedicato ‘’all’uomo laico’’ , nel quale dopo vari commenti sconclusionati e offensivi della stessa intelligenza umana, si concludeva che la Scrittura smentisce se stessa, perché in essa fatti e parole non sempre corrispondono, anzi, stando al parere di chi scriveva, si contraddicono a vicenda, per esempio Gesù non è Figlio di Dio ma ‘’un santo tra i santi’’, cioè uomo come tutti gli altri uomini, si nega così la sua divinità, il Suo essere Dio e Figlio di Dio, quindi la sua sovranità, la sua regalità e di conseguenza la sua Autorità.
Gesù, dunque, defraudato della sua divinità, sovranità, regalità e autorità viene ridotto ad un semplice profeta, uno fra i tanti, il cui sacrificio della vita non ha portato alcun beneficio per nessuno. Tuttavia la sua esemplarità non viene negata, ma si gioca tutta nel fatto di essere morto per testimoniare le sue idee, è morto, cioè, soltanto per mostrare la sua fedeltà a quanto aveva fino a quel momento insegnato. Praticamente si fa crollare tutto quanto affermato nella Bibbia: l’Incarnazione, la morte e la resurrezione, quindi il compimento del progetto di salvezza e di redenzione dell’umanità.
Occorre, a questo punto, fare chiarezza e fissare non delle ipotesi, ma dei punti fermi dimostrabili con i fatti:
- Dio è Re, Sovrano su tutti i Sovrani
- Gesù, Figlio di Dio, è Dio e quindi Re, Re dei re, Sovrano su tutti i sovrani.
Bisogna ora provare che Dio è Re e che Gesù è Suo Figlio e quindi Re come Lui.
Chi afferma che la Scrittura smentisce la Scrittura, cioè si contraddice, forse dovrebbe leggerla con più attenzione prima di affermare assurdità simili.
La Sovranità di Dio è indiscutibile perché Lui stessa ce l’ha rivelata e l’ha manifestata tante volte, dimostrando di essere il Padrone del Cielo e della Terra, Colui che tutto può: niente è impossibile a Dio, ciò che all’uomo è impossibile è possibile a Dio.
Partiamo dalla Creazione: Egli diceva e tutto accadeva, la Potenza della Sua Parola creava e concretizzava quanto desiderava ed esprimeva.
Una Potenza del genere noi non riusciamo neanche ad immaginarla né potremmo minimamente comprenderla: la Forza e la Potenza della Parola Creatrice di Dio è al di fuori e al di sopra dei limiti razionali dell’uomo, egli non ha mezzi sufficienti per comprendere una cosa simile.
La Parola Creatrice di Dio è una sola: Gesù, Parola Eterna.
‘’Tutto è stato creato per Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui e in Lui sussistono tutte le cose’’
Gesù è la Parola Eterna del Padre, dunque, tramite la Quale tutto è stato creato.
È la Creazione stessa, allora, che ci parla sia della sovranità di Dio, Creatore di tutte le cose e a cui tutte le cose appartengono sia della sovranità del Figlio al quale tutte le cose create sono state sottomesse.
È per volere del PADRE che tutte le cose siano sottomesse al Figlio.
La sovranità di Dio Padre è simile, quindi, e pari a quella di Dio Figlio, per volere del Padre stesso.
Ciò non lascia dubbi, dunque, sulla sovranità di entrambi.
Dio, dice ancora la Genesi, comandava alle acque, ai Cieli e alla Terra e tutto si disponeva secondo la Sua Volontà e il Suo comando: Dio modellava la materia come cera molle, la sottometteva alle Sue Leggi, la regolava secondo la Sua Giustizia, trasformava il Caos in Cosmo regolato e stabile, disciplinava le forze della natura e tutto gli obbediva e tutto si disponeva secondo la Sua Parola, in eterno e per sempre.
Questa Potenza di Dio Padre la ritroviamo in Dio Figlio, per esempio nella tempesta sedata in Mc 4,35-41 ‘’ … Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Chi è dunque Costui? C’è da chiederselo e da rispondersi, se se ne è capaci!
Ma ancor prima è Daniele che ci dà conferma della sua regalità: Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
La regalità di Gesù ci viene presentato nel Salmo 92: ‘’Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. È stabile il mondo, non potrà vacillare. Stabile è il tuo trono da sempre, dall'eternità tu sei. Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore.’’
Ci viene confermata dall'Apocalisse di san Giovanni apostolo: ‘’Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.’’e dal Vangelo di Giovanni18, 33b-37 ‘’In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». … Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Il potere, la sovranità e la regalità di Cristo son dunque chiari e inconfutabili, ma se ci fosse ancora qualche dubbio, la prova conclusiva e più strabiliante ci viene proprio dal suo eterno nemico: il diavolo; infatti, molte volte, quando liberava la gente dai demoni essi fuggivano spaventati e non poche volte sono stati proprio essi a rivelare a gran voce la natura divina di Gesù, a riconoscere il suo potere anche su di loro.
‘’Infatti Gesù non solo ha vinto il peccato e le malattie, ma anche Satana. Egli libera gli uomini posseduti dal maligno: «Gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati»(Mt 8,16). Risanò i due indemoniati furiosi di Gadara (cf. Mt 8,28-34; Mc 5,1-20; Lc 8,26-39), l'indemoniato di Cafarnao (Mc 1,21-28; Lc 4,31-37), un indemoniato muto (cf. Mt 12,22-24), un altro cieco e muto (Mt 12,22-24).
Nella lotta con gli indemoniati, però, Gesù si trova davanti non solo a delle persone malate, ma all'avversario del bene, al tentatore e seduttore dell'uomo. E lo vince. Il potere di Gesù è superiore a quello di Satana. Negli esorcismi Gesù non solo guarisce una malattia, ma espelle colui che è avversario del regno di Dio. Nella lotta tra il bene e il male Gesù è il vincitore di Satana.’’ ( dalla Commissione Teologico-Storica’’IL VANGELO CODICE DELLA PEDAGOGIA DI GESÙ di Angelo Amato).
Vincere il Male richiede un potere superiore al Male stesso e questo potere può avercelo solo Qualcuno superiore allo Spirito del Male, cioè un Dio nel cui solo Nome c’è la salvezza.
Se il Figlio ha, dunque, lo stesso potere del Padre ciò dimostra e conferma che il Figlio è Signore, è Re potente nei Cieli e su tutta la Terra.
Se il Padre aveva dato origine alla Creazione per mezzo del Figlio , il Figlio, obbedendo al Padre, ha restaurato la Creazione per volontà del Padre stesso, ha ri-creato, cioè, tutte le cose, in virtù del Potere che gli è stato dato dal Padre di rifare nuove tutte le cose.
Il Padre e il Figlio sono dunque in perfetta sintonia, sono Due in Uno, Uno in Due, sono la stessa Persona e sono Due Persone distinte e separate, unite dall’Amore, terza Persona, lo Spirito che santifica ogni cosa.
Abbiamo così la Trinità: Dio Padre Creatore, Dio Figlio Salvatore, Dio Spirito Santificatore.
È il Mistero della Trinità, ma anche della Potenza e della Regalità di ogni Persona Trinitaria.
Che i Tre sono un Solo Dio e la gloria, l’onore e la potenza appartiene a tutti e tre ne troviamo prova in tutta la Bibbia.
La sovranità del Padre la ritroviamo perfettamente e interamente nel Figlio, in virtù di quanto Lui stesso ha affermato: chi vede Me vede il Padre.
Mi sembra impossibile che qualcuno possa ancora pensare che Gesù non sia Figlio di Dio e che non Gli appartenga il diritto alla sovranità, significherebbe negare l’evidenza, contraddire la ragione. E la ragione non è mai contro la Verità.
Eppure c’è chi lo fa e a questi bisogna spiegare che…Gesù ha dimostrato con i fatti di avere potere nei Cieli e sulla Terra e di essere così davvero Figlio di Dio, il Quale pubblicamente ha presentato Gesù come ‘’Mio Figlio nel Quale mi sono compiaciuto’’, a nessun altro Egli ha detto cose simili!
L’Autorità divina, la regalità e la sovranità di Dio non possono quindi essere messe in discussione, perché si contraddirebbe la storia stessa, la verità dei fatti, sarebbe un insulto alla ragione stessa, che non può negare i fatti.
Come sempre i salmi confermano quanto detto nell’A.T. o nel N.T. e ci aiutano a fare sintesi di tutto quanto:
· nel salmo 1 viene confermata la cura che il Signore ha per l’uomo giusto e il destino riservato all’empio
Salmo 1
[1]Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;
[2]ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte.
non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;
[2]ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte.
[3]Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere.
e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere.
[4]Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde;
[5]perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti.
[5]perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti.
[6]Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina.
- Nei salmi 17 e 18 si invoca il giudizio del Signore sul proprio operato, sicuri della sincerità del proprio agire, avendo confidato nella Sua Parola ed avendo custodito le sue vie:
[1]Accogli, Signore, la causa del giusto, sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c'è inganno.
[2]Venga da te la mia sentenza, i tuoi occhi vedano la giustizia.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c'è inganno.
[2]Venga da te la mia sentenza, i tuoi occhi vedano la giustizia.
[3]Saggia il mio cuore, scrutalo di notte, provami al fuoco, non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole, [4]secondo l'agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra, ho evitato i sentieri del violento.
[5]Sulle tue vie tieni saldi i miei passi e i miei piedi non vacilleranno.
La mia bocca non si è resa colpevole, [4]secondo l'agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra, ho evitato i sentieri del violento.
[5]Sulle tue vie tieni saldi i miei passi e i miei piedi non vacilleranno.
Salmo 18
21]Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
[22]perché ho custodito le vie del Signore, non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
[23]I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, non ho respinto da me la sua legge;
[24]ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa.
[25]Il Signore mi rende secondo la mia giustizia, secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
[22]perché ho custodito le vie del Signore, non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
[23]I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, non ho respinto da me la sua legge;
[24]ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa.
[25]Il Signore mi rende secondo la mia giustizia, secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
- Nel salmo 19 si riconosce la santità della Legge del Signore e la gioia e i benefici che essa dà a chi la segue, l’accoglie e la custodisce:
[8]La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice.
[9]Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi.
[10]Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
[11]più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.
la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice.
[9]Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi.
[10]Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
[11]più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.
[12]Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto.
[13]Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo.
[14]Anche dall'orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato.
[13]Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo.
[14]Anche dall'orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato.
Il mio augurio è che un giorno tutti possano dire senza timore:
[15]Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. Signore, mia rupe e mio redentore.

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