SI RIAPRE
LA CHIESA… ED È SUBITO FESTA!
La forza dell’amore è coinvolgente, ti trascina e non ti dà tregua, ti rende inquieto finchè i
tuoi occhi non potranno vedere ciò che il cuore ha già intravisto, perché il cuore ha il dono speciale di ammirare
estasiato, stupito, ciò che le mani non hanno ancora realizzato: l’opera delle
mani, infatti, non fa altro che realizzare il progetto che il cuore ha già
pianificato.
È questa la forza che ha
permesso a don Giuseppe di Perna, parroco di San Mauro Forte, di portare a buon
fine tutte le opere di restauro e di ristrutturazione delle Chiese presenti
nella parrocchia, in un arco di circa 10 anni.

Occorreva un recupero particolarmente profondo oltre che professionale,
perché tutto fosse rivalutato e valorizzato per quel che realmente meritava.
Ed è così che don Giuseppe ha cominciato a riportare alla luce oggetti
meravigliosi, affreschi, tele e statue di artisti di grande fama, ha attivato lavori di ristrutturazione e di recupero di quanto conservato nelle
varie chiese del paese ed ha tirato fuori una bellezza che incanta anche lo
sguardo meno esperto o più superficiale.
La riapertura della Chiesa dell’Annunziata, avvenuta il 3 agosto scorso,
ultima, in ordine di tempo, delle chiese ristrutturate, ha suscitato oltre che stupore una particolare
ed intensa emozione nel cuore dei sammauresi, per il rapporto speciale che essi
hanno con questo luogo sacro e per quella lunga attesa che i lavori hanno
richiesto: una stupenda struttura risalente alla metà del Quattrocento ad opera
dei frati francescani capace, ancora oggi, di suscitare e rafforzare sentimenti
di fede; è lì che il popolo respira la fede, vive la fede, sente la fede viva di coloro che con particolare amore
hanno innalzato a Dio l’opera più bella delle loro mani, permettendo a Lui di
restare con noi e fra noi, per sempre.

Il popolo sammaurese questo lo sa molto bene, per questo ha
contribuito in vari modi agli interventi di recupero delle varie chiese, pur
nella situazione di grave crisi economica che sta caratterizzando questi nostri
tempi.
Un popolo cristiano sa che la chiesa rappresenta il luogo della sua
identità religiosa, è il luogo di fede per eccellenza; privata delle chiese la
vita di un popolo si impoverisce drammaticamente, perché la vera povertà, lo sappiamo, non è quella di
tipo economica ma quella spirituale. Un popolo cristiano consapevole di questo
è disposto a rinunciare a tutto, anche ai viveri di prima necessità, se
necessario, pur di non far mancare il luogo in cui Dio si rende presente in mezzo a loro.
Ecco perché nessun sacrificio è mai abbastanza se speso per amore di
Dio.
E di sacrifici nonché di fatica
don Giuseppe ne ha davvero fatta tanta in questi anni: l’amore che si fa
impegno richiede anche tanta fatica per individuare le strade preposte al recupero di cui ci si fa carico,
per coinvolgere le persone addette ai
lavori e tutti coloro che a vario titolo possono collaborare nella buona
riuscita del lavoro.
Certo, bisogna amare davvero tanto per riuscire ad interloquire con
tanti, soprattutto con coloro che sanno capire la bellezza e il valore dell’arte,
ma faticano a comprendere la bellezza e il valore della fede.
Quando si ha a che fare con luoghi e
opere sacre è chiesto al professionista un valore aggiunto: una
delicatezza in più, non tanto per il valore artistico delle opere che manipolano quanto per ciò che esse rappresentano.
E don Giuseppe non fa certo sconti su
questo! Il suo esigere il meglio è conseguenza di un amore e di un’attenzione
grande a tutto ciò che riguarda il rapporto dell’uomo con Dio.
La riapertura di una chiesa, dunque, è sempre motivo di festa e di
giubilo da parte della popolazione, che riacquista e si riappropria di un pezzo
della sua storia di cui ogni luogo sacro è impregnato.
La cerimonia è stata solennizzata dalla presenza di S. E. Mons.
Orofino, vescovo della diocesi di Tricarico, il quale ha presenziato la
cerimonia stessa, iniziata presso la Chiesa Madre e proseguita lungo la strada
principale che da essa porta alla Chiesa dell’Annunziata; qui il vescovo ha
aperto ufficialmente le porte ed ha concelebrato la S. Messa con il parroco, don
Mimmo Ozza, don Giovanni Trolio, don Vincenzo Cantore, don Gaetano Grippo… ,
alla presenza delle autorità civili e militari del posto.
Se il ringraziamento alle persone coinvolte nei lavori è d’obbligo,
quello invece da rivolgere al Signore viene spontaneo: a Lui il grazie più
caloroso di tutti i sammauresi per il dono della bellezza che ha voluto mettere
nelle nostre mani e il dono della fede che in tanti modi, anche attraverso
lavori simili, cerca di suscitare, infondere e sostenere nel suo popolo.
E il popolo non può non fare festa quando si rinsalda l’alleanza con
il suo Dio!
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