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CAMMINIAMO SULLA STRADA CHE HAN PERCORSO I SANTI TUOI... SAN GIOVANNI BOSCO |
È un
santo conosciuto da tutti per le sue opere di carità e la sua attenzione verso
i poveri, i diseredati, i giovani della strada, del carcere, giovani orfani,
analfabeti…, ma oggi, più che ripercorrere le sue virtù e i suoi meriti,
cercheremo di rispondere ad una domanda precisa:
quand’è cominciata la sua
santità?
La santità
di ognuno comincia al momento della nostra nascita, ma perché essa si compia
occorrono due fattori fondamentali:
-
una
guida sicura
-
il nostro
‘’sì’’ alla volontà di Dio.
San
Giovanni Bosco, cresciuto senza il padre, morto quando lui aveva due anni, è
stato avviato alla conoscenza di Dio dalla madre Margherita.
A nove anni
il piccolo Giovanni Bosco ebbe un sogno che egli stesso definì
"profetico" e che più volte raccontò ai ragazzi del suo Oratorio:
''A 9 anni ho fatto un
sogno. Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si
divertiva una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non
pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie, mi slanciai in mezzo a loro. Cercai
di farli tacere usando pugni e parole.
In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un manto
bianco gli copriva tutta la persona. La sua faccia era così luminosa che non
riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di
quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli amici non con le percosse ma con la
mansuetudine e la carità. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa
cattiva e che l'amicizia con il Signore è un bene prezioso». Confuso e
spaventato risposi che io ero un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace
di parlare di religione a quei monelli.
In quel momento i ragazzi cessarono le risse, gli schiamazzi e le
bestemmie, e si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi senza
sapere cosa facessi gli domandai: «Chi siete voi, che mi comandate cose
impossibili?» «Proprio perché queste cose ti sembrano impossibili – rispose -
dovrai renderle possibili con l'obbedienza e acquistando la scienza». «Come
potrò acquistare la scienza?». «Io ti darò la maestra. Sotto la sua guida si
diventa sapienti, ma senza di lei anche chi è sapiente diventa un povero
ignorante». «Ma chi siete voi?». «Io sono il figlio di colei che tua madre ti
insegnò a salutare tre volte al giorno». «La mamma mi dice sempre di non stare
con quelli che non conosco, senza il suo permesso. Perciò ditemi il vostro
nome.» «Il mio nome domandalo a mia madre.»
In quel momento ho visto vicino a lui una donna maestosa, vestita di un
manto che risplendeva da tutte le parti, come se in ogni punto ci fosse una
stella luminosissima. Vedendomi sempre più confuso, mi fece cenno di andarle
vicino, mi prese con bontà per mano e mi disse: «Guarda» Guardai e mi accorsi
che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c'era una moltitudine di
capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali. La donna maestosa mi
disse: «Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e
robusto, e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare
per i miei figli.» Guardai ancora, ed ecco che al posto di animali feroci
comparvero altrettanti agnelli mansueti, che saltellavano, correvano, belavano,
facevano festa attorno a quell'uomo e a quella signora. A quel punto nel sogno
mi misi a piangere. Dissi a quella signora che non capivo tutte quelle cose.
Allora mi pose una mano sul capo e mi disse: «A suo tempo, tutto comprenderai.»
Aveva appena detto queste
parole che un rumore mi svegliò. Ogni cosa era scomparsa. Io rimasi sbalordito.
Mi sembrava di avere le mani che facevano male per i pugni che avevo dato, che
la faccia mi bruciasse per gli schiaffi ricevuti. Al mattino ho subito
raccontato il sogno, prima ai fratelli che si misero a ridere, poi alla mamma e
alla nonna. Ognuno diede la sua interpretazione. Giuseppe disse: «Diventerai un
pecoraio». Mia madre: «Chissà che non abbia a diventare prete.» Antonio
malignò: «Sarai un capo di briganti». L'ultima parola la disse la nonna, che
non sapeva né leggere né scrivere: «Non bisogna credere ai sogni». Io ero del
parere della nonna. Tuttavia quel sogno non riuscii più a togliermelo dalla
mente''.In seguito a quel sogno, il giovane Bosco decise di seguire la strada del sacerdozio.

Nel febbraio del 1826 Giovanni Bosco perse anche la nonna paterna che viveva con loro. Poiché ella riusciva a tenere a freno i tre ragazzi della famiglia, Margherita, spaventata dal fatto che il figlio potesse perdere la via giusta, chiese al parroco, Don Sismondo, di concedergli la Comunione, benché l'età media dei ragazzi per accedere al sacramento fosse di dodici anni, mentre Giovannino Bosco aveva soltanto undici anni. Don Sismondo accondiscese e così il 26 marzo 1826, il ragazzo fece la sua Prima Comunione.
Ecco,
dunque, i due fattori che si combinano fra loro: la madre si è fatta strumento
di Dio e Giovannino ha detto il suo sì a Dio.
Nasce
da qui la sua santità.
Una
santità decisa a 9 anni.
A 9
anni aveva già capito quello che tanti altri, molti altri non capiranno mai,
nemmeno a 99 anni.
Da lui,
dal suo operato c’è da imparare tanto, ma soprattutto sono i genitori che hanno
da imparare dalla madre di Giovannino: vivevano in tempi di miseria, di
carestia, di epidemia, si moriva di fame lungo le strade… eppure mamma
Margherita si è premurata soprattutto che suo figlio non perdesse la strada
giusta e che ricevesse il ‘’Pane disceso dal Cielo’’ prima ancora di avere pane
da mettere sotto i denti. Una madre esemplare, nella sua semplicità e umiltà,
ha desiderato per suo figlio il meglio, il massimo, l’essenziale: i Sacramenti
e quindi la Presenza di Cristo nel suo cuore.
Quante
mamme oggi si preoccupano di questo?
Certo
che la differenza tra le preoccupazioni di mamma Margherita e quelle delle
mamme di oggi è davvero spaventosa e preoccupante!
San
Giovanni Bosco, insieme a sua madre, sono stati due strumenti dell’Amore di Dio,
capaci di ascoltare Dio e di dire il loro sì.
Mamma
Margherita, nella sua ignoranza, ha saputo parlare a Giovannino di Dio, senza
usare molte parole ha semplicemente offerto il suo esempio, la sua fede
vissuta: è questo il modo migliore per parlare ai bambini di Dio.
I bambini
sanno leggere molto bene i gesti; andare a messa con i propri genitori è un messaggio
chiaro, il bambino lo percepisce facilmente e si associa spontaneamente.
Basterebbe
così poco ed è così facile avviare i bambini alla conoscenza di Dio… ed invece
l’attenzione dei genitori va da tutt’altra parte, non si rendono conto che
nessun cibo, nessun corso, nessun regalo, per quanto bellissimi… potranno mai
sostituire il Dono per eccellenza che è la Presenza di Cristo nella vita dei
loro figli!
Mamma
Margherita lo aveva capito ed ha guidato suo figlio sulla strada della santità.
Giovannino è diventato un santo
straordinario, strumento di amore e di conversione per tanti, tanti altri…
Tutte
le mamme vorrebbero un figlio santo, ma nessuna mamma si adopera mai perché questo
si realizzi!
Mamma
Margherita l’ha desiderato ed ha agito di conseguenza; le mamme di oggi lo desiderano
ma agiscono esattamente in senso contrario.
Mi pare
che qualche riflessione in merito sia proprio necessaria...
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