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PANE SPEZZATO ''Venite e gustate quant'è buono il Signore''
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA
PARTE PRIMA (16)
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[16]Gli empi invocano
su di sé la morte
con gesti e con parole,
ritenendola amica
si consumano per essa
e con essa concludono
alleanza,
perché son degni di
appartenerle.
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PER RIFLETTERE INSIEME… |
Se cerchiamo
dei sinonimi per definire e per meglio chiarire il concetto di ‘’empietà’’ troveremo ‘’malvagità, sacrilegio ’’.
Se il
termine ‘’malvagità’’ è più
immediato come significato, quello di ‘’sacrilegio’’
potrebbe essere un po’ più discutibile, perché lo si usa con molta
superficialità e spesso per qualsiasi argomento al punto da abusare del suo
stesso significato.
Chiariamo dunque
il concetto di ‘’SACRILEGIO’’ per
meglio capire quello di ‘’EMPIETÀ: sacrilegio è un’offesa, una violazione, un’ingiuria,
una bestemmia, una profanazione.
Or bene,
chiarito questo, vediamo in che cosa consistono e a chi sono riferite queste
azioni ‘’malvagie’’.
L’essere in
un contesto religioso spesso trae in inganno, perché la società tende a
separare il mondo religioso da quello profano: ma non esistono due mondi, non
ci sono compartimenti stagni, non ci sono separazioni nette tra questi due
ambiti, il religioso e il mondano, perché esiste un solo mondo che è quello
dell’uomo, della vita umana in tutta la sua interezza ed integralità.
Per cui la
divisione in ‘’sacro e profano’’ va un po’ rivista e riletta alla luce della
Sapienza divina, perché il nome ‘’profano
‘’ viene dal verbo ‘’profanare’’,
che è un’azione riferita al sacro: il profano non esiste come realtà, ma esiste
l’azione del profanare che è una violazione riferita al sacro.
La realtà è
dunque una sola: esiste solo ciò che è
sacro.
La profanazione
esiste in quanto relativa alla sacralità delle cose create.
Spieghiamo meglio:
ciò che veramente esiste è ‘’il Sacro’’, il profano è una derivazione dell’azione
del profanare, in questo caso un abuso ed un uso sbagliato della lingua
parlata, perché il profano in sé non esiste, mentre esiste l’azione del profanare
cioè del dissacrare.
Tutto è
sacro! Esiste solo il sacro!
Perché!?
Perché tutto
viene da Dio e Dio non può non santificare ciò che crea con le sue Mani Sante.
La vita è
santa.
L’uomo è
santo.
Il mondo è
santo.
Se tutto
viene da Dio, tutto è degno di santità, tutto è rivestito di santità.
Ho detto ‘’degno di santità’’ perché questo è lo
stato originario di tutte le cose: ‘’Tutte
le cose furono create in vista di Lui e per mezzo di Lui’’.
Tutto il
Creato è dunque rivestito di santità.
In principio
… tutto era cosa buona … e santa!
Era.
Uso un verbo
al passato perché oggi, è sotto gli occhi di tutti, non è più così.
Oggi tutto è
stato violentato, deturpato, corrotto… profanato…
cioè privato della sua santità iniziale o meglio dire… dissacrato!
Per ‘’santità
del Creato’’ intendo ‘’la purezza iniziale, la bellezza prima della
violazione, la perfezione prima della corruzione’’.
La Vita era
santa prima che vi entrasse la morte; santa nel senso di purezza, di immortalità.
Il Creato
era santo prima che la serpe fosse precipitata
sulla Terra con un terzo dei suoi angeli.
L’uomo era
santo prima che con la sua disubbidienza rifiutasse Dio, scegliendo di diventare
Dio al posto di Dio, obbedendo all’insinuazione della serpe.
L’uomo
dunque profana ogni cosa perché è lui il primo ad essere stato profanato, il
primo ad essere diventato ‘’corruttibile’’; e se l’uomo è stato profanato, cioè
violentato nella sua santità iniziale, nella bellezza che Dio aveva messo nel
suo cuore, ecco che ciò che egli tocca rischia di essere a sua volta profanato, cioè corrotto,
trasformato nella sua originaria natura.
Il profano,
dunque, non esiste, mentre esiste il profanare, l’azione dell’uomo di
trasformare ciò che viene in contatto con lui e privarlo della santità
iniziale.
La prima ad
essere profanata e privata della sua santità è la vita, il versetto 16 è
chiarissimo: Gli empi
invocano su di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si
consumano per essa e con essa concludono alleanza, perché son degni di
appartenerle.
La morte
come amica è una delle convinzioni che più ha spopolato da sempre; si è sempre considerata
la morte come liberazione, come fuga, come libertà, come riposo dopo il
travaglio della vita terrena.
La morte
salva l’uomo dalle croci quotidiane, a volte insopportabili, a volte
dolorosissime, a volte al di sopra delle proprie forze.
La morte
viene a liberare l’uomo dalle catene della carne, dalle sue preoccupazioni,
dalle sue sofferenze, da ogni genere di responsabilità.
La morte è
la salvezza!
Non è questo
un modo di pensare che appartiene al passato, ma è terribilmente radicato nel
presente, anzi oggi più che mai radicato
in questa nostra realtà, sintomatico del malessere che appartiene al presente.
Quando si
soffre molto, soprattutto gli anziani, la prima cosa che dicono ‘’ morte vieni a prendermi presto, perché non ce la faccio
più, i dolori sono insopportabili, sono stanca!’’
Quando muore
qualcuno che ci è caro, si dice ‘’vieni
presto a prendere anche me, perché non ce la faccio a stare qui senza di te’’.
Quando qualcuno
ci ha deluso, offeso, maltrattato, si desidera morire perché il peso di questa
mortificazione, di questa violenza alla nostra persona non lo sopportiamo ed
invochiamo la morte, che ci salvi da questa sofferenza che ci schiaccia a terra
e ci riduce a larve incapaci di reagire.
Per non
parlare poi di quella che è stata coniata come una perla del progresso
postmodermo: ‘’dolce morte ovvero eutanasia’’; chi è diventato
solo un peso per la famiglia, per la società allora è meglio che muoia, lo si
toglie di mezzo e il problema è risolto.
E poi il
culmine dell’empietà, manifestazione della corruzione totale del cuore umano, è
l‘aborto, l’omicidio della vita nascente nel pieno della sua fragilità, quando
più ha bisogno di protezione tanto più viene annientata crudelmente disciolta con
acidi, tagliuzzata con pinze e forbici, avvelenata con pillole.
Per l’empio
la vita vale meno di una ghianda data ai porci!
La profanazione
della vita è al suo massimo livello nei nostri tempi, mai l’uomo ha violentato
la vita fin dal suo primo istante di concepimento come nei tempi moderni.
Lasciamo stare
le guerre, gli attentati, i kamikaze, gli omicidi, gli assassini, le tragedie
familiari che stanno lievitando come la massa per il pane preparata dal fornaio…
lasciamo stare queste situazioni che fanno orrore a chiunque, che nessuno che
abbia buon senso può approvare consapevolmente, ma non meno gravi sono ‘’le guerre fatte alla vita’’, non un ad
un nemico che indossa una divisa diversa, non all’invasore che ha colonizzato
la mia terra, ma alla Vita che mi dà vita, che mi sostiene, che mi parla dell’Amore
di Colui che mi ha creato.
Noi facciamo
guerra alla Vita!!!
Noi odiamo
la vita!
Ci alleiamo con
la morte, siamo immersi in una cultura di morte; il valore della morte supera
quello della vita!
È impressionante
rendersi conto che la corruzione del nostro animo giunge a tanto.
È la morte
che dovrebbe spaventarci, non la vita!
Invece la
morte sembra che ci appartenga più della vita!
La morte è l’estrema
e più assoluta profanazione della Vita!
La morte ci
toglie la Vita!
La morte
dissacra la vita!
La morte
offende, violenta la Vita!
Invece noi
la consideriamo amica, la invochiamo come ancòra di salvezza, come refrigerio
dalle angustie terrene!
Ma la morte
è entrata nell’uomo per invidia del diavolo… dunque la morte appartiene al
diavolo, è un suo strumento, una sua opera, una sua volontà.
Che sia solo
opera sua è provata dal fatto che Colui che ci ha creato ha dovuto mandare Suo
Figlio per ridarci la vita che ci era stata negata, tolta, rubata per invidia
dal diavolo.
Cristo è
morto per noi per restituirci la Vita che ci era stata tolta, non per farci
morire per i nostri peccati.
Lui ha
lavato le nostre colpe con il Suo Sangue e ci ha riaperto le porte della Vita,
della Vita Eterna, ci ha dato la possibilità di tornare a vivere la santità
della vita insieme con Lui!
La morte non
viene da Dio!
Chi implora
la morte, chi gestisce la morte facendola passare come una forma di aiuto
contro il dolore e la sofferenza, non è con Dio, non ama la vita, ma ha sposato
la cultura della morte come panacea di tutti i mali!
Orrenda è la
sua situazione! Orrenda di fronte al mondo e di fronte a Dio.
Ma la vita è
più forte della morte, perché la vita viene da Dio, la morte dal diavolo che
vorrebbe essere come Dio, ma non lo è; è e continuerà ad essere sottomesso a Dio,
perché l’Onnipotente è Uno solo!
Qual è
dunque il pensiero degli stolti, il ragionare degli empi?
Chi è l’empio?
L’empio è
colui che profana la vita e tutto ciò che ad essa è relativa e cioè l’intero Creato,
perché tutta la Creazione è Vita, è il Regno della Vita perché è stata fatta
dal Signore della Vita.
L’empio è
colui che si oppone alla Vita, cioè a tutto ciò che è sacro e quando dico ‘’sacro’’
non intende riferirlo al ristretto ambito religioso, come è abitudine fare
oggi, ma a tutto ciò che è uscito dalle
Mani di Dio, quindi ad ogni cosa, tutto è stato creato da Dio e tutto a Lui
appartiene.
E Lui che è
il Signore della Vita ha sottomesso anche la morte, ha sconfitto la morte.
La morte,
dunque, non è da Dio, ma è stata da Lui sconfitta, ricreando la Vita,
restaurando ogni cosa che era stata corrotta dalla morte.
Gli empi,
dunque, si alleano con la morte per distruggere la Vita creata da Dio.
E chi è
colui che brama distruggere le cose create da Dio se non il diavolo?
Chi si allea
con la morte sta dunque dalla parte del diavolo, diventa suo strumento, suo
complice; mette la sua vita a disposizione di colui che vuole, ad ogni costo,
distruggere la cosa più grande, più bella e più santa che Dio ha creato: la
VITA!
Se invochiamo
la morte, dunque, se ci consumiamo per essa, se con essa stringiamo alleanza, se
la consideriamo amica… siamo degni di essa! Apparteniamo ad essa!
Siamo, cioè,
coloro che, seguendo e condividendo l’invidia del diavolo, ci opponiamo a tutto
ciò che è vita, a tutto ciò che viene dalla vita, a tutta la pienezza che
riempie la vita, a tutta la bellezza che c’è nella vita, a tutta la santità di
cui la vita è rivestita e di cui è la massima espressione.
Questo versetto
ci chiama dunque a fare discernimento su
queste cose, a verificare da che parte stiamo, a stabilire, consapevolmente, da
che parte vogliamo stare, senza lasciarci trascinare dai venti di
pseudoprogressismo, dalle bufere di retoricismo, dagli inganni della cultura
moderna che fa, sfacciatamente, passare per buona e giusta anche la morte!
Se dunque
questo è il nostro pensiero, se di questo siamo convinti, se con queste cose
sta il nostro cuore, abbiamo l’obbligo di
esserne consapevoli, di affermarlo davanti a noi stessi, di dirsi chiaramente
e coraggiosamente in faccia: io sto con la morte!
Non continuiamo
ad ingannarci, non continuiamo ad illuderci, a fuggire a noi stessi, a
rivestirci di una falsa veste di progressismo che ci rende orribili a noi
stessi, non scegliamo la morte facendola passare come l’amica che ci toglie dai
guai.
La vita è
molto di più delle ansie e delle preoccupazioni quotidiane.
La vita è
qualcosa di molto più grande, più immensa, più profonda, più preziosa di quanto
il mondo voglia farla sembrare.
La vita è
cosa sacra, perché viene dal 3 VOLTE
SANTO!
Che io sia
credente o meno, ateo convinto o per convenzione, per pigrizia o per formalismo…
non c’entra con la realtà della Vita.
La Vita è al
di sopra dei nostri scampoli di intelligenza; la vita è cosa buona, molto buona
ed è al di sopra di ogni cosa… per sua
stessa natura.
L’uomo,
qualunque uomo, indipendentemente dal suo credo religioso o politico, non può
negare che la Vita viene prima della morte.
Il Dio della
Vita ha sconfitto la Morte; l’uomo, impastato di vita, ma corrotto dalla morte,
può scegliere, usando la sua intelligenza, e decidere se stare con il Vincitore
o con il perdente.
La Vita ha
trionfato!
La Morte è
stata annientata!
Ora tocca a
noi decidere con chi stare: con la Vita o con la Morte!
L’empio ha
già scelto… tu, invece, puoi ancora scegliere!
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