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CANTO A TE, SIGNORE! |
La poesia è il volo dell’anima, è il canto dello spirito, è la libertà
del pensiero.
La poesia religiosa, in particolare, è l’espressione di una fede che
viene dal profondo, che non si accontenta dello spazio mentale che gli viene
messo a disposizione, ma ha bisogno di orizzonti più ampi, di spazi inesplorati
per poter vivere pienamente quella spinta interiore che porta l’anima a far festa, a cantare la
gioia, a cogliere ciò che le parole stesse non riescono a cogliere e ad
esprimere.
Chi scrive poesie ha un rapporto speciale con se stesso e con Dio, perché
molto spesso la poesia è un dialogo fra l’anima e Dio, un dialogo diretto,
personale, intimo ed universale allo stesso tempo.
Quando l’anima parla, non parla mai sola per sé, ma diventa
espressione di un sentire collettivo in cui ogni uomo si ritrova e si
rispecchia, è il soggettivo che diventa oggettivo, è l’individuale che diventa
universale; la poesia annulla i confini delle parole ed apre ad un mondo fatto
di mille colori, mille emozioni, mille movimenti, come un bimbo nel grembo
materno, che si gira e si rigira, così è la poesia: un pensiero in gestazione
che riesce finalmente a vedere la luce e a mostrare la bellezza di Dio ai
ciechi e la Parola di Dio ai sordi, sì, perché la poesia parla al cuore e non
ci sono né porte né portoni che non si aprano davanti al respiro profondo che è
la parola poetica.
La poesia è l’esito di un parto: il pensiero che, generato, si incarna nelle nostre emozioni e
dà vita ad un canto splendido che sale in alto, per essere cantato dagli
angeli, e scendere verso il basso per cogliere dell’uomo tutto il suo dolore, ma anche tutta la sua capacità di ascoltare il
canto degli angeli e sentirne il vibrare delle ali.
Se la poesia è tutto questo, non possiamo non approfittare dell’esperienza
religiosa di tanti autori che hanno saputo cogliere il divino pur nella
finitezza umana e ce ne hanno lasciato traccia, così da poter percorrere le
stesse vie e fare gli stessi loro incontri.
Apriamo, dunque, un nuovo spazio: CANTO A TE, SIGNORE!, uno spazio per
chiunque vorrà inviarci i suoi pensieri, poetici e non, per chiunque voglia
rivolgere lo sguardo in alto verso il cielo e in basso nelle profondità dell’anima
e coglierne le ferite, le gioie, le sorprese, le sofferenze ed innalzare verso
il Signore, il Primo e il più grande dei Poeti, il suo grido di aiuto o
soltanto il suo canto di gioia.
Aspettiamo fiduciosi le vostre poesie, anche in altre lingue,
considerato che sono tantissimi quelli che ci seguono dall’estero, e che saluto
affettuosamente.
In attesa delle vostre liriche, ve ne propongo una di BASILIO il
GRANDE, che vuole essere un invito a tutti coloro che temono di aprire il
proprio cuore a lasciarne fluire il suo canto… scriveteci… leggervi ci farà
sentire più vicini… più uguali… più fratelli… più figli dello stesso Dio…
SCRIVIMI
Se mi ami, scrivimi,
ti prego; se sei imbronciato con me
scrivimi lo stesso,
a dispetto del tuo broncio.
Sarà sempre per me una grande gioia
ricevere una lettera da un amico,
anche se un po’ irritato.
Dunque, deciditi…
esci dalla tua indolenza!
E non dire
che non hai nulla da scrivere.
Se non hai nulla da scrivermi, scrivimi
che non hai nulla da scrivermi;
per me sarà già qualcosa
di importante e di bello!
(Basilio il Grande)
Riceviamo e pubblichiamo volentieri una poesia di Lucia che ringraziamo per aver accolto il nostro invito e per aver voluto condividere con noi la sua fede e i suoi pensieri...
A Gesù Salvatore
Da quando
sei nato
tutto è
cambiato,
una nuova
era è cominciata,
una luce
nuova
al mondo
hai portato.
Dio Padre
sulla terra
Ti ha
mandato
e
Tu obbediente fino alla
Croce sei stato.
Il Tuo
sacrificio
ha cancellato
i peccati
e
nel Tuo
amore
ci siamo
salvati.
(Lucia Difato)
(Lucia Difato)
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