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Entrare in una libreria è sempre
un’avventura!
Mai come negli ultimi tempi, le proposte
del mondo letterario e culturale sono tante e così varie, più valide e meno
valide, ma sembra che la gente vada alla
ricerca di qualcosa di più, di qualcosa che non siano solo parole per sognare,
parole per conoscere, parole per capire, parole per fare, ma anche parole per
crescere, per affrontare il difficile cammino della vita con in tasca ‘’un
manuale’’, un vademecum, una qualche guida che aiuti a trovare la strada, che
dia una qualche certezza, una qualche sicurezza, un’ indicazione su come
proseguire, su come avanzare, su quale strade prendere.
Sembra che questa società senza
punti di riferimento e senza orientamento cerchi, chieda, avverta il bisogno di
punti fermi, di indicazioni sicure, di roccia a cui radicarsi profondamente per
essere ferma nell’impostazione della propria vita, coerente con un percorso di
vita che abbia fondamenta sicure.
Il bisogno di ancoraggi e di punti di riferimento
appartiene all’uomo, indipendentemente dai tempi in cui egli vive, l’uomo di
per sé stesso non può navigare a vista, ma ha bisogno di sapere dove va, quale
rotta percorrere, dove arrivare; pare proprio che, nonostante gli sforzi, non possa
mettere a tacere dentro di sé quel suo bisogno di elevarsi al di sopra della
materia e cercare di cogliere il sublime, il trascendente, quel ‘’quid’’ che avverte ma che non riesce a
definire, a capirne la natura, a stabilirne la provenienza.
Non può mettere a tacere, nemmeno
se lo volesse con tutte le sue forze, quella Voce che nonostante i rumori, le
parole, le coltri sotto le quali viene spesso sepolta, continua a risuonare, ad
echeggiare dentro di lui, con o senza la sua volontà, continua a richiamarlo
alla sua vera realtà, continua a proporgli la vera vita, continua ad indicargli
il cammino giusto.
Se da un parte sembra che l’uomo
rivendichi la sua libertà di pensiero, il suo libero arbitrio, dall’altra
sembra che abbia bisogno di trovare Qualcuno che lo aiuti a gestire questa
libertà, che orienti il suo libero arbitrio.
Se questo è il bisogno dell’uomo,
di tutti i tempi, questo è anche il problema dell’uomo di tutti i tempi, che si
perde in mille strade e deviazioni; ad ogni bivio si perde nell’incertezza
della scelta, spesso si avventura su
strade insidiose, pericolose, che lo portano lontano dalla Strada Maestra e
così invece di trovare soluzioni e risposte che possano aiutarlo, si trova
davanti a proposte di vita che non conosceva e che crede siano quelle giuste,
perché pensa che quelle siano il punto di arrivo più alto; se, di primo
impatto, il suo pensiero ne resta affascinato, il suo cuore ne resta
schiacciato, annichilito, annullato.
La gente cerca soluzioni e prende
per buone quelle che trova a buon mercato, su ogni tipo di bancarelle, guidata,
spesso, esclusivamente dalla pubblicità, oppure da quello che è il camminare
comune e distratto dell’uomo moderno, senza
discernimento, senza più voglia di discernimento, senza più la capacità
di discernimento; si limita ad accogliere come verità qualsiasi cosa gli venga
proposto … se il cuore rifiuta la merce a buon mercato, la sua mente invece ne
resta incastrata… perché è lì, pronta,
appetitosa, confezionata con arte… per coloro che non hanno molta voglia di
scomodarsi e di camminare con le proprie gambe, è preferibile seguire strade
tracciate così la fatica è già bell’è e fatta… se poi la strada è quella giusta
o meno… non importa, tanto… una strada vale l’altra!
È chiaro che non va bene così, perché
ognuno di noi è chiamato in prima persona a scegliere consapevolmente il
proprio percorso di vita, non a massificarsi, non a confondersi nel calderone ma
a essere ‘’luce e sale del mondo’’, protagonista della propria vita, a dare
luce e sapore all’insipida e grigia quotidianità.
Fra le tante proposte letterarie,
a volte veramente fuori da ogni logica di buon senso, che offendono anche la
Storia e la Cultura perché si pongono come maestri di vita per una vita che non
conoscono, come tuttologi del nulla, proposte pericolose e insidiose per l’uomo che non
conosce se stesso… fra le tante proposte, dicevo, continuano ad essere molto
gettonati anche i libri di saggezza orientale
che, per lo meno, hanno una certa logica
ed una certa coerenza e si pongono come fine l’ elevazione dello spirito ed un
miglioramento della vita quotidiana; fra questi molto richiesti sono ‘’Il
profeta’’ di Khalil Gibran, ‘’, ma anche ‘’ l’ Upanishad, i Veda…’’.
A comprare questi libri, non sono
certo gli Orientali, ma gli Occidentali, la stragande maggioranza quelli che si
dicono ‘’cristiani’’.
Fermo restando la libertà di
scelta di ognuno, non ho potuto fare a meno di chiedermi come mai noi che ci diciamo cristiani,
cerchiamo altri maestri di vita, profeti che appartengono ad altre culture,
molto lontane e differenti dalla nostra ed ignoriamo, ignoriamo completamente
la voce dei nostri profeti e del PROFETA E MAESTRO DI VITA per eccellenza che è
Cristo Gesù!?
CHI E’ DUNQUE GESU’ PER NOI
CRISTIANI?
Davvero è solo l’Uomo storico che
è apparso sulla scena di Duemila anni fa ed è sparito dal nostro orizzonte
lasciando insegnamenti paragonabili a quelli di Budda?
È davvero solo questione di
scelta, sono tutti insegnamenti umani, ognuno prende quello che più l’emoziona!?
La nostra… è fede emotiva o fede
incarnata!?
È sempre cosa buona la conoscenza
dei diversi punti vista, delle diverse culture , dei diversi modi di leggere e
interpretare le cose della vita, per una scelta più consapevole, più radicata, ma
c’è scelta soltanto se conosco le alternative, se ho davanti a me tutte le
proposte di vita, e se scelgo senza condizionamenti di sorta, pregiudizi o
preconcetti , se scelgo non escludendo apriori ciò che credo di conoscere ma
che, in realtà, non conosco affatto.
Questa, infatti, è la situazioni
di molti, troppi cristiani, che pur avendo una pallida infarinatura della
propria religione, credono di sapere già ogni cosa, credono di aver capito già tutto,
così finiscono con il farsi un concetto sbagliato o riduttivo del Cristianesimo,
ridotto cioè a pochi concetti spesso
intesi come divieti o limitazione della propria libertà.
E così, tolto di mezzo ciò che è scomodo,
faccio strada ad altre ideologie o anche religioni che vanno tutte bene purchè
non abbiano niente a che fare con quel Cristo in Croce che è venuto a morire
per me senza che io gliel’abbia chiesto! Da che cosa mai, poi, è venuto a
liberarmi, questo è tutto da capire!
E comunque continuiamo a
dichiararci cristiani!
È vero che i cristiani in tutto
il mondo sono poco meno di tre miliardi, ma è anche vero che di cristiani che possano
dirsi davvero tali… sono pochi se non rari!
Impressiona molto vedere come si
vada alla ricerca di profeti, in
tutte le varie accezioni di questo termine, di gente che in qualche modo abbia
un contatto, vero o presunto, con il divino; impressiona sapere come la gente
cerca quel legame con una qualche divinità e poi non sa riconoscere la vera
divinità; come, nonostante tutto, avverta il bisogno di trascendenza e poi vedere con quale
superficialità la cerchi, come se fosse solo questione di ragionamenti basati
su una sapienza tutta umana, sulla
logica della ragione umana, nella convinzione che si possa cogliere il trascendente
con la sola ragione umana.
Allora vuol dire che non abbiamo
capito che cosa sia il trascendente!
Se la parola stessa ‘’TRASCENDENTE’’ intende qualcosa che
trascende, cioè che supera l’uomo e la sua Ragione, che oltrepassa la Ragione
stessa, ma come si può mai pensare di cogliere ciò che va oltre, molto oltre, che
sconfina abbondantemente oltre la Ragione, con i soli mezzi a disposizione
della Ragione?
È un controsenso evidentissimo! Un’
incoerenza di pensiero!
Questo va contro anche la logica
stessa della Ragione, è la Ragione stessa che non può accettare questo
controsenso e ne resta offesa!
Chi crede che questo sia
possibile, probabilmente non ha chiaro in sé né il concetto di RAGIONE né quello
di TRASCENDENZA!
Se il divino trascende la
ragione, come può la ragione cogliere ciò che la trascende?
Il pensiero umano, da solo, può
raggiungere sicuramente alte vette, come quello che viene considerato il
pensiero illuminato del Budda, ma sono e resteranno sempre ‘’vette umane,
massime vette… ma sempre e soltanto umane!’’.
Il Divino si coglie con mezzi
divini; l’umano con i mezzi umani. Mi sembra ovvio questo!
Dobbiamo a questo punto capire
come e se ciò che è umano può coniugarsi con ciò che è divino, in che modo
queste due realtà possano diventare UNA SOLA, come cioè la Ragione possa essere
elevata tanto in alto al punto da cogliere ciò che da sola non potrebbe mai
cogliere.
C’è una PERSONA che noi cristiani
conosciamo solo per sentito dire, non ne conosciamo la potenza, la valenza, l’importanza
della Sua Presenza, il suo ruolo e la sua azione, non conosciamo la GRAZIA che
ci giunge attraverso l’azione dello SPIRITO SANTO, la TERZA PERSONA TRINITARIA!
Lo Spirito Santo illumina la
Ragione e la fa volare in alto, tanto in alto da fargli fare voli vertiginosi,
quanto la Ragione stessa non potrebbe mai né pensare né comprendere!
Ma noi preferiamo volare raso
terra, i voli vertiginosi si fermano al NIRVANA, un termine molto noto a tutti
i cristiani ai quali resta sconosciuto, invece, il termine GRAZIA!
‘’Nirvana
è una parola che deriva dal sanscrito e significa estinzione, oppure ciò che è
soffiato via, che si spegne. È un termine dei testi buddisti che esprime un
concetto difficilmente traducibile nell’ambito della cultura occidentale.
Possiamo provarci dicendo che il nirvana è considerato una non-condizione: con
il suo raggiungimento si interrompe il cerchio della trasmigrazione delle anime
e si ha l’annullamento del karma, ossia della forza prodotta dalle azioni che
legano l’uomo al ciclo delle rinascite. Il nirvana quindi mette fine
all’esistenza materiale ed è una specie di gradino preliminare verso la
perfezione spirituale. Una volta raggiunto il nirvana, l’essere conosce la vera
vita, libera da ogni contaminazione materiale.’’
Se il Nirvana significa ‘’ciò che si spegne’’, GRAZIA significa ‘’ciò che accende’’ perché è Luce.
Se il Nirvana mette fine all’esistenza materiale, la Grazia la eleva dandole vita nuova.
Se il Nirvana ‘’libera da ogni contaminazione materiale’’,
la Grazia trascende la materia rendendola più viva, più pura, non la considera
una prigione da cui liberarsi, ma un mezzo bellissimo con cui volare al di
sopra dei Cieli! La Grazia non è contro la materia, perché la materia è stata
creata da Dio, ma la perfeziona così tanto da farle raggiungere una bellezza
che non ha paragoni!
Il corpo non è una prigione, ma è
una ‘’massa CORPOREA’’ che contiene in sé un LIEVITO; quel LIEVITO, che è lo
SPIRITO SANTO, è capace di farla
fermentare e sollevarla, sollevarla a tal punto da trasformarla in LUCE.
È questa la bellezza del pensiero
cristiano: che non disprezza niente di ciò che appartiene all’uomo, ma li
trasforma in mezzi per elevare l’uomo alle vette più alte!
Lo Spirito Santo può essere
paragonato ad un LIEVITO oppure ad ALI LEGGERE
per volare più veloci; ad ALI POTENTI per volare più in alto; ad ALI SAPIENTI per
giungere alla Sapienza Vera.
La GRAZIA che ci giunge attraverso lo Spirito Santo
è un Valore aggiunto alla nostra Ragione, apre alla Ragione orizzonti immensi,
in cui la Ragione stessa si perde e non può non adorare, non più se stessa, ma
l’Origine stessa da cui essa proviene: la Ragione è scintilla della Divina Sapienza,
e la Ragione non può non riconoscere la Fonte da dove proviene, non sarebbe più
tale se non fosse capace di fare questo: la Ragione sa riconoscere la sua
origine e non esita a fondersi con essa quando finalmente riesce a
raggiungerla!
Ma noi preferiamo mortificare la
nostra Ragione, il nostro stesso corpo, la nostra stessa vita, negando a noi
stessi la possibilità di poter volare più in alto.
Negando a noi stessi la
possibilità di cogliere ciò che desideriamo, ma che abbiamo paura di
raggiungere.
Ciò che ci spaventa non sono i
mezzi, perché l’ascetismo orientale è più severo del misticismo cristiano; ci
spaventa la Verità su noi stessi, ci spaventa scoprire di essere molto di più
di questo corpo fatto di carne e di questa Ragione che non conosce le Ragioni
del Cuore, come sosteneva Pascal.
Forse ci spaventa anche scoprire la nostra ignoranza
di cristiani, cristiani che preferiscono scivolare in sabbie mobili quando,
invece, hanno ALI per superare i Cieli!
Vorremmo essere AQUILE, dagli ampi cerchi in volo, ma poi
preferiamo i voli bassi dei POLLI che sbattono le ali per volare, ma non si
elevano che di pochi centimetri dal suolo!
È questa la condizioni di noi
cristiani moderni e non.
Ma al di là delle mie parole,
discutibilissime, io vorrei proporvi invece degli esempi concreti, delle
esperienze di vita vissuta che confermano quanto finora detto: esperienze di
coloro che non hanno soltanto desiderato raggiungere le Altezze Superiori, ma
si sono impegnati concretamente per farlo, hanno lavorato tanto su se stessi da
diventare modelli imitabili per chiunque abbia un così nobile desiderio.
Vite reali, persone che hanno
vissuto la nostra Storia umana, che hanno raggiunto Altezze da vertigini senza
annullare o mortificare niente di quanto era stato loro dato, ma perfezionandolo,
usando la propria intelligenza rivestita dalla Grazia dello Spirito.
Percorsi possibili, fattibili,
concreti, vademecum per chiunque abbia voglia di comprendere davvero il mistero
della Trascendenza, senza illusioni, senza inganni, ma con esperienze di vita
che chiedono soltanto di impegnarsi in prima persona in questo cammino che apre
spazi nuovi, che apre nuove strade, che conduce alla FONTE DELLA FELICITA’ che
è l’anelito per eccellenza di ogni uomo: raggiungere la Felicità!
La FELICITA’ non è un sentimento,
uno stato d’animo, una passione, un moto del cuore… la FELICITA’ E’ UNA PERSONA,
un NOME: CRISTO GESU’!
Per darvi dunque risposte
concrete, vi propongo alcuni cammini, possibili ed accessibili a tutti, molto
simili, nella forma, all’ascetismo orientale, ma sicuramente molto superiori
negli orizzonti raggiunti e raggiungibili:
- L’IMITAZIONE
DI CRISTO
- LOTTE E
TENTAZIONI DEI PADRI DEL DESERTO
- GLI ESERCIZI SPIRITUALI DI SANT’INGAZIO DI LOYOLA.
Si tratta di esperienze di vita
mistica vissute in epoche diverse, da religiosi o laici, che hanno sperimentato
tutta la limitatezza delle forze umane e tutta la potenza delle Forze Divine capaci
di condurre la Ragione umana ad esperienze che trascendono la stessa natura
terrena.
Esperienze storicamente
documentate, riconosciute ed approvate tanto dalla Chiesa che dalla Storia
umana.
Vi lascio con due passaggi del
diario spirituale di Sant’Ignazio di Loyola, che fanno sintesi di quanto qui
sopra ho cercato, miseramente, di dire… vi riporterò poi, per brevi capitoli, il
contenuto di questi tre grandi testi ( purtroppo molto meno conosciuti - da noi
cristiani - del ‘’PROFETA’’ di Khalil Gibran) un tesoro, perle della religione cristiana che vale la pena, scoprire, conoscere e cercare di mettere in pratica... per una vita che sia più... viva!
‘’Racconta il padre
Gerolamo Nadal nel Prologo all’ Autobiografia di Ignazio:
“Mi accadde che, stando insieme un giorno dell’anno 1551, mi disse il
padre Ignazio: - Poco fa mi trovavo più in alto del cielo -, dando a intendere, come credo, che aveva
appena finito di sperimentare qualche estasi o rapimento, come gli capitava di frequente. Lo interrogai con pieno
rispetto: - Cosa intende dire, Padre? - Ma lui deviò il discorso” (MI FN I,356).
Questa riservatezza circa i propri doni
interiori non impedì, tuttavia, a Ignazio di tenerne nota accurata per iscritto, specialmente .quando questi doni
erano ordinati ad attuare qualche elezione per la vita e la disciplina dell’Istituto da lui fondato. Era
tipico di Ignazio non omettere alcuna umana diligenza per assecondare l’opera e l’ispirazione della grazia,
esaminarsi ripetutamente, riflettere e annotare tutti i particolari di ciò che
passava nel suo spirito,
impegnato a scoprire quanto Dio desiderava da lui e dal suo Ordine.’’
[Mercoledì [26 Marzo 1544] - Nella messa, più volte, lacrime.
Prima, non senza mozioni ad esse. Fino alla Segreta della messa non solo non riesco a
sentire ossequio interiore, ma nemmeno mi ritrovo alcuna capacità di aiutarmi. Da qui deduco e
vedo che non sono in grado di aiutare me stesso a sentire l’ossequio. Nella Segreta e dopo
[ricevo] una visita interiore che termina in ossequio.
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