GLI APOFTEGMI DI
ANTONIO IL GRANDE
(2)Il padre Antonio, volgendo lo sguardo all’abisso dei giudizi di Dio, chiese:
(2)Il padre Antonio, volgendo lo sguardo all’abisso dei giudizi di Dio, chiese:
«O Signore, come
mai alcuni muoiono giovani, altri vecchissimi?
Perché alcuni sono
poveri, e altri ricchi?
Perché degli empi
sono ricchi e dei giusti sono poveri?».
E giunse a lui una
voce che disse:
«Antonio, bada a te
stesso. Sono giudizi di Dio questi: non ti giova conoscerli»
Le
risposte di Dio, quelle autentiche, ci sorprendono sempre, perché le sue vie
non sono le nostre vie e i suoi pensieri non sono i nostri pensieri e quando
l’uomo, presumendo di sé, vorrebbe fare da giudice al Grande Giudice allora
supera ogni limite.
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Regina et Mater Monachorum ora pro nobis |
Noi che non conosciamo giustizia
e non sappiamo amministrare la giustizia vorremmo sindacare la giustizia
dell’Unico Giusto!?
È
vero che alcune situazioni di ciò che noi consideriamo ingiustizia emergono
immediatamente agli occhi, ma è anche vero che molte di quelle ingiustizie sono
conseguenze dell’incongruenza umana e non divina.
Il
Giudizio divino è un abisso, ci dice Antonio, un abisso rispetto alla pochezza
del nostro pensare.
Noi
vorremmo scrutare i suoi abissi, ci sentiamo capaci di fare questo, quasi ce lo
arroghiamo come diritto e come dovere… in realtà è soltanto l’abisso della
nostra miseria che ci porta a questo.
Capita,
molte volte, di sentir gente che pone quesiti su fatti reali o biblici, su
quelli che considera ingiustizie, per esempio molti dicono:’’ Perché Dio ha
permesso ad Adamo di peccare? Se lui non avesse peccato… noi non vivremmo così,
per causa di un uomo perché dobbiamo pagare tutti noi?’’.
E
poi ancora:’’ Perché ci manda i terremoti, perché fa morire tante persone
innocente? Dov’è Dio? Perché permette questo? Perché ha permesso la strage
degli innocenti? Come può essere giusto
se permette la morte di chi non ha colpe?’’ e così via, domanda dopo domanda si
distrugge la Giustizia divina, quasi che l’uomo ritenesse di essere più giusto
di Lui.
Spaventa
vedere con quanta superficialità l’uomo si avvicina alla Giustizia divina, con
quanta facilità vorrebbero far ragionare Dio secondo i suoi parametri umani,
con quanta presunzione ci si permette di giudicare Dio, quasi si fosse alla
pari, anzi… quasi ci si senta superiori a Lui e lo si accusa di ingiustizia. Quanta
presupponenza c’è nell’uomo? Quanta boria! Quanta superbia!
Come
si risponde, dunque, alle accuse che l’uomo muove a Dio?
Innanzitutto…
molte volte, o quasi sempre, quelle che chiamiamo ‘’ingiustizie divine’’ sono
frutto delle nostre vanità umane, della nostra presunzione e della nostra
imprudenza, la responsabilità è unicamente nostra in virtù della libertà di
scelta dataci all’origine; siamo noi che causiamo le stragi, come la casa dello studente crollata in Abruzzo
nella quale sono morti tanti studenti: quella casa era stata costruita al di
fuori delle regole, con sabbia e non con cemento… quel sangue innocente urla
vendetta presso Dio, non è certamente Dio da mettere alla gogna, ma l’abusivismo
umano!
In
secondo luogo, il Signore le risposte ce le ha già fornite sin dall’inizio: se
noi conoscessimo un po’ di più e un po’ meglio la Bibbia, la sua Parola, che ci ha dato con larghezza e magnanimità,
capiremmo che non ci ha tenuto nascosto nessun segreto, Egli ha sempre rivelato
all’uomo i suoi giudizi, la sua logica è molto chiara, comprensibile a chiunque…
a chiunque, ovviamente, si ponga come ascoltatore e non come inquisitore, come
giudice supremo nei confronti di Dio.
Le risposte ai nostri quesiti sono già stati
scritti all’alba della Vita, ma noi pensiamo di sapere già tutto, per cui non
andiamo più a cercar le risposte, giudichiamo e basta.
Se
conoscessimo una milionesima parte della Parola dataci da Dio… quelle domande
che tanto ci fanno sentire grandi e potenti… le butteremmo da soli nel cestino,
comprenderemmo da soli la gravità della nostra presunzione.
Ed
invece non conosciamo niente e siamo convinti di conoscere tutto!
Povero
uomo! Povera Umanità! Ripiena di miseria e convinta di poter puntare il dito
verso Dio!
I
pensieri di Dio non sono i nostri pensieri! Ce l’ha detto chiaramente!
È
questa l’unica Verità per l’uomo che crede, che crede in Dio… naturalmente!
Per
l’uomo che crede solo in se stesso… la verità è un’altra… certo è una sua
libertà costruirsi le verità che vuole… ma non può e non deve mai assegnare a Dio
le sue misere verità!
Le
nostre ingiustizie superano anche la capacità del mondo di contenerle, ma ci autoassolviamo
sempre, sul banco degli imputati non restiamo che pochi attimi!
Le
ingiustizie apparterrebbero, invece, tutte a Dio!
Certo
che la scelleratezza umana non ha proprio limiti!
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