S. Giovanni Bosco
Sette considerazioni per i giorni della settimana
(Estratto da: "Il giovane provveduto")
VENERDÌ
L'eternità delle pene.
2. Almeno il
povero dannato potesse ingannar se stesso e lusingarsi col dire: Chi sa, forse
un giorno Dio avrà pietà di me, e mi caverà da questo baratro! Ma no, neppur
questo: egli si vedrà sempre scritta dinanzi la sentenza della sua eternità
infelice. Dunque, andrà dicendo, tutte queste pene, questo fuoco, queste grida
non hanno più da finire per me? No, gli verrà risposto, no, mai. E dureranno
sempre? Sempre, per tutta l'eternità. Sempre, vedrà scritto su quelle fiamme
che lo bruciano; sempre, sulla punta delle spade che lo trafiggono; sempre, su
quei demoni che lo tormentano; sempre, su quelle porte chiuse per lui in
eterno. Oh eternità! oh abisso senza fondo! oh mare senza sponda! oh caverna
senza uscita! chi non tremerà pensando a te? Maledetto peccato! che tremendo
supplizio prepari a chi ti commette! Ah! non più, non più peccati in vita mia.
3. Quello
poi che ti deve colmar di spavento, è il pensare che quella orrenda fornace sta
sempre aperta sotto i tuoi piedi, e che basta un sol peccato mortale a farviti
cadere. Capisci, figliuol mio, ciò che leggi? Una pena eterna per un sol peccato
mortale, che commetti con tanta facilità. Una bestemmia, una profanazione dei
giorni festivi, un furto, un odio, una parola, un atto, un pensiero osceno
basta per farti condannare alle pene dell'inferno. Ah! dunque, figliuolo,
ascolta il mio consiglio: se la coscienza ti rimorde di qualche peccato, va'
presto a confessartene per cominciare una buona vita; pratica ogni mezzo che ti
suggerirà il confessore; se è necessario, fa' una confessione generale;
prometti di fuggire le occasioni pericolose, i cattivi compagni, e se Dio ti
chiamasse anche a lasciare il mondo, arrenditi presto. Qualunque cosa si faccia
per iscampare da un'eternità di pene, è poco, è niente: Nulla nimia securitas,
ubi periclitatur aetérnitas. (San Bernardo). Oh quanti nel fior di loro età
abbandonarono il mondo, la patria, i parenti, e andarono a confinarsi nelle
grotte, nei deserti, vivendo soltanto di pane ed acqua, anzi talvolta di sole
radici d'erbe, e tutto questo per evitare l'inferno! E tu che fai? dopo tante
volte che hai meritato l'inferno col peccato, che fai? Mettiti ai piedi del tuo
Dio e digli: «Signore, eccomi pronto a far quello che volete; non più peccati
in vita mia; già troppo vi ho offeso; datemi pure ogni pena in questa vita,
purché io possa salvare l'anima mia».
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