sabato 8 febbraio 2014


PANE SPEZZATO

''Venite e gustate quant'è buono il Signore''
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA

PARTE TERZA (1 - 12) 
Confronto tra la sorte dei giusti e quella degli empi

[1]Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
[2]Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
[3]la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
[4]Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
[5]Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
[6]li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
[7]Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
[8]Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
[9]Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli
vivranno presso di lui nell'amore,
perché grazia e misericordia
sono riservate ai suoi eletti.
[10]Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo,
essi che han disprezzato il giusto
e si son ribellati al Signore.
[11]Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.
Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto,
inutili le opere loro.
[12]Le loro mogli sono insensate,
cattivi i loro figli,
maledetta la loro progenie.



PER RIFLETTERE INSIEME…

‘’I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie’’.
È alla luce di questa affermazione che vanno letti i versetti di questo terzo capitolo, infatti  essi ci presentano molto chiaramente le due logiche: quella di Dio e quella dell’uomo; e  ne rivela altrettanto chiaramente l’abissale diversità di senso che Dio e l’uomo danno al vivere umano e alle sue azioni.

Intanto ci danno una conferma fondamentale: ‘’ Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà.’’.

L’attenzione e la preferenza di Dio è per l’uomo giusto, che sarà protetto da qualsiasi tormento.

Ma chi è l’uomo giusto? E da quali tormenti sarà protetto?

E qui nasce la prima apparente contraddizione: l’uomo giusto è colui che segue la legge del Signore, che porge l’altra guancia, che non segue la legge del taglione, che non si oppone, che non fa del male a nessuno, che cerca di essere gradito a Dio, che cerca di fare la sua volontà.

In una parola sono i ‘’santi o perlomeno coloro che cercano di camminare sulle strade della santità’’, coloro che cercano di vivere secondo la Volontà di Dio.

Ma quanti santi hanno vissuto una vita tranquilla, serena, pacifica, amati e benvoluti da tutti, priva di sofferenze sia fisiche che morali, quanti hanno vissuto ‘’una vita da salotto’’?

A voler sfogliare il martirologio non credo che fra le migliaia di vite riportate ce ne sia una, una sola che non abbia avuto tormenti di ogni genere, tormenti e torture, del corpo, dell’anima e dello spirito.

Non un solo santo ha vissuto una vita tranquilla e senza tormenti.

Ed allora come spiegare l’affermazione di Dio che i giusti non saranno toccati dai tormenti?

Che Dio abbia voluto dire solo cose buone per fare bella figura e poi ingannarci?

Tanto poi, se le cose non andranno così ci sono mille modi per giustificarle… non mancheranno  certamente le parole e gli argomenti…

Se a dire quella frase fosse stato l’uomo, forse qualche dubbio potrebbe anche venirci, perché l’uomo è incline all’inganno, perché l’uomo trova mille modi per giustificare anche l’ingiustificabile, ma se a dirla è Dio, certo che no, dubbi sulla sua veridicità non ce ne sono  e non ce ne devono essere.

E allora come spiegare l’apparente contraddizione?

La spiegazione è questa: l’uomo legge tutto in maniera molto terrena, riportando cioè tutto ad un bisogno terreno, a situazioni che hanno a che fare con la sua vita corporale, con il soddisfacimento delle sue passioni, dei suoi sensi, dei suoi istinti, come a dire: la felicità sta nel denaro, nel potere, nel possedere, nell’avidità compiaciuta, nell’egoismo centralizzante, nell’egocentrismo sconfinato.

Nel momento in cui i bisogni corporali e quelli istintuali vengono soddisfatti, ecco che l’uomo dice di essere felice.

Ma si tratterà di una felicità temporanea, che passa nell’attimo stessa in cui la si prova.

Si tratta di una felicità che non ha niente a che fare con l’essere un uomo giusto, perché l’uomo giusto guarda un po’ più in là, va oltre i bisogni immediati, va oltre i bisogni della carne, guarda un po’ più in profondità e si rende conto che ci sono altri bisogni ben più urgenti, più preziosi, più importanti di quelli che appaiono nell’immediato.

E quali sono questi bisogni?

I bisogni dello spirito.

Si rende conto che c’è una fame che non si sente, ma che rode l’anima.

Si rende conto che c’è un bisogno di amore e di giustizia che non si vedono, ma che lacerano l’anima.

Si rende conto che c’è un vuoto immenso che non si tocca, ma si avverte nel tormento dell’anima che cerca la sua luce.

Si rende conto che c’è un bisogno primordiale che non riesce a saziare: il bisogno di Dio, di cui percepisce la presenza, ma che non riesce ad incontrare, a toccare, a vedere.

È un bisogno quasi ‘’fisico’’, possiamo dire, quello voler di toccare, incontrare, vedere, abbracciare Dio.

Ma se Dio è puro Spirito, qualcuno potrebbe dire, questo bisogno non potrà mai essere soddisfatto!

Dio conosce bene i nostri bisogni, sa bene di cosa l’uomo ha bisogno per essere felice, per essere un uomo giusto, per questo ci ha dato le istruzioni a suo tempo: ama il Signore Dio tuo con tutta l’anima, tutto il tuo cuore, tutte le tue forze ed ama il prossimo tuo come te stesso!

Ecco la risposta: se vuoi incontrare Dio, se vuoi abbracciarlo, toccarlo, stringerlo forte … allora corri incontro a tuo fratello, quello più povero, quello più abbandonato… a quei lebbrosi che san Francesco abbracciava.

Ecco, dunque, che le cose cambiano aspetto, cambiano senso, anzi… acquistano un senso: l’uomo giusto  non è colui che è privo di tormenti terreni, ma chi, pur straziato dai tormenti terreni… vive dell’Amore di Dio nell’incontro del fratello lebbroso, del fratello scomodo, insopportabile, di quello sconosciuto, venuto da lontano, di quello che tutti deridono, che nessuno vuole accanto…

Il giusto è colui che ama, secondo l’esempio dell’Unico Giusto che amò fino alla fine.

Non sono i tormenti terreni quelli dai quali sarà protetto, ma dai tormenti dell’inferno, dai tormenti eterni, che sono di gran lunga più temibili e più terribili dei peggiori tormenti di questa vita terrena.

È dai tormenti dell’anima che il giusto sarà salvato, mentre non gli saranno risparmiati i tormenti della carne,  così come affermato nei versetti successivi:  parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace.

Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità.

Morte, sciagura, rovina, castighi… sono queste le cose che spettano al giusto, queste le cose che il mondo riserva al giusto, questa la sua unica eredità in questo mondo.

Chi vorrebbe queste cose? Chi accetterebbe queste cose? Quale uomo giusto non griderebbe contro Dio: ti ho servito per tutta la vita e vedi come hai ricambiato il mio servizio?

È il grido di Giobbe, il grido del servo, il grido di chi ha amato Dio e il prossimo più di ogni altra cosa.

È il grido che giustifica la logica del mondo: vedi che cosa ne ha avuto? Ha aiutato questo e quello, si è speso tutto per tutti, ha vissuto in maniera esemplare e poi… come è finito? Nella solitudine, nel dolore, nella miseria. Lui che ha tanto amato Dio, è stato abbandonato da Dio. Ma si può essere più ingrati di così? Si può essere più bugiardi di così? Gli aveva promesso che nessun tormento lo avrebbe toccato e guarda come è finito… abbandonato da Dio e dagli uomini!

Questo è quello che gli uomini, secondo la loro logica, vedono, quello che riescono a capire dei disegni di Dio, del senso di questa nostra vita, è questa l’interpretazione che ne fanno delle promesse di Dio: ha promesso e non ha mantenuto!

Questa è l’interpretazione che fa colui che ragiona secondo la logica del mondo, che non è la stessa di Dio.

La logica dell’uomo dice che la felicità sta nell’avere, non nell’essere.

Se uno non ha, se non possiede, non è nessuno!

Per Dio, invece, le cose non stanno così: la felicità sta sia nell’avere che nell’essere: avere amore per farsi amore.

Disse Pietro: ‘’Non ho niente, ma quello che ho te lo dò,  alzati ti dico… e il paralitico si alzò’’.

Pietro non aveva denaro con sé, ma aveva l’amore di Dio, era pieno dell’amore di Dio, e si fece amore per il suo prossimo, fu manifestazione dell’Amore di Dio, portò l’Amore di Dio prima ancora di portare se stesso o le cose del mondo: aveva Amore e diede Amore e la Vita rifiorì improvvisamente.

Com’è che avviene questo?

Avviene perché la loro speranza è piena di immortalità, essi sono nella pace; anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, essi amano, vivono nell’amore, vivono d’amore e si fanno amore.

Ha amore, chi è amore! L’essere e l’avere condividono lo stesso obiettivo: amare!

Essere amore significa avere amore da dare!

Ricordate? L’amore è l’unica cosa che si moltiplica dividendolo!

L’uomo vede la povertà materiale del povero, Dio vede la ricchezza del suo spirito; l’uomo vede la rovina della sua vita, Dio vede la bellezza della sua anima; l’uomo vede la sofferenza del suo corpo, Dio vede l’esultanza della sua anima che si prostra davanti al Suo Trono e non trova Giustizia, ma misericordia, non trova il Giudice, ma il Salvatore che ‘’ Per una breve pena ricambia con  grandi benefici, perché li ha provati e li ha trovati degni di sé: li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. Coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti.

Ecco che si compiono le promesse di Dio, ecco che nessuna Parola venuta da Dio torna a Lui senza che si sia compiuta, ecco che quanti hanno confidato in lui hanno compreso la verità, hanno sperato sulla Sua Parola, hanno saputo attendere il tempo della ricompensa… e Dio è fedele alla Sua Parola, Dio mantiene la Sua Parola e la mette in atto al tempo giusto.

Il giusto, nel giorno del giudizio risplenderà  come scintilla nella stoppia, correrà di  qua e di là, esulterà nella misericordia che Dio gli aveva promesso e che adesso ha ricevuto.

Essi, che sono stati il disprezzo del mondo, governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro.

La ricompensa del giusto è sicura. Alta ne è la misura, colma, piena e sovrabbondante.
Coloro che sono stati disprezzati dal mondo, saranno i padroni del mondo, governeranno le nazioni e renderanno lode al Signore che regnerà  su di loro per sempre.

Questo è ciò che è riservato all’uomo giusto.

Beato l’uomo che spera nel Signore, che spera nella Sua Parola!

Beato l’uomo che confida nel Signore!

Ma se questo sarà del giusto, che ne sarà dello stolto?

Ciò che agli occhi degli stolti era sciagura, rovina, castigo…   agli occhi di Dio sono meriti di Salvezza.

E ciò che agli occhi dell’uomo era felicità, ricchezza, desiderio… agli occhi di Dio sono spazzatura che rendono vana la Redenzione stessa.

Che ne sarà, dunque, dello stolto? Di colui che ha deriso il giusto per il suo vano spendersi per amore di un Dio che non sa proteggerlo?

Il Signore non ci ha nascosto niente, non ci ha detto menzogne, non ci ha ingannati, ma ci ha detto chiaramente, molto chiaramente l’unica verità di cui dobbiamo tener conto: gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo, essi che han disprezzato il giusto e si son ribellati al Signore.

Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.

Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto, inutili le opere loro.
Le loro mogli sono insensate, cattivi i loro figli, maledetta la loro progenie.

Non c’è altro da aggiungere, non c’è altro da dire: la verità è tutta qua!

A questo punto è solo questione di scelta: essere un uomo giusto o essere uno stolto?

Temere le rovine temporanee del mondo o quelle eterne del Regno delle Tenebre?

Soffrire temporaneamente su questa terra o soffrire per sempre nel luogo  destinato a chi ha rinnegato Dio?

La scelta è personale, ovviamente, ma attenti: attenti a non scegliere, stia attento chi, per paura di sbagliare, sceglie di non scegliere o chi, per indifferenza verso questi argomenti, non si preoccupa di scegliere, stia attento chi crede di non aver bisogno di scegliere, perché la sua fine sarà peggiore di quella dell’empio, dello stolto;  chi non sceglie , in realtà, ha già fatto una scelta: ha lasciato che qualcun altro scelga per sé, ha delegato qualcuno che non si fa scrupoli nel togliere all’uomo la sua libertà, scegliendo per lui, operando una scelta che spetta solo all’uomo; chi sceglie di non scegliere, lascia che qualcuno scelga al suo posto; Dio rispetta la libertà dell’uomo e non si sostituisce mai a lui; l’altro, invece, il nemico di Dio, finge di essere amico dell’uomo, per scegliere al suo posto, per trascinarlo lontano da Dio, per poi ‘’accusarlo, notte e giorno, davanti al suo Trono’’.

Chi sceglie di non scegliere o chi non ritiene importante fare questa scelta si mette, automaticamente, dalla parte di coloro che pensano di poter vivere fuori da Dio, senza Dio e vivere senza di Lui  è morire, è stare nelle tenebre, non c’è alternativa: o con Dio e nella Luce o con il suo nemico e nelle tenebre.

A colui che non sceglie la Luce, restano solo le tenebre.

Ed attenti anche quelli che rimandano le scelte all’ultimo momento, al tempo che verrà, attenti perché quel tempo non si sa quando sarà: se prima o dopo, se presto o tardi… attenti anche coloro che sono tiepidi… il Signore li vomiterà dalla Sua Bocca, perché non sono nè carne né pesce, né ardenti né freddi, vivono inconsapevoli dell’importanza di una scelta decisiva che animi, che infiammi la loro fede; non si preoccupano di alimentare la fiamma, mantengono semplicemente viva la scintilla, che non diventerà mai un incendio, sarà un fuoco che non divamperà mai… quindi… un fuoco inutile!

Quel mancato incendio non sarà senza conseguenze, niente è senza conseguenze: l’agire o il non agire, lo scegliere o il non scegliere, la scintilla o l’incendio, ogni cosa fatta o non fatta avrà la sua relativa conseguenza.

Ora sta a noi il decidere, il capire, lo scegliere, l’alimentare o lo spegnere quella scintilla… e se scegliamo di agire facciamolo alla luce del sole, non nel buio della notte… il sole rivela la ricompensa del giusto, la notte nasconde la mano peccaminosa dell’empio.

Scegliere di essere tra i giusti è difficile, impegnativo, ma possibile.

Scegliere di essere tra gli stolti è facile, immediato, possibile anche questo.

La scelta è coraggiosa… misura il tuo coraggio… scegli!

Misurati con il tuo coraggio… ed abbi il coraggio di scegliere!

Non riesci a capire perché c’è bisogno di coraggio per compiere questa scelta?

Semplicemente perché ci vuole coraggio per dire  ciò che santa Teresa d’Avila diceva:          ‘’ Sono tua, Signore, sono nata per te! Sono tua perché mi hai amata, sono tua perché mi hai redenta, sono tua perché mi hai sopportata, sono tua perché mi hai chiamata, sono tua perché mi hai dato la vita, sono tua e questo mi basta!’’

Credi di avercelo il coraggio per dire questo?

Sono solo due parole ‘’SONO TUA/O’’, ma sono due parole che fanno tremare l’inferno e fanno esultare il paradiso; sono due parole che ti cambiano, ti ribaltano la vita sulla terra; sono due parole che ti tolgono quel tutto che credi avere e ti danno quel tutto che non immagini nemmeno che ci possa essere.

Due parole che ti aprono le porte dell’Eternità!

Pensaci e vedi quanto è difficile pronunciarle, quanto è difficile mettersi in questo stato d’animo… provaci… e vedi quanto sono dolci queste parole… provaci… sono le chiavi che apriranno il tuo cuore!

Pensaci… provaci… metti alla prova il tuo coraggio… scoprirai che il coraggio ti viene a  mancare… ma puoi sempre chiederlo… allora comincia da qui: chiedi e ti verrà dato!

Certo ci vorrà coraggio a chiedere il coraggio per poter fare questa scelta… ma il coraggio è dell’uomo giusto… avercelo o non avercelo… fa la differenza!

E che differenza!!!

E se dovessi scoprire di non averlo questo coraggio… beh… questo vuol dire che il tempo di scegliere è proprio giunto ed è anche piuttosto … urgente!

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