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PANE SPEZZATO ''Venite e gustate quant'è buono il Signore''
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA
PARTE TERZA (1 - 12)
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[1]Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
[2]Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
[3]la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
[4]Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
[5]Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
[6]li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
[7]Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
[8]Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
[9]Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli
vivranno presso di lui nell'amore,
perché grazia e misericordia
sono riservate ai suoi eletti.
[10]Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo,
essi che han disprezzato il giusto
e si son ribellati al Signore.
[11]Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.
Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto,
inutili le opere loro.
[12]Le loro mogli sono insensate,
cattivi i loro figli,
maledetta la loro progenie.
nessun tormento le toccherà.
[2]Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
[3]la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
[4]Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
[5]Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
[6]li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
[7]Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
[8]Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
[9]Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli
vivranno presso di lui nell'amore,
perché grazia e misericordia
sono riservate ai suoi eletti.
[10]Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo,
essi che han disprezzato il giusto
e si son ribellati al Signore.
[11]Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.
Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto,
inutili le opere loro.
[12]Le loro mogli sono insensate,
cattivi i loro figli,
maledetta la loro progenie.
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PER RIFLETTERE INSIEME… |
‘’I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie’’.
Intanto ci danno una conferma
fondamentale: ‘’ Le anime dei giusti sono nelle mani
di Dio, nessun tormento le toccherà.’’.
L’attenzione e la preferenza di Dio
è per l’uomo giusto, che sarà protetto da qualsiasi tormento.
Ma chi è l’uomo giusto? E da quali tormenti
sarà protetto?
E qui nasce
la prima apparente contraddizione: l’uomo giusto è colui che segue la legge del
Signore, che porge l’altra guancia, che non segue la legge del taglione, che
non si oppone, che non fa del male a nessuno, che cerca di essere gradito a
Dio, che cerca di fare la sua volontà.
In una parola sono i ‘’santi o perlomeno coloro che cercano di
camminare sulle strade della santità’’, coloro che cercano di vivere secondo
la Volontà di Dio.
Ma quanti santi hanno vissuto una
vita tranquilla, serena, pacifica, amati e benvoluti da tutti, priva di
sofferenze sia fisiche che morali, quanti hanno vissuto ‘’una vita da salotto’’?
A voler sfogliare il martirologio
non credo che fra le migliaia di vite riportate ce ne sia una, una sola che non
abbia avuto tormenti di ogni genere, tormenti e torture, del corpo, dell’anima
e dello spirito.
Non un solo santo ha vissuto una
vita tranquilla e senza tormenti.
Ed allora come spiegare
l’affermazione di Dio che i giusti non saranno toccati dai tormenti?
Che Dio abbia voluto dire solo cose
buone per fare bella figura e poi ingannarci?
Tanto poi, se le cose non andranno
così ci sono mille modi per giustificarle… non mancheranno certamente le parole e gli argomenti…
Se a dire quella frase fosse stato
l’uomo, forse qualche dubbio potrebbe anche venirci, perché l’uomo è incline
all’inganno, perché l’uomo trova mille modi per giustificare anche
l’ingiustificabile, ma se a dirla è Dio, certo che no, dubbi sulla sua
veridicità non ce ne sono e non ce ne
devono essere.
E allora come spiegare l’apparente
contraddizione?
La spiegazione è questa: l’uomo
legge tutto in maniera molto terrena, riportando cioè tutto ad un bisogno
terreno, a situazioni che hanno a che fare con la sua vita corporale, con il
soddisfacimento delle sue passioni, dei suoi sensi, dei suoi istinti, come a
dire: la felicità sta nel denaro, nel potere, nel possedere, nell’avidità
compiaciuta, nell’egoismo centralizzante, nell’egocentrismo sconfinato.
Nel momento in cui i bisogni
corporali e quelli istintuali vengono soddisfatti, ecco che l’uomo dice di
essere felice.
Ma si tratterà di una felicità
temporanea, che passa nell’attimo stessa in cui la si prova.
Si tratta di una felicità che non ha
niente a che fare con l’essere un uomo giusto, perché l’uomo giusto guarda un
po’ più in là, va oltre i bisogni immediati, va oltre i bisogni della carne,
guarda un po’ più in profondità e si rende conto che ci sono altri bisogni ben
più urgenti, più preziosi, più importanti di quelli che appaiono nell’immediato.
E quali sono questi bisogni?
I bisogni dello spirito.
Si rende conto che c’è una fame che
non si sente, ma che rode l’anima.
Si rende conto che c’è un bisogno di
amore e di giustizia che non si vedono, ma che lacerano l’anima.
Si rende conto che c’è un vuoto
immenso che non si tocca, ma si avverte nel tormento dell’anima che cerca la
sua luce.
Si rende conto che c’è un bisogno
primordiale che non riesce a saziare: il bisogno di Dio, di cui percepisce la
presenza, ma che non riesce ad incontrare, a toccare, a vedere.
È un bisogno quasi ‘’fisico’’, possiamo
dire, quello voler di toccare, incontrare, vedere, abbracciare Dio.
Ma se Dio è puro Spirito, qualcuno
potrebbe dire, questo bisogno non potrà mai essere soddisfatto!
Dio conosce bene i nostri bisogni, sa
bene di cosa l’uomo ha bisogno per essere felice, per essere un uomo giusto,
per questo ci ha dato le istruzioni a suo tempo: ama il Signore Dio tuo con tutta
l’anima, tutto il tuo cuore, tutte le tue forze ed ama il prossimo tuo come te
stesso!
Ecco la risposta: se vuoi incontrare
Dio, se vuoi abbracciarlo, toccarlo, stringerlo forte … allora corri incontro a
tuo fratello, quello più povero, quello più abbandonato… a quei lebbrosi che
san Francesco abbracciava.
Ecco, dunque, che le cose cambiano
aspetto, cambiano senso, anzi… acquistano un senso: l’uomo giusto non è colui che è privo di tormenti terreni,
ma chi, pur straziato dai tormenti terreni… vive dell’Amore di Dio
nell’incontro del fratello lebbroso, del fratello scomodo, insopportabile, di
quello sconosciuto, venuto da lontano, di quello che tutti deridono, che
nessuno vuole accanto…
Il giusto è colui che ama, secondo
l’esempio dell’Unico Giusto che amò fino alla fine.
Non sono i
tormenti terreni quelli dai quali sarà protetto, ma dai tormenti dell’inferno,
dai tormenti eterni, che sono di gran lunga più temibili e più terribili dei
peggiori tormenti di questa vita terrena.
È dai
tormenti dell’anima che il giusto sarà salvato, mentre non gli saranno
risparmiati i tormenti della carne, così
come affermato nei versetti successivi: parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una
sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace.
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è
piena di immortalità.
Morte,
sciagura, rovina, castighi… sono queste le cose che spettano al giusto, queste
le cose che il mondo riserva al giusto, questa la sua unica eredità in questo
mondo.
Chi vorrebbe
queste cose? Chi accetterebbe queste cose? Quale uomo giusto non griderebbe contro
Dio: ti ho servito per tutta la vita e vedi come hai ricambiato il mio
servizio?
È il grido
di Giobbe, il grido del servo, il grido di chi ha amato Dio e il prossimo più
di ogni altra cosa.
È il grido
che giustifica la logica del mondo: vedi che cosa ne ha avuto? Ha aiutato
questo e quello, si è speso tutto per tutti, ha vissuto in maniera esemplare e
poi… come è finito? Nella solitudine, nel dolore, nella miseria. Lui che ha
tanto amato Dio, è stato abbandonato da Dio. Ma si può essere più ingrati di
così? Si può essere più bugiardi di così? Gli aveva promesso che nessun
tormento lo avrebbe toccato e guarda come è finito… abbandonato da Dio e dagli
uomini!
Questo è
quello che gli uomini, secondo la loro logica, vedono, quello che riescono a
capire dei disegni di Dio, del senso di questa nostra vita, è questa
l’interpretazione che ne fanno delle promesse di Dio: ha promesso e non ha
mantenuto!
Questa è
l’interpretazione che fa colui che ragiona secondo la logica del mondo, che non
è la stessa di Dio.
La logica
dell’uomo dice che la felicità sta nell’avere, non nell’essere.
Se uno non
ha, se non possiede, non è nessuno!
Per Dio,
invece, le cose non stanno così: la felicità sta sia nell’avere che
nell’essere: avere amore per farsi amore.
Disse
Pietro: ‘’Non ho niente, ma quello che ho te lo dò, alzati ti dico… e il paralitico si alzò’’.
Pietro non
aveva denaro con sé, ma aveva l’amore di Dio, era pieno dell’amore di Dio, e si
fece amore per il suo prossimo, fu manifestazione dell’Amore di Dio, portò l’Amore
di Dio prima ancora di portare se stesso o le cose del mondo: aveva Amore e
diede Amore e la Vita rifiorì improvvisamente.
Com’è che
avviene questo?
Avviene
perché la loro speranza è piena di
immortalità, essi sono nella pace;
anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, essi amano, vivono
nell’amore, vivono d’amore e si fanno amore.
Ha amore,
chi è amore! L’essere e l’avere condividono lo stesso obiettivo: amare!
Essere amore
significa avere amore da dare!
Ricordate?
L’amore è l’unica cosa che si moltiplica dividendolo!
L’uomo vede
la povertà materiale del povero, Dio vede la ricchezza del suo spirito; l’uomo
vede la rovina della sua vita, Dio vede la bellezza della sua anima; l’uomo
vede la sofferenza del suo corpo, Dio vede l’esultanza della sua anima che si
prostra davanti al Suo Trono e non trova Giustizia, ma misericordia, non trova
il Giudice, ma il Salvatore che ‘’ Per una breve
pena ricambia con grandi benefici,
perché li ha provati e li ha trovati degni di sé: li ha saggiati come oro nel
crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. Coloro che gli sono fedeli vivranno
presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi
eletti.
Ecco che si
compiono le promesse di Dio, ecco che nessuna Parola venuta da Dio torna a Lui senza
che si sia compiuta, ecco che quanti hanno confidato in lui hanno compreso la
verità, hanno sperato sulla Sua Parola, hanno saputo attendere il tempo della
ricompensa… e Dio è fedele alla Sua Parola, Dio mantiene la Sua Parola e la
mette in atto al tempo giusto.
Il giusto, nel giorno del giudizio risplenderà come scintilla nella stoppia, correrà di qua e di là, esulterà nella misericordia che
Dio gli aveva promesso e che adesso ha ricevuto.
Essi, che sono stati il disprezzo del mondo, governeranno
le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di
loro.
La
ricompensa del giusto è sicura. Alta ne è la misura, colma, piena e
sovrabbondante.
Coloro che sono stati disprezzati dal mondo, saranno i padroni del mondo, governeranno le nazioni e renderanno lode al Signore che regnerà su di loro per sempre.
Coloro che sono stati disprezzati dal mondo, saranno i padroni del mondo, governeranno le nazioni e renderanno lode al Signore che regnerà su di loro per sempre.
Questo è ciò
che è riservato all’uomo giusto.
Beato l’uomo
che spera nel Signore, che spera nella Sua Parola!
Beato l’uomo
che confida nel Signore!
Ma se questo
sarà del giusto, che ne sarà dello stolto?
Ciò che agli
occhi degli stolti era sciagura, rovina, castigo… agli occhi di Dio sono meriti di Salvezza.
E ciò che
agli occhi dell’uomo era felicità, ricchezza, desiderio… agli occhi di Dio sono
spazzatura che rendono vana la Redenzione stessa.
Che ne sarà,
dunque, dello stolto? Di colui che ha deriso il giusto per il suo vano
spendersi per amore di un Dio che non sa proteggerlo?
Il Signore
non ci ha nascosto niente, non ci ha detto menzogne, non ci ha ingannati, ma ci
ha detto chiaramente, molto chiaramente l’unica verità di cui dobbiamo tener
conto: gli empi per i loro pensieri riceveranno il
castigo, essi che han disprezzato il giusto e si son ribellati al Signore.
Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.
Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto, inutili le opere loro.
Le loro mogli sono insensate, cattivi i loro figli, maledetta la loro progenie.
Le loro mogli sono insensate, cattivi i loro figli, maledetta la loro progenie.
Non c’è
altro da aggiungere, non c’è altro da dire: la verità è tutta qua!
A questo
punto è solo questione di scelta: essere un uomo giusto o essere uno stolto?
Temere le
rovine temporanee del mondo o quelle eterne del Regno delle Tenebre?
Soffrire
temporaneamente su questa terra o soffrire per sempre nel luogo destinato a chi ha rinnegato Dio?
La scelta è
personale, ovviamente, ma attenti: attenti a non scegliere, stia attento chi,
per paura di sbagliare, sceglie di non scegliere o chi, per indifferenza verso
questi argomenti, non si preoccupa di scegliere, stia attento chi crede di non
aver bisogno di scegliere, perché la sua fine sarà peggiore di quella dell’empio,
dello stolto; chi non sceglie , in
realtà, ha già fatto una scelta: ha lasciato che qualcun altro scelga per sé, ha
delegato qualcuno che non si fa scrupoli nel togliere all’uomo la sua libertà,
scegliendo per lui, operando una scelta che spetta solo all’uomo; chi sceglie
di non scegliere, lascia che qualcuno scelga al suo posto; Dio rispetta la
libertà dell’uomo e non si sostituisce mai a lui; l’altro, invece, il nemico di
Dio, finge di essere amico dell’uomo, per scegliere al suo posto, per trascinarlo
lontano da Dio, per poi ‘’accusarlo,
notte e giorno, davanti al suo Trono’’.
Chi sceglie
di non scegliere o chi non ritiene importante fare questa scelta si mette,
automaticamente, dalla parte di coloro che pensano di poter vivere fuori da
Dio, senza Dio e vivere senza di Lui è
morire, è stare nelle tenebre, non c’è alternativa: o con Dio e nella Luce o con
il suo nemico e nelle tenebre.
A colui che
non sceglie la Luce, restano solo le tenebre.
Ed attenti
anche quelli che rimandano le scelte all’ultimo momento, al tempo che verrà,
attenti perché quel tempo non si sa quando sarà: se prima o dopo, se presto o
tardi… attenti anche coloro che sono tiepidi… il Signore li vomiterà dalla Sua
Bocca, perché non sono nè carne né pesce, né ardenti né freddi, vivono inconsapevoli
dell’importanza di una scelta decisiva che animi, che infiammi la loro fede;
non si preoccupano di alimentare la fiamma, mantengono semplicemente viva la
scintilla, che non diventerà mai un incendio, sarà un fuoco che non divamperà
mai… quindi… un fuoco inutile!
Quel mancato
incendio non sarà senza conseguenze, niente è senza conseguenze: l’agire o il
non agire, lo scegliere o il non scegliere, la scintilla o l’incendio, ogni
cosa fatta o non fatta avrà la sua relativa conseguenza.
Ora sta a
noi il decidere, il capire, lo scegliere, l’alimentare o lo spegnere quella
scintilla… e se scegliamo di agire facciamolo alla luce del sole, non nel buio
della notte… il sole rivela la ricompensa del giusto, la notte nasconde la mano
peccaminosa dell’empio.
Scegliere di
essere tra i giusti è difficile, impegnativo, ma possibile.
Scegliere di
essere tra gli stolti è facile, immediato, possibile anche questo.
La scelta è
coraggiosa… misura il tuo coraggio… scegli!
Misurati con
il tuo coraggio… ed abbi il coraggio di scegliere!
Non riesci a
capire perché c’è bisogno di coraggio per compiere questa scelta?
Semplicemente
perché ci vuole coraggio per dire ciò
che santa Teresa d’Avila diceva: ‘’ Sono tua, Signore, sono nata per
te! Sono tua perché mi hai amata, sono tua perché mi hai redenta, sono tua
perché mi hai sopportata, sono tua perché mi hai chiamata, sono tua perché mi
hai dato la vita, sono tua e questo mi basta!’’
Credi di
avercelo il coraggio per dire questo?
Sono solo
due parole ‘’SONO TUA/O’’, ma sono
due parole che fanno tremare l’inferno e fanno esultare il paradiso; sono due
parole che ti cambiano, ti ribaltano la vita sulla terra; sono due parole che
ti tolgono quel tutto che credi avere
e ti danno quel tutto che non
immagini nemmeno che ci possa essere.
Due parole
che ti aprono le porte dell’Eternità!
Pensaci e
vedi quanto è difficile pronunciarle, quanto è difficile mettersi in questo
stato d’animo… provaci… e vedi quanto sono dolci queste parole… provaci… sono
le chiavi che apriranno il tuo cuore!
Pensaci…
provaci… metti alla prova il tuo coraggio… scoprirai che il coraggio ti viene
a mancare… ma puoi sempre chiederlo… allora
comincia da qui: chiedi e ti verrà dato!
Certo ci vorrà
coraggio a chiedere il coraggio per poter fare questa scelta… ma il coraggio è
dell’uomo giusto… avercelo o non avercelo… fa la differenza!
E che
differenza!!!
E se dovessi
scoprire di non averlo questo coraggio… beh… questo vuol dire che il tempo di
scegliere è proprio giunto ed è anche piuttosto … urgente!
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