DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA
Una volta vidi una gran folla di gente nella nostra cappella, davanti alla
cappella e sulla strada, perché non c'era posto nella cappella.
La cappella era addobbata per una solennità.
Vicino all'altare c'era un gran numero di ecclesiastici,
poi le
nostre suore e molte di altre congregazioni.
Aspettavano tutti la persona
che doveva prendere posto sull'altare. Ad un tratto
sentii una voce che
diceva che io dovevo prendere il posto sull'altare.
Però appena uscii
dall'abitazione, cioè dal corridoio per attraversare
il cortile ed andare in
cappella seguendo la voce che mi chiamava, ecco che
tutta la gente
cominciò a gettarmi addosso tutto quello che poteva:
fango, sassi, sabbia,
scope, tanto che in un primo momento rimasi indecisa
se proseguire o
meno; ma quella voce mi chiamava con insistenza
ancora maggiore ed
allora, nonostante tutto, cominciai ad avanzare
coraggiosamente.
Quando attraversai la soglia della cappella, i
superiori, le suore, le
educande e perfino i genitori cominciarono a colpirmi
con quello che
potevano tanto che, volente o nolente, dovetti salire
in fretta al posto
destinato sull'altare. Non appena occupai il posto
destinato, subito quella
stessa gente e le educande, e le suore, e i
superiori, e i genitori, tutti
cominciarono a tendere le mani ed a chiedere grazie
ed io non provavo
alcun risentimento verso di loro, che m'avevano
scagliato addosso tutta
quella roba ed anzi stranamente provavo un amore
particolarissimo
proprio per quelle persone che mi avevano costretta a
salire più
rapidamente nel posto a me destinato. In quel momento
la mia anima fu
inondata da una felicità inconcepibile ed udii queste
parole: « Fa'
quello che vuoi, distribuisci grazie come vuoi, a chi
vuoi e
quando vuoi». E subito la visione scomparve. Una volta
sentii queste
parole: « Va' dalla Superiora e chiedi che ti
permetta di fare
ogni giorno un'ora di adorazione per nove giorni;
durante
questa adorazione cerca di fare la tua preghiera con
Mia
Madre. Prega di cuore in unione con Maria; procura
inoltre in
questo tempo di fare la Via Crucis ». Ottenni il
permesso non per
un'ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo,
dopo compiuti i miei
doveri. Dovevo fare quella novena per la patria. Il
settimo giorno della
novena vidi la Madonna fra cielo e terra, in una
veste chiara. Pregava con
le mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al
cielo e dal suo Cuore
uscivano dei raggi di fuoco, alcuni dei quali erano
diretti verso il cielo,
mentre gli altri coprivano la nostra terra. Quando
parlai di alcune di
queste cose col confessore, mi rispose che potevano
provenire realmente
da Dio, ma che potevano anche essere un'illusione.
Siccome avevo spesso
dei cambiamenti, non avevo un confessore fisso e per
di più facevo una
fatica incredibile ad esporre cose di quel genere.
Perciò pregavo
ardentemente perché il Signore mi concedesse una
grande grazia, quella
di avere un direttore spirituale. Ma questa grazia
l'ottenni soltanto dopo i
voti perpetui, quando venni a Wilno. Si tratta di Don
Sopocko. Il Signore
me l'aveva fatto conoscere interiormente, prima che
arrivassi a WIIno. Se
avessi avuto fin dall'inizio un direttore spirituale,
non avrei sprecato
tante grazie del Signore. Un confessore può essere di
grande aiuto per
un'anima, ma può anche procurarle molto danno. Oh!
come dovrebbero
stare attenti i confessori all'azione della grazia di
Dio nell'anima dei loro
penitenti. Questa è una cosa di grande importanza.
Dalle grazie di
un'anima si può conoscere il suo stretto rapporto con
Dio.
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