giovedì 21 novembre 2013

CAMMINIAMO SULLA STRADA
CHE HAN PERCORSO I SANTI TUOI...

Non sempre ( o almeno non tutti) abbiamo  il concetto giusto di santità; spesso tendiamo a considerare i santi  come dei supereroi, cioè dotati di privilegi particolari che hanno permesso loro una vita ‘’superiore, cioè diversa da quella dell’uomo comune’’, fatta di gioie indicibili  e priva di problemi e sofferenze.
Niente di più sbagliato, perché se c’è una cosa che caratterizza ed accomuna tutti i santi è proprio la sofferenza ( fisica, spirituale, morale) quale  filo conduttore della loro esistenza, a cominciare dal primo martire della Chiesa, Santo Stefano, fino agli ultimi due che saranno canonizzati la prossima primavera : papa Giovanni XXXIII e papa Giovanni Paolo II.
Quando  ci rivolgiamo a loro, poi, lo facciamo solo per chiedere grazie di guarigioni, fisiche perlopiù, altre volte per aiuti materiali o legati ai bisogni della quotidianità.
Niente di male in questo, i santi hanno il compito di intercedere per noi presso il Signore, la loro preghiera è potente, tanto più potente quanto più hanno amato Dio sulla terra;  ciò che però va sottolineato è che fra la varietà delle grazie che vengono chieste manca, spesso, quella essenziale, quella che è al di sopra di tutte le altre: la grazia della santità.
E sì, perché la santità è una grazia e per questo va chiesta, va desiderata profondamente  e ardentemente, va implorata  e poi va accolta, va vissuta, va meditata, va amata.
Tutti i santi hanno intensamente desiderato l’unione con Gesù, il Santo dei Santi, per questo sono diventati santi come ‘’ LUI E’ SANTO’’.
A conferma di tutto questo, apriamo questa rubrica  che vuole essere un cammino in compagnia di chi, come dice san Paolo :  Ha combattuto la buona battaglia, ha terminato la corsa, ha conservato la fede’’.
Tre verbi che trasformano una vita qualunque in una vita speciale: combattere, perseverare, conservare.
  1. Combattere per la vittoria del Bene.
  2. Perseverare contro le forze avverse.
  3. Conservare il dono più grande: la fede.

E' San Paolo che ci indica la strada per la santità, ma prima ancora di indicarcela a parole, ce la conferma con la sua vita ’’ Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele… Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione’’ (2 Tm 4, 6-8)

San Giovanni Crisostomo, in una sua omelia, ci chiarisce il segreto della santità, quello di san Paolo, in questo caso, ma che è lo stesso di tutti i santi che dopo di lui hanno fatto bella la Chiesa, con il loro dare testimonianza dell’amore grande di Gesù per l’uomo e dell’uomo per il suo Signore:
'’Paolo se ne stava nel carcere come se stesse in cielo e riceveva percosse e ferite più volentieri di coloro che ricevono il palio nelle gare: amava i dolori non meno dei premi, perché stimava gli stessi dolori come fossero ricompense; perciò li chiamava anche una grazia divina. Ma sta’ bene attento in qual senso lo diceva. Certo era un premio essere sciolto dal corpo ed essere con Cristo (cfr. Fil 1,23), mentre restare nel corpo era una lotta continua; tuttavia per amore di Cristo rimandava il premio per poter combattere: cosa che giudicava ancora più necessaria.
L’essere separato da Cristo costituiva per lui lotta e dolore, anzi assai più che lotta e dolore. Essere con Cristo era l’unico premio al di sopra di ogni cosa. Paolo per amore di Cristo preferì la prima cosa alla seconda.
Certamente qui qualcuno potrebbe obiettare che Paolo riteneva tutte queste realtà soavi per amore di Cristo. Certo, anch’io ammetto questo, perché quelle cose che per noi sono fonti di tristezza, per lui erano invece fonte di grandissimo piacere. Ma perché io ricordo i pericoli ed i travagli? Poiché egli si trovava in grandissima afflizione e per questo diceva: « Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo che io non ne frema? » (2Cor 11,29).
Ora, vi prego, non ammiriamo soltanto, ma anche imitiamo questo esempio così magnifico di virtù. Solo così infatti potremo essere partecipi dei suoi trionfi.
Se qualcuno si meraviglia perché abbiamo parlato così, cioè che chiunque avrà i meriti di Paolo avrà anche i medesimi premi, può ascoltare lo stesso  Apostolo che dice: « Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione » (2Tm 4,7-8). Puoi vedere chiaramente come chiama tutti alla partecipazione della medesima gloria.
Ora, poiché viene presentata a tutti la medesima corona di gloria, cerchiamo tutti di diventare degni di quei beni che sono stati promessi.
Non dobbiamo inoltre considerare in lui solamente la grandezza e la sublimità delle virtù e la tempra forte e decisa del suo animo, per la quale ha meritato di arrivare ad una gloria così grande, ma anche la comunanza di natura, per cui egli è come noi in tutto. Così anche le cose assai difficili ci sembreranno facili e leggere e, affaticandoci in questo tempo così breve, porteremo quella corona incorruttibile ed immortale, per grazia e misericordia del Signore nostro Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e la potenza ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.''

Iniziamo questo percorso proprio nel giorno della Presentazione della B.V. Maria al Tempio, perché Maria è la Regina dei Santi, la Madre dei figli di Dio, dei fratelli di Suo Figlio… la Mamma Buona che ha santificato la sua vita sotto la Croce del Figlio di Dio; è stato proprio  nello strazio più atroce che la sua anima ha raggiunto il Cuore di Dio, vivendo l’Amore nella sua massima espressione per una Creatura umana.
Lei, che è Madre dei santi e Maestra di santità,  ci insegna che
Santità e Dolore sono compagni di viaggio…
chi desidera la Prima sa già che dovrà sposare il Secondo!







canta con noi...
https://www.youtube.com/watch?v=ZcsuWojzb00

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