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CAMMINIAMO SULLA STRADA CHE HAN PERCORSO I SANTI TUOI... |
Non sempre ( o almeno non tutti) abbiamo il concetto giusto di santità; spesso
tendiamo a considerare i santi come dei
supereroi, cioè dotati di privilegi particolari che hanno permesso loro una vita ‘’superiore,
cioè diversa da quella dell’uomo comune’’, fatta di gioie indicibili e priva di problemi e sofferenze.
Niente di più sbagliato, perché se c’è una cosa che
caratterizza ed accomuna tutti i santi è proprio la sofferenza ( fisica,
spirituale, morale) quale filo
conduttore della loro esistenza, a cominciare dal primo martire della Chiesa,
Santo Stefano, fino agli ultimi due che saranno canonizzati la prossima primavera
: papa Giovanni XXXIII e papa Giovanni Paolo II.
Quando ci rivolgiamo
a loro, poi, lo facciamo solo per chiedere grazie di guarigioni, fisiche perlopiù,
altre volte per aiuti materiali o legati ai bisogni della quotidianità.
Niente di male in questo, i santi hanno il compito di
intercedere per noi presso il Signore, la loro preghiera è potente, tanto più
potente quanto più hanno amato Dio sulla terra;
ciò che però va sottolineato è che fra la varietà delle grazie che
vengono chieste manca, spesso, quella essenziale, quella che è al di sopra di tutte le
altre: la grazia della santità.
E sì, perché la santità è una grazia e per questo va
chiesta, va desiderata profondamente e
ardentemente, va implorata e poi va
accolta, va vissuta, va meditata, va amata.
Tutti i santi hanno intensamente desiderato l’unione con
Gesù, il Santo dei Santi, per questo sono diventati santi come ‘’ LUI E’ SANTO’’.
A conferma di tutto questo, apriamo questa rubrica che vuole essere un cammino in compagnia
di chi, come dice san Paolo : ‘’Ha combattuto la buona battaglia, ha terminato la corsa,
ha conservato la fede’’.
Tre verbi che trasformano una vita qualunque in una vita
speciale: combattere, perseverare, conservare.
- Combattere per la vittoria del Bene.
- Perseverare contro le forze avverse.
- Conservare il dono più grande: la fede.
E' San Paolo che ci indica la strada per la santità, ma prima ancora di indicarcela a parole, ce la conferma con la sua vita ’’ Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele… Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione’’ (2 Tm 4, 6-8)
San Giovanni Crisostomo, in una sua omelia, ci
chiarisce il segreto della santità, quello di san Paolo, in questo caso, ma che
è lo stesso di tutti i santi che dopo di lui hanno fatto bella la Chiesa, con il loro dare testimonianza dell’amore grande di Gesù per l’uomo e dell’uomo per il suo
Signore:
'’Paolo se ne stava nel carcere come se stesse in
cielo e riceveva percosse e ferite più volentieri di coloro che ricevono il
palio nelle gare: amava i dolori non meno dei premi, perché stimava gli stessi
dolori come fossero ricompense; perciò li chiamava anche una grazia divina. Ma
sta’ bene attento in qual senso lo diceva. Certo era un premio essere sciolto
dal corpo ed essere con Cristo (cfr. Fil 1,23), mentre restare nel corpo era
una lotta continua; tuttavia per amore di Cristo rimandava il premio per poter
combattere: cosa che giudicava ancora più necessaria.
L’essere separato da Cristo costituiva per lui lotta e dolore, anzi
assai più che lotta e dolore. Essere con Cristo era l’unico premio al di sopra
di ogni cosa. Paolo per amore di Cristo preferì la prima cosa alla seconda.
Certamente qui qualcuno potrebbe obiettare che Paolo riteneva tutte
queste realtà soavi per amore di Cristo. Certo, anch’io ammetto questo, perché
quelle cose che per noi sono fonti di tristezza, per lui erano invece fonte di
grandissimo piacere. Ma perché io ricordo i pericoli ed i travagli? Poiché egli
si trovava in grandissima afflizione e per questo diceva: « Chi è debole, che
anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo che io non ne frema? » (2Cor 11,29).
Ora, vi prego, non ammiriamo soltanto, ma anche imitiamo questo esempio
così magnifico di virtù. Solo così infatti potremo essere partecipi dei suoi
trionfi.
Se qualcuno si meraviglia perché abbiamo parlato così, cioè che
chiunque avrà i meriti di Paolo avrà anche i medesimi premi, può ascoltare lo
stesso Apostolo che dice: « Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la
mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che
il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma
anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione » (2Tm
4,7-8). Puoi vedere chiaramente come chiama tutti alla partecipazione della
medesima gloria.
Ora, poiché viene presentata a tutti la medesima corona di gloria,
cerchiamo tutti di diventare degni di quei beni che sono stati promessi.
Non dobbiamo inoltre considerare in lui solamente la grandezza e la
sublimità delle virtù e la tempra forte e decisa del suo animo, per la quale ha
meritato di arrivare ad una gloria così grande, ma anche la comunanza di
natura, per cui egli è come noi in tutto. Così anche le cose assai difficili ci
sembreranno facili e leggere e, affaticandoci in questo tempo così breve,
porteremo quella corona incorruttibile ed immortale, per grazia e misericordia
del Signore nostro Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e la potenza ora e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.''
Iniziamo questo percorso proprio nel giorno della
Presentazione della B.V. Maria al Tempio, perché Maria è la Regina dei Santi, la Madre
dei figli di Dio, dei fratelli di Suo Figlio… la Mamma Buona che ha santificato
la sua vita sotto la Croce del Figlio di Dio; è stato proprio nello strazio più atroce che la sua anima ha
raggiunto il Cuore di Dio, vivendo l’Amore nella sua massima espressione per
una Creatura umana.
Lei, che è Madre dei santi e Maestra di santità, ci insegna che
Santità
e Dolore
sono compagni di viaggio…
chi desidera la Prima sa già che dovrà sposare il Secondo!
canta con noi...
https://www.youtube.com/watch?v=ZcsuWojzb00
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https://www.youtube.com/watch?v=ZcsuWojzb00
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