lunedì 25 novembre 2013


FOGLIO LITURGICO SETTIMANALE

trentaquattreesima settimana del Tempo ORDINARIO Anno C


Cristo, Signore della pace e dell'unità

Commento al Vangelo Lc 23,35-43
 
Sulla croce sembra finire tutto. Tutto sembra tornare come prima. Anzi, peggio di rima, perché il male sembra aver vinto ancora e le delusioni seguono le illusioni. Non è così. Gesù, morendo per noi, ha vinto e contemplarlo Crocifisso è vederlo Signore e Re, principio della nuova sapienza, amore senza limiti.
 
I capi, insieme ai soldati, lo deridono e scuotono il capo. Il solo pensiero dell’uomo – la propria salvezza – è sempre concepito a spese dell’altro, ma il contrario. Questa salvezza egoistica è perdizione, solo chi si perde per amore, si salva. A chi ci ha donato l’acqua della vita, abbiamo dato in cambio l’aceto della morte.
 
Il titulum inciso sulla croce è cosa seria. La signoria di Gesù è quella dell’amore, la sua debolezza è la forza di Dio. Bestemmia è non riconoscere un amore che si mostra, in croce, tutto svelato. Uno dei criminali a fianco del Signore lo intuisce ed entra in paradiso; l’altro è accecato e si dispera. Il ‘’buon ladrone’’ sente la vicinanza di Dio alla sua maledizione e si salva.
 
Ogni altro miracolo non ci avrebbe convinti del suo amore. L’impotente vicinanza e la solidarietà con la nostra morte tolgono ogni dubbio: Dio è amore e ci ama. È significativo che il ladrone in croce è l’unico che chiama Gesù per nome. Gesù: Dio salva. Muore a braccia aperte perché nessuno potesse sentirsi abbandonato, Gesù è l’Emanuele, il paradiso di Dio in mezzo a noi.
 
La grande preghiera di Gesù al Padre per i peccatori: ‘’Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno’’ dice tutta la misericordia di Dio. Sarà la stessa preghiera di quelli di Cristo , a cominciare dal diacono Stefano, primo martire.
 
Attorno alla croce ci sono molte persone: malfattori, popolo, capi, soldati… sono Gentili e Giudei. In realtà c’è tutta l’umanità, fin dal primo uomo. Golgota, vuol dire cranio. E lì – si pensa ò sia stato sepolto il primo uomo, Adamo, ad aver perso il paradiso.

 
CARITA’
 
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nel dramma dell’alluvione
 
 
Domenica 24 novembre2013
34ª DEL TEMPO ORDINARIO
GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
2 Sam 5,1-3; Col 1,12-20; Lc 23,35-43
 
Signore, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno

Ore 11.00 S. Messa

Ore 17.00 S. Messa

                 Ore 18.00 Catechesi AC Adulti
Lunedì 25 novembre
Dn 1,1 – 20; C Dn 3,52-56; Lc 21,1-4

Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
 
 Ore16.45 Rosario
 
Ore17.00 S. Messa – Chiesa San Rocco
Martedì 26 novembre
Dn 2,31-45; C Dn 3,57-61; Lc 21,5-11

Non sarà lasciata pietra su pietra.
 
Ore16.45 Rosario
 
Ore17.00 S. Messa
Mercoledì 27 novembre
Dn 5,1-6.13-17.23-28; Lc 21,12-19

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
 
 Ore16.45 Rosario
 
Ore17.00 S. Messa
Giovedì 28 novembre
Dn 6,12-28; Lc 21,20-28

Gerusalemme sarà calpestata dai pagani.
Ore 15.00 Esposizione SS. Sacramento

Ore 16.45 Adorazione ragazzi

Ore 17.30 Adorazione Comunitaria
Venerdì 29 novembre
Dn 7,2,14; C Dn 3,757-81; Lc 21,29-33

Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino
 
Ore16.45 Rosario
 
Ore17.00S. Messa - Novena Imm.

Ore 21.00 Catechesi biblica
Sabato 30 novembre
Rm 10,9-18; Sal 18; Mt 4,18-22

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono
 
Ore16.45 Rosario
 
Ore17.00 S. Messa – Novena Imm.
Domenica 1 dicembre 2013
1ª DI AVVENTO (letture  del ciclo A)
Is 2,1-5; Rm 13,11-14; Mt 24,37-44
 
Vegliate, per essersi pronti al suo arrivo
 Ore 11.00 S. Messa

Ore 17.00 S. Messa
                 
                   Ore 18.00 Catechesi AC Adulti
 
 
VITA PARROCCHIALE
  • Domenica 24 novembre ore 18.00 A.C. Catechesi Adulti
  • Giovedì, giornata eucaristica - Confessioni ore 15.30-17.30
  • Venerdì, ore 21.00 Scuola della Parola
  • Sabato , Catechesi ore 17.00 giovanissimi, ore 18.30 giovani
  • Domenica 1 dicembre ore 18.00 A.C. Catechesi Adulti
 
 
 
Azione Cattolica Parrocchiale
  • A. C. R. - domenica ore 15.30 Salone parrocchiale
  • A. C. R. - giovedì ore 16.45 Adorazione Eucaristica
  • ADULTI - domenica ore 18.00 Catechesi
  • GIOVANI – Sabato: incontro ore 18.30


UDIENZA GENERALE di PAPA FRANCESCO

Piazza San Pietro Mercoledì, 20 novembre 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!  … Oggi proseguiamo sul tema della remissione dei peccati, ma in riferimento al cosiddetto “potere delle chiavi”, che è un simbolo biblico della missione che Gesù ha dato agli Apostoli.
Anzitutto dobbiamo ricordare che il protagonista del perdono dei peccati è lo Spirito Santo. Nella sua prima apparizione agli Apostoli, nel cenacolo, Gesù risorto fece il gesto di soffiare su di loro dicendo: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). Gesù, trasfigurato nel suo corpo, ormai è l’uomo nuovo, che offre i doni pasquali frutto della sua morte e risurrezione. Quali sono questi doni? La pace, la gioia, il perdono dei peccati, la missione, ma soprattutto dona lo Spirito Santo che di tutto questo è la sorgente. Il soffio di Gesù, accompagnato dalle parole con le quali comunica lo Spirito, indica il trasmettere la vita, la vita nuova rigenerata dal perdono.
Ma prima di fare il gesto di soffiare e donare lo Spirito, Gesù mostra le sue piaghe, nelle mani e nel costato: queste ferite rappresentano il prezzo della nostra salvezza. Lo Spirito Santo ci porta il perdono di Dio “passando attraverso” le piaghe di Gesù. Queste piaghe che Lui ha voluto conservare; anche in questo momento Lui in Cielo fa vedere al Padre le piaghe con le quali ci ha riscattato. Per la forza di queste piaghe, i nostri peccati sono perdonati: così Gesù ha dato la sua vita per la nostra pace, per la nostra gioia, per il dono della grazia nella nostra anima, per il perdono dei nostri peccati. È molto bello guardare così a Gesù!
E veniamo al secondo elemento: Gesù dà agli Apostoli il potere di perdonare i peccati. È un po’ difficile capire come un uomo può perdonare i peccati, ma Gesù dà questo potere. La Chiesa è depositaria del potere delle chiavi, di aprire o chiudere al perdono. Dio perdona ogni uomo nella sua sovrana misericordia, ma Lui stesso ha voluto che quanti appartengono a Cristo e alla Chiesa, ricevano il perdono mediante i ministri della Comunità. Attraverso il ministero apostolico la misericordia di Dio mi raggiunge, le mie colpe sono perdonate e mi è donata la gioia. In questo modo Gesù ci chiama a vivere la riconciliazione anche nella dimensione ecclesiale, comunitaria. E questo è molto bello. La Chiesa, che è santa e insieme bisognosa di penitenza, accompagna il nostro cammino di conversione per tutta la vita. La Chiesa non è padrona del potere delle chiavi, ma è serva del ministero della misericordia e si rallegra tutte le volte che può offrire questo dono divino.
Tante persone forse non capiscono la dimensione ecclesiale del perdono, perché domina sempre l’individualismo, il soggettivismo, e anche noi cristiani ne risentiamo. Certo, Dio perdona ogni peccatore pentito, personalmente, ma il cristiano è legato a Cristo, e Cristo è unito alla Chiesa. Per noi cristiani c’è un dono in più, e c’è anche un impegno in più: passare umilmente attraverso il ministero ecclesiale. Questo dobbiamo valorizzarlo; è un dono, una cura, una protezione e anche è la sicurezza che Dio mi ha perdonato. Io vado dal fratello sacerdote e dico: «Padre, ho fatto questo…». E lui risponde: «Ma io ti perdono; Dio ti perdona». In quel momento, io sono sicuro che Dio mi ha perdonato! E questo è bello, questo è avere la sicurezza che Dio ci perdona sempre, non si stanca di perdonare. E non dobbiamo stancarci di andare a chiedere perdono. Si può provare vergogna a dire i peccati, ma le nostre mamme e le nostre nonne dicevano che è meglio diventare rosso una volta che non giallo mille volte. Si diventa rossi una volta, ma ci vengono perdonati i peccati e si va avanti.
Infine, un ultimo punto: il sacerdote strumento per il perdono dei peccati. Il perdono di Dio che ci viene dato nella Chiesa, ci viene trasmesso per mezzo del ministero di un nostro fratello, il sacerdote; anche lui un uomo che come noi ha bisogno di misericordia, diventa veramente strumento di misericordia, donandoci l’amore senza limiti di Dio Padre. Anche i sacerdoti devono confessarsi, anche i Vescovi: tutti siamo peccatori. Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni, perché anche il Papa è un peccatore. E il confessore sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona, perché tutti abbiamo bisogno di questo perdono. A volte capita di sentire qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con Dio…. Sì, come dicevo prima, Dio ti ascolta sempre, ma nel sacramento della Riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, la sicurezza del perdono, a nome della Chiesa.
Il servizio che il sacerdote presta come ministro, da parte di Dio, per perdonare i peccati è molto delicato ed esige che il suo cuore sia in pace, che il sacerdote abbia il cuore in pace; che non maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso; che sappia seminare speranza nei cuori e, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse. Il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo Sacramento. I fedeli penitenti hanno il diritto, tutti i fedeli hanno il diritto di trovare nei sacerdoti dei servitori del perdono di Dio.
Cari fratelli, come membri della Chiesa siamo consapevoli della bellezza di questo dono che ci offre Dio stesso? Sentiamo la gioia di questa cura, di questa attenzione materna che la Chiesa ha verso di noi? Sappiamo valorizzarla con semplicità e assiduità? Non dimentichiamo che Dio non si stanca mai di perdonarci; mediante il ministero del sacerdote ci stringe in un nuovo abbraccio che ci rigenera e ci permette di rialzarci e riprendere di nuovo il cammino. Perché questa è la nostra vita: rialzarci continuamente e riprendere il cammino.


 

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