martedì 21 aprile 2015

DIARIO DELLA 
DIVINA MISERICORDIA 
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA


 Ma ho constatato che proprio durante quella tribolazione il Signore
mi è stato quanto mai vicino. La tregua però è durata pochino.
È scoppiata di nuovo una violenta tempesta.
Adesso i sospetti di un tempo, son diventati per loro, a quanto pare, certezza e bisogna ascoltare di nuovo la stessa musica di prima.
Così piace al Signore. La cosa strana però è che anche diverse
faccende esterne han cominciato ad andare per traverso. Ciò ha
provocato molte svariate sofferenze, note soltanto a Dio. Ad ogni modo
ho cercato, come ho potuto, di fare ogni cosa con l'intenzione più pura.
Ora m'accorgo di essere sorvegliata come una ladra ovunque: in cappella,
quando svolgo il mio lavoro, in cella. Ora so che, oltre alla presenza di
Dio, ho la continua presenza umana, che francamente qualche volta mi
mette in grave imbarazzo. Ci sono stati dei momenti in cui sono rimasta
indecisa se spogliarmi o meno, per potermi lavare. A proposito, anche il
mio misero letto è stato controllato parecchie volte. Qualche volta m'è
venuto da ridere, quando son venuta a sapere che non lasciavano in pace
nemmeno il letto. Una suora mi ha detto lei stessa, che ogni sera mi
sorvegliava dentro la cella, per vedere come mi comportavo. Tuttavia i
Superiori son sempre i Superiori. E sebbene mi abbiano personalmente
umiliata e talvolta imbottita di numerosi dubbi, tuttavia mi hanno
sempre permesso quello che voleva il Signore, quantunque non come
avevo chiesto, ma in altro modo hanno aderito alle richieste del Signore e
mi hanno autorizzata a fare certe penitenze e mortificazioni. Un giorno
una delle Madri si adirò contro di me e mi umiliò talmente, che pensavo
proprio non l'avrei sopportato. Mi disse: « Stravagante, isterica,
visionaria, vattene dalla mia stanza, non voglio conoscerti! ». Una
gragnola di rimproveri si scaricò sul mio capo. Quando arrivai nella mia
cella, caddi con la faccia a terra davanti al crocifisso e guardai Gesù; non
ero in grado di pronunciare nemmeno una parola. E tuttavia nascosi il
fatto agli altri e feci finta che non fosse successo nulla fra di noi. Satana
però approfitta sempre di queste circostanze. Cominciarono a venirmi
pensieri di scoraggiamento: « Ecco la ricompensa per la tua fedeltà e
sincerità! Val la pena esser sincera, quando si è capiti a questo modo? ».
« Gesù, Gesù, sono sfinita! ». E caddi nuovamente a terra sotto quel
peso; cominciai a sudare ed una certa paura cominciò ad impadronirsi di
me. E pensavo: « Non ho nessuno che mi dia un appoggio morale ». E
subito sentii una voce nell'anima: « Non temere, Io sono con te »; ed
una singolare luce illuminò la mia mente e compresi che non dovevo
arrendermi a quelle malinconie e mi sentii piena di forza ed uscii dalla
cella con rinnovato coraggio per andare incontro ai patimenti. Tuttavia
cominciai a lasciarmi un po' andare. Non facevo caso a quelle ispirazioni
interiori; cercavo di distrarmi. Però, nonostante il chiasso e le distrazioni,
vedevo quello che avveniva nella mia anima. La parola divina è eloquente
e nulla può soffocarla. Cominciai ad evitare l'incontro del Signore con la
mia anima, perché non volevo essere vittima di illusioni. Ma il Signore in
certo qual modo m'inseguì con i Suoi doni ed in verità ho provato a turno
sofferenze e gioie. Non ricordo qui le varie visioni e grazie, che Dio mi ha
concesso in quel tempo, perché le ho annotate altrove; ma ricorderò che
quelle mie molteplici sofferenze avevano ormai raggiunto il colmo e io
decisi di farla finita con questi dubbi prima dei voti perpetui. Durante
tutto il tempo della probazione pregai perché venissero concessi lumi al
sacerdote, al quale dovevo svelare completamente tutta la mia anima. E
pregai Iddio, perché Lui stesso mi aiutasse in questo e mi facesse la
grazia di poter raccontare le cose più segrete che ci sono fra me ed il
Signore e di rendermi così disponibile che, qualunque cosa quel
sacerdote decidesse, l'avrei considerata come decisa da Gesù stesso. Non
importa quale giudizio darà su di me. Io desidero soltanto la verità ed
una risposta precisa a certe mie domande. Mi sono rimessa a Dio
completamente e l'anima mia desidera la verità. Non posso più
continuare a vivere nel dubbio, benché nell'anima abbia una così grande
certezza che queste cose provengono da Dio, che darei la mia vita per
esse. Ma al di sopra di tutto questo ho posto l'opinione del confessore ed
ho deciso di comportarmi secondo quanto egli riterrà giusto indicarmi.
Vedo il dato momento come quello che deciderà il mio comportamento
per tutta la vita. So che dipenderà tutto da esso. Non ha importanza se si
pronuncerà secondo le mie ispirazioni oppure in modo del tutto opposto:
questo ormai non m'importa. Io desidero conoscere la verità e seguirla. 
Gesù, Tu puoi aiutarmi. 

Nessun commento:

Posta un commento