Ma ora voglio parlare ancora dei momenti della prova.
In quei momenti è necessario
che i confessori abbiano pazienza con tale anima provata. Ma la più
grande pazienza deve averla l'anima con se stessa.
O mio Gesù, Tu sai quello che prova la mia anima al ricordo di quelle sofferenze.
Talvolta mi son meravigliata che gli angeli ed i santi restino silenziosi mentre un'anima sopporta simili sofferenze.
Tuttavia essi ci amano in modo particolare in quei momenti.
L'anima mia certe volte ha gridato verso
Tuttavia essi ci amano in modo particolare in quei momenti.
L'anima mia certe volte ha gridato verso
Dio, come un bambino quando la madre nasconde il suo volto ed egli non
può riconoscerla e grida con quante forze ha. O Gesù mio, per queste
prove d'amore sia onore e gloria a Te. Grande ed insondabile è la Tua
Misericordia! O Signore, tutto quello che hai progettato nei riguardi della
mia anima, è pervaso della Tua Misericordia. Ricordo questa cosa: coloro
che vivono insieme non dovrebbero aggiungere sofferenze esterne,
poiché in verità quando un'anima ha il calice pieno fino all'orlo, talvolta
proprio la goccia che gettiamo noi nel suo calice sarà esattamente quel di
più, che farà traboccare il calice dell'amarezza. E chi risponde per
quell'anima? Guardiamoci bene dall'aggiungere sofferenze agli altri,
poiché questo non piace al Signore. Se le suore oppure i superiori
sapessero o supponessero che una certa anima sta attraversando tali
prove e, ciò nonostante, da parte loro le aggiungessero altre sofferenze,
peccherebbero mortalmente e Dio stesso rivendicherebbe quell'anima.
Non parlo qui di casi che per loro natura costituiscono peccato, ma parlo
di una cosa che in un altro momento non sarebbe peccato. Stiamo attenti
a non avere quelle anime sulla coscienza. E un grave difetto della vita
religiosa e della vita in genere, che quando si vede un'anima che è nella
sofferenza, si tende sempre ad aggiungerne ancora di più. Non parlo di
tutti, ma ci sono persone che si comportano così. Ci permettiamo di
esprimere giudizi di ogni genere e parliamo là dove non avremmo mai
dovuto dire quello che abbiamo detto. La lingua è un organo piccolo, ma
provoca cose grosse. La religiosa che non rispetta il silenzio, non
giungerà mai alla santità, cioè non diventerà santa. Non s'illuda. Se per
caso accade che per suo mezzo parla lo Spirito di Dio, allora non è lecito
tacere. Ma per poter ascoltare la voce di Dio bisogna avere la quiete
nell'anima ed osservare il silenzio: non un silenzio tetro, ma il silenzio
interiore, cioè il raccoglimento in Dio. Si possono dire molte cose e non
interrompere il silenzio, ed al contrario si può parlar poco ed infrangere
continuamente il silenzio. Oh! che danni irreparabili provoca
l'inosservanza del silenzio! Si fanno molti torti al prossimo, ma
soprattutto alla propria anima. Secondo il mio pensiero e la mia
esperienza, la regola del silenzio dovrebbe essere al primo posto. Iddio
non si dona ad un anima ciarliera che come un fuco nell'alveare ronza
molto, ma non produce miele. Un'anima che chiacchiera molto è vuota
nel suo interno. Non ha né virtù fondamentali, né intimità con Dio. Non è
il caso di parlare di una vita più profonda, della soave pace e tranquillità
nella quale abita Iddio. Un'anima che non ha gustato la dolcezza della
quiete interiore, è uno spirito inquieto, e turba la tranquillità degli altri.
Ho visto molte anime negli abissi infernali per non aver osservato il
silenzio. Loro stesse me l'hanno detto, quando ho chiesto loro quale era
stata la causa della loro rovina. Erano anime consacrate. O mio Dio,
quale dolore! Eppure avrebbero potuto non solo essere in paradiso, ma
essere perfino sante. O Gesù, Misericordia, tremo quando penso che
debbo rendere conto della mia lingua. Nella lingua c'è la vita, ma anche la
morte. E talvolta con la lingua uccidiamo, commettiamo dei veri omicidi;
e possiamo ancora considerare ciò una piccola cosa? Per la verità non
riesco a comprendere tali coscienze. Ho conosciuto una persona, che
avendo saputo da un'altra una certa cosa che si diceva di lei... si ammalò
gravemente e di conseguenza versò molto sangue e molte lacrime e poi
avvenne la dolorosa conclusione che fu causata quindi non dalla spada,
ma dalla lingua. O mio Gesù silenzioso, abbi misericordia di noi.
Nessun commento:
Posta un commento