Sono passata al tema del silenzio, ma non voglio parlare di questo, bensì della vita dell'anima con Dio e della sua risposta alla grazia.
Dopo che l'anima è stata purificata ed il Signore ha rapporti di intimità con lei, ora con tutte le forze tende verso Dio. Però essa da sola non può niente. Qui soltanto Iddio dispone tutto; l'anima lo sa; ne è consapevole. Essa vive
ancora in esilio e sa molto bene che possono esserci ancora giornate
nuvolose e piovose; ma essa guarda a tutto ciò con un atteggiamento
diverso da quello tenuto finora. Non si rifugia in una pace falsa, ma si
slancia nella lotta. Essa sa di essere di una progenie cavalleresca. Ora si
rende conto meglio di tutto. Essa sa di essere di stirpe regale: tutto ciò
che è grande e santo la riguarda. Una serie di grazie che Dio riversa
sull'anima dopo quelle prove di fuoco. Gode di una stretta unione con
Dio. Ha molte visioni sensibili ed intellettuali. Sente molte parole
soprannaturali e talvolta degli ordini precisi.
Ma nonostante queste grazie, non
basta a se stessa.
Proprio in quanto Iddio la visita con queste
grazie, è esposta a diversi pericoli e può facilmente cadere nella
illusione.
Ora dovrebbe pregare Dio perché le mandi una guida spirituale; e non
solo pregare per la guida, ma bisogna darsi da fare e cercare un tale
condottiero, che conosce le cose, come il condottiero deve conoscere le
strade, attraverso le quali deve condurre i suoi soldati in battaglia.
Un'anima che è unita a Dio, bisogna prepararla a grandi ed accaniti
combattimenti. Dopo questa purificazione e queste prove, Iddio tratta
con l'anima in modo particolare, ma l'anima non collabora sempre con
queste grazie. Non perché essa stessa non voglia collaborare, ma perché
incontra così grandi difficoltà esterne ed interne, che ci vuole veramente
un miracolo, perché quell'anima si mantenga su quelle altezze. Ora ha
necessariamente bisogno di un direttore spirituale. Queste difficoltà
spesso riempirono la mia anima di dubbi e talvolta anch'io ero
spaventata poiché pensavo fra me: « Dopo tutto sono una povera
ignorante: molte cose non le conosco, e tanto meno le cose spirituali ».
Però se i dubbi aumentavano, cercavo luce presso un confessore o presso
le Superiore. Ma non ottenevo quello che desideravo. Quando mi aprii
alle Superiore, una di esse conobbe la mia anima e la via attraverso la
quale il Signore mi vuole condurre. Quando mi uniformai alle sue
indicazioni cominciai a progredire rapidamente sulla via della perfezione.
Purtroppo però la cosa non durò a lungo. Quando aprii più a
fondo la mia
anima, non ottenni quello che desideravo; ed alla Superiora quelle grazie
sembrarono inverosimili, quindi non potei attingere più nulla da lei. Mi
disse che non era possibile che Dio avesse rapporti di tale intimità con
una creatura. « Io ho paura per lei, sorella, che si tratti di
un'illusione. Si
consigli con un sacerdote ». Ma il confessore non mi capì e disse: « È
meglio che lei parli di queste cose con le Superiore ». E così andavo dalle
Superiore al confessore e dal confessore alle Superiore e non trovavo
pace. Queste grazie divine cominciarono a essere per me una grande
sofferenza. Dicevo talvolta direttamente al Signore: « Gesù, io ho paura
di Te. Non sei per caso un fantasma? ». Gesù mi tranquillizzava sempre,
ma io non sempre mi fidavo. La cosa strana era che più io non mi fidavo,
e più Gesù dava dimostrazione di essere Lui l'artefice di queste cose.
Quando mi resi conto che non ottenevo alcuna tranquillità dalle
Superiore, decisi di non parlare più con loro di queste cose puramente
interiori. Per l'esterno cercai, da buona religiosa, di parlare di tutto
con le
Superiore; ma per quanto riguarda la necessità dell'anima, d'ora in poi
parlerò solo in confessione. Per molti ed assai ragionevoli motivi ho
capito che una donna non è portata a discernere questi misteri. Mi sono
esposta a tante sofferenze che avrei potuto evitare. Per molto tempo sono
stata ritenuta invasata dallo spirito maligno e venivo guardata con
commiserazione. La Superiora poi aveva messo in atto certi accorgimenti
cautelativi nei miei confronti. Era giunto alle mie orecchie che le suore
mi tenevano d'occhio come tale, come indemoniata. E tutt'attorno mi si
oscurò l'orizzonte. Cominciai ad evitare quelle grazie divine, ma che
potevo fare? Dopotutto non era in mio potere. Improvvisamente fui presa
da un così profondo raccoglimento che, malgrado la mia volontà,
sprofondai in Dio ed il Signore mi trattenne presso di Sé. Nei primi
momenti la mia anima è sempre un po' spaventata, ma poi viene riempita
da una calma e da una forza singolare. Tutto ancora era da sopportare.
Infatti quando il Signore chiese che dipingessi quell'immagine, allora
cominciavano veramente a parlare di me ed a guardarmi come se fossi
un'isterica od un'esaltata e la cosa cominciò a propagarsi un po' di più.
Una delle suore venne da me, per parlarmi in confidenza. E cominciò a
commiserarmi. Mi dice: « Sento che dicono di lei che è un'esaltata, che
ha delle visioni. Povera sorella, si difenda da ciò ». Era sincera
quell'anima e mi disse sinceramente quello che aveva sentito dire. Ma
cose simili dovetti ascoltarle ogni giorno. Che tormento sia stato per me,
Dio solo lo sa. Decisi però di sopportare tutto in silenzio e di non dare
spiegazioni quando mi venivano rivolte domande. Alcune suore erano
irritate dal mio silenzio, specialmente le più curiose; le altre, più
riflessive, dicevano: « Di certo Suor Faustina dev'essere molto vicino a
Dio, dato che ha la forza di sopportare tante sofferenze ». E vedevo
davanti a me quasi dei giudici. Mi preoccupai di avere il silenzio
interno ed esterno. Non dicevo nulla che riguardasse la mia persona,
sebbene venissi interrogata direttamente da alcune suore. La mia bocca
si chiuse. Soffrii come una colomba senza lamentarmi. Alcune
suore però
provavano quasi piacere nel darmi fastidio in qualsiasi modo. Le irritava
la mia pazienza, ma Dio mi diede tanta forza interiore, che sopportai
tutto ciò con serenità. Mi ero resa conto che in quei momenti non potevo
essere aiutata da nessuno e cominciai a pregare ed a chiedere al Signore
un confessore. Desideravo ardentemente che un sacerdote mi dicesse
quest'unica parola: « Stai tranquilla, sei sulla buona strada ».
Oppure «Butta via tutto, perché non viene da Dio ».
Purtroppo però un sacerdote così
deciso, che mi dicesse quelle parole chiare
in nome del Signore, non riuscivo a
trovano.
Perciò andavo avanti nell'incertezza.
O Gesù, se è la Tua volontà
che io viva in tale incertezza, sia benedetto il Tuo Nome.
Ti prego, Signore, dirigi Tu stesso la mia anima e
resta con me, perché da
sola sono nulla. Ecco, sono già stata giudicata da ogni lato: non c'è più
nulla in me che sia sfuggito al giudizio delle suore. Ma ormai tutto in un
certo senso si è esaurito ed hanno cominciato a lasciarmi in pace; la mia
anima martoriata ha potuto prendersi un po' di riposo.
Nessun commento:
Posta un commento