IN PARADISO NON SI VA CON I PIEDI,
MA CON IL CUORE
Appena
qualche settimana fa abbiamo commentato il caso di Brittany, la ragazza ammalata di tumore che aveva deciso di ‘’lasciarsi
morire’’ a 29 anni, perché (secondo la scienza) le restavano pochi mesi di vita.
Pur
nella drammaticità della situazione, resta la gravità della decisione.
A
questa scelta, fa eco la vicenda di Tugce
Albayarak, morta, a 23 anni, per aver
difeso due ragazzine…
Ma
vediamo i fatti…
29.11.2014.

Un venerdì sera di due settimane
fa. Una serata come tante, fra amici. Dopo la discoteca Tugce e la sua
compagnia si dirigono in un McDonald's di Offenbach. Chiacchierano, si
divertono. All'improvviso la giovane e una sua amica sentono delle urla
provenire dal bagno. Tugce accorre in soccorso e trova due ragazzine di circa 13
anni molestate pesantemente da dei ragazzi di poco più grandi, evidentemente
sbronzi, Tugce interviene, li mette in fuga. Sembra finita lì. E invece no, non
per Tugce. Che dopo circa un'ora viene aggredita da uno dei diciottenni, Sanel,
che le tira un pugno alla tempia.
Tugce cade, batte violentemente la
testa, perde molto sangue.
Trasportata in ospedale e operata
d'urgenza. Non c'è nulla da fare.
Due settimane di coma. Di morte
cerebrale. Poi i familiari decidono di lasciarla andare. E di donare i suoi
organi, affinché Tugce possa salvare altre vite. La Germania tutta piange il
suo angelo, chiede la medaglia al merito per questa giovane e coraggiosa donna,
che ha dato la sua vita per salvarne altre due. Ora, dopo la donazione degli
organi autorizzata dalla famiglia, altre tre, quattro, cinque.
Nel frattempo l'aggressore è in
carcere, ma si rifiuta di parlare. Delle due 13enni nessuna traccia. Sparite
nel nulla. L'ultimo appello del padre di Tugce è per loro: "Mia figlia vi
ha salvate e ha fatto tutto perché non vi succedesse niente. Forse si è
sacrificata per voi. Perciò vi scongiuro: per favore, andate alla polizia,
rendete la vostra testimonianza! Tugce non tornerà, ma voi glielo dovete, di
testimoniare!".
Cos’hanno
in comune e cos’hanno di diverso queste due
vicende?
In
comune hanno l’età: due ragazze giovanissime.
In
entrambi i casi, sembra che l’ultima parola l’abbia avuta la scienza: nel primo
caso, sulla base di una ‘’morte certificata scientificamente’’, la ragazza
rinuncia ai suoi ultimi giorni, lasciando vincere la morte; per lei ‘’vivere’’ probabilmente
significava solo consumare giorni su questa terra, non aveva in sé la speranza
e il desiderio della vera Vita, non ha saputo andare oltre il visibile, il
percepibile, oltre la materia di cui siamo composti e in cui siamo immersi.
Nel
secondo caso, invece, apparentemente sembra che a vincere sia stata ancora la
morte e la scienza, con lo staccare la spina che la teneva in vita
artificialmente, in realtà quella morte è stata sconfitta dal desiderio di vita:
Tugce è morta perché credeva nella vita, in quella terrena ed in quella eterna,
e il suo gesto ne è la testimonianza.
Se
Brittany ha deciso di morire guardando solo a se stessa, si è percepita come
una porta ormai destinata inevitabilmente ad essere chiusa; Tugce è morta per difendere
la vita, per proteggere la vita, ha rischiato la sua per salvare quella altrui; verrebbe da dire
che ci vuole coraggio per affrontare un gruppo di ragazzi sbronzi e violenti,
in realtà non è il coraggio quello che ci vuole… ma l’Amore.
Certi
gesti si possono fare solo se mossi dall’Amore!
Il
coraggio c’entra poco, perché l’Amore contiene già in sé tutti gli ingredienti
e tutti gli strumenti per osare sfidare anche l’impossibile!
Tugce,
mossa dall’Amore, non ha pensato alle conseguenze per sè, ha soltanto pensato
all’ingiustizia che si stava commettendo, non ha fatto calcoli come Brittany:
che cosa mi succederà? Quanti giorni mi resteranno? E se poi vorranno vendicarsi? Devo intervenire o far
finta di niente?
Tugce
si è precipitata spinta da qualcosa di più grande dei propri calcoli, qualcosa
che le ha permesso di superare le proprie paure e quell’indifferenza che ormai caratterizza
i nostri tempi.
Lo
vediamo, assistiamo ogni giorno a ciò che le telecamere agli angoli delle
strade riprendono: gente che passa indifferente vicino a chi viene picchiato barbaramente
per i motivi più diversi.
E
vediamo anche i piccoli eroi quotidiani che per difendere gli altri ci
rimettono la vita.
Ciò
che emerge da queste due vicende è un fatto molto sconcertante: pur essendo immersi
in una cultura di morte, la Vita trova sempre il modo di vincere e stravolgere
quelle che sembrano regole ormai consolidate e socialmente accettate; il Bene è
sempre più forte del Male, ha una Forza in più, una spinta in più, ed agisce in
tutti, indipendentemente dall’età o da altre variabili umane, basta lasciar
aperta la porta del cuore e lasciare che l’Amore ne prenda possesso.
Tugce
aveva capito molto bene questo meccanismo: aveva capito che il nostro traguardo
è il Paradiso e che in Paradiso… non si entra né con i piedi né con la testa…
in Paradiso si entra con il cuore… perché è lì che abita l’Amore!
Al
gesto di Brittany, schieratasi con la Morte, Tugce risponde sfidando la Morte e
aprendosi alla vita.
Un
esempio brillante, una testimonianza indiscutibile… la Morte è stata sconfitta
una volta per tutte e tutti coloro che in questo crederanno… potranno fare altrettanto…
Tugce ci ha creduto ed ha agito di conseguenza… dando così conferma alla
Verità: il suo è stato davvero un …
morire con dignità!
Non
ha scelto di morire, ma per difendere la Vita si è trovata faccia a faccia con
la morte… questa morte che le ha strappato un corpo, (resosi ancora utile anche
quando ha smesso di battere), non ha potuto strapparle la Vita… perché ha
creduto in quello che il Signore ha detto: … non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere
di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far
perire nella Geènna e l’anima e il corpo. (Mt 10, 24-33).
Tugce
ci ha dato una testimonianza forte e chiara:
-
solo rinunciando al Male possiamo testimoniare il
Bene;
-
non dobbiamo temere gli uomini del mondo, non dobbiamo
temere coloro che possono uccidere il corpo, ma che non possono uccidere né
arrecare danno all’anima che sola vive ed ha vita;
- se proprio nel nostro cuore deve dimorare un timore,
sia piuttosto di Colui che è Signore delle nostre anime e della Vita Vera!
SI', ACCENDIAMO UNA LUCE PER TUGCE…
PERCHÉ LEI HA TENUTO ACCESA
QUELLA DELLA VITA E DELLA SPERANZA...
LA LUCE
DELL’AMORE CHE SCONFIGGE LA MORTE...
... ED E’ NELL’ANNUNCIARE
LA MORTE…
CHE PROCLAMIAMO LA RESURREZIONE DI CRISTO…
IN ATTESA DELLA SUA VENUTA!
CHE PROCLAMIAMO LA RESURREZIONE DI CRISTO…
IN ATTESA DELLA SUA VENUTA!
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