
PROFANATORI DI VERITA’
‘’Io prego me stesso, non prego nessun altro, oltre questa vita non mi
interessa nient’altro, mi basta vivere questa vita, non sono credente, non
credo nell’aldilà, però invidio i credenti, almeno loro hanno una via di
sicurezza, io non ce l’ho’’ (Andrea Camilleri in un’intervista dell’8
novembre c.a. al TG2. )
Mi colpiscono alcune parole di
quanto qui sopra riportato, che esprimono dei concetti enormi, che fotografano
la realtà odierna o meglio dire quella che ha caratterizzato questi ultimi
decenni in maniera forte e peculiare: io
prego me stesso, non credo, invidio i credenti.
Tre aspetti che, ribaltati nel
cristianesimo, stanno alla base della nostra fede: il credere, il pregare, il
non peccare (l’invidia insieme con la superbia stanno alla base del peccato
originale: per invidia il diavolo tentò Eva e per superbia si mise contro Dio pensando
di esserGli pari se non superiore).
Il credere, il pregare, il non
peccare fanno del cristiano colui che si sforza di mettersi in gioco, di
migliorare se stesso, di vivere una vita dignitosa e rispettosa; qualcuno che
si mette in cammino, senza mai fermarsi, senza mai stancarsi, senza mai raggiungere
un traguardo che gli permetta di riposarsi, più il cristiano cammina, più ha la
sensazione che la meta si allontani, perché per strada perde quella coltre
spessa di egoismo e di egocentrismo, di superbia, invidia, gelosia, ira… man
mano che queste ‘’squame’’ di paolina memoria, cadono dai nostri occhi, man
mano che i muri crollano nel nostro cuore, come il muro di Berlino, ecco che ci
si rende conto di quanto si sia lontani dalla Meta, ci si accorge che quell’esuberanza
di cristiano-non credente-non praticante altro non era se non una maschera, un’enorme
maschera di ferro, scioltasi lentamente al Fuoco dell’amore di Cristo, sì, c’è
anche un’inversione di temperatura interna ed esterna: se prima si bruciava esteriormente
per l’ira furibonda che si scatenava ogni qualvolta le cose non andavano
secondo il proprio volere e si alimentava la freddezza glaciale interiormente, dopo l’Incontro con l’Amore vero, la Scintilla
della fede comincia a riscaldare quel ghiaccio secolare e a far sentire la
gioia del tepore del cuore, fino a quando l’incendio scoppia ed allora ogni
gelo, ogni freddezza si scioglie come neve al sole: il fuoco divampa nel cuore
e si scopre con quale freddezza l’uomo risponde al Fuoco Divino e si comprende
quanto si è miliardi di anni luce lontani da quella Meta che si credeva di
potersela giocare addirittura al lotto, come una combinazione vincente da
trovare con un sistemone geniale!
Fa molto impressione quell’espressione
‘’io prego solo me stesso’’, dico a
me stesso ’’reggi, non mollare, non t’arrendere…’’,
mi viene da chiedermi: ma davvero l’uomo crede di avere in sé tutta la forza
necessaria per affrontare ogni cosa nella sua vita?
Davvero è convinto che è veramente
opera sua, ingegno suo, volontà sua, forza sua superare ogni difficoltà?
Davvero pensa di poter fare a meno
di Dio?
Davvero crede che l’unico dio è
se stesso?
Se davvero è così… allora… lo
squallore della nostra esistenza è al suo massimo storico!!!
La cosa che più sconvolge è il rendersi conto di quanto sia abnorme
l’incoerenza fra il pensare, l’agire e
il desiderare dell’uomo contemporaneo.
Da una parte, egli pensa ed è
convinto che l’uomo sia dio, agisce come se fosse il dio di se stesso, l’unico
dio da adorare, è la teoria tolemaica della fede: tutto ruota intorno alla
volontà dell’uomo, centro e perno dell’universo; dall’altra desidera un mondo
perfetto, un mondo di pace, di prosperità, di gioia.
Ma davvero pensa che la Pace sia
opera sua? Che la prosperità sia opera sua? Che la Vera Gioia scatti allo
schioccare delle sue dita, come fa il califfo con le sue concubine?
Davvero crede che questo mondo
sia un califfato da poter governare prendendo come unico punto di riferimento
se stesso e che tutto dipenda dalla sua volontà?
Se davvero lo crede… beh…
allora… possiamo cominciare a contare gli anni a ritroso, come si fa per i
secondi che separano dal Capodanno… perché così andiamo incontro all’autodistruzione
dell’Umanità.
Ma perché siamo così ciechi da
non voler guardare i segni dei tempi?
Perché siamo così ottusi da non
renderci conto dove stiamo andando? Stiamo andando alla deriva, siamo ormai
fuori da noi stessi e fuori dall’amore di Cristo… per nostra volontà, per
nostra esclusiva volontà!
Ecco dove ci porta la volontà dell’uomo: fuori dalla nostra creaturalità!
Ecco dove ci porta la volontà dell’uomo: fuori dalla nostra creaturalità!
Dimentichiamo di essere
creature, dimentichiamo che non veniamo da noi stessi, che non ci siamo fatti
da soli, che non respiriamo per nostra volontà, che non viviamo perché lo
abbiamo deciso noi, dimentichiamo ogni cosa che ci riporta alla radice del
nostro essere: siamo vivi per volontà Divina!
È l’unica verità che l’uomo
cerca di oscurare, di negare a se stesso, di dimenticare, ma poi la realtà
parla da sé, essa non può mentire, non può ingannare, illudere: la realtà ci
mette davanti agli orrori e agli errori che stanno portando il mondo verso l’autodistruzione.
Qualche esempio?
Generazioni e generazioni
smarrite e disorientate, dominate dalla violenza, dall’odio, dalla presunzione,
dall’egoismo sfrenato che fa scambiare per amore il desiderio di possesso; mai
come oggi siamo davanti alla perversione totale dell’amore: o mia o di nessun
altro, o con me o ti uccido; la vita è mia e decido io quando morire, per amore
di me stessa; il desiderio di maternità va realizzato a qualsiasi costo e a
qualsiasi prezzo, anche affittando a suon di quattrini geni, cromosomi e grembi
disposti a partorire per me; non c’è
limite alla brama di denaro: corruzione, usura, concussione,
commercializzazione dei disabili, dei bambini e dei loro organi; la guerra ad
ogni livello: ultima in ordine di tempo: 43 studenti nel Messico massacrati perché
sospettati di essere contro il governo;
Medioriente: migliaia di uomini massacrati, bruciati vivi, donne stuprate,
bambini venduti, schiavizzati, violentati, uccisi tra le braccia delle mamme… e
buttati nelle fosse comuni… c’è altro da dire???
Manca qualcos'altro nell’elenco… sì,
mancano tutti i disastri ecologici che stanno portando via le fatiche di
migliaia di famiglie, i cambiamenti climatici per l’ingordigia e la noncuranza
dell’uomo, le epidemie per l’abbandono di tante popolazioni ancora senza acqua
potabile e cibo a sufficienza… c’è un mondo corrotto e c’è un cuore umano
deteriorato e ridotti in brandelli… ecco dove porta la volontà dell’uomo quando
non è sostenuta da quella divina, quando non fa riferimento ad Essa, quando non
invoca la sua Presenza, quando non rispetta il Suo Progetto di vita.
E parliamo pure dei progetti di
vita degli uomini: tutti sono concordi nel dire che la famiglia è stata
distrutta nella sua intimità, nella sua peculiarità, nella sua essenza, tutti
vedono questi bambini tristi, depressi, aggressivi, violenti, incapaci di
provare sentimenti o emozioni profonde, superficiali e fragili… fragilissimi, crollano
come niente, vanno giù al primo soffio contrario, tendono al comando ma non
accettano ordini, la figura genitoriale è evanescente, insicura, indecisa,
scarsamente autorevole, c’è una vita familiare inesistente nella realtà, perché
famiglia non è condividere un spazio, ma realizzare un incontro; quest’incontro
non c’è più, è sempre più sfuggente e le relazioni familiari sempre più fragili
e problematiche… a fronte di tutto
questo… cosa facciamo? Semplicemente si protesta e si fa ‘’disobbedienza civile’’
e si pretende che la Legge approvi
unioni contro natura, così da destabilizzare completamente il concetto di
famiglia!
Siamo di fronte alla decadenza
morale, affettiva, sentimentale, etica, culturale, spirituale, scientifica
anche, non c’è un aspetto che non sia stato intaccato dal Male torbido della
concupiscenza e noi… come ci poniamo davanti a tutto questo?
Noi, come Andrea Camilleri,
sulla soglia dei 90 anni… ci guardiamo intorno e concludiamo… è vero che il mondo va a rotoli, abbiamo stravolto
ogni regola del Creato, abbiamo messo a rischio ogni esistenza, abbiamo
distrutto il bello della vita… abbiamo trasformato la vita in un lugubre elenco
di morti… è tutto vero questo… abbiamo sbagliato in tante cose… ma nonostante
ciò… io… continuo a pregare solo e soltanto me stesso!
Ecco, il Vangelo di oggi è
quanto mai appropriato… è la risposta di Dio alla nostra volontà di cancellarLo
dalla nostra vita, ad espropriarlo dal nostro cuore… ma il nostro cuore gli
appartiene… è opera delle Sue Mani, nessuno potrà mai cancellare questa Verità…
tanto meno la misera volontà dell’uomo…
Dal vangelo di Giovanni 2,13-22
Si avvicinava intanto la
Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che
vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambia monete.
Allora fece una frusta di
cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi;
gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai
venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della
casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si
ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà
Allora i Giudei presero la
parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
Rispose loro Gesù:
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei:
«Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo
farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio
del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato
dai morti i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero
alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
L'incontro di Gesù nel Tempio
non è con persone che cercano Dio, ma con commercianti del sacro… sembra una
scena di oggi, siamo noi come loro… venditori a buon mercato delle cose sacre,
dell’amore di Dio… la nostra è una svendita di noi stessi, della vita, della
fede… di Dio!
Sì, abbiamo trasformato questo
nostro mondo in un ‘’mercato disonesto’’, siamo mercanti di vanità e imbroglioni,
proprio come i mercanti del tempio: l’ira di Gesù non è contro il mercato in sé,
che aveva la sua ragion d’essere nei pressi del tempio (per cambiare le monete
imperiali con le monete del tempio e per vendere gli animali da sacrificare nel
tempio), ma contro la violenza che in
quel mercato veniva generata, per l’uso o meglio dire ‘’l’abuso’’ che si faceva
del proprio lavoro, occasione di guadagno indebito, denaro sporco, sfruttamento
dei poveri, aumento dei prezzi, approfittatori delle necessità altrui… e non è
questo, forse, ciò che accade nei ‘’mercati’’ di oggi, una corruzione globale, a
ben guardare non è forse proprio la corruzione ciò più di ogni altra cosa unisce l’intero
mondo?
Uno sfruttare ed approfittare
della debolezza altrui che avviene nel modo più subdolo, che disonora questo
nostro ‘’corpo’’ quale ‘’Tempio dello Spirito’’, così come ci ricorda Paolo: “Fratelli, voi siete edificio di Dio. … Non
sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno
distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di
Dio, che siete voi”.
La risposta di Gesù alla
richiesta di un segno da parte dei Giudei è per loro enigmatica, incomprensibile,
così come accade per l’uomo chiuso alla fede, incapace di cogliere l’annuncio
profetico; ma se in un certo senso si può, volendo, giustificare i Giudei ed
anche gli apostoli che non sapevano quello che sarebbe accaduto di lì a breve:
la morte e la resurrezione di Cristo (anche se i Giudei ben conoscevano le
Scritture e sapevano bene che questi fatti erano stati più volte profetizzati nella
letteratura veterotestamentaria), non siamo giustificabili noi che abbiamo
conosciuto e sperimentato tale Verità, ci è stata testimoniata e documentata in
modo inequivocabile… ma noi siamo più chiusi dei Giudei e Camilleri ce ne dà un
esempio potremo anche dire ‘‘eccellente’’… ecco … non è la cultura la via di
accesso alla fede, non è l’essersi o meno realizzati nella vita ciò che
permette di andare oltre il visibile, non è l’avere o meno fantasia, capacità
creativa, capacità descrittiva o logiche narrative, ma è l’incontro personale
con Gesù, Tempio della Parola.
Perché questo incontro avvenga
è necessaria una sola condizione, anzi tre: credere, pregare, non peccare.
Credere… nella Verità. Pregare…
con umiltà. Non peccare… per amore di Dio e del prossimo.
Tre aspetti che implicano una
scelta di vita ben precisa, un’impostazione di vita che non lascia margini di
fuga: o si crede o non si crede!
Non cristiani a metà, non
testimoni occasionali o all’occorrenza, ma coerenti e santi in ogni situazione.
Impossibile! È una richiesta
assurda e irrealizzabile? Una richiesta… oscena?
Può darsi… ma noi siamo ‘’pietre
vive’’ del Tempio di Cristo, siamo compartecipi di quel Tempio ‘’demolito e
ricostruito in tre giorni’’, siamo il popolo dei ‘’tempi nuovi, della Nuova
Alleanza’’, il popolo che ha assistito alla Ricostruzione del Tempio, che ha
ricevuto lo Spirito Paraclito, Testimone ed Artefice della Ricostruzione
stessa.
Siamo il popolo della Speranza, il popolo della Salvezza, o almeno questo dovremmo essere, in realtà siamo ‘’un popolo di disperati, di
ingannatori, di illusionisti’’, capaci di invidiare la fede altrui, ma incapaci
di chiederla con quella umiltà che è la sola strada per accedere ai gradini del
Tempio, il passpartout per avere udienza nella Casa del Padre.
Se la lampada della fede non viene
accesa dallo sforzo di porsi ai piedi del Tempio ed implorare misericordia …
tutto è vano, tutto diventa impossibile, non resta che ‘’invidiare’’ , aggiungere
così peccato su peccato: all’orgoglio si accompagna l’invidia, che invece di
sciogliere i nodi che ne impediscono l’avvicinamento, li pietrificano, li
induriscono… li trasformano in pietre spigolose, pietre sconnesse, impossibili
da armonizzare con quelle postegli accanto… noi siamo pietre che il Signore
mette insieme con il cemento del Suo Amore, ma perché questo dia buoni
risultati è necessario essere ‘’docili’’ nelle Sue Mani e lasciarsi ‘’porre’’
dove Lui ha stabilito, Architetto eccellente… che ben conosce il posto più adatto
per ciascuno di noi nella costruzione del Suo Tempio Santo… ma la nostra
presunzione di voler decidere noi il posto dove essere posti, rende instabile
la costruzione che cade, così, su se stessa, cade rovinosamente sulle proprie
debolezze, sulla nostra fragilità di uomini orgogliosi, presuntuosi, prepotenti,
egocentrici, infingardi, violenti, sfruttatori, traditori… mercanti che…
credono di sfuggire alla Giustizia di chi abita in quel Tempio che loro credono
di servire… siamo noi… mercanti di oggi… distruttori del Tempio che ci è stato affidato e del quale ci è
stato chiesto di entrare a farne parte… non
siamo ‘’pietre vive’’ ma ‘’pietre moribonde’’ che si contorcono nei rantoli
dell’agonia; siamo ‘’pietre purificate dal Sangue dell’Agnello’’… pietre
accarezzate e amate dall’Amore di Dio… ma il nostro orgoglio ci trasforma in ‘’flagellatori
di noi stessi e del prossimo’’, la sferza della violenza che agisce in noi ci trasforma in adulatori di noi stessi,
giustizieri degli altri, autoproclamatori del ‘’regno del male’’… PROFANATORI
DI VERITÀ… MERCANTI DI VANITÀ… MERCANTI DI MORTE!
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