sabato 8 novembre 2014



PROFANATORI DI VERITA’

’Io prego me stesso, non prego nessun altro, oltre questa vita non mi interessa nient’altro, mi basta vivere questa vita, non sono credente, non credo nell’aldilà, però invidio i credenti, almeno loro hanno una via di sicurezza, io non ce l’ho’’ (Andrea Camilleri in un’intervista dell’8 novembre c.a. al TG2. )

Mi colpiscono alcune parole di quanto qui sopra riportato, che esprimono dei concetti enormi, che fotografano la realtà odierna o meglio dire quella che ha caratterizzato questi ultimi decenni in maniera forte e peculiare: io prego me stesso, non credo, invidio i credenti.
Tre aspetti che, ribaltati nel cristianesimo, stanno alla base della nostra fede: il credere, il pregare, il non peccare (l’invidia insieme con la superbia stanno alla base del peccato originale: per invidia il diavolo tentò Eva e per superbia si mise contro Dio pensando di esserGli pari se non superiore).
Il credere, il pregare, il non peccare fanno del cristiano colui che si sforza di mettersi in gioco, di migliorare se stesso, di vivere una vita dignitosa e rispettosa; qualcuno che si mette in cammino, senza mai fermarsi, senza mai stancarsi, senza mai raggiungere un traguardo che gli permetta di riposarsi, più il cristiano cammina, più ha la sensazione che la meta si allontani, perché per strada perde quella coltre spessa di egoismo e di egocentrismo, di superbia, invidia, gelosia, ira… man mano che queste ‘’squame’’ di paolina memoria, cadono dai nostri occhi, man mano che i muri crollano nel nostro cuore, come il muro di Berlino, ecco che ci si rende conto di quanto si sia lontani dalla Meta, ci si accorge che quell’esuberanza di cristiano-non credente-non praticante altro non era se non una maschera, un’enorme maschera di ferro, scioltasi lentamente al Fuoco dell’amore di Cristo, sì, c’è anche un’inversione di temperatura interna ed esterna: se prima si bruciava esteriormente per l’ira furibonda che si scatenava ogni qualvolta le cose non andavano secondo il proprio volere e si alimentava la freddezza glaciale interiormente,  dopo l’Incontro con l’Amore vero, la Scintilla della fede comincia a riscaldare quel ghiaccio secolare e a far sentire la gioia del tepore del cuore, fino a quando l’incendio scoppia ed allora ogni gelo, ogni freddezza si scioglie come neve al sole: il fuoco divampa nel cuore e si scopre con quale freddezza l’uomo risponde al Fuoco Divino e si comprende quanto si è miliardi di anni luce lontani da quella Meta che si credeva di potersela giocare addirittura al lotto, come una combinazione vincente da trovare con un sistemone geniale!
Fa molto impressione quell’espressione ‘’io prego solo me stesso’’, dico a me stesso ’’reggi, non mollare, non t’arrendere…’’, mi viene da chiedermi: ma davvero l’uomo crede di avere in sé tutta la forza necessaria per affrontare ogni cosa nella sua vita?
Davvero è convinto che è veramente opera sua, ingegno suo, volontà sua, forza sua superare ogni difficoltà?
Davvero pensa di poter fare a meno di Dio?
Davvero crede che l’unico dio è se stesso?
Se davvero è così… allora… lo squallore della nostra esistenza è al suo massimo storico!!!
La cosa che più  sconvolge è il rendersi conto di quanto sia abnorme l’incoerenza fra il pensare, l’agire  e il desiderare dell’uomo contemporaneo.
Da una parte, egli pensa ed è convinto che l’uomo sia dio, agisce come se fosse il dio di se stesso, l’unico dio da adorare, è la teoria tolemaica della fede: tutto ruota intorno alla volontà dell’uomo, centro e perno dell’universo; dall’altra desidera un mondo perfetto, un mondo di pace, di prosperità, di gioia.
Ma davvero pensa che la Pace sia opera sua? Che la prosperità sia opera sua? Che la Vera Gioia scatti allo schioccare delle sue dita, come fa il califfo con le sue concubine?
Davvero crede che questo mondo sia un califfato da poter governare prendendo come unico punto di riferimento se stesso e che tutto dipenda dalla sua volontà?
Se davvero lo crede… beh… allora… possiamo cominciare a contare gli anni a ritroso, come si fa per i secondi che separano dal Capodanno… perché così andiamo incontro all’autodistruzione dell’Umanità.
Ma perché siamo così ciechi da non voler guardare i segni dei tempi?
Perché siamo così ottusi da non renderci conto dove stiamo andando? Stiamo andando alla deriva, siamo ormai fuori da noi stessi e fuori dall’amore di Cristo… per nostra volontà, per nostra esclusiva volontà!
Ecco dove ci porta la volontà dell’uomo: fuori dalla nostra creaturalità!
Dimentichiamo di essere creature, dimentichiamo che non veniamo da noi stessi, che non ci siamo fatti da soli, che non respiriamo per nostra volontà, che non viviamo perché lo abbiamo deciso noi, dimentichiamo ogni cosa che ci riporta alla radice del nostro essere: siamo vivi per volontà Divina!
È l’unica verità che l’uomo cerca di oscurare, di negare a se stesso, di dimenticare, ma poi la realtà parla da sé, essa non può mentire, non può ingannare, illudere: la realtà ci mette davanti agli orrori e agli errori che stanno portando il mondo verso l’autodistruzione.
Qualche esempio?
Generazioni e generazioni smarrite e disorientate, dominate dalla violenza, dall’odio, dalla presunzione, dall’egoismo sfrenato che fa scambiare per amore il desiderio di possesso; mai come oggi siamo davanti alla perversione totale dell’amore: o mia o di nessun altro, o con me o ti uccido; la vita è mia e decido io quando morire, per amore di me stessa; il desiderio di maternità va realizzato a qualsiasi costo e a qualsiasi prezzo, anche affittando a suon di quattrini geni, cromosomi e grembi disposti  a partorire per me; non c’è limite alla brama di denaro: corruzione, usura, concussione, commercializzazione dei disabili, dei bambini e dei loro organi; la guerra ad ogni livello: ultima in ordine di tempo: 43 studenti nel Messico massacrati perché  sospettati di essere contro il governo; Medioriente: migliaia di uomini massacrati, bruciati vivi, donne stuprate, bambini venduti, schiavizzati, violentati, uccisi tra le braccia delle mamme… e buttati nelle fosse comuni… c’è altro da dire???
Manca qualcos'altro nell’elenco… sì, mancano tutti i disastri ecologici che stanno portando via le fatiche di migliaia di famiglie, i cambiamenti climatici per l’ingordigia e la noncuranza dell’uomo, le epidemie per l’abbandono di tante popolazioni ancora senza acqua potabile e cibo a sufficienza… c’è un mondo corrotto e c’è un cuore umano deteriorato e ridotti in brandelli… ecco dove porta la volontà dell’uomo quando non è sostenuta da quella divina, quando non fa riferimento ad Essa, quando non invoca la sua Presenza, quando non rispetta il Suo Progetto di vita.
E parliamo pure dei progetti di vita degli uomini: tutti sono concordi nel dire che la famiglia è stata distrutta nella sua intimità, nella sua peculiarità, nella sua essenza, tutti vedono questi bambini tristi, depressi, aggressivi, violenti, incapaci di provare sentimenti o emozioni profonde, superficiali e fragili… fragilissimi, crollano come niente, vanno giù al primo soffio contrario, tendono al comando ma non accettano ordini, la figura genitoriale è evanescente, insicura, indecisa, scarsamente autorevole, c’è una vita familiare inesistente nella realtà, perché famiglia non è condividere un spazio, ma realizzare un incontro; quest’incontro non c’è più, è sempre più sfuggente e le relazioni familiari sempre più fragili e problematiche… a fronte di  tutto questo… cosa facciamo? Semplicemente si protesta e si fa ‘’disobbedienza civile’’  e si pretende che la Legge approvi unioni contro natura, così da destabilizzare completamente il concetto di famiglia!
Siamo di fronte alla decadenza morale, affettiva, sentimentale, etica, culturale, spirituale, scientifica anche, non c’è un aspetto che non sia stato intaccato dal Male torbido della concupiscenza e noi… come ci poniamo davanti a tutto questo?
Noi, come Andrea Camilleri, sulla soglia dei 90 anni… ci guardiamo intorno e concludiamo… è vero che il mondo va a rotoli, abbiamo stravolto ogni regola del Creato, abbiamo messo a rischio ogni esistenza, abbiamo distrutto il bello della vita… abbiamo trasformato la vita in un lugubre elenco di morti… è tutto vero questo… abbiamo sbagliato in tante cose… ma nonostante ciò… io… continuo a pregare solo e soltanto me stesso!
Ecco, il Vangelo di oggi è quanto mai appropriato… è la risposta di Dio alla nostra volontà di cancellarLo dalla nostra vita, ad espropriarlo dal nostro cuore… ma il nostro cuore gli appartiene… è opera delle Sue Mani, nessuno potrà mai cancellare questa Verità… tanto meno la misera volontà dell’uomo…

Dal vangelo di Giovanni 2,13-22

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambia monete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Quando poi fu risuscitato dai morti i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

L'incontro di Gesù nel Tempio non è con persone che cercano Dio, ma con commercianti del sacro… sembra una scena di oggi, siamo noi come loro… venditori a buon mercato delle cose sacre, dell’amore di Dio… la nostra è una svendita di noi stessi, della vita, della fede… di Dio!
Sì, abbiamo trasformato questo nostro mondo in un ‘’mercato disonesto’’, siamo mercanti di vanità e imbroglioni, proprio come i mercanti del tempio: l’ira di Gesù non è contro il mercato in sé, che aveva la sua ragion d’essere nei pressi del tempio (per cambiare le monete imperiali con le monete del tempio e per vendere gli animali da sacrificare nel tempio), ma contro la violenza che in quel mercato veniva generata, per l’uso o meglio dire ‘’l’abuso’’ che si faceva del proprio lavoro, occasione di guadagno indebito, denaro sporco, sfruttamento dei poveri, aumento dei prezzi, approfittatori delle necessità altrui… e non è questo, forse, ciò che accade nei ‘’mercati’’ di oggi, una corruzione globale, a ben guardare non è forse proprio la corruzione ciò più di ogni altra cosa unisce l’intero mondo?
Uno sfruttare ed approfittare della debolezza altrui che avviene nel modo più subdolo, che disonora questo nostro ‘’corpo’’ quale ‘’Tempio dello Spirito’’, così come ci ricorda Paolo: “Fratelli, voi siete edificio di Dio. … Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi”.
La risposta di Gesù alla richiesta di un segno da parte dei Giudei è per loro enigmatica, incomprensibile, così come accade per l’uomo chiuso alla fede, incapace di cogliere l’annuncio profetico; ma se in un certo senso si può, volendo, giustificare i Giudei ed anche gli apostoli che non sapevano quello che sarebbe accaduto di lì a breve: la morte e la resurrezione di Cristo (anche se i Giudei ben conoscevano le Scritture e sapevano bene che questi fatti erano stati più volte profetizzati nella letteratura veterotestamentaria), non siamo giustificabili noi che abbiamo conosciuto e sperimentato tale Verità, ci è stata testimoniata e documentata in modo inequivocabile… ma noi siamo più chiusi dei Giudei e Camilleri ce ne dà un esempio potremo anche dire ‘‘eccellente’’… ecco … non è la cultura la via di accesso alla fede, non è l’essersi o meno realizzati nella vita ciò che permette di andare oltre il visibile, non è l’avere o meno fantasia, capacità creativa, capacità descrittiva o logiche narrative, ma è l’incontro personale con Gesù, Tempio della Parola.
Perché questo incontro avvenga è necessaria una sola condizione, anzi tre: credere, pregare, non peccare.
Credere… nella Verità. Pregare… con umiltà. Non peccare… per amore di Dio e del prossimo.
Tre aspetti che implicano una scelta di vita ben precisa, un’impostazione di vita che non lascia margini di fuga: o si crede o non si crede!
Non cristiani a metà, non testimoni occasionali o all’occorrenza, ma coerenti e santi in ogni situazione.
Impossibile! È una richiesta assurda e irrealizzabile? Una richiesta… oscena?
Può darsi… ma noi siamo ‘’pietre vive’’ del Tempio di Cristo, siamo compartecipi di quel Tempio ‘’demolito e ricostruito in tre giorni’’, siamo il popolo dei ‘’tempi nuovi, della Nuova Alleanza’’, il popolo che ha assistito alla Ricostruzione del Tempio, che ha ricevuto lo Spirito Paraclito, Testimone ed Artefice della Ricostruzione stessa.
Siamo il popolo della Speranza, il popolo della Salvezza, o almeno questo dovremmo essere, in realtà siamo ‘’un popolo di disperati, di ingannatori, di illusionisti’’, capaci di invidiare la fede altrui, ma incapaci di chiederla con quella umiltà che è la sola strada per accedere ai gradini del Tempio, il passpartout per avere udienza nella Casa del Padre.

Se la lampada della fede non viene accesa dallo sforzo di porsi ai piedi del Tempio ed implorare misericordia … tutto è vano, tutto diventa impossibile, non resta che ‘’invidiare’’ , aggiungere così peccato su peccato: all’orgoglio si accompagna l’invidia, che invece di sciogliere i nodi che ne impediscono l’avvicinamento, li pietrificano, li induriscono… li trasformano in pietre spigolose, pietre sconnesse, impossibili da armonizzare con quelle postegli accanto… noi siamo pietre che il Signore mette insieme con il cemento del Suo Amore, ma perché questo dia buoni risultati è necessario essere ‘’docili’’ nelle Sue Mani e lasciarsi ‘’porre’’ dove Lui ha stabilito, Architetto eccellente… che ben conosce il posto più adatto per ciascuno di noi nella costruzione del Suo Tempio Santo… ma la nostra presunzione di voler decidere noi il posto dove essere posti, rende instabile la costruzione che cade, così, su se stessa, cade rovinosamente sulle proprie debolezze, sulla nostra fragilità di uomini orgogliosi, presuntuosi, prepotenti, egocentrici, infingardi, violenti, sfruttatori, traditori… mercanti che… credono di sfuggire alla Giustizia di chi abita in quel Tempio che loro credono di servire… siamo noi… mercanti di oggi…  distruttori del Tempio che ci è stato affidato e del quale ci è stato chiesto di entrare  a farne parte… non siamo ‘’pietre vive’’ ma ‘’pietre moribonde’’ che si contorcono nei rantoli dell’agonia; siamo ‘’pietre purificate dal Sangue dell’Agnello’’… pietre accarezzate e amate dall’Amore di Dio… ma il nostro orgoglio ci trasforma in ‘’flagellatori di noi stessi e del prossimo’’, la sferza della violenza che agisce in noi ci trasforma in adulatori di noi stessi, giustizieri degli altri, autoproclamatori del ‘’regno del male’’… PROFANATORI DI VERITÀMERCANTI DI VANITÀMERCANTI DI MORTE!  

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