martedì 21 aprile 2015

DIARIO DELLA 
DIVINA MISERICORDIA 
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA


 Ma ho constatato che proprio durante quella tribolazione il Signore
mi è stato quanto mai vicino. La tregua però è durata pochino.
È scoppiata di nuovo una violenta tempesta.
Adesso i sospetti di un tempo, son diventati per loro, a quanto pare, certezza e bisogna ascoltare di nuovo la stessa musica di prima.
Così piace al Signore. La cosa strana però è che anche diverse
faccende esterne han cominciato ad andare per traverso. Ciò ha
provocato molte svariate sofferenze, note soltanto a Dio. Ad ogni modo
ho cercato, come ho potuto, di fare ogni cosa con l'intenzione più pura.
Ora m'accorgo di essere sorvegliata come una ladra ovunque: in cappella,
quando svolgo il mio lavoro, in cella. Ora so che, oltre alla presenza di
Dio, ho la continua presenza umana, che francamente qualche volta mi
mette in grave imbarazzo. Ci sono stati dei momenti in cui sono rimasta
indecisa se spogliarmi o meno, per potermi lavare. A proposito, anche il
mio misero letto è stato controllato parecchie volte. Qualche volta m'è
venuto da ridere, quando son venuta a sapere che non lasciavano in pace
nemmeno il letto. Una suora mi ha detto lei stessa, che ogni sera mi
sorvegliava dentro la cella, per vedere come mi comportavo. Tuttavia i
Superiori son sempre i Superiori. E sebbene mi abbiano personalmente
umiliata e talvolta imbottita di numerosi dubbi, tuttavia mi hanno
sempre permesso quello che voleva il Signore, quantunque non come
avevo chiesto, ma in altro modo hanno aderito alle richieste del Signore e
mi hanno autorizzata a fare certe penitenze e mortificazioni. Un giorno
una delle Madri si adirò contro di me e mi umiliò talmente, che pensavo
proprio non l'avrei sopportato. Mi disse: « Stravagante, isterica,
visionaria, vattene dalla mia stanza, non voglio conoscerti! ». Una
gragnola di rimproveri si scaricò sul mio capo. Quando arrivai nella mia
cella, caddi con la faccia a terra davanti al crocifisso e guardai Gesù; non
ero in grado di pronunciare nemmeno una parola. E tuttavia nascosi il
fatto agli altri e feci finta che non fosse successo nulla fra di noi. Satana
però approfitta sempre di queste circostanze. Cominciarono a venirmi
pensieri di scoraggiamento: « Ecco la ricompensa per la tua fedeltà e
sincerità! Val la pena esser sincera, quando si è capiti a questo modo? ».
« Gesù, Gesù, sono sfinita! ». E caddi nuovamente a terra sotto quel
peso; cominciai a sudare ed una certa paura cominciò ad impadronirsi di
me. E pensavo: « Non ho nessuno che mi dia un appoggio morale ». E
subito sentii una voce nell'anima: « Non temere, Io sono con te »; ed
una singolare luce illuminò la mia mente e compresi che non dovevo
arrendermi a quelle malinconie e mi sentii piena di forza ed uscii dalla
cella con rinnovato coraggio per andare incontro ai patimenti. Tuttavia
cominciai a lasciarmi un po' andare. Non facevo caso a quelle ispirazioni
interiori; cercavo di distrarmi. Però, nonostante il chiasso e le distrazioni,
vedevo quello che avveniva nella mia anima. La parola divina è eloquente
e nulla può soffocarla. Cominciai ad evitare l'incontro del Signore con la
mia anima, perché non volevo essere vittima di illusioni. Ma il Signore in
certo qual modo m'inseguì con i Suoi doni ed in verità ho provato a turno
sofferenze e gioie. Non ricordo qui le varie visioni e grazie, che Dio mi ha
concesso in quel tempo, perché le ho annotate altrove; ma ricorderò che
quelle mie molteplici sofferenze avevano ormai raggiunto il colmo e io
decisi di farla finita con questi dubbi prima dei voti perpetui. Durante
tutto il tempo della probazione pregai perché venissero concessi lumi al
sacerdote, al quale dovevo svelare completamente tutta la mia anima. E
pregai Iddio, perché Lui stesso mi aiutasse in questo e mi facesse la
grazia di poter raccontare le cose più segrete che ci sono fra me ed il
Signore e di rendermi così disponibile che, qualunque cosa quel
sacerdote decidesse, l'avrei considerata come decisa da Gesù stesso. Non
importa quale giudizio darà su di me. Io desidero soltanto la verità ed
una risposta precisa a certe mie domande. Mi sono rimessa a Dio
completamente e l'anima mia desidera la verità. Non posso più
continuare a vivere nel dubbio, benché nell'anima abbia una così grande
certezza che queste cose provengono da Dio, che darei la mia vita per
esse. Ma al di sopra di tutto questo ho posto l'opinione del confessore ed
ho deciso di comportarmi secondo quanto egli riterrà giusto indicarmi.
Vedo il dato momento come quello che deciderà il mio comportamento
per tutta la vita. So che dipenderà tutto da esso. Non ha importanza se si
pronuncerà secondo le mie ispirazioni oppure in modo del tutto opposto:
questo ormai non m'importa. Io desidero conoscere la verità e seguirla. 
Gesù, Tu puoi aiutarmi. 

domenica 19 aprile 2015

LO SCANDALO DELLE VIRTU’

Allegoria della Prudenza e della Giustizia
Allegoria della Prudenza e della Giustizia

Allegoria della Fortezza e della Temperanza
Allegoria della Fortezza e della Temperanza
Una catechesi ‘’scandalosa’’.
Una catechesi insolita.
Una catechesi fuori dal tempo.
Una catechesi controcorrente.
Eppure una catechesi necessaria.
Direi più che necessaria: ‘’urgente’’.
È da troppo tempo che la Chiesa ha ‘’delegato se non rinunciato’’ ad alcuni dei suoi ruoli educativi; la Chiesa è Maestra, ma capita a volte che tralasci alcuni degli obiettivi portanti che fanno da substrato a tutto l’impianto educativo di natura spirituale o anche familiare, sociale, politico… di cui si fa carico.
È comprensibile che questo succeda, le epoche storiche che si succedono rapidamente richiamano l’attenzione della società e quindi della Chiesa ora su questo ora su quel problema; problemi scottanti, nuovi, delicati, ingovernabili, urgenti… problemi che assorbono l’attenzione di chi non sta alla finestra a guardare, ma si rimbocca le maniche e scende in strada a dare il suo contributo, di parole, opere, pensieri, esempi.
Negli ultimi 50 anni la società è cambiata tantissimo ed ha dovuto fare i conti con problemi di ogni genere, alcuni dei quali non di facile soluzione; la Chiesa, dal canto suo, non ha mai chiuse le tende e non si è mai nascosta nei suoi corridoi affrescati, non è rimasta cioè a guardare passivamente, ma ha accompagnato il suo cammino di crescita camminando con lei; il suo intervento non sempre è stato accettato, capito, considerato anche; molto volte si è detto alla Chiesa di pensare alle sue sacrestie, di tornare ai suoi ceri e alle sue prediche, di non impicciarsi di fatti che ‘’non la riguardavano’’, la Chiesa non doveva intromettersi in faccende che riguardano solo l’uomo e la sua libertà… come a dire che… la Chiesa può occuparsi di tutto fuorchè dell’uomo!
Ma togliendo l’uomo… cosa resta di cui occuparsi?
Se è vero che la Chiesa si occupa del rapporto di Dio con tutta la Creazione, è anche vero che al vertice della Creazione c’è l’uomo, l’unica creatura definita ‘’molto buona’’ da Dio stesso e l’unica capace di Dio, cioè capace di un rapporto consapevole e diretto con il suo Creatore.
Ragion per cui, occuparsi dell’uomo diventa d’obbligo per la Chiesa, cioè connaturale alla sua missione, alla sua presenza nel mondo; la Chiesa deve parlare all’uomo, parlare di lui, del suo rapporto con se stesso, con gli altri, con la natura, con la Creazione tutta, l’attenzione della Chiesa è rivolta all’uomo per un corretto e migliore rapporto dell’uomo con tutti coloro e con tutto ciò che lo circonda.
Dice il nostro vescovo che alla Chiesa interessa tutto ciò che interessa all’uomo, cioè interessa ‘’l’uomo’’ quale creatura amata in modo speciale da Dio.
La Chiesa questo lo sa bene e si muove di conseguenza.
Ci sono stati, però, dicevo prima, periodi in cui alla Chiesa è stata tolta la parola, la libertà di intervenire, di dire la sua; periodi in cui la sua voce è stata oscurata perché ritenuta ‘’oscura’’ cioè tendeva ad essere tradizionalista e conservatorista, non contribuiva ad ‘’illuminare’’ il nuovo scenario che si dipanava sotto gli occhi di tutti, ma tendeva a mantenere in vita antiche concezioni e idee che facevano da freno al bisogno di ‘’uscire allo scoperto’’ che alcune  generazioni avanzavano.
Crollavano vecchi tabù, si liberavano nuovi bisogni, si pareggiavano conti tra maschi e femmine, si urlava il diritto a decidere da soli della propria vita, senza mediazioni, principi o preconcetti di sorta.
La Chiesa non si è tirata indietro in questo scenario, questo no, ma è cambiata… in alcuni casi, forse, ha avuto timore di parlare di alcuni argomenti, per non sembrare arretrata, per non essere anacronistica, per non perdere consensi e fedeli e per tanti altri motivi… Così facendo ha lasciato, però, avanzare una mentalità mondana che ha sbaragliato ogni cosa, ha messo in crisi tutto ciò che la Chiesa aveva costruito e cercato di portare avanti per secoli.
E cosa aveva portato avanti per secoli?
Una logica diversa da quella del mondo; una logica alternativa; non sempre facile, non sempre comprensibile, faticosa se vogliamo, esposta a critiche e derisioni… una logica insita nella Parola di Dio: la Logica stessa di Dio.
E nella logica di Dio molte cose sono viste diversamente da come le vede la logica mondana.
Dio è contro il mondo, allora? Dio è contro l’uomo, dunque? Dio e l’uomo sono nemici, quindi?
Certo che no. Assolutamente no.
La logica di Dio è la logica ‘’più umana che c’è’’; quella, cioè, che più si addice all’uomo, che più è a suo favore, che meglio comprende l’uomo, che meglio si adatta all’uomo, l’unica in cui l’uomo si senta veramente compreso e considerato per quello che è.
Questa logica passa attraverso la Parola di Dio, principalmente, ma non solo… ci sono dei pilastri che sorreggono, confermano, sviluppano, permettono di meglio realizzare questa logica, che inseriscono i suoi principi nel tessuto umano, nel tessuto storico e lo riempiono di sé. Gli danno pienezza.
Pilastri come quelle che vengono definite ‘’Virtù teologali e cardinali’’.
La Storia è fatta di avvenimenti concreti, di azioni, decisioni, scelte concrete e volute, questo vuol dire che la Storia è fatta dagli uomini, dalle loro vicende; le svolte storiche, positive o negative, sono conseguenze di decisioni umane.
La differenza la fa il tipo di logica che sostiene l’uomo che in quel momento è chiamato a decidere per tutti, che ha il compito, cioè, di cambiare la storia in meglio o in peggio.
Sono tanti i leader politici che hanno impresso una direzione precisa alla storia del loro tempo, orientandola verso questo o verso quello scopo.
Quando questo compito è toccato a uomini che seguivano la logica di Dio, i risultati sono stati di un certo tipo, quando è toccato a uomini che seguivano la logica del mondo, le conseguenze sono state di altro tipo.
È fondamentale dunque che l’uomo abbia la possibilità di conoscere entrambe le logiche, per poter scegliere, per poter orientare il proprio intervento nella vita propria o altrui.
La Chiesa ha un po’ taciuto su questo, in questi ultimi tempi. Presa da altre urgenze, ha messo un po’ da parte alcuni insegnamenti che permettono alla logica di Dio di inserirsi nel quotidiano.
Nel vecchio catechismo di Giovanni XXIII alcune  cose erano chiare e ben evidenziate, anche nelle catechesi per fanciulli, ragazzi e adulti venivano prese in considerazione alcuni principi e tradotti in comportamenti adeguati.
Nel nuovo catechismo non mancano i riferimenti agli stessi argomenti, anzi sono ampiamente trattati, ma poco o per niente conosciuti; forse la difficoltà nasce proprio da quell‘ ‘’ampiamente trattati’’; il Nuovo C.C.C. è un compendio eccezionale, magistralmente realizzato, ma oltre che poco conosciuto forse anche poco apprezzato proprio per la sua mole di conoscenza e di cultura che porta in sé.
Tolto di mezzo il C.C.C., a parte le encicliche e le convenzioni, sono pochi i documenti che hanno aiutato l’uomo a riprendere in mano la sua vita, a conoscere prima di tutto la sua stessa vita, a dominare se stesso, a governare se stesso in rapporto a Dio e agli altri.
E parlare di ‘’dominio di sé’’ oggi è quanto mai scandaloso!
Il dominio di sé lo si raggiunge seguendo un percorso virtuoso, chiaro e preciso.
Ma parlare di virtù è ancora più scandaloso!
Le virtù (teologali, ma non di meno quelle cardinali), nella coscienza collettiva, appartengono ad un passato storico lontano, ad un parlare della Chiesa antiquato e inopportuno.
Una catechesi sulle virtù è dunque scandalosa, perché osa richiamare l’attenzione dell’uomo sul rispetto di se stesso, sul rispetto degli altri, sul rispetto verso Dio!
Ma la parola ‘’rispetto’’ è fuori moda da tanto!
Ed è altrettanto fuori moda parlare di buon senso, di moralità, di dominio di sé, di autocontrollo.
È scandaloso dire che è necessario mettere un freno ai propri impulsi, ai propri istinti, alla propria libertà!
Parlare di queste cose si rischia di vedere le chiese vuote, le catechesi disertate.
È  più normale per noi ‘’accettare con indifferenza’’ gli omicidi-suicidi che si moltiplicano senza limite, che ci scuotono un attimo e poi tutto finisce in un ‘’che ci possiamo fare!’’.
Un ‘’che ci possiamo fare’’ che sa di rassegnazione ad una degenerazione generazionale che sembra aver preso una direzione che va contro se stessa. Contro natura.
Una generazione che non ama più se stessa, né tanto meno l’altro, né tanto meno Dio.
Né tanto meno la vita che ha ricevuto come dono gratuito.
Certo che se non ama se stessa, non saprà amare né l’altro né Dio né la vita. Né tanto meno il BENE.
E se uccide se stessa, uccide l’altro e uccide Dio come se fosse un fatto normale.
È una società, la nostra, che tende ad uccidere il BENE.
Le persecuzioni dell’ISIS contro i cristiani sono segno tangibile di questa lotta contro il BENE: i cristiani rappresentano infatti il BENE, perché il loro credo si basa sull’Amore, Amore che è BENE SUPREMO; combattere i cristiani significa combattere il BENE, quel BENE che loro amano e che cercano di vivere; le persecuzioni dell’ISIS nascondo dunque dalla volontà di uccidere il BENE, cancellarlo dalla faccia della terra.
Il nostro sentirci impotenti sa di rassegnazione.
Ecco perchè proporre una catechesi sulle virtù richiede una certa dose di coraggio!
Significa osare rischiare!
Significa proporre con chiarezza  la logica di Dio mettendola a confronto con quella del mondo.
La logica di Dio ama e costruisce; la logica del mondo odia e distrugge.
Se rassicurare i fedeli sul fatto che Dio è misericordioso è già di per sé un’impresa, far passare il concetto che seguire la logica di Dio vuol dire anche saper rinunciare, sapersi dominare, saper controllare le provocazioni forti che provengono dai sensi, dal marcio che a volte abita in noi… più che un’impresa… è un suicidio annunciato!
 Questo semplicemente perché la parola VIRTU’ non rientra più da tempo nel vocabolario di nessuno, né giovani né meno giovani, nè Chiesa, né casa, nè scuola, né politica, né economia, né in nessun altro ambito di vita; la parola VIRTU’ è stata depennata dal linguaggio orale e cancellata da quello scritto.
Continua a persistere la convinzione che la parola Virtu’ sia legata, in un certo senso, alla parola TABU’ come a dire che il virtuoso è colui che è fuori dal mondo, che non vive nel mondo, che non si concede i piaceri del mondo per una sorta di pudore che è più un proibirsi i piaceri del mondo, piuttosto che una libera scelta di gestire i piaceri del mondo.
Sì, la Virtu’ resta legata ad un preconcetto arcaico che sa di proibizionismo, piuttosto che ad una buona pratica che porta ad apprezzare e a vivere meglio i piaceri del mondo.
È un aspetto, questo, poco o per niente conosciuto, delle Virtu’, che resta chiuso magari in ambiti strettamente religiosi (seminari, conventi…), ma che non raggiunge più l’uomo laico da tempo, da troppo tempo. E i danni sono incalcolabili. I danni sono sotto gli occhi di tutti.
Tutti giudicano, tutti si lamentano, tutti hanno ormai paura della propria stessa ombra: genitori che uccidono i figli, figli che uccidono genitori e nonni, mariti che uccidono mogli, mogli che tradiscono mariti, colleghi che uccidono soci ed amici… e parlare poi del contesto mondiale … diventa un necrologio deprimente e inaccettabile.
Eppure a nessuno passa per la mente che forse qualcosa non va in questa società. Che forse qualcosa si può fare. Che forse la soluzione non viene sempre dagli altri, ma comincia da se stessi. Che forse occorre mettere qualche limite alla propria libertà che ormai invade quella altrui e se ne appropria fino al punto di strumentalizzare la  morte pur di non perdere ciò di cui ci si è appropriati: cioè della vita dell’altro.
L’egoismo umano ormai non ha più limiti. Si finisce con il convincersi che l’altro è proprietà propria e se ne può fare ciò che si vuole, ci si appropria del diritto di vita o di morte di colui/colei che si dice di amare.
Un amore in cui l’altro diventa proprietà personale è un amore malato.
Se l’amore diventa possesso dell’altro allora è la morte dell’amore!
E questa società in cui viviamo ci sta dando da tempo prove che si va verso l’involuzione del concetto di amore. Non si ama più se stessi e non si è capaci di amare più l’altro con la libertà che l’amore richiede.
Non si è capaci di accettare se stessi né di dominare se stessi e si inveisce contro l’altro che cerca riparo e soluzioni ad un amore possessivo che soffoca e poi uccide nell’anima e nel corpo.
Ci spaventa un mondo simile.
Ma non siamo disposti a prendere provvedimenti per cercare di invertire la rotta.
Il mondo di oggi non consente spazi a provvedimenti che andrebbero a scuotere le comodità nichilistiche in cui si è caduti, in cui ci si è rifugiati come una coperta che ripara dal freddo glaciale, non certamente sufficiente per impedire al gelo di penetrare nelle ossa.
La Chiesa, negli ultimi tempi, è stata un po’ latitante su questo versante, di Virtù non ne se ne parla da anni.
La parola VIRTU’ sa di antico.
Guai a proporla in questi tempi ultramoderni ed ultratecnologici.
Saranno anche ‘’ultra-‘’ in tante cose, ma sicuramente sono anche ultra-violenti, ultra-deprimenti, ultra-egoistici.
Non c’è ambito in cui la violenza oggi non faccia da padrona, persino quando si è soli la violenza prevale sulla propria persona!
Come dire che questo non è vero!!!
Come contraddire questa realtà che ormai soffoca il piacere e la libertà di vivere con le sue scelte e i comportamenti dissennati di tanta gente definita ‘’tranquilla, persone normali… persone insospettabili...'’!
La realtà è questa.
Affermare il contrario significa nascondere la testa sotto la sabbia e vedere tutto rosa anche dove il buio è totale.
Quali dunque le possibili soluzioni a tutto questo? Ammesso che soluzioni ci siano!
Quali argini al dilagare violento della violenza?
Certo, dopo aver ascoltato la catechesi sulle Virtù cardinali, tenuta dal parroco della nostra parrocchia, viene da pensare che forse è necessario, anzi urgente, cominciare a cambiare rotta.
E cambiare rotta non significa gridare al mondo che sta sbagliando direzione, non significa puntare il dito contro l’egoismo dell’altro, non significa dire all’altro che sta invadendo la tua libertà, non significa dire all’altro che il suo comportamento non ti va… significa semplicemente dire a se stessi: IO CHI SONO? CHE COSA STO FACENDO? DOVE STO ANDANDO? COME MI STO COMPORTANDO? I MIEI DESIDERI SONO DAVVERO GIUSTI? A CHE PUNTO STO NELLA CONOSCENZA DI ME STESSO? SONO IN GRADO DI CAPIRE L’ALTRO? QUANTO SPAZIO DO’ A ME STESSO E QUANTO NE DO’ A DIO E ALL’ALTRO? QUANTO AMO ME STESSO E COSA SIGNIFICA LA PAROLA AMORE PER ME? AMARE SIGNIFICA POSSEDERE? SIGNIFICA GESTIRE I PENSIERI E I DESIDERI DELL’ALTRO? PIEGARE LA LIBERTA’ DELL’ALTRO AI MIEI BISOGNI? IL MIO EGOISMO QUANTO PESA NEL MIO RAPPORTO CON GLI ALTRI?...
Ecco, significa porsi poche domande di fondo, pochissime domande che ti rivoluzionano i giorni, che ti scombussolano, ti sconvolgono la vita, perché quella perfezione che credevi di avere si sgretola davanti a te, nelle tue mani e ti rendi conto di essere solo ‘’polvere’’, non polvere di stelle, ma polvere del suolo, cioè semplice creatura ed in questa semplicità si gioca ogni rapporto con sé, con gli altri e con Dio.
Sì, la catechesi sulle virtù è stata ‘’ tanto illuminante, quanto sconcertante’’.
Sconcertante ed illuminante perché ha dimostrato che essere ‘’virtuosi’’ non significa essere fuori dal mondo, fuori dal tempo, ma essere ‘’cristiani migliori’’, che sanno vivere la vita con  misura e pienezza allo stesso tempo.
Forse noi nel tentativo di vivere con pienezza abbiamo dimenticato di vivere con misura.
Forse ci siamo riempiti a dismisura di tante, tante cose, da averne perso la misura ed ora fuori misura è solo il nostro egoismo che fa strage di affetti, bisogni e desideri.
Perdendo la misura abbiamo perso la pienezza e la bellezza della vita, abbiamo perso noi stessi, che ci siamo allargati a dismisura schiacciando gli altri contro il muro del nostro orgoglio distruttivo.
In sintesi si può dire che da queste catechesi  è venuto fuori un concetto di virtu’ davvero sconvolgente: le virtù cristiane non vogliono annebbiare i sensi, non vogliono reprimere gli impulsi, non vogliono togliere niente ai diritti e alle libertà umane, non vogliono privare l’uomo del piacere di vivere, né impedire di concedersi piaceri legati ai sensi o agli istinti; il loro ruolo non è certamente questo.
Le Virtù non fanno altro che accrescere, sviluppare, illuminare, affinare e permettere di vivere con pienezza e maggiore consapevolezza tutte le facoltà umane: da quelle prettamente spirituali a quelle specificamente intellettive, emotive, sensoriali, affettive.
Le virtù non fanno violenza alla libertà dell’uomo, ma permettono all’uomo di vivere in pienezza le sue facoltà, di conoscere meglio le sue potenzialità, di costruire un rapporto più rispettoso di se stessi con se stessi, con gli altri e con Dio.
Non c’è cosa più a favore dell’uomo delle virtù cristiane!
Abbiamo un tesoro nascosto, ma a quanto pare si ha paura di dissotterrarlo!
Quando di parla di principi morali, molto spesso ci si deve scusare per aver osato pronunciare la parola ‘’morale’’, altra parola scandalosa.
Ma un mondo che non ha la misura di se stesso, che non prende a misura del suo vivere una logica basata sulla giustizia, sulla legalità, sull’onestà dei principi, che non pone paletti per difendere le libertà altrui, che permette agli istinti e agli impulsi di governare ogni cosa… è un mondo che va verso l’autodistruzione, come già sta accadendo sotto i nostri occhi, che continuiamo a tenere chiusi per non vedere l’orrore che ormai riempie i nostri giorni.
Le volontà suicide e gli omicidi di massa non solo frutto di menti malate, anche quelle, ma non solo quelle.
È l’uomo che si sta rivoltando contro se stesso, è un cammino perverso quello che l’uomo ha imboccato, un cammino che non va più a suo favore, ma che si rivolta contro lo stesso dono della vita.
Non sono menti malate quelle che stanno insanguinando il Medio Oriente, ma menti perverse.
E non sempre sono menti malate quelle che uccidono i figli perché diventati scomodi.
Sono solo menti fuori controllo.
L’autocontrollo non viene da fuori, ma da dentro.
Quando questo ‘’dentro’’ è marcio, è vuoto, è sterile… ecco che succedono i drammi come l’aereo che si schianta contro le montagne per un delirio di onnipotenza di qualcuno, per quel bisogno che ormai prende tutti, di essere al centro dell’attenzione del mondo, nel bene o nel male.
Le virtù sono un bene prezioso, una guida sicura, un vademecun quanto mai necessario oggi più che mai; sono una bussola in questo mare tempestoso dove le correnti ti trascinano di qua e di là, in balìa di istinti e impulsi che si confondono con i bisogni e i desideri e ti trascinano a fondo, portando con te parte di quell’umanità di cui Qualcuno ti aveva reso responsabile.
Camminare guidati dalle virtù cristiane non significa privarsi di questo o di quello, ma al contrario, significa riuscire a godere meglio di questo o di quello, cioè a vedere e a prendere il meglio di ciò che la vita offre,  vivendolo in pienezza e in armonia con quanto è stato dato all’uomo come dono gratuito.
Parlare nello specifico delle virtù è avviare un percorso sconosciuto che porta lontano… ma forse, noi, uomini e donne, cristiani e non cristiani, protagonisti di questo Millennio… forse noi… abbiamo paura di affrontare questo cammino… forse affrontare i fantasmi e gli scheletri che ci portiamo dentro… ci fa più paura di questo mondo che gli scheletri li nasconde nei bagagliai delle proprie auto, nei fossi lungo le proprie strade, nei sacchetti della spazzatura… che prima o poi… vengono fuori con tutto il loro carico di dolore, di sgomento, di sconcertante verità.
Forse ci fa paura più quello che ci portiamo dentro che quello che vediamo fuori, nonostante la gravità di tanti atti di sconcertante brutalità.
Forse riflettere se ‘’’infierire con 35 colpi di coltello sul corpo della propria compagna’’ sia o non sia da definirsi ‘’atto di crudeltà’’… ci spaventa molto meno del fare i conti con l’egoismo sfrenato che ci portiamo dentro.
Forse preferiamo convincerci che la violenza appartiene solo agli altri.
Forse preferiamo convincerci che il male, il marcio, il vuoto sia solo negli altri.
Forse ci fa comodo convincerci che noi siamo cristiani migliori degli altri… ma le comodità fasulle prima o poi vengono a galla… ed allora è dura fare i conti con la Verità!
Sì, siamo diventati ‘’cristiani comodi’’… e se le virtù dovessero venire a scomodarci… meglio attaccarle come ‘’segno di arretratezza della Chiesa’’ e difendersi così da esse… piuttosto che tirare fuori qualche lacrima nello sbirciare nella propria anima o magari scoppiare in un pianto dirotto nel guardare con gli occhi di Dio nelle ferite profonde che stringono in ceppi di legno quel cuore che forse non batte più da tempo nel nostro petto e che abbiamo sostituito con uno artificiale… che continua a battere senza però… saper più amare!
Senza sapere più amare!!!

sabato 18 aprile 2015

sabato 11 aprile 2015


Domenica della

DIVINA MISERICORDIA 


Misericordia, mio Signore,
misericordia imploro,
misericordia supplico
al tuo pietosissimo cuore,
misericordia chiedo
per me,
per i miei cari,
per questa parrocchia,
per tutta la tua Santa Chiesa,
per i tuoi ministri che ti hanno rinnegato,
per quelli che sono stati freddi nel servirTi,
per chi non ha saputo ascoltare la Tua chiamata;

misericordia imploro, Signore,
misericordia per questo mondo,
per questa umanità dispersa e sofferente,
per questo tuo popolo disorientato e smarrito;

misericordia, dolcissimo Gesù, misericordia
per i tuoi figli che a Te si ribellano,
per i tuoi figli che ancora non ti conoscono,
per i tuoi figli che non sanno dove cercarti;

misericordia, Signore, misericordia,
misericordia per chi piange,
misericordia per chi è solo,
misericordia per chi soffre,
misericordia per chi è tormentato,
misericordia per chi è stanco della vita,
misericordia per chi ti cerca su strade sbagliate,
misericordia per chi non ti ha mai cercato,
misericordia per chi ha bisogno di Te,
misericordia per chi ti prega
misericordia per chi non sa pregarti,
misericordia per chi non sa amarti
misericordia per chi non sa amare,
misericordia per chi non sa farsi amare,
misericordia per chi non sa perdonare,
misericordia per chi non sa chiederti perdono,
misericordia per chi non sa ascoltarti,
misericordia per chi non sa lodarti,
misericordia per chi non sa servirti;

misericordia, Signore, misericordia,
misericordia per chi è tiepido nell’amore per Te
misericordia per chi è indifferente al Tuo Amore
misericordia per chi disprezza il Tuo Amore,
misericordia per chi non sa comprendere il Tuo Amore,
misericordia per chi è lontano da Te,
misericordia per chi non Ti ha ancora trovato,
misericordia per chi Ti ha offeso,
misericordia per chi dubita della Tua Misericordia,
misericordia per chi dubita del Tuo perdono,
misericordia per chi ha paura di Te,
misericordia per chi non ha fiducia in Te,
misericordia per chi non sa accogliere la Tua Volontà;

misericordia, Signore, misericordia,
misericordia per chi non è battezzato,
misericordia per chi ti ha rinnegato,
misericordia per chi ti ha deluso,
misericordia per chi ti ha tradito;

misericordia, Signore, misericordia,
misericordia per chi vive nella guerra,
misericordia per chi sta morendo,
misericordia per chi sta nascendo,
misericordia per chi ti ha bestemmiato,
misericordia per chi ti ha abbandonato,
misericordia per chi è stato violentato,
misericordia per chi non è stato mai capito,
misericordia per chi si è suicidato,
misericordia per chi ha ucciso senza capire,
misericordia per chi ha ucciso nel Tuo Nome;

misericordia, Signore, misericordia,
misericordia per chi non ha fatto in tempo a chiederti perdono,
misericordia per chi ha seguito altri dei,
misericordia per chi non ha avuto sepoltura,
misericordia per chi ha profanato il Tuo Corpo,
misericordia per chi non ti ha mai conosciuto,
misericordia per chi è prigioniero,
misericordia per chi vive in terra straniera,
misericordia per chi è stato maltrattato,
misericordia per chi è povero,
misericordia per chi è ricco,
misericordia per chi governa,
misericordia per chi è perseguitato per la sua fede,
misericordia per chi perseguita chi crede in Te;

misericordia, Signore, misericordia,
misericordia per i vivi e per i morti,
misericordia per chi è morto per Te,
misericordia per chi è morto senza di Te,
misericordia per tutti coloro per i quali nessuno prega;
misericordia per chi ha bisogno della Tua Misericordia,

misericordia, Signore, misericordia,
misericordia per tutti noi peccatori!!!



DIARIO DELLA 
DIVINA MISERICORDIA 
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA

 Sono passata al tema del silenzio, ma non voglio parlare di questo, bensì della vita dell'anima con Dio e della sua risposta alla grazia. 
Dopo che l'anima è stata purificata ed il Signore ha rapporti di intimità con lei, ora con tutte le forze tende verso Dio. Però essa da sola non può niente. Qui soltanto Iddio dispone tutto; l'anima lo sa; ne è consapevole. Essa vive
ancora in esilio e sa molto bene che possono esserci ancora giornate
nuvolose e piovose; ma essa guarda a tutto ciò con un atteggiamento
diverso da quello tenuto finora. Non si rifugia in una pace falsa, ma si
slancia nella lotta. Essa sa di essere di una progenie cavalleresca. Ora si
rende conto meglio di tutto. Essa sa di essere di stirpe regale: tutto ciò
che è grande e santo la riguarda. Una serie di grazie che Dio riversa
sull'anima dopo quelle prove di fuoco. Gode di una stretta unione con
Dio. Ha molte visioni sensibili ed intellettuali. Sente molte parole
soprannaturali e talvolta degli ordini precisi.
Ma nonostante queste grazie, non basta a se stessa.
Proprio in quanto Iddio la visita con queste
grazie, è esposta a diversi pericoli e può facilmente cadere nella illusione.
Ora dovrebbe pregare Dio perché le mandi una guida spirituale; e non
solo pregare per la guida, ma bisogna darsi da fare e cercare un tale
condottiero, che conosce le cose, come il condottiero deve conoscere le
strade, attraverso le quali deve condurre i suoi soldati in battaglia.
Un'anima che è unita a Dio, bisogna prepararla a grandi ed accaniti
combattimenti. Dopo questa purificazione e queste prove, Iddio tratta
con l'anima in modo particolare, ma l'anima non collabora sempre con
queste grazie. Non perché essa stessa non voglia collaborare, ma perché
incontra così grandi difficoltà esterne ed interne, che ci vuole veramente
un miracolo, perché quell'anima si mantenga su quelle altezze. Ora ha
necessariamente bisogno di un direttore spirituale. Queste difficoltà
spesso riempirono la mia anima di dubbi e talvolta anch'io ero
spaventata poiché pensavo fra me: « Dopo tutto sono una povera
ignorante: molte cose non le conosco, e tanto meno le cose spirituali ».
Però se i dubbi aumentavano, cercavo luce presso un confessore o presso
le Superiore. Ma non ottenevo quello che desideravo. Quando mi aprii
alle Superiore, una di esse conobbe la mia anima e la via attraverso la
quale il Signore mi vuole condurre. Quando mi uniformai alle sue
indicazioni cominciai a progredire rapidamente sulla via della perfezione.
Purtroppo però la cosa non durò a lungo. Quando aprii più a fondo la mia
anima, non ottenni quello che desideravo; ed alla Superiora quelle grazie
sembrarono inverosimili, quindi non potei attingere più nulla da lei. Mi
disse che non era possibile che Dio avesse rapporti di tale intimità con
una creatura. « Io ho paura per lei, sorella, che si tratti di un'illusione. Si
consigli con un sacerdote ». Ma il confessore non mi capì e disse: « È
meglio che lei parli di queste cose con le Superiore ». E così andavo dalle
Superiore al confessore e dal confessore alle Superiore e non trovavo
pace. Queste grazie divine cominciarono a essere per me una grande
sofferenza. Dicevo talvolta direttamente al Signore: « Gesù, io ho paura
di Te. Non sei per caso un fantasma? ». Gesù mi tranquillizzava sempre,
ma io non sempre mi fidavo. La cosa strana era che più io non mi fidavo,
e più Gesù dava dimostrazione di essere Lui l'artefice di queste cose.
Quando mi resi conto che non ottenevo alcuna tranquillità dalle
Superiore, decisi di non parlare più con loro di queste cose puramente
interiori. Per l'esterno cercai, da buona religiosa, di parlare di tutto con le
Superiore; ma per quanto riguarda la necessità dell'anima, d'ora in poi
parlerò solo in confessione. Per molti ed assai ragionevoli motivi ho
capito che una donna non è portata a discernere questi misteri. Mi sono
esposta a tante sofferenze che avrei potuto evitare. Per molto tempo sono
stata ritenuta invasata dallo spirito maligno e venivo guardata con
commiserazione. La Superiora poi aveva messo in atto certi accorgimenti
cautelativi nei miei confronti. Era giunto alle mie orecchie che le suore
mi tenevano d'occhio come tale, come indemoniata. E tutt'attorno mi si
oscurò l'orizzonte. Cominciai ad evitare quelle grazie divine, ma che
potevo fare? Dopotutto non era in mio potere. Improvvisamente fui presa
da un così profondo raccoglimento che, malgrado la mia volontà,
sprofondai in Dio ed il Signore mi trattenne presso di Sé. Nei primi
momenti la mia anima è sempre un po' spaventata, ma poi viene riempita
da una calma e da una forza singolare. Tutto ancora era da sopportare.
Infatti quando il Signore chiese che dipingessi quell'immagine, allora
cominciavano veramente a parlare di me ed a guardarmi come se fossi
un'isterica od un'esaltata e la cosa cominciò a propagarsi un po' di più.
Una delle suore venne da me, per parlarmi in confidenza. E cominciò a
commiserarmi. Mi dice: « Sento che dicono di lei che è un'esaltata, che
ha delle visioni. Povera sorella, si difenda da ciò ». Era sincera
quell'anima e mi disse sinceramente quello che aveva sentito dire. Ma
cose simili dovetti ascoltarle ogni giorno. Che tormento sia stato per me,
Dio solo lo sa. Decisi però di sopportare tutto in silenzio e di non dare
spiegazioni quando mi venivano rivolte domande. Alcune suore erano
irritate dal mio silenzio, specialmente le più curiose; le altre, più
riflessive, dicevano: « Di certo Suor Faustina dev'essere molto vicino a
Dio, dato che ha la forza di sopportare tante sofferenze ». E vedevo
davanti a me quasi dei giudici. Mi preoccupai di avere il silenzio
interno ed esterno. Non dicevo nulla che riguardasse la mia persona,
sebbene venissi interrogata direttamente da alcune suore. La mia bocca
si chiuse. Soffrii come una colomba senza lamentarmi. Alcune suore però
provavano quasi piacere nel darmi fastidio in qualsiasi modo. Le irritava
la mia pazienza, ma Dio mi diede tanta forza interiore, che sopportai
tutto ciò con serenità. Mi ero resa conto che in quei momenti non potevo
essere aiutata da nessuno e cominciai a pregare ed a chiedere al Signore
un confessore. Desideravo ardentemente che un sacerdote mi dicesse
quest'unica parola: « Stai tranquilla, sei sulla buona strada ».
Oppure «Butta via tutto, perché non viene da Dio ».
Purtroppo però un sacerdote così deciso, che mi dicesse quelle parole chiare
in nome del Signore, non riuscivo a trovano.
Perciò andavo avanti nell'incertezza.
O Gesù, se è la Tua volontà che io viva in tale incertezza, sia benedetto il Tuo Nome.
Ti prego, Signore, dirigi Tu stesso la mia anima e resta con me, perché da
sola sono nulla. Ecco, sono già stata giudicata da ogni lato: non c'è più
nulla in me che sia sfuggito al giudizio delle suore. Ma ormai tutto in un
certo senso si è esaurito ed hanno cominciato a lasciarmi in pace; la mia
anima martoriata ha potuto prendersi un po' di riposo.