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UNILATERALE, A PRESCINDERE…
Queste due parole fanno parte di
una frase presa dal commento al Vangelo sul foglio liturgico parrocchiale di questa
VI Domenica di Pasqua, che si potrebbe definire la Domenica dell’Amore, non
solo perchè tutta centrata su questo tema, ma perché ci dà il Centro di tutto
il Vangelo, anzi dell’intera Sacra Scrittura, un centro che si chiama AMORE,
CARITA’, che altro non è se non il perfetto sinonimo di Dio: DIO E’ AMORE!
Questa frase che ho estrapolata dal
resto del testo va ovviamente completata, perché abbia senso; mancano i due
estremi: la parte iniziale e quella finale.
AMORE.
AMORE UNILATERALE, A PRESCINDERE…
La frase va ancora completata,
manca il soggetto, che sicuramente non siamo noi… questo amore unilaterale a prescindere non è
certamente il nostro, nessuno di noi è capace di amare a prescindere… a prescindere da se stessi, dai propri
interessi, dalle proprie aspettative, dai propri limiti… se una certezza c’è è
sicuramente quella che il nostro non è un amore
a prescindere!
Eppure noi siamo convinti di amare,
di saper amare, siamo convinti di distribuire amore di qua e di là, a tutti, ai
quattro venti, a mani piene, a cuore aperto, senza calcoli, senza limiti, ci
sentiamo quasi svuotati di amore, pensiamo di seminare amore in ogni momento
della nostra vita… pensiamo… crediamo… anzi ne siamo certi… in realtà l’unica
certezza è quella del nostro fallimento in questo campo: no, non sappiamo
amare, semplicemente perché non sappiamo farlo… a prescindere!
Ama davvero chi ama a prescindere!
Ama soltanto chi ama a prescindere!
Noi non sappiamo staccarci da noi
stessi al punto da amare prescindendo da noi stessi, da amare senza farci condizionare dai nostri
risentimenti, dai nostri egoismi, dai nostri egocentrismi mai superati, dalle
nostre aspettative spesso deluse, dai nostri desideri nascosti che s’infiltrano
nei nostri pensieri quotidiani e li colorano a volte di tinte tante accese da
infiammare o addirittura far esplodere l’intera nostra vita.
Ecco, la cartina di tornasole
dell’Amore sta tutta in questo: a prescindere!
Non sappiamo amare né tanto meno farci amare, non ci
lasciamo amare, né siamo disposti ad imparare ad amare.
Ecco, il Signore si fa Maestro d’Amore, Modello
dell’Amore, Esempio da imitare, si fa Amore Egli stesso perché ognuno di noi lo
segua in questo; non un Amore teorico ma un Amore tanto reale da farsi
addirittura Persona: la Persona di Gesù, Amore Incarnato!
Amore vissuto, Amore donato, Amore ricevuto, preso e comunicato.
Amore che si compendia in un verbo che racchiude il
senso dell’esistere e del fare: ESSERE, Dio E’ Amore, Dio è l’Amore che esiste
e fa esistere, un Amore bifrontale: Io Sono Amore, Io Do’ Amore.
È nell’Essere e nel dare l’Amore che si esprime la
Natura più intima di Dio, Egli dà ciò che E’!
Se è Amore non può che dare Amore, se ha Amore non può
che dare Amore.
Si può dare Amore soltanto se si è Amore e se si ha
Amore.
Questo è solo da Dio!
Ecco allora il senso di quell’ unilateralità che si coniuga con quell’ a prescindere.
Si rafforzano e si confermano a vicenda.
L’Amore di Dio è unilaterale… a
prescindere.
Il vero Amore è quello che si dà anche a chi non potrà mai ricambiarlo; che si
dà anche a chi non ti ama; che si dà anche a chi ti odia; che si dà a
prescindere da ogni forma di ricambio o di restituzione o di obbligo o anche di
bisogno personale che sia fisico o sentimentale.
Il vero Amore è
unilaterale, a prescindere e gratuito!
Dio ama nonostante il nostro disamore nei suoi
confronti, nonostante le nostre ribellioni e battaglie personali; nonostante la
nostra incapacità di amarlo come e quanto Lui ci ama. Dio ama anche se sa di
non essere riamato.
Anche quando noi lo feriamo, Lui ci guarda e ci ama, perché
non può fare altro, non può non amarci, considerato che è solo Amore, che è
tutto Amore.
Dio non sa che amare e ama tutti… a prescindere!
È Lui che ama sempre; è Lui che ama per primo; è Lui
che ama senza aspettarsi amore in cambio.
Ci ama quando lo feriamo, ci ama quando lo
rinneghiamo, ci ama quando lo detestiamo, ci ama quando lo tradiamo, ci ama
quando non lo ascoltiamo, quando non gli ubbidiamo, quando non compiamo la sua
volontà… ci ama quando sbagliamo drammaticamente e quando tragicamente lo
chiudiamo fuori dalla nostra vita.
Il suo è un Amore unilaterale perché non è ricambiato. Perché
non pretende il nostro ricambio, pur desiderandolo, pur aspettandolo per una
vita intera.
Certo che desidera il nostro Amore, certo che attende
il nostro amore, certo che gli fa piacere il nostro amore, chi dà amore non può non desiderare
amore.
E dargli il nostro amore dovrebbe essere la cosa più
naturale del mondo, perché il nostro amore è come la goccia d’acqua che ritornando
nel mare ritrova se stessa, perchè si ritrova nel suo ambiente naturale dal
quale si era staccata; il tempo trascorso in giro per il mondo è vissuto in
attesa di quell’incontro, di quel ritorno nel suo habitat primordiale, in quel
luogo dove le parti disperse si ricompongono in un grande Progetto di Vita.
Dio è quel Mare d’Amore al quale tutti noi tendiamo, dal
quale tutti noi abbiamo attinto, nel quale tutti noi ci siamo dissetati e dal
quale tutti abbiamo ricevuto pienezza.
Dio è la Fonte inesauribile dell’Amore, è quell’Oceano
di Misericordia che è la forma più intima e preziosa dell’Amore.
Questo Amore Dio non l’ha tenuto gelosamente per Sé,
ma l’ha trasmesso al Figlio, che si è
fatto Amore Incarnato, Spirito e Verità impastati d’Amore, Parola d’Amore.
Parola pensata, amata, realizzata, incarnata: Amore!
Alle caratteristiche ‘’unilaterale e a prescindere’’
va aggiunta la parola ‘’incarnato’’; l’Incarnazione trasforma l’Amore da Parola
teorica a Parola realizzata, concretizzata, Parola Viva, vissuta: Dio è Parola
vera, Amore Incarnato.
Il vero amore non è quello cantato dai poeti,
ideologizzato, teorizzato, poeticizzato ma spesso non vissuto, come
nell’esperienza dello Stilnovo, che cantava un amore desiderato ma che
manteneva le distanze, in quel caso era veramente unilaterale, ma non a
prescindere, perché nasceva da un bisogno personale che non era condiviso, ma
apparteneva ai sogni privati e singoli.
Il vero AMORE non è quello delle canzonette, ma quello
che si realizza nelle opere: l’Amore ha mani, piedi, voce, cuore, vita.
L’Amore richiede energia, fatica, forza, spirito,
anima, mente, tempo.
L’Amore è investimento.
Investimento emotivo, affettivo, spirituale,
temporale.
L’Amore si dona con le mani, lo si incontra camminando
a piedi, lo si condivide sognando insieme e impegnandosi insieme a realizzare i
sogni condivisi, i progetti fatti in due.
L’amore può anche essere unilaterale ma non è mai autoreferenziale:
può amare soltanto una Parte, ma è necessaria che ci sia una controparte sulla
quale far ricadere l’amore di chi ama.
Dio ci ama, anche se noi non lo amiamo: il suo è un amore
unilaterale, ma non autoreferenziale, perché non ama se stesso, ma le sue
creature, non si compiace di sé, in una forma di narcisismo cosmico, ma ama la
misera creatura che certamente non è alla sua pari; il suo è un amore che non ricade su se stesso, ma si riversa su altri:
Gesù ha preso l’amore ricevuto dal Padre e l’ha comunicato a noi, l’ha
riversato su di noi che a nostra
volta lo prendiamo e lo comunichiamo
agli altri in un percorso gratuito e infinito.
È questo il percorso che rende fruttuoso l’amore:
ricevere, prendere e comunicare.
L’amore si allarga in cerchi concentrici: riceve la
spinta e la rimanda allargata, ampliata, fruttificata.
Ecco il senso di quel ‘’rimanete in me e darete molto frutto’’.
Gesù ci chiede di restare immersi nell’amore per
generare altro amore.
L’amore non è da noi, non viene da noi, siamo fonte
che riceve non sorgente che genera.
L’Amore è la Natura propria dello Spirito Santo.
È Lui l’Amore.
Colui che dona e che viene donato.
È Lui l’Amore. Colui che ama e ci permette di amare,
in Lui si ama, con Lui e per Lui si ama.
Il brano di questa Domenica preso da Giovanni 15,9-17
altro non è se non la dichiarazione d’amore di Dio alle sue creature: è il TI
AMO dello Sposo alla Sposa!
È Dio che rivela l’intimità dei suoi sentimenti, la
profondità del Suo Amore, non ci nasconde niente, è Lui che si apre a noi in tutta la Sua Bellezza e ci dice che anche
Lui ha dei sentimenti, anzi che in Lui non c’è altro che il sentimento per eccellenza: l’Amore!
È qualcosa di straordinariamente bella questa dichiarazione a cuore aperto di Dio al popolo che Egli ha scelto, che ama e che guida con
premura.
Al Suo popolo Egli non nasconde niente, mentre il
popolo è continuamente tentato di nascondere ogni cosa al suo Dio.
L’unilateralità a prescindere viene ulteriormente confermata:
Lui manifesta a noi apertamente i suoi pensieri, noi invece tendiamo ad
oscurarli, a nasconderglieli, a negarli; amare per noi è segno di debolezza, di
fragilità, mentre il Signore ne fa il suo punto di forza, la sua ricchezza più
grande, il suo dono più grande.
Dio ama anche la nostra debolezza.
Ecco, il Signore si apre a noi malgrado la nostra
chiusura a Lui.
Anche quell’invito a restare nel Suo Amore è … a prescindere.
A prescindere da ciò che decideremo di fare: se
restare o non restare in Lui.
E il suo invito non è certamente autoreferenziale, non
è conseguenza di un amore egoistico, possessivo: non ci invita a restare con
Lui per essere suo possesso, ma a restare in Lui e non perché questo sia un
vantaggio per Lui, ma perché questo è un vantaggio per noi, perché solo così
potremo portare molto frutto.
È a noi che pensa, non a se stesso.
È il nostro
bene che mette al primo posto, non il suo.
Ci vuole con sé, è vero, ma perché questo è un bene
per noi.
E cosa significa portare frutto?
Semplicemente… imparare ad amare.
Il Frutto che si aspetta da noi è che noi impariamo ad
amare come Lui ci ha amato e come il Padre ha amato Lui.
Non un Frutto qualsiasi, non un Frutto di poco conto,
ma un Frutto che è il massimo della sua Stessa Natura: il Frutto della Sua
Persona è l’Amore e quello stesso Amore vorrebbe che nascesse, germogliasse e
crescesse in noi.
Quale Frutto più grande potrebbe mai darci e chiedere se
non il Suo stesso Frutto?
L’Amore è il Frutto più desiderabile e gustoso, quasi
in contrapposizione a quella mela che fu il frutto del tradimento.
Frutto per frutto, si potrebbe dire!
L’Amore per Dio è il Frutto che ci salva e ci riunisce
a Lui, la mela (che alcuni considerano come metafora dell’amore carnale),
invece, fu il frutto che ci condusse al peccato e ci allontanò dal Suo Amore.
Dobbiamo imparare ad Amare come Dio ci ama, come Lui
che è Maestro dei maestri.
Un’ultima considerazione: Gesù non ci ha detto ‘’AmateMI’’
ma ‘’AmateVI’’, è a noi che ha pensato, ha pensato al nostro bisogno di amore,
e questa attenzione al nostro bisogno è la conferma del Suo amore per noi ed è
la conferma che il suo amore è davvero unilaterale e a prescindere, perché Lui
continua a pensare a noi… prescindendo dal nostro amore per Lui!
A conclusione possiamo dire che: l’Amore di Dio è
unilaterale, non autoreferenziale e a prescindere dal nostro amarlo o non
amarlo, dal nostro accettare o non accettare il suo amore.
Il nostro, invece, è sempre un amore interessato, come
anche quello dei discepoli ai quali Gesù disse: «In verità, in verità vi dico,
voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di
quei pani e vi siete saziati. (Gv 6, 26-27).
Ecco, il nostro è un amore autoreferenziale, non è un
amore… a prescindere e non è unilaterale, perché non sopportiamo che qualcuno
rifiuti il nostro amore, anzi lo imponiamo con la forza, se non ci viene dato
ce lo prendiamo con violenza, fino al punto da non sopportare che la persona
amata possa appartenere ad un altro e si arriva ad uccidere per questo.
Il nostro è un amore malato, perché non riesce a
prescindere dai nostri bisogni, dal nostro egoismo che chiede e prende con
forza ciò che desidera.
Il Signore mette in conto il fatto di non essere
riamato, noi no, non accettiamo rifiuti, non permettiamo alla persona amata che
ci respinga e mortifichi il nostro amore.
La differenza dunque, fra il nostro amore e quello di
Dio, è abissale, è inquantificabile, perché quell’a prescindere fa la differenza… e che differenza!
Il mondo è affamato di amore e lo cerca dappertutto…
tranne che nell’Unico Luogo dove può riceverlo gratis e incondizionatamente:
nel Cuore stesso di Dio!
Il Suo Cuore è stracolmo di Amore per noi… e se noi lo
rifiutiamo non ci fa morire, non ci uccide a causa del nostro rifiuto, come
facciamo noi, … ma ci ama ancora di più, perché sa che solo amandoci ci guarirà
dal nostro amore malato, offrendoci così una speranza di vera ed eterna felicità.
L’Amore di Dio prescinde da ogni cosa, anche dall’offesa
e dal peccato, il Suo è AMORE senza misura; il nostro, invece, è misurato a spanne, è
fortemente condizionato, è semplicemente… non
a prescindere!
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