E già da qui ho cominciato: nascondo tutte le grazie nell'anima ed aspetto
colui che il
Signore mi manderà.
Senza alcun
dubbio nel mio cuore, ho pregato il Signore, perché Egli si degni di aiutarmi in
questi momenti ed un certo coraggio è entrato nella mia anima.
Debbo
ancora ricordare che ci sono alcuni confessori che aiutano
l'anima e
sono, per quanto ciò può apparire, dei veri padri spirituali, ma
fino ad un
certo punto: fino a che tutto va bene; ma quando un'anima si
trova in più
gravi difficoltà, allora sono indecisi e non possono, oppure
non vogliono
capire quell'anima; cercano di liberarsene al più presto.
Tuttavia se
l'anima è umile, ne ha pur sempre qualche piccolo vantaggio.
Dio stesso
talvolta invia un raggio di luce nel profondo dell'anima, per la
sua umiltà e
fiducia. Talvolta il confessore dice cose che non intendeva
affatto dire
ed egli stesso non se ne rende conto. L'anima crede realmente
che queste
sono parole del Signore stesso, sebbene dobbiamo credere che
ogni parola
in confessionale proviene da Dio, ma quello che ho ricordato
sopra, è
qualcosa che viene proprio direttamente da Dio. E l'anima sente
che il
sacerdote non dipende da se stesso: dice cose che non vorrebbe
dire. Ecco,
in questo modo Dio ricompensa la fede. L'ho sperimentato
parecchie
volte su me stessa. Un certo sacerdote molto istruito e
grandemente
stimato - m'è capitato qualche volta d'andare a confessarmi
da lui - era
sempre stato severo e contrario a me in queste cose, ma una
volta mi
disse: « Sappia, sorella, che se Iddio vuole che lei faccia questo,
non bisogna
opporvisi. Iddio talvolta vuole essere lodato in questo modo.
Stia
tranquilla. Iddio, come ha cominciato, così, terminerà. Ma le dico,
fedeltà a
Dio e umiltà e ancor una volta umiltà. Ricordi quello che le ho
detto oggi
». Mi rallegrai pensando che forse quel sacerdote mi aveva
capita. Però
le circostanze furono tali, che non ebbi più occasione di
confessarmi
da lui. Una volta mi chiamò una delle Madri anziane e
furono
fulmini e saette a ciel sereno, senza che mi rendessi conto di cosa
si
trattasse. Ma poco dopo capii che si trattava di cosa che non dipendeva
affatto da
me. Mi disse: « Lei, sorella, si levi bene dalla testa che Gesù
tratti così
familiarmente con lei, con una persona così misera e così
imperfetta.
Gesù ha rapporti di confidenza solo con anime sante,
ricordatelo
[sic!] bene ». Riconobbi che aveva pienamente ragione
dicendo che
sono misera, ma confido nella Misericordia divina. Quando
m'incontrai
col Signore, mi umiliai davanti a Lui e dissi: « Gesù, a quanto
si dice, Tu
non tratti con persone misere ». Mi rispose: « Sta'
tranquilla,
figlia Mia; proprio per mezzo di una simile miseria
voglio
mostrare la potenza della Mia Misericordia». Compresi
che la Madre
aveva inteso soltanto umiliarmi. O mio Gesù, mi hai
sottoposta a
molte prove in questa mia breve vita. Molte cose le ho
capite,
alcune delle quali ora mi lasciano meravigliata. Oh! quanto è bene
affidarsi in
tutto a Dio e permettere a Dio di agire pienamente nella
nostra
anima.
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