domenica 28 giugno 2015

DIARIO DELLA 
DIVINA MISERICORDIA 
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA


 Grandiosi sono gli abbassamenti divini alla mia anima!
Da parte mia non mi ritiro, né mi rifiuto, ma m'immergo in Lui,
come nell'unico mio Tesoro . Sono una cosa sola col Signore:
in un certo modo scompare l'abisso che c'è fra noi, il Creatore e
la creatura. Per alcuni giorni la mia anima è stata quasi continuamente in
estasi: la presenza di Dio non mi ha abbandonato nemmeno per un
istante e la mia anima ha perseverato in una continua amorosa unione
col Signore. Ciò tuttavia non mi ha impedito di adempire i miei doveri.
Sentivo che ero stata trasformata in amore; ardevo tutta, ma senza
riportare danni. M'immergevo continuamente in Dio. Iddio mi attirava a
Sé con tale forza e potenza che in certi momenti non mi rendevo
nemmeno conto di essere sulla terra. Per tanto tempo avevo ostacolato la
grazia di Dio e ne avevo avuto paura. Adesso Iddio Stesso tramite Padre
Andrasz aveva tolto ogni difficoltà. Il mio spirito era stato indirizzato
verso il sole e sbocciò ai suoi raggi per Lui Stesso. Già non capì [qui la
frase è interrotta e non è stata completata]. Nonostante Iddio mi attirasse
a Sé con tale veemenza che spesso non ero in grado di oppormi alla Sua
grazia, sprecavo molte grazie di Dio perché avevo sempre paura delle
illusioni. Quando all'improvviso venivo immersa in Lui, in quei momenti
Gesù mi riempiva della Sua pace in maniera che, in seguito, anche se
avessi voluto allarmarmi, non avrei potuto. Ad un tratto sentii nel mio
intimo queste parole: « Perché tu sia tranquilla, che sono Io
l'autore di tutte le richieste fatte a te, ti darò una tranquillità
così profonda che, se anche volessi inquietarti ed allarmarti,
ciò oggi non sarà in tuo potere, ma l'amore inonderà la tua
anima fino a farti dimenticare te stessa ». In seguito Gesù mi
diede un altro sacerdote, al quale mi ordinò di svelare la mia anima.
In un primo momento lo feci con una certa esitazione; ma un severo
richiamo da parte di Gesù procurò una profonda umiltà alla mia anima.
Sotto la sua direzione la mia anima progredì celermente nell'amore di
Dio e molte delle richieste del Signore vennero eseguite in concreto.
Talvolta il suo coraggio e la sua profonda umiltà mi hanno fatto riflettere.
Oh! quant'è misera la mia anima che ha dissipato tante grazie! Sfuggivo a
Dio ed Egli m'inseguiva con le Sue grazie. Il più delle volte le grazie di
Dio mi venivano elargite, quando meno me l'aspettavo. Dal momento in
cui il Signore mi ha dato un direttore spirituale, sono più fedele alla
grazia per merito dello stesso direttore e della sua vigilanza sulla mia
anima. Ho conosciuto veramente quello che è una direzione spirituale e
come la considera Gesù: per ogni minima mancanza Gesù mi ammoniva
e mi faceva presente che le questioni, che io sottoponevo al confessore, le
giudicava Lui Stesso. « Ed ogni mancanza contro di lui colpisce
Me direttamente ». Quando la mia anima sotto la sua direzione
cominciò a gustare profondamente il raccoglimento e la pace, udii spesso
nell'anima queste parole, talora ripetute varie volte di seguito:
 «Fortificati per la lotta! ». Gesù mi fa conoscere spesso quello che non
Gli piace nella mia anima e qualche volta mi ha rimproverato per cose
che sembravano minuzie, ma che in realtà avevano una grande
importanza. Egli mi ha messo in guardia e mi ha esercitato come un
Maestro. Per molti anni mi ha educata Lui Stesso, fino al momento in cui
mi ha dato un direttore spirituale. In precedenza era Lui che mi faceva
conoscere quello che non capivo ed ora mi ordina di chiedere tutto al
confessore e spesso mi dice così: « E Io ti risponderò tramite la sua
bocca; sta' tranquilla». Non mi è ancora capitato di ricevere una
risposta in contrasto con ciò che il Signore mi chiedeva e che io avevo
fatto presente al mio direttore spirituale. Anzi qualche volta, ma non
spesso, mi è capitato che Gesù mi ha raccomandato determinate cose di
cui nessuno potrebbe essere stato al corrente, ma, quando mi sono
avvicinata alla grata, il confessore me le ha raccomandate anche lui.
Quando l'anima ha ottenuto per lungo tempo molta luce e molte
ispirazioni e dopo che i confessori le hanno assicurato sia la tranquillità
sia la provenienza delle ispirazioni, se il suo amore è grande, in tal caso
Gesù le fa conoscere che è tempo che metta in pratica ciò che ha ricevuto.
L'anima viene a conoscere che il Signore conta su di lei e questa
conoscenza le dà forza. Essa sa che per restare fedele dovrà talvolta
esporsi a varie difficoltà; ma essa confida in Dio e, grazie a tale fiducia,
giunge là dove Iddio la chiama. Le difficoltà non la spaventano; sono per
lei come il pane quotidiano; non la spaventano affatto, né
l'intimoriscono, come i colpi di cannone non spaventano il cavaliere che è
continuamente sui campi di battaglia. Essa è ben lungi dallo spaventarsi,
però rimane in ascolto per capire da che parte attaccherà il nemico. Per
riportare la vittoria non fa nulla alla cieca, ma indaga, riflette
profondamente e, non contando su di sé, prega fervorosamente ed
attinge consigli da cavalieri esperti e saggi, e comportandosi così, vince
quasi sempre. Ci sono degli attacchi nei quali l'anima non ha il tempo né
per riflettere, né per chiedere consigli, né per nient'altro. In quei casi
bisogna combattere per la vita o per la morte. Qualche volta è bene
rifugiarsi nella ferita del Cuore di Gesù, non rispondendo nemmeno una
parola: per quell'atto stesso il nemico è già sconfitto. In tempo di pace
l'anima si sottopone a sforzi come fa in tempo di battaglia. Deve
esercitarsi e molto; diversamente nemmeno parlarne di vittoria. il tempo
di pace lo considero come il tempo di preparazione alla vittoria. Deve
vigilare continuamente. Vigilanza e ancora una volta vigilanza! L'anima
che riflette ottiene molta luce. Un'anima dissipata si mette da sola in
pericolo di cadere e non si meravigli se poi cadrà. O Spirito Divino, guida
dell'anima: saggio è colui che Tu trasformi. Ma affinché lo Spirito Divino
possa agire in un'anima, occorre silenzio e raccoglimento. La preghiera.
Con la preghiera l'anima si prepara ad affrontare qualsiasi battaglia. In
qualunque condizione si trovi un'anima, deve pregare. Deve pregare
l'anima pura e bella, poiché diversamente perderebbe la sua bellezza.
Deve pregare l'anima che tende alla purezza, altrimenti non vi giungerà.
Deve pregare l'anima che si è appena convertita, diversamente cadrebbe
di nuovo. Deve pregare l'anima peccatrice, immersa nei peccati, per poter
risorgere. E non c'è anima, che non abbia il dovere di pregare, poiché
ogni grazia arriva tramite la preghiera. Ricordo che la luce l'ho ricevuta in
massima parte durante l'adorazione di mezz'ora, che facevo ogni giorno
durante tutta la Quaresima, stando distesa a forma di croce davanti al
SS.mo Sacramento. In quel tempo conobbi più a fondo me stessa e Iddio,
anche se per fare quella preghiera incontrai molti ostacoli, nonostante
avessi il permesso dei superiori. L'anima deve sapere che, per pregare e
perseverare nella preghiera, deve armarsi di pazienza e superare
coraggiosamente le difficoltà esteriori ed interiori. Le difficoltà interiori:
lo scoraggiamento, l'aridità, l'indolenza, le tentazioni. Quelle esteriori: il
rispetto umano e la necessità di rispettare i momenti destinati alla
preghiera. Io stessa ho sperimentato che, se non dicevo le preghiere nel
tempo stabilito, dopo non le dicevo più, perché i doveri me l'impedivano;
e se pure le dicevo, ciò avveniva con gran fatica, perché il pensiero
andava ai doveri da compiere. Mi è capitata anche questa difficoltà: se
l'anima aveva recitato bene le preghiere e ne era uscita con un profondo
raccoglimento interiore, gli altri la contrastavano per tale raccoglimento;
perciò ci vuole pazienza per perseverare nella preghiera. Più di una volta
mi è capitata una cosa di questo genere: quando la mia anima era più
profondamente assorta in Dio ed aveva riportato maggior profitto dalla
preghiera e la presenza di Dio l'aveva accompagnata durante il giorno e
sul lavoro aveva dimostrato più concentrazione, più esattezza e più
impegno, proprio allora ho avuto il maggior numero di rimproveri con
l'accusa di essere negligente ed indifferente a tutto e questo perché le
anime meno raccolte vogliono che anche le altre siano come loro, perché
costituiscono per loro un rimprovero continuo. Un'anima nobile e
delicata può essere anche la più semplice, ma di sentimenti delicati; una
tale anima cerca di vedere Iddio in ogni cosa. Lo trova ovunque, riesce a
trovare Iddio anche nelle cose più insignificanti. Tutto per lei ha un
significato. Apprezza grandemente tutto. Ringrazia Dio per ogni cosa. Da
ogni cosa ricava profitto e rivolge a Dio ogni lode. Confida in Lui e non
s'impressiona quando viene il tempo della prova. Essa sa che Iddio è
sempre il migliore dei padri e tiene poco conto delle considerazioni
umane. Segue fedelmente anche il più piccolo soffio dello Spirito Santo;
gioisce per questo Ospite spirituale e si aggrappa a Lui come un bimbo
alla madre. Dove le altre anime s'arrestano e si spaventano, essa va
avanti senza paura e senza difficoltà. Quando il Signore stesso vuole stare
accanto ad un'anima e guidarla, allontana da lei tutto ciò che c'è
all'esterno. 

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