domenica 28 giugno 2015

DIARIO DELLA 
DIVINA MISERICORDIA 
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA


 Grandiosi sono gli abbassamenti divini alla mia anima!
Da parte mia non mi ritiro, né mi rifiuto, ma m'immergo in Lui,
come nell'unico mio Tesoro . Sono una cosa sola col Signore:
in un certo modo scompare l'abisso che c'è fra noi, il Creatore e
la creatura. Per alcuni giorni la mia anima è stata quasi continuamente in
estasi: la presenza di Dio non mi ha abbandonato nemmeno per un
istante e la mia anima ha perseverato in una continua amorosa unione
col Signore. Ciò tuttavia non mi ha impedito di adempire i miei doveri.
Sentivo che ero stata trasformata in amore; ardevo tutta, ma senza
riportare danni. M'immergevo continuamente in Dio. Iddio mi attirava a
Sé con tale forza e potenza che in certi momenti non mi rendevo
nemmeno conto di essere sulla terra. Per tanto tempo avevo ostacolato la
grazia di Dio e ne avevo avuto paura. Adesso Iddio Stesso tramite Padre
Andrasz aveva tolto ogni difficoltà. Il mio spirito era stato indirizzato
verso il sole e sbocciò ai suoi raggi per Lui Stesso. Già non capì [qui la
frase è interrotta e non è stata completata]. Nonostante Iddio mi attirasse
a Sé con tale veemenza che spesso non ero in grado di oppormi alla Sua
grazia, sprecavo molte grazie di Dio perché avevo sempre paura delle
illusioni. Quando all'improvviso venivo immersa in Lui, in quei momenti
Gesù mi riempiva della Sua pace in maniera che, in seguito, anche se
avessi voluto allarmarmi, non avrei potuto. Ad un tratto sentii nel mio
intimo queste parole: « Perché tu sia tranquilla, che sono Io
l'autore di tutte le richieste fatte a te, ti darò una tranquillità
così profonda che, se anche volessi inquietarti ed allarmarti,
ciò oggi non sarà in tuo potere, ma l'amore inonderà la tua
anima fino a farti dimenticare te stessa ». In seguito Gesù mi
diede un altro sacerdote, al quale mi ordinò di svelare la mia anima.
In un primo momento lo feci con una certa esitazione; ma un severo
richiamo da parte di Gesù procurò una profonda umiltà alla mia anima.
Sotto la sua direzione la mia anima progredì celermente nell'amore di
Dio e molte delle richieste del Signore vennero eseguite in concreto.
Talvolta il suo coraggio e la sua profonda umiltà mi hanno fatto riflettere.
Oh! quant'è misera la mia anima che ha dissipato tante grazie! Sfuggivo a
Dio ed Egli m'inseguiva con le Sue grazie. Il più delle volte le grazie di
Dio mi venivano elargite, quando meno me l'aspettavo. Dal momento in
cui il Signore mi ha dato un direttore spirituale, sono più fedele alla
grazia per merito dello stesso direttore e della sua vigilanza sulla mia
anima. Ho conosciuto veramente quello che è una direzione spirituale e
come la considera Gesù: per ogni minima mancanza Gesù mi ammoniva
e mi faceva presente che le questioni, che io sottoponevo al confessore, le
giudicava Lui Stesso. « Ed ogni mancanza contro di lui colpisce
Me direttamente ». Quando la mia anima sotto la sua direzione
cominciò a gustare profondamente il raccoglimento e la pace, udii spesso
nell'anima queste parole, talora ripetute varie volte di seguito:
 «Fortificati per la lotta! ». Gesù mi fa conoscere spesso quello che non
Gli piace nella mia anima e qualche volta mi ha rimproverato per cose
che sembravano minuzie, ma che in realtà avevano una grande
importanza. Egli mi ha messo in guardia e mi ha esercitato come un
Maestro. Per molti anni mi ha educata Lui Stesso, fino al momento in cui
mi ha dato un direttore spirituale. In precedenza era Lui che mi faceva
conoscere quello che non capivo ed ora mi ordina di chiedere tutto al
confessore e spesso mi dice così: « E Io ti risponderò tramite la sua
bocca; sta' tranquilla». Non mi è ancora capitato di ricevere una
risposta in contrasto con ciò che il Signore mi chiedeva e che io avevo
fatto presente al mio direttore spirituale. Anzi qualche volta, ma non
spesso, mi è capitato che Gesù mi ha raccomandato determinate cose di
cui nessuno potrebbe essere stato al corrente, ma, quando mi sono
avvicinata alla grata, il confessore me le ha raccomandate anche lui.
Quando l'anima ha ottenuto per lungo tempo molta luce e molte
ispirazioni e dopo che i confessori le hanno assicurato sia la tranquillità
sia la provenienza delle ispirazioni, se il suo amore è grande, in tal caso
Gesù le fa conoscere che è tempo che metta in pratica ciò che ha ricevuto.
L'anima viene a conoscere che il Signore conta su di lei e questa
conoscenza le dà forza. Essa sa che per restare fedele dovrà talvolta
esporsi a varie difficoltà; ma essa confida in Dio e, grazie a tale fiducia,
giunge là dove Iddio la chiama. Le difficoltà non la spaventano; sono per
lei come il pane quotidiano; non la spaventano affatto, né
l'intimoriscono, come i colpi di cannone non spaventano il cavaliere che è
continuamente sui campi di battaglia. Essa è ben lungi dallo spaventarsi,
però rimane in ascolto per capire da che parte attaccherà il nemico. Per
riportare la vittoria non fa nulla alla cieca, ma indaga, riflette
profondamente e, non contando su di sé, prega fervorosamente ed
attinge consigli da cavalieri esperti e saggi, e comportandosi così, vince
quasi sempre. Ci sono degli attacchi nei quali l'anima non ha il tempo né
per riflettere, né per chiedere consigli, né per nient'altro. In quei casi
bisogna combattere per la vita o per la morte. Qualche volta è bene
rifugiarsi nella ferita del Cuore di Gesù, non rispondendo nemmeno una
parola: per quell'atto stesso il nemico è già sconfitto. In tempo di pace
l'anima si sottopone a sforzi come fa in tempo di battaglia. Deve
esercitarsi e molto; diversamente nemmeno parlarne di vittoria. il tempo
di pace lo considero come il tempo di preparazione alla vittoria. Deve
vigilare continuamente. Vigilanza e ancora una volta vigilanza! L'anima
che riflette ottiene molta luce. Un'anima dissipata si mette da sola in
pericolo di cadere e non si meravigli se poi cadrà. O Spirito Divino, guida
dell'anima: saggio è colui che Tu trasformi. Ma affinché lo Spirito Divino
possa agire in un'anima, occorre silenzio e raccoglimento. La preghiera.
Con la preghiera l'anima si prepara ad affrontare qualsiasi battaglia. In
qualunque condizione si trovi un'anima, deve pregare. Deve pregare
l'anima pura e bella, poiché diversamente perderebbe la sua bellezza.
Deve pregare l'anima che tende alla purezza, altrimenti non vi giungerà.
Deve pregare l'anima che si è appena convertita, diversamente cadrebbe
di nuovo. Deve pregare l'anima peccatrice, immersa nei peccati, per poter
risorgere. E non c'è anima, che non abbia il dovere di pregare, poiché
ogni grazia arriva tramite la preghiera. Ricordo che la luce l'ho ricevuta in
massima parte durante l'adorazione di mezz'ora, che facevo ogni giorno
durante tutta la Quaresima, stando distesa a forma di croce davanti al
SS.mo Sacramento. In quel tempo conobbi più a fondo me stessa e Iddio,
anche se per fare quella preghiera incontrai molti ostacoli, nonostante
avessi il permesso dei superiori. L'anima deve sapere che, per pregare e
perseverare nella preghiera, deve armarsi di pazienza e superare
coraggiosamente le difficoltà esteriori ed interiori. Le difficoltà interiori:
lo scoraggiamento, l'aridità, l'indolenza, le tentazioni. Quelle esteriori: il
rispetto umano e la necessità di rispettare i momenti destinati alla
preghiera. Io stessa ho sperimentato che, se non dicevo le preghiere nel
tempo stabilito, dopo non le dicevo più, perché i doveri me l'impedivano;
e se pure le dicevo, ciò avveniva con gran fatica, perché il pensiero
andava ai doveri da compiere. Mi è capitata anche questa difficoltà: se
l'anima aveva recitato bene le preghiere e ne era uscita con un profondo
raccoglimento interiore, gli altri la contrastavano per tale raccoglimento;
perciò ci vuole pazienza per perseverare nella preghiera. Più di una volta
mi è capitata una cosa di questo genere: quando la mia anima era più
profondamente assorta in Dio ed aveva riportato maggior profitto dalla
preghiera e la presenza di Dio l'aveva accompagnata durante il giorno e
sul lavoro aveva dimostrato più concentrazione, più esattezza e più
impegno, proprio allora ho avuto il maggior numero di rimproveri con
l'accusa di essere negligente ed indifferente a tutto e questo perché le
anime meno raccolte vogliono che anche le altre siano come loro, perché
costituiscono per loro un rimprovero continuo. Un'anima nobile e
delicata può essere anche la più semplice, ma di sentimenti delicati; una
tale anima cerca di vedere Iddio in ogni cosa. Lo trova ovunque, riesce a
trovare Iddio anche nelle cose più insignificanti. Tutto per lei ha un
significato. Apprezza grandemente tutto. Ringrazia Dio per ogni cosa. Da
ogni cosa ricava profitto e rivolge a Dio ogni lode. Confida in Lui e non
s'impressiona quando viene il tempo della prova. Essa sa che Iddio è
sempre il migliore dei padri e tiene poco conto delle considerazioni
umane. Segue fedelmente anche il più piccolo soffio dello Spirito Santo;
gioisce per questo Ospite spirituale e si aggrappa a Lui come un bimbo
alla madre. Dove le altre anime s'arrestano e si spaventano, essa va
avanti senza paura e senza difficoltà. Quando il Signore stesso vuole stare
accanto ad un'anima e guidarla, allontana da lei tutto ciò che c'è
all'esterno. 

venerdì 26 giugno 2015






MARIA REGINA DELLA PACE

MEDJUGORJE
Messaggio del 25 Giugno 2015  

"Cari figli! Anche oggi l’Altissimo mi dona la grazia di potervi amare ed invitare alla conversione. Figlioli, Dio sia il vostro domani, non guerra ed inquietudine, non tristezza ma gioia e pace devono regnare nei cuori di tutti gli uomini e senza Dio non troverete mai la pace. Perciò, figlioli, ritornate a Dio e alla preghiera perché il vostro cuore canti con gioia. Io sono con voi e vi amo con immenso amore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

lunedì 22 giugno 2015

DIARIO DELLA 
DIVINA MISERICORDIA 
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA


 Sono poche le anime sempre attente alle ispirazioni di Dio, ma ancora di
meno sono quelle che eseguono fedelmente le ispirazioni divine.
Un'anima fedele a Dio però non può da sola prendere decisioni sulle sue
ispirazioni: deve sottoporle al controllo di un sacerdote molto colto e
saggio e, finché non ha la certezza, deve mantenere un atteggiamento
d'incredulità. Non dia di propria iniziativa la sua fiducia a queste
ispirazioni ed a tutte le grazie superiori, poiché può esporsi a molti danni.
Sebbene l'anima distingua subito le false ispirazioni da quelle che
provengono da Dio, tuttavia sia prudente perché ci sono molte cose
dubbie. Dio è contento e si rallegra quando l'anima non presta fede a Lui
Stesso, per Lui Stesso: perché Lo ama, è prudente ed interroga, e chiede
aiuto per accertare che chi opera in lei è veramente Dio. E dopo averne
avuta la conferma tramite un confessore illuminato, stia tranquilla; si
metta nelle mani di Dio secondo le Sue indicazioni, cioè secondo le
indicazioni del confessore. L'amore puro è capace di grandi imprese e
non l'annientano né le difficoltà, né le contrarietà. Come l'amore è forte
nelle grandi difficoltà, così è perseverante nella grigia, noiosa vita
quotidiana. Essa sa che, per piacere a Dio, una cosa è necessaria: fare con
grande amore le cose più piccole. Amore e sempre amore. L'amore puro
non sbaglia; esso ha singolarmente molta luce e non fa nulla che non
debba piacere a Dio. E attento nel prevedere ciò che è più caro a Dio e
non c'è nulla che lo eguagli; è felice quando può annientarsi ed ardere
come un sacrificio puro. Quanto più dà di sé, tanto più è felice. Inoltre
nessuno meglio di lui riesce ad avvertire i pericoli da tanto lontano; ha il
fiuto per togliere la maschera e sa con chi tratta. I miei tormenti
giungono ormai alla fine. Il Signore mi dà l'aiuto promesso. Lo vedo in
due sacerdoti, cioè in Padre Andrasz e in Don Sopocko. Nel corso degli
esercizi spirituali prima dei voti perpetui, per la prima volta venni
tranquillizzata completamente ed in seguito venni guidata nella stessa
direzione da Don Sopocko. Così si realizzò la promessa del Signore. Dopo
che fui tranquillizzata ed istruita sul modo di procedere sulle vie di Dio, il
mio spirito si rallegrò nel Signore e mi sembrò non di camminare, ma di
correre. Mi erano state sciolte le ali per il volo e cominciai a volteggiare
verso l'ardore del sole e non tornerò in basso fino a quando riposerò in
Colui, nel Quale è annegata la mia anima per l'eternità. E mi abbandonai
completamente all'influsso della grazia. 

venerdì 12 giugno 2015

Il Cuore di Gesù

Margherita Maria Alacoque insegna che il vangelo è rivelazione dell'Amore di Dio e chiamata alla riconoscenza, che si manifesta aderendo più fortemente alla Persona del Salvatore partecipando ai suoi sentimenti e alla sua missione, preoccupandosi della salvezza di tutti gli uomini.
Alla sorgente di questa ricerca è il Vangelo, che ci fa conoscere l'amore di Dio e l'Eucaristia, che con la Riconciliazione è il sacramento di questo amore offerto e ricevuto.
Il culto del Cuore di Gesù ha dato origine a molte vocazioni e vie di Santità. Certamente non è "obbligatorio". Ma l'accoglienza dell'amore di Dio in questa forma o un'altra, fa parte integrante della vocazione cristiana.
"Nessuno può misurare le meraviglie dell'Amore di Dio" dice san Paolo. Possano queste pagine ravvivare nel cuore dei lettori il desiderio di conoscerle più profondamente.

IL CUORE DI GESU'

Il Cuore di Gesù sorgente di ogni grazia e consolazione
Il Cuore di Gesù sorgente di ogni grazia e consolazione
Il cuore aperto sulla croce è per la Chiesa la base profonda del culto al Cuore di Gesù. Se l'apertura del costato è la manifestazione suprema dell'amore di Cristo, non può, tuttavia, dispensarci dall'andare incontro a questo Cuore quale si rivela già durante tutta la sua vita terrena: cuore vivo, cuore che ama.
Dal momento dell'Incarnazione il "Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria" vive.
Scopriamo la sua azione misteriosa ma reale, quando al saluto di Maria alla cugina Elisabetta, questa profetizza nello Spirito Santo.  Si devono leggere i Vangeli per scoprire nella vita pubblica di Gesù le molteplici manifestazioni del suo cuore: cuore che ha pietà, che compatisce, che esulta di gioia, che ammira, che è ferito, che prova timore; ma soprattutto, è un cuore che ama appassionatamente. Un cuore che ama il Padre, suo Padre. Un cuore che ama gli uomini, suoi fratelli: "poiché aveva amato i suoi...li amò fino alla fine" (Gv. 13,1).

QUELLO CHE GESU' DICE DEL SUO  CUORE

Nel Vangelo
Anche se in tutto il Vangelo, Gesù manifesta il suo amore, tuttavia soltanto una volta parla esplicitamente del suo cuore:
"Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi ed io vi consolerò: prendete su di voi il mio giogo, e imparate da me che sono dolce e umile di cuore e le vostre anime troveranno pace: perché il mio gioo è dolce e il mio carico è leggero".
(Mt  11, 28-30)

A Margherita Maria
La prima volta che Gesù scopre le "meraviglie del suo amore" a Margherita Maria, le dice:
"Il mio Cuore divino è tanto appassionato d'amore per gli uomini e per te in particolare, che non potendo più contenere in se stesso le fiamme del suo ardente amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò e che contengono grazie di santificazione e di salvezza".
"Il mio Cuore è tanto appassionato":
questa rivelazione dovrebbe sconvolgerci, aprire i nostri cuori di pietra ai torrenti d'amore che Gesù tanto desidera effondere. Non può più conservarli in se stesso.
Deve diffonderli...affinché gli uomini siano in grado di ricevere questo fuoco che è venuto a portare sulla terra.
(cfr: Lc 12, 49)

"Un'altra volta", dice Margherita Maria, "mi svelò le meraviglie inesplicabili del suo puro amore e fino a quale eccesso questo lo avesse spinto ad amare gli uomini, dai quali poi non riceveva che ingratitudine e indifferenza. Questo, mi disse, mi fa soffrire più di tutto ciò che ho patito nella mia Passione, mentre se in cambio mi rendessero un po' d'amore, stimerei poco ciò che ho fatto per loro e vorrei, se fosse possibile, fare ancora di più. Invece non ho dagli uomini che freddezze e ripulse alle infinite premure che ho per far loro del bene".
Qui Gesù vuol ripetere fino a quale eccesso ci ha amati, ma soprattutto si lamenta che non pensiamo a lui: l'amore di Gesù è messo da parte, non interessa più, o così poco...
Un giorno, mentre Margherita Maria adora il Santo Sacramento, ha luogo la grande manifestazione.
"Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo amore. Invece di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di loro che ingratitudine, tante irriverenze, sacrilegi e disprezzo che essi mi usano in questo sacramento d'amore. Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così."
Un Cuore trafitto per amore
Un Cuore trafitto per amore

In questa manifestazione il cuore si è presentato come sorgente dell'amore, di un amore che è andato fino all'estremo. Quest'amore è schernito fino alla sua espressione suprema: il sacramento dell'Eucaristia. E' vero che Gesù si mostra molto sensibile alla riconoscenza come constatiamo già nel Vangelo (Lc 17, 11-19). Ma sono pochi coloro che sanno ringraziare il Salvatore per i suoi doni immensi.
"Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore col ricevere in quel giorno la santa comunione (...) per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari. Ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo Amore divino su coloro che gli renderanno questo amore e procureranno che gli sia reso da altri".
Instancabilmente Gesù cerca di attirarci a Lui. Uscendo dalla sfera privata, se così si può dire, egli domanda a Margherita Maria di impegnarsi all'instaurazione di una festa pubblica in onore del suo Cuore divino, nella sua Chiesa, per rendere grazie al dono immenso del suo amore e in riparazione dell'ingratitudine degli uomini. In una comunicazione più personale, Gesù manifesta tutta la vulnerabilità del suo Cuore quando domanda alla sua confidente di fargli compagnia per un'ora la notte di ogni giovedì, per partecipare alla sua agonia al Getsemani. Egli le dice:
"E' qui che ho sofferto più che in tutto il resto della mia Passione, vedendomi in un abbandono totale del cielo e della terra, carico dei peccati di tutti gli uomini,... nessuno può comprendere l'intensità dei tormenti che soffrii allora".
Da questa confidenza fatta a Margherita Maria è nata la pratica dell' ora santa.
Si deve tuttavia notare che Gesù domanda questa pratica soltanto a Margherita Maria e che la santa non l'insegna a nessun altro.  E' la Chiesa stessa che l'ha proposta,
"la Chiesa che cerca senza tregua quest'ora perduta nel giardino degli ulivi, perduta per Pietro, Giacomo e Giovanni, per riparare la loro diserzione e la solitudine che ha accresciuto la sofferenza del Maestro... Gesù ci permette in qualche modo di ritrovarlo continuamente in quest'ora ormai passata e irreversibile, umanamente parlando, e come allora ci invita a prendere parte alla preghiera del suo Cuore che abbraccia tutte le generazioni umane"
(Cardinale Wojtyla - Giovanni Paolo II - da : Il segno di contraddizione).
Preghiera composta da santa Margherita Maria.
Il Sacramento del Suo Amore - la Sua Presenza perenne tra noi
Il Sacramento del suo Amore - la Sua Presenza perenne tra noi

"Gesù Cristo, mio Signore e mio Dio, che credo veramente e realmente presente nel Santissimo Sacramento dell'altare, ricevi questo atto di profonda adorazione per supplire al desiderio che avrei di adorarti in continuo, e in azione di grazie per i sentimenti di amore  che il tuo Sacro Cuore ha per me. Non saprei meglio riconoscerli che offertoti tutti gli atti di adorazione, di rassegnazione, di pazienza e di amore che questo stesso Cuore ha fatto durante la sua vita mortale, e che fa ancora e che farà eternamente in cielo, al fine di amarti, di lodarti e di adorarti degnamente con lui stesso per quanto  mi sarà possibile. Mi unisco a questa offerta divina che tu fai al divin Padre: e ti consacro tutto il  mio essere, pregandoti di distruggere in me il peccato e di non permettere che sia mai separata da te".

QUELLO CHE MARGHERITA MARIA DICE DEL CUORE DI GESU'

"Ma perché non riesco a riferire tutto quello che so di questa amabile devozione (Devozione: in senso letterale, usato qui, significa darsi, dedicarsi a qualcuno, interamente, senza riserve) e rivelare a tutto il mondo, i tesori di grazie che Gesù Cristo contiene nel suo adorabile Cuore e desidera riversare con prodigalità su quanti la metteranno in pratica?"

"Riferire tutto quello che so":
Margherita Maria ha visto, ha ascoltato, ha toccato l'ineffabile. Molte volte afferma di non poterne parlare.
Sono delle
"meraviglie inspiegabili"
o dei segreti indicibili.
Le parole umane sono così insufficienti per dire il mistero di Dio, il mistero dell'amore di Gesù. Allora Margherita Maria si esprime con l'aiuto di immagini, e spesso di immagini profondamente bibliche.
Cappella Apparizione
Cappella Apparizione
 Le più frequenti sono quelle del sole, delle fiamme, della fornace e della sorgente.
"Il sacro Cuore mi si presentava come un sole sfolgorante di vivissima luce, i cui raggi infuocati cadevano a piombo sul mio cuore".
Altre volte, a questa immagine del sole, Margherita Maria aggiunge quella della fornace e della fiamma che fanno pensare al roveto ardente al quale si avvicinò Mosè.
"Una volta, in particolare, mentre era esposto il Santo Sacramento, sentendomi tutta assorta nell'intimo del mio essere per un raccoglimento straordinario di tutte le mie facoltà, Gesù Cristo, il mio dolce Maestro, si presentò a me tutto splendente di gloria con le sue cinque piaghe sfolgoranti come cinque soli. Da ogni parte di quella sacra Umanità si sprigionavano fiamme, ma soprattutto dal suo adorabile petto, che somigliava a una fornace ardente. Dopo averlo scoperto, mi mostrò il suo amante e adorabilissimo Cuore, sorgente viva di quelle fiamme".
Per mezzo di queste stesse immagini, nel testo che segue, Margherita Maria è introdotta nel mistero dell'amore sofferente.
"Dopo di ciò, il divin Cuore mi fu presentato come in un trono in fiamme, più sfolgorante di un sole, trasparente come un cristallo e con la piaga adorabile. Era circondato da una corona di spine, che significano le trafitture che Gli infliggono i nostri peccati, e da una croce, che vuol dire che dai primi momenti della sua Incarnazione, dall'attimo cioè in cui questo Cuore fu formato, vi fu piantata la croce".
Qui troviamo tutto il mistero della redenzione.
Consideriamo ancora queste immagini di grande valore spirituale di cui si serve Margherita Maria
Prima immagine del S. Cuore disegnata da S. Margherita Maria
Prima immagine del S. Cuore disegnata da S. Margherita



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Il libro aperto.

Gesù  si presenta alla nostra Santa e le dice:
"Voglio farti leggere il libro della vita dove è contenuta la scienza dell'amore. E, scoprendomi il suo Sacro Cuore, mi fece leggere queste parole: Il mio amore regna nella sofferenza, trionfa nell'umiltà e gioisce nell'unità."
"parole che si impressero così fortemente nel mio spirito che non le ho mai più dimenticate".
"L'amabile Cuore di Gesù si apre per me come un grande libro dove mi fa leggere le lezioni ammirabili del suo puro amore".

L'abisso

Un giorno Gesù aveva domandato alla sua confidente di guardare lo squarcio del suo sacro Costato:
"si tratta", le diceva, "di un abisso senza fondo, scavato da una freccia smisurata, quella dell'Amore".
"In quei giorni sgorgherà una sorgente... per lavare il peccato e l'impurità"
(Za 13,1).

La sorgente

Qui dobbiamo dare una spiegazione: quando Margherita Maria vede il Cuore di Gesù, quando Egli le si presenta, lo descrive quasi sempre con l'aiuto delle immagini già citate; sole, fornace. Ma quando è lei che invita ad andare a Lui, la Santa si serve di altre immagini. Quella della sorgente è la più utilizzata. Questa immagine rievoca la vita sovrabbondante offerta dal Cuore di Cristo.
"Il Cuore di Gesù è una sorgente inesauribile di tutti i beni che vuole diffondere e comunicare".
"Una sorgente inesauribile di delizie, più vi si attinge, più è copiosa".
"Questo Cuore divino è una sorgente feconda di benedizioni e di gioia, una sorgente inesauribile da cui scorrono ininterrotti tre canali: Dal primo parte la misericordia per i peccatori (...), il secondo è il canale della carità che si espande per tutti coloro che si trovano in qualche necessità (...), dal terzo canale emanano amore e luce per i perfetti amici che egli desidera unire a sé per comunicare loro la sua scienza e la sua verità".

Amare l'Amore

Gesù ci dona il Suo Cuore
Gesù ci dona il Suo Cuore

Gesù ci ha parlato dell'Amore traboccante del suo Cuore: "amore che non può più contenere dentro di sé".
Margherita Maria ci dice, nel linguaggio del suo tempo, con l'aiuto di immagini semplici, quello che ha potuto percepire delle insondabili ricchezze del Cuore di Cristo.
Domandiamo ora all'erede dei suoi tesori di insegnarci ciò che Gesù aspetta da noi, quali sono i suoi desideri. Due passaggi della lettere di Margherita Maria ce li presentano:
"Il gran desiderio di vedere il suo Cuore onorato da un culto particolare mi sembra che abbia lo scopo di rinnovare nel mondo gli effetti della Redenzione".
"Per fare partecipi (dei suoi doni) le anime e i cuori ben disposti, desidera ardentemente di essere conosciuto, amato e glorificato dalle sue creature, nelle quali vuole regnare come sorgente di ogni bene, al fine di provvedere alle loro necessità; per questo vuole che ci rivolgiamo a Lui con gran fiducia, perché vuole che l'amore e gli omaggi degli uomini sia espressione di libera, amorevole e spontanea volontà".
Vediamo così che se il Signore desidera che il suo Cuore sia "amato, onorato e glorificato" è soprattutto per riconoscenza dei suoi favori verso di noi, ma anche per farci lasciare il nostro stato di peccatori comunicandoci pienamente salvezza e vita.
Già nel Vangelo Gesù deplora:
"Non volete venire a me per avere la vita eterna"
(Gv 5,40).
A Paray è venuto a rinnovare il suo invito e offrire
"la devozione al suo Cuore, come uno degli ultimi sforzi del suo amore",
affinché gli uomini, guardando il suo Cuore trafitto d'amore per loro, da Lui ricevano la salvezza.
Come fare per amare, onorare e glorificare il Cuore di Gesù, per rispondere all'invito del Cuore di Cristo, e immergersi in questa corrente di amore?

Accogliere

Il primo passo consiste nell'aprire il cuore
"per appagare in qualche modo l'ardente desiderio del Cuore di Gesù di diffondersi, di comunicarsi".
Questa attitudine di accoglienza richiede necessariamente un riconoscimento delle nostre colpe: siamo tutti peccatori. Richiede fede e fiducia in colui che ci perdona:
"Lei ha sempre troppo timore, è ciò che dispiace al Signore, perché da lei vuole ricevere un'amorosa fiducia",
scriverà Margherita Maria ad una delle sue corrispondenti.

Rispondere

Il secondo passo ci invita ad una risposta d'amore che impegna tutta la vita.
Margherita Maria ci avverte a più riprese
"che non si tratta di una devozione fatta di sole preghiere, ma di perfetta conformità delle sue sante virtù".
E altrove:
"Egli ci manifesta l'ardente desiderio che la nostra vita diventi simile alla sua".
Che cosa vuol dire vita conforme a quella di Gesù Cristo? La nostra Santa risponde:
"Sia costante nell'amare il Sacro Cuore di Gesù Cristo, nel trattare col prossimo (...) cerchi di conformarsi, per quanto le sarà possibile, alla sua umiltà e alla sua dolcezza".
Difatti, la discepola dell'amore sa che il vero amore di Dio produce certamente l'amore degli altri, così ella insegna altrove che amare il Cuore di Gesù vuol dire cercare di fargli piacere
"esercitando la santa carità, pensando e parlando sempre bene del prossimo, assistendo i poveri secondo le nostre possibilità".
Margherita Maria invita spesso anche alla conformità con Gesù sofferente, umiliato e disprezzato. Ma dice:
"Si contenti, senza cercarle, delle occasioni sia di umiliazione che di contraddizione che egli le manderà e ne profitti in silenzio".
A coloro che desiderano andare ancora più avanti nella devozione a questo Cuore pieno d'Amore, Margherita Maria consiglia di rendergli amore per amore consacrandosi a Lui.
Una lettera del 1684 espone magnificamente i mezzi, gli effetti e i frutti di questa azione spirituale.

Consacrazione

"Se lei dunque desidera essere annoverata tra i suoi amici, un primo venerdì del mese, dopo la comunione, fatta secondo questa intenzione, offra questo sacrificio di sé e si consacri tutta a Lui con il proposito di riamarlo e di procurargli tutto l'amore, l'onore e la gloria che sarà in suo potere e nella maniera che Lui stesso le suggerirà. Dopo di che si consideri come una che appartiene e dipende dall'adorabile Cuore di nostro Signore Gesù Cristo: ricorra a Lui in tutte le necessità e, per quanto le sarà possibile, stabilisca il Lui la sua dimora. Così, se corrisponderà ai suoi disegni, che nei suoi riguardi sono grandi, egli riparerà tutto quello che d'imperfetto potrà esserci nelle sue azioni, santificherà quelle buone e così, per mezzo suo, se lei lo lascerà fare, si procurerà molta gloria".
"Nella maniera che Lui stesso le suggerirà"
A un cuore che ama piace ripetere il suo amore alla persona amata. Così, questa consacrazione si manifesterà spesso in formule scritte.
Margherita Maria ne ha lasciato parecchi esempi.
Non si può conoscere e amare veramente il Cuore di Gesù tenendo questo amore per noi soltanto. Coloro che si sono impegnati in questo cammino, che hanno già goduto dei favori "di tesori di amore e di grazie" di questo Cuore, saranno inevitabilmente portati a condividere ciò che hanno ricevuto e, più ancora, a diffondere questa devozione, questo culto che dà tanta gioia al Salvatore.
L'immagine
Amore Riparazione Offerta
Amore Riparaziione Offerta
Tra i mezzi pratici raccomandati da Margherita Maria per amare il Cuore di Gesù l'immagine ha un posto importante, e lo possiamo capire facilmente. Abbiamo bisogno di simboli, di segni visibili per accedere alle realtà invisibili e soprannaturali.
Cristo stesso ha domandato che l'immagine sia esposta soprattutto nelle famiglie "perché il suo Cuore sia onorato".
Gli onori che gli saranno resi, ossia la fede nel suo amore, il rispetto e la gratitudine che essa produce faranno scendere in abbondanza di grazie e di benedizioni, ovunque l'immagine del Sacro Cuore di Gesù sarà venerata, ovunque la carità che essa esprime sarà riconosciuta.
(J. La dame: Les Faits mystiques de Paray. Résiac).

I primi venerdì del mese

Oltre all'immagine, è bene concretizzare nel tempo l'espressione del nostro amore al Cuore di Gesù come Margherita Maria ci invita a farlo:
"Quelli che si affezionano al Sacro Cuore scelgono, per onorarlo, tutti i primi venerdì del mese per rendergli qualche onore particolare, ciascuno secondo la propria devozione"
(http://www.ordinedellavisitazione.org/index.php/cuore-di-gesu/il-cuore-di-gesu)

CANTO A TE, SIGNORE!

Seminatori di speranza

Ogni giorno tristi notizie
scuotono le strade del mondo.
Ogni persona che incontriamo
ha sempre da raccontarci una lacrima sofferta.
Siamo tutti con gli occhi rivolti verso un'alba serena,
che però tarda a spuntare.


A noi, tuoi figli, o Signore,
hai affidato il compito di seminare speranza
dove c'è disperazione,
poiché la tua grazia ha posto in noi
il seme fecondo che genera il mondo redento e salvato.

Aiutaci, Signore, ad essere ogni giorno
non diffusori di lacrimogeni,
ma banditori della Buona Novella che, nonostante tutto,
la storia sfocia in un giardino di salvezza,
perché è tenuta saldamente nella tue mani

(don Mario Giovanni Petruzzelli)

mercoledì 10 giugno 2015

DIARIO DELLA 
DIVINA MISERICORDIA 
DI SANTA FAUSTINA KOWALSKA


 Durante la terza probazione il Signore mi fece capire che
dovevo offrirmi a Lui, in modo che potesse fare di me quello che Gli
piaceva. Debbo stare sempre davanti a Lui come vittima. In un primo
momento mi spaventai sentendomi infinitamente misera e conoscendo
bene me stessa. Risposi al Signore ancora una volta: « Sono la miseria
personificata; come posso essere una vittima? ». « Oggi questo non lo
comprendi. Domani te lo farò comprendere durante
l'adorazione». Il cuore mi tremò e l'anima. Queste parole mi
s'impressero profondamente nell'anima. La parola divina è viva. Quando
giunsi all'adorazione, sentii nell'anima che ero entrata nel tempio del Dio
vivente, la cui Maestà è grande ed insondabile. Ed il Signore mi fece
conoscere quello che sono anche i più puri spiriti di fronte a Lui. Benché
all'esterno non vedessi nulla, la presenza di Dio mi trapassò da parte a
parte. In quel momento la mia mente venne illuminata in maniera
singolare. Davanti agli occhi della mia anima passò una visione, come
quella di Gesù nell'Orto degli Ulivi. All'inizio le sofferenze fisiche e tutte
le circostanze che le aumentano; le sofferenze morali in tutta la loro
estensione e quelle di cui nessuno saprà mai nulla. In questa visione
entra tutto: sospetti ingiusti, perdita del proprio buon nome. Ho descritto
questa cosa in modo molto succinto, ma la conoscenza che ne ebbi fu
talmente chiara che quello che in seguito sopportai non fu per nulla
diverso da quello che avevo conosciuto in quel momento. il mio nome
deve essere: « vittima ». Quando la visione terminò un sudore freddo mi
scendeva dalla fronte. Gesù mi fece conoscere che, anche se non avessi
dato il mio consenso per tutto ciò, avrei potuto egualmente salvarmi e
non avrebbe diminuito le grazie che mi aveva concesso e che avrebbe
continuato a rimanere con me negli stessi rapporti di intimità; insomma
che, anche se non avessi consentito a quel sacrificio, la generosità di Dio
non sarebbe diminuita per questo. Ed il Signore mi fece capire che tutto
il mistero dipendeva da me, dal mio consenso volontario a tale sacrificio
con piena consapevolezza della mia mente. In quest'atto volontario e
consapevole c'è tutta la sua potenza ed il suo valore di fronte alla Sua
Maestà. Anche se non mi capitasse nulla di quello a cui mi sono offerta,
davanti al Signore è come se tutto fosse già avvenuto. In quel momento
compresi che entravo in unione con la Maestà incomprensibile. Sentii
che Dio attendeva una mia parola, il mio consenso. Ad un tratto il mio
spirito sprofondò in Dio e dissi: « Fa' di me quello che Ti piace: mi
sottometto alla Tua volontà. Da oggi la Tua santa volontà è il mio cibo.
Con l'aiuto della Tua grazia, sarò fedele alle Tue richieste. Fa' di me
quello che Ti piace. Ti scongiuro, Signore, resta con me in ogni momento
della mia vita». All'improvviso, dopo che avevo dato il consenso a quel
sacrificio con la volontà e col cuore, la presenza di Dio penetrò in me da
parte a parte. La mia anima venne immersa in Dio ed inondata da una
felicità così grande, che non riesco a descriverla nemmeno parzialmente.
Sentivo che la Sua Maestà mi fondeva in modo mirabile con Sé. Vidi la
grande compiacenza di Dio verso di me ed a mia volta il mio spirito
s'immerse in Lui. Consapevole di questa unione con Dio, sento di essere
amata in modo particolare ed a mia volta amo con tutte le forze della mia
anima. Un grande mistero è avvenuto durante quell'adorazione: un
mistero fra me ed il Signore; e mi sembrava di dover morire d'amore
mentre mi guardava. Ho parlato a lungo col Signore, ma senza nemmeno
una parola. E il Signore mi disse: « Sei la delizia del Mio Cuore. Da
oggi ogni più piccola azione trova compiacenza dinanzi ai Miei
occhi, qualunque cosa farai». In quel momento mi sentii consacrata.
L'involucro del corpo è lo stesso, ma l'anima è un’ altra: in essa dimora
Iddio con tutta la Sua predilezione; non un sentimento, ma una
consapevole realtà, che niente mi può offuscare. Un grande mistero si è
intrecciato fra di me e Dio. Nella mia anima sono rimasti il coraggio e la
forza. Quando sono uscita dall'adorazione, ho guardato negli occhi con
serenità a tutto ciò che prima mi faceva tanta paura. Quando uscii nel
corridoio, mi toccò subito una grande sofferenza ed umiliazione da parte
di una certa persona. L'accettai con rassegnazione alla volontà del cielo e
mi strinsi profondamente al Sacr.mo Cuore di Gesù, il Signore,
dimostrando di essere pronta a quello per cui mi ero offerta. La
sofferenza spuntò quasi da sotto terra; la stessa Madre Margherita se ne
meravigliò. Alle altre passano lisce molte cose, ed in verità non vale la
pena farci caso; ma a me non se ne salva una: ogni parola è analizzata,
ogni passo controllato. Una suora mi disse: « Si prepari, sorella, ad
accettare una piccola croce che l'attende da parte della Madre Superiora.
Quanto mi dispiace per lei! ». Ed io nel mio intimo sono contenta di
questo e vi sono preparata già da parecchio tempo. Quando vide il mio
coraggio, rimase stupita per questo. Adesso vedo che l'anima da sola può
ben poco, ma con Iddio può tutto. Ecco quello che può la grazia di Dio!

venerdì 5 giugno 2015





MARIA REGINA DELLA PACE

MEDJUGORJE

Messaggio a Mirjana del 2 Giugno 2015 
"Cari figli, desidero operare attraverso di voi, miei figli, miei apostoli, per radunare alla fine tutti i miei figli là dove tutto è pronto per la vostra felicità. Prego per voi, perché possiate convertire con le opere, perché è giunto il tempo delle opere di Verità, di mio Figlio. Il mio amore opererà in voi, mi servirò di voi. Abbiate fiducia in me perché tutto quello che desidero, lo desidero per il vostro bene, il bene eterno creato dal Padre Celeste. Voi, figli miei, apostoli miei, vivete la vita terrena in comunione coi miei figli che non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio, che non mi chiamano “Madre”, ma non abbiate paura di testimoniare la Verità. Se voi non temete e testimoniate con coraggio, la Verità trionferà miracolosamente. Ma ricordate: la forza è nell’amore. Figli miei, l’amore è pentimento, perdono, preghiera, sacrificio e misericordia. Se saprete amare, convertirete con le opere, consentirete alla luce di mio Figlio di penetrare nelle anime. Vi ringrazio! Pregate per i vostri pastori: essi appartengono a mio Figlio, Lui li ha chiamati. Pregate affinché abbiano sempre la forza e il coraggio di risplendere della luce di mio Figlio".