DIOCESI DI TRICARICO
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
SAN MAURO FORTE
29 AGOSTO 2015
ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON GAETANO GRIPPO
29 AGOSTO 2015
ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON GAETANO GRIPPO
Il sacerdote: uomo della Trinità!
L’appena trascorsa settimana di
preparazione per l’ordinazione sacerdotale di don Gaetano ci ha permesso di
gustare la bellezza, la ricchezza e la profondità della Chiesa, oltre che di
cogliere il mistero di una vocazione che porta al totale dono di sé a Qualcuno
che è, allo stesso tempo, tanto invisibile quanto tangibile nella propria vita.
Sì, abbiamo gustato la bellezza
dello stare insieme, di essere chiesa;
abbiamo gustato quella
ricchezza che solo la Chiesa può e sa dare: la ricchezza della fede, un dono
inestimabile, che dà gioia al cuore di chi la vive e dona gioia a piene mani in
chi ci ascolta e ci vive accanto; la fede è la vera ricchezza della Chiesa, una
ricchezza senza confini e senza limiti, impagabile, inesauribile,
ineguagliabile.
Abbiamo respirato il palpito
della fede ed abbiamo sperimentato che è bello vivere la fede nella chiesa e
con la chiesa
Abbiamo gustato la pienezza e la
profondità della fede, quel qualcosa che ci fa sentire ‘’sazi’’ dentro, che colma quei vuoti che il mondo scava senza mai
poterli né saperli riempire.
La Parola, l’Eucarestia, lo
stare insieme, pregando, ascoltando, danzando, suonando, prendendo a piene mani la dolcezza di chi ha
sperimentato la Grazia della chiamata… ha riempito il cuore di una gioia
ineguagliabile, quella gioia che nessuno potrà più togliere, perché ciò che non
viene dato dall’esterno, ma suscitato dall’interno resta indelebile nell’anima
di ciascuno.
In questa settimana ci sono
state donate tante cose: la gioia dello stare insieme, l’allegria di far festa ‘’tanto, ma con poco’’, la profondità di
una chiamata, la bellezza di una Chiesa che accompagna i suoi figli e li
sostiene non solo nei momenti ‘’speciali’’ ma per tutta la vita, la ricchezza
dell’amore di Dio che ci impreziosisce e ci adorna illuminando il viso e l’intero
vita di chi ha scelto di amare e di farsi amare da Lui.
L’ordinazione di don Gaetano è
stata ‘’la festa dell’Amore’’, l’Amore di Dio verso di noi, l’amore degli
uomini verso di Lui, l’amore degli uomini verso i fratelli; abbiamo avuto la
conferma che la Chiesa fa e vive ciò che dice, che quella gioia di cui tanto
spesso parla non è un modo di dire o solo per dire… ma è una realtà concreta
che vive nel cuore e nella vita di coloro che hanno scelto di dire quel SI’
totale, definitivo, assoluto al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
È la gioia di appartenere a Dio
a rendere bella, profonda, ricca, gioiosa ogni vita, ogni vita donata!
È straordinaria la commozione
che il cuore prova quando la Chiesa si
raduna per lodare Dio, per ringraziarlo, per cantargli tutto il suo amore e
donargli tutto il suo cuore.
Un vibrare inconsueto forte e
dolce allo stesso tempo che ci ha permesso di sperimentare quanto sono vere e
attuali le parole di Cristo: 28 ‘’ Venite a me, voi tutti, che siete affaticati
e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e
imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le
vostre anime. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico
leggero’’. (Mt 11, 28-30).
Le parole, i gesti, i canti, le testimonianze, le preghiere, il
silenzio… ogni cosa ci ha permesso di sperimentare quanto sia dolce il suo
giogo e quanto sia leggero il suo carico; di quanta pace ha bisogno questo
nostro cuore stanco, affaticato, oppresso, pieno di rumori, appesantito dalle
preoccupazioni, assetato di cose buone, affamato di quella felicità… che il
mondo, con tutto il suo ventaglio di proposte non riesce a soddisfare né tanto
meno a dare risposta a questo bisogno profondo dell’anima.
Apparentemente al centro di ogni incontro e di ogni proposta liturgica
c’è stata la figura del sacerdote: come uomo della Parola, della Misericordia,
dell’Eucarestia, uomo di Dio… in realtà al centro c’è sempre stata la gioia che
può dare il dire SI’ a Dio, la docilità a questo invito, la pienezza della
felicità che si può provare quando si obbedisce e si risponde liberamente,
spontaneamente alla chiamata di Dio.
Non c’è nient’altro in questo mondo a cui si può paragonare una felicità
simile, non è esprimibile con le parole, per quanto eloquenti possano
essere.
I vari sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, le Suore Discepole di Gesù
Eucaristico, le testimonianze dei laici, dei fedeli tutti, la presenza degli
amici, dei familiari, del popolo di Dio al completo… ognuno ha contribuito a rendere bella l’esperienza dell’essere
Chiesa.
È stata una festa dall’inizio alla fine.
È stato un dono da scoprire dall’inizio alla fine.
È stata una gioia da vivere dall’inizio alla fine.
Tutto ci ha fatto sussultare di gioia indicibile!
E al termine non è successo quello che in genere succede dopo ogni
festa: il sentirsi stanchi, sfiniti, quasi svuotati da quell’assalto dei sensi
che nel darsi al libero sfogo svuotano poi la testa e il cuore, no, non è stato
necessario nessun surrogato per provare lo sballo del cuore, né bevande né sostanze…
non ci sono stati bagordi e nottate pazze… né i mal di testa dopo la sbornia…
non c’è stato niente di tutto questo… ciò che è rimasto a ciascuno di noi è
stata quella felicità intensa che ha inebriato lo spirito e profumata l’aria che si è riempita di Dio.
Una settimana di festa con Dio spazza via ogni proposta mondana, ogni
ebbrezza surrogata, e invece di
svuotarti ti riempie di dolcezza e di amore.
No, non sono solo parole, perché non si può parlare di questo senza
averlo sperimentato, vissuto, gustato, senza essersene saziati profondamente.
C’è un solo dispiacere in tutto questo: il desiderio di vivere ancora
la pace profonda di uno spirito che ha esultato in Dio!
C’è un solo desiderio che emerge e resta dopo tutto questo: la gioia
che si prova nel rendersi disponibile a realizzare la volontà di Dio.
Spesso noi viviamo come in competizione la nostra volontà con quella di
Dio: o la nostra o la sua, come se non fossero compatibili, come se fossero
sempre agli antipodi, inconciliabili, parallele… dopo aver vissuto la gioia
grande per l’adesione alla volontà di Dio, tutto è stato chiarito e
riappacificato in noi: fare la volontà di Dio non è un’imposizione, un dovere,
un obbligo, una forzatura, ma un piacere senza eguali, un desiderio, un
bisogno, anzi il bisogno più naturale e profondo dell’uomo; è la sua mancata
soddisfazione a rendere triste l’uomo, cupo, ripiegato sul suo dolore, su quel
dolore che lo devasta e gli fa provare tutto il peso di una vita alla ricerca
di quel qualcosa che possa rendere il giogo della vita più dolce e il peso dell’assenza
più sopportabile.
Adesso abbiamo capito, perché abbiamo sperimentato quella gioia che
anni e anni di omelie ci avevano solo fatto intravedere e percepire, ma che forse
restava come un sogno irrealizzabile nei nostri cuori, un desiderio vago, un’esperienza
destinata a pochi… certamente non a noi!
A noi che non siamo stati scelti. A noi che non siamo stati chiamati!
Quante cose abbiamo capito in questi pochi ma intensi giorni.
Abbiamo capito che le parole che il sacerdote ci dona ogni giorno durante
le celebrazioni eucaristiche o durante le catechesi, i cenacoli, gli incontri
di gruppi e di associazioni… non sono parole di circostanza o discorsi
standard, preimpostati e fatti con lo stampino… abbiamo capito che è tutto vero,
perché l’abbiamo sperimentato direttamente.
Ogni cosa detta ha senso, ogni cosa fatta ha senso, ogni cosa vissuta
ha senso, ogni cosa ascoltata ha senso.
È quella domanda di senso che finalmente ha trovato le sue risposte,
anzi… la sua risposta: si è felici solo in Dio, si è felici solo se si fa la
Sua Volontà!
La felicità c’è, esiste e la si può sperimentare solo dicendo il
proprio sì a Colui che è la Fonte della Felicità!
E questa felicità l’abbiamo vista nei volti dei sacerdoti, dei diaconi
e dei seminaristi, delle suore, delle coppie laiche felicemente sposate che
condividono l’amore per l’Eucarestia, nelle parole commosse di don Gaetano,
nelle parole emozionate di don Giuseppe, in quelle appassionate del vescovo,
nei gesti affettuosi dell’intera popolazione, nell’applauso lungo e sentito che
è scattato unanime quando qualcuno ha detto: ora don Gaetano è sacerdote per sempre!
Sì, è stata felicità vera e non un’emozione passeggera, una commozione
temporanea, un’ebbrezza provvisoria.
Ciò che è successo in questi giorni non potrà essere cancellato dalla
memoria, perché non è lì che è stata scritta, non è nella fugacità del tempo
che è stata segnata: ma col Dito di Dio nel cuore di ogni presente e ciò che
Dio scrive nel nostro cuore né l’uomo né il tempo né la memoria potrà mai
cancellare, né la malattia né la morte, perché ciò che Dio scrive resta inciso
anche nella roccia del nostro cuore, sì anche nei nostri cuori induriti e
spigolosi… Dio scrive diritto anche sulle nostre righe storte… in questo caso
Dio ha, ancora una volta, sottoscritto il suo Sì all’uomo, ha mostrato la Sua
Potenza, ha cantato la Sua Vittoria, ha saziato ogni uomo con il miele della
Sua Mano, ha accarezzato ogni cuore, ha sciolto ogni timore, ha liberato da
ogni dubbio e da ogni impurità, ha saziato ogni cuore stanco e oppresso, ha
risposto ad ogni nostra invocazione chinandosi sulle nostre ferite e
liberandoci dalle nostre ostruzioni.
Il Sacramento dell’Ordine Sacro è il Sacramento della Santità: quella
dell’uomo che dice sì a Dio e quella di
Dio che dice sì all’uomo che s’impegna ad ‘’amarlo,
rispettarlo e onorarlo’’ per tutta la vita!
Se lo Spirito soffia, se lo Spirito convoca, se lo Spirito sospinge…
nessuno può resistere, neanche il cuore più duro, pesante o lontano.
Ho visto i lontani farsi vicini. Ho visto i duri di cuore sciogliersi. Ho
visto coloro che sbraitano e lacerano il cuore di Dio con i loro rifiuti e le
loro bestemmie, lupi voraci… farsi agnellini! Ho visto le lacrime in chi non
credeva. Ho visto la luce rifulgere negli occhi spenti. Ho visto le mani sempre
strette a pugno contro Dio, aprirsi in un abbraccio profondo e baciare le mani
dell’unto da Dio.
Ho visto ed ho capito: Dio
continua a vincere le nostre resistenze, i nostri rifiuti, le nostre paure, i
nostri dubbi, le nostre teorie, le nostre filosofie sgangherate, le nostre
miserie; sì, ho visto ed ho sperimentato che Dio è davvero più grande del nostro
cuore: 19 Da questo conosceremo che
siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore 20 qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più
grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 21 Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo
fiducia in Dio; 22 e
qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi
comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
23 Questo è il suo
comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli
uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. 24 Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E
da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato. (1 Gv 3, 19 – 24).
Convocati dallo Spirito, rinati nella gioia, felici nell’incontro, sazi
nell’amore: tutto questo ci è stato donato, tutto questo ci è rimasto.
Spesso Maria a Medjugorje ci invita a pregare per i nostri pastori, in
uno dei suoi ultimi messaggi ha detto: pregate
per i vostri pastori, non giudicateli, ma sosteneteli, perchè li ha scelti Mio
Figlio!
Ecco: scelto dal Figlio, benedetto dal Padre, guidato dallo Spirito.
Il sacerdote è l' uomo della Trinità!
Al neo presbitero, i miei più cari auguri insieme a quelli di tutta la parrocchia… con il salmo 99 (100), per
rendere grazie a Dio per il dono grande che ha fatto a lui e alla nostra
comunità:
Acclamate il Signore,
voi tutti della terra,
servite il Signore
nella gioia,
presentatevi a lui
con esultanza.
Riconoscete che solo
il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e
noi siamo suoi,
suo popolo e gregge
del suo pascolo.
Varcate le sue porte
con inni di grazie,
i suoi atri con canti
di lode,
lodatelo, benedite il
suo nome;
perché buono è il
Signore,
il suo amore è per
sempre,