giovedì 12 gennaio 2017


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FAME DI MISTERO

Forse poche, pochissime altre cose come il Natale è così antico da farsi sempre nuovo, ancora dopo Duemila anni è un evento, un mistero tutto da scoprire, tutto da capire, tutto da contemplare, un mistero talmente grande che credo che il corso dei secoli passati e di quelli a venire non basteranno per comprenderlo tutto, ci sarà sempre qualcos’ altro da capire, qualcos’altro da cogliere.
Dalla notte dei tempi, tanti sono stati coloro che ne hanno commentato un aspetto, un elemento, una parola, un protagonista, possiamo dire che il Natale è stato esaminato in lungo e in largo, in ampiezza e in profondità, in tutti i suoi aspetti umani e divini, antropologici, culturali e spirituali, geografici, astronomici, storici, filosofici, sociologici… non credo che ci sia ancora un aspetto non preso in considerazione: eppure… eppure lo stupore che provoca questo Bambino che nasce in una mangiatoia è talmente grande che niente e nessuno potrà mai esaurire la grandezza del mistero che porta in sé!

Ciò detto, le domande da porsi a questo punto sono queste:
di fronte all’eccezionalità di un simile Mistero, come si pone il mondo di oggi?
Con quali occhi si contempla tale Evento?
Con quale cuore si accoglie una siffatta Grazia?
Il Cielo che si apre alla Terra cosa suscita nelle generazioni di questo Millennio?
Di quale stupore si è capaci oggi?
O meglio dire: si è ancora oggi capaci di stupirsi?

Sì, sono tante le domande.
Ma se anche le domande sono tante, la risposta è una sola per tutte e dappertutto…

Oggi il Natale, purtroppo, lo sappiamo, è solo uno strumento nelle mani del Commercio.
Ci sono scene a Natale che sono, a dir poco, obbrobriose per come vengono allestite ed ancor più  vergognose sono se pensiamo che a metterle in atto sono dei cristiani, dei battezzati!
Magari le stesse persone che poi vanno alla Messa di mezzanotte quasi per convincersi di aver fatto il proprio dovere da buoni cristiani!
In questa società scristianizzata, essere cristiani non solo non è più un valore, ma è diventato quasi un peso, un marchio che ci si trova appiccicato addosso per puro caso o per volere di altri, di cui non si è mai compreso né il senso né il valore. 
Un timbro sbiadito e insignificante che non dice più niente a nessuno.
A Natale, dicevo, più che in qualsiasi altro momento dell’anno, è possibile trovare e vedere di tutto… come quel presepe in un Centro Commerciale, messo su una pedana, delle bellissime statue a media altezza, circondato da ogni tipo di biscotti e dolci artigianali, in bella mostra tutti intorno, ma non come doni portati a Gesù, ma come prodotti da acquistare a prezzi ‘’lievitati’’ perché prodotti artigianali.
Mi ha fatto orrore questa scena: i pastori, poveri tra poveri, portarono i loro doni a Gesù, i loro poveri ed umili doni al Re dei re, e in cambio ricevettero il dono più grande ed immaginabile per un uomo che è quello di un cuore grande capace di accogliere e di amare.
Oggi, invece, noi che facciamo?
Commercializziamo il senso del Natale, facciamo diventare Gesù Bambino quasi un ‘’venditore porta a porta d’eccezione’’, da Colui che riceve i doni è diventato Colui che contribuisce alla vendita dei doni, quasi che la Sua Presenza sia quel valore aggiunto che attira il cliente e la spinge a comprare.
Passando vicino a quel presepe, mi sono accorta che quel Bambino nella mangiatoia scompariva dinanzi alla distesa di biscotti di ogni genere che gli era posta intorno, lo sguardo perso in quella tavolata di dolci faceva fatica a volgersi verso il suo bel viso; in primo piano c’erano le offerte eccezionali, solo per Natale, dei dolci della tradizione del luogo, appositamente preparati … per il Natale di Gesù!
Pensate di fronte a quale paradosso ci troviamo: i dolci preparati per la nascita di Gesù, diventano più importanti di Gesù stesso che nasce!
Dei semplici biscotti, acqua e farina e una spolveratina di zucchero a velo… hanno rubato lo stupore del Natale!
Tutto lo stupore di cui siamo capaci si concentra intorno a dei futili biscottini!
Lo stupore sta tutto nell’immaginare la croccantezza, la dolcezza, la gustosità, la deliziosità di un sapore… di un biscotto tipico della cucina dei nonni, di quando la povertà costringeva ad usare ingredienti essenziali e pochi artifizi gastronomici, lasciando in primo piano la semplicità di un biscotto casalingo quale conseguenza della povertà vissuta!
Oggi, quel biscotto, nato dalla povertà e dalla miseria, è diventato ricchezza che supera il benessere quotidiano e diventa motivo di stupore… quel Bambinello nella capanna sollecita meno stupore di un ‘’povero biscotto casalingo’’!
Risultati immagini per natale immagini sacreLa sollecitazione dei sensi, oggi, si contrappone al Mistero del NATALE che va colto nello spirito più che nella carne. Provare tenerezza di fronte a quel Bambino è particolarmente difficile, quando la nostra attenzione è attratta da ben altri stimoli;  insignificante diventa il desiderio di voler incrociare il suo sguardo, quando gli appetiti sensoriali sono così fortemente stuzzicati.
Così mentre saziamo i nostri sensi con gusti, sapori e aromi di ogni genere, lasciamo completamente a digiuno lo spirito con la sua fame di mistero!
                                                                                                                     
Sì, è davvero difficile poter cogliere con il cuore il Mistero del Natale, quando i sensi sono così intensamente stuzzicati e provocati!

Il commercio ha ormai oltrepassato ogni limite di buon senso e di buon gusto, ha ridotto tutto a strumento di ricchezza che si trasforma poi in potere… parlare di sdegno per tutto questo potrebbe sembrare per qualcuno (o per molti, chissà!) esagerato… ormai funziona così, la normalità è questa, perché scandalizzarsi per un Gesù Bambino che invece di ricevere doni… vende biscotti: è questione di modernità, i tempi cambiano, le esigenze anche… che c’è di male nell’usare il Natale per vendere qualcosa in più, si deve pur vivere e vive meglio chi sa meglio organizzarsi per … vendere… magari chiedendo o prendendo in prestito anche una mano da Gesù Bambino… Gesù Bambino, si sa, è tanto buono che non nega il suo aiuto a nessuno… nemmeno a commercianti che strumentalizzano il Mistero della Sua Nascita!

Ecco, se volessimo individuare una differenza tra il Primo Natale e il nostro ultimo Natale non potremmo dire che questo: nel primo, chi non aveva niente ha dato tutto, nel secondo chi ha tutto, continua a prendere tutto senza dare niente a nessuno!
Quei doni intorno a Gesù non erano lì per Lui, ma erano lì per saziare la nostra ingordigia, la nostra insaziabile cupidigia, la nostra vergognosa fede fatta di dolci, biscotti, regali e tanti malcontenti perché non si è ricevuto il regalo che ci si aspettava!

Fa male un Natale così!

Fa male perché senti la freddezza e il gelo non di quella notte di Mistero, ma dei nostri cuori avvolti in caldissimi maglioni e privi di un solo battito di vita!
Cuori gelidi più della tormenta di vento e neve che ha trasformata, in questi ultimi giorni, l’intera Europa in un’unica lastra di ghiaccio!
Se potessimo vedere i nostri cuori con gli occhi di Dio, lo scenario non cambierebbe: un’immensa coltre di ghiaccio in cui i nostri cuori sono ibernati per un risveglio, chissà, nei secoli a venire!

Viene da chiedersi, a questo punto, se, nonostante i secoli passati, le parole dette e scritte, la consapevolezza sviluppata, la cultura acquisita … se abbiamo mai veramente capito il senso del Natale?

Se volessimo cominciare dalla domanda-base, quella più semplice e più ovvia: che cos’è il Natale?,  potremmo  dire che in sostanza il Natale è semplicemente questo: un Dio che si fa Bambino e viene a nascere in una mangiatoia, tra l’indifferenza dei ricchi e lo stupore dei poveri!
Questa verità sembra ormai acquisita e scontata tanto da diventare ‘’una frase fatta’’ cioè vuota, ripetuta e ascoltata tante volte al punto da diventare ormai inflazionata, insignificante, obsoleta, come ogni software dopo sei mesi d’uso.

Riuscire ancora  a cogliere l’eccezionalità di quest’evento è oggi impossibile; se ad emergere è solo la sensorialità, a farne le spese sono i sentimenti, il senso della meraviglia, l’incanto di un Mistero che non suscita più quel bisogno di capire, di oltrepassare il legno di quelle statue, di far scomparire le luci abbaglianti che impressionano gli occhi e lasciare emergere con tutta la sua potenza quella  luce fioca che illumina una stalla riscaldata appena dal fiato di un bue e un asinello… in cui risplende la Luce dell’Eterno!

Se provassimo ad evidenziare le parole che fanno-il-Natale, diremmo che sono queste: Dio-Bambino-mangiatoia-ricchi-poveri

Dio.
È il Protagonista Assoluto del Natale, l’Eterno che si fa mortale, il Creatore che si fa creatura, l’Innocente che si fa peccato, l’Amore che viene per essere odiato ed ucciso!
Bambino.
Un Bambino è l’essere più innocente, più indifeso, più innocuo, più tenero, più dolce, più sconcertante, più disarmante che ci sia. Un Bambino, però, che fa paura ai potenti.
Mangiatoia.
Una  mangiatoia è un luogo quanto mai insolito dove nascere; ma se ci pensiamo bene, in questo caso non è poi così tanto strano quel luogo scelto da Dio per nascere tra gli uomini: nella mangiatoia si mette il cibo per qualcuno che ha fame, la mangiatoia è un contenitore di cibo; dirà un giorno quel Dio-Bambino nato in una mangiatoia: Io sono il Pane disceso dal Cielo, Io sono il vero Cibo, chi mangia di me non avrà più fame!
Mangiatoia, in realtà, viene da ‘’mangiare’’: Dio che si fa Carne-Pane per essere mangiato da noi, perché potessimo un giorno essere come Lui.

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In quella mangiatoia è anticipato il senso della sua missione, la Pasqua stessa: farsi Cibo per noi, per i peccatori, per noi che non siamo delle bestie come il bue e l’asinello, perché siamo ad immagine e somiglianza di Dio, ma che viviamo come se fossimo bestie, viviamo di istinti, di sensi, di passioni, dimenticando completamente di avere un’anima e uno spirito che ci differenzia sostanzialmente da loro.
L’anima immortale infusa negli uomini fa la differenza fra l’uomo e le bestie, ma se l’uomo non crede in questo, il suo vivere diventa simile a quello delle bestie.
Così quando Dio viene, gli animali lo accolgono perché riconoscono in Lui il Creatore e lo adorano nella loro semplicità, mentre gli uomini, nella loro presunzione e superbia, non lo accolgono e lo rifiutano prima e dopo la nascita.
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Ricchi
Tra i protagonisti di questo Evento così misterioso ci sono anche i ricchi, diverse specie di ricchi: ci sono i Magi che si mettono in cammino da lontano, senza sapere dove andranno, seguendo una Stella apparsa all’orizzonte e che invita semplicemente ad andare.
I Magi sono ricchi che si mettono in viaggio per un luogo sconosciuto per adorare il Re dei re.
Risultati immagini per natale immagini sacrePoi ci sono i ricchi che respingono Gesù prima di nascere, come i locandieri che mandano via Maria
perché non hanno posto e non sanno che in quella notte di mistero molte cose sarebbero cambiate.
Ci sono i ricchi, poi, che scatenano una delle più grande stragi di tutti i tempi: la strage degli          Innocenti.
Una strage incomprensibile. Devastante. Straziante.
Il sangue di tanti Innocenti ha preparato la strada per il Sangue dell’Innocente.
Perché ogni colpa sia lavata nel Sangue Innocente dell’Agnello e ogni cosa venga restaurata nella Luce e tutto risplenda come nel Mattino della Prima Creazione.
Poveri.
La povertà è il segno distintivo di tutta la vita terrena di Cristo, in contrapposizione alla regalità eterna che porta in Sè:  Lui che è Re Eterno si è fatto povero sulla Terra a dirci che la vera ricchezza non va accumulata su questo mondo, ma nell’altro.
Risultati immagini per natale immagini sacreNudo è sceso sulla terra e nudo se n’è andato sulla Croce; niente ha preso da questa Terra, niente ha portato da questa Terra, ma tutto ha portato su questa Terra: ha portato la Grazia che annienta il Peccato, la Pace che vince la Guerra, l’Amore che supera l’Odio, la Giustizia per i poveri, la Libertà per i prigionieri, la Verità che libera gli oppressi, la Vita che vince la morte per tutti.
La povertà terrena di Cristo ci conferma che i veri Beni e la vera Felicità non sono di questo mondo e che l’attaccamento alla vita mondana ci allontana dalla Vita Eterna, perché i due mondi sono incompatibili: o la ricchezza mondana o la ricchezza divina, non si possono servire due padroni, ma dov’è il tuo tesoro là sarà anche il tuo cuore.
Il Signore ha amato in modo particolare i poveri, perché il loro cuore è libero da ogni attaccamento terreno, vi è quindi spazio per Dio e per la Sua Grazia.
Nel cuore invece di chi ha tante ricchezze non vi è spazio per nessun altro se non per se stessi e per le proprie ricchezze.
Il cuore del povero è aperto all’Amore di Dio, il cuore del ricco si chiude all’Amore di Dio per contemplare solo se stesso.
I pastori che contemplarono Dio nella grotta a Betlemme portarono il loro cuore prima ancora che i loro poveri doni, ma sia quei cuori che quei doni furono tanto a Lui graditi perché pieni di amore e ricchi di fede.
Ancora oggi quanta povertà in questo mondo, ma soprattutto quanta povertà nei nostri cuori.
La vera povertà oggi è la miseria che abbonda nei cuori, è la vanità che svuota i cuori, è l’orgoglio che fa inerpicare i cuori su roveti e specchi e vivere del proprio riflesso; è la superbia di sentirsi pari o superiori a Cristo; l’invidia per i beni altrui; la gelosia della felicità altrui.
La povertà oggi si veste di panni regali ed abita nel buio dei nostri cuori, illudendosi così di abbagliare gli occhi del mondo e potersi nascondere agli occhi di Dio.
Alla ricchezza esteriore ostentata si accompagna sempre l’aridità e la sterilità del cuore, perché chi ama solo se stesso e i suoi beni non potrà mai gustare i Beni Superiori che ci vengono da Dio.
Ma la povertà oggi ha anche un altro volto: quello dei bambini che vivono abbandonati nelle periferie delle grandi città, nelle discariche ai bordi delle strade, nei ghetti ai confini dei centri urbani, fra roditori e scarafaggi, fra pietre  e polvere, fra stracci e lacrime di fame.
I poveri di oggi sono il rifiuto della società, lo scarto, come usa dire papa Francesco, tutto ciò che è un peso per la società industrializzata e imbarbarita del nostro tempo.
E Gesù sceglie di nascere proprio come loro, solidale nel suo amore con gli ultimi del mondo!
Forse la parola che più identifica il Natale è proprio questa  ‘’ULTIMI’’.
Il Natale è la festa degli ultimi, la vittoria degli ultimi, il riscatto degli ultimi, la benedizione degli ultimi e per gli ultimi, perché gli ultimi della Terra sono stati i primi a cui il Cielo si è rivelato e a loro per primi ha affidato l’annuncio della Buona Novella.
Il paradosso del Natale è proprio questo: il Natale esalta gli ultimi e mette in ginocchio i ricchi!
A quei tempi, i pastori non erano considerati parte integrante del popolo, erano gli erranti, coloro che stavano sempre fuori dalle mura, lontani dalla vita cittadina, erano considerati forestieri, perché la loro vita si svolgeva sotto una tenda, una dimora mobile che non aveva una sede, un’identità cittadina; era il popolo senza radici, un popolo vagante, nomade ma soprattutto sconosciuto, nessuno si occupava di loro, erano considerati gli ultimi, popolo di nessuno.
Ecco che gli angeli si rivolgono per prima proprio a loro: gli ultimi che diventano i primi!!!
‘’Gloria a Dio nell’alto dei cieli – cantavano gli angeli - e pace in terra agli uomini di buona volontà, andate… è nato un Bambino in una mangiatoia, andate… voi per primi ad adorare l’Emmanuele, il Dio-con-noi… ‘’
Ed essi andarono e portarono il loro latte… perché Dio aveva bisogno del loro latte e dei loro cuori.
Ecco il grande mistero: gli ultimi diventano i primi, passano davanti a tutti coloro che si erano sempre considerati primi, migliori e degni!
Dice Maria, nell’apparizione a Medjugorje, del 2 Gennaio scorso: ‘’Apostoli miei, seguite la sua Luce. Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri e, con l’aiuto della fede, riempirvi del suo amore. Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa.’’
Ecco, fatevi piccoli, più piccoli dei piccoli, più piccoli di tutti… che tradotto potrebbe anche significare: fatevi piccoli come i pastori che seguirono la luce per trovare la Luce!
Sembra proprio che Maria, dopo Duemila anni e più voglia riportarci a quell’esperienza ‘’unica e irripetibile’’ che vissero i pastori: senza fede nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa!
E quale miracolo più grande è la nascita di Dio sulla Terra?!
Quale notte più miracolosa è mai accaduta sulla Terra?!
Notte di mistero! Notte di miracoli!
Il Cielo che scende sulla Terra, il Cielo che viene incontro all’uomo, che viene per amore, per la sua salvezza, né per punire né per giudicare, ma per amare ed essere amato.
Ecco, ci dice Maria, oggi, in questo tempo, in questo secolo, in questo Millennio: fatevi piccoli come i pastori, piccoli agli occhi del mondo per essere grandi agli occhi di Dio, ma  soprattutto abbiate fede, una fede grande in quel Piccolo Bambino, perché solo con una grande fede potete vivere l’evento miracoloso del Natale, solo riempiendo il vostro cuore del suo amore potete vivere la Gioia dei pastori di quella notte!
Sembra quasi che Maria voglia con la forza dell’Amore insegnarci la via giusta per incontrare anche noi Gesù lungo il nostro cammino, nel deserto del mondo: essere piccoli per permettere alla fede di farci grandi, solo così nel buio della notte potremo distinguere la Stella giusta, quella che sola può guidarci alla meta, alla Fonte della Luce che solo gli occhi ricolmi di fede possono contemplare, solo chi ha il cuore grande potrà riempirlo di Luce, illuminarsi di Luce, farsi luce per illuminare il cammino degli altri.
Risultati immagini per natale immagini sacreÈ Maria, Lei che ha contemplato con i suoi occhi il Grande Mistero, che ha stretto tra le sue braccia il Meraviglioso Mistero di un Dio che si fa uomo; è Maria, oggi, che ci ricorda qual è la strada per  raggiungere Suo Figlio: fatevi piccoli se volete essere grandi, se volete essere i primi davanti a Dio o i primi davanti agli uomini.
Ma Maria, donna concreta, ci avverte anche di un’altra cosa: sappiate che è molto difficile!
Non crediate che sia così facile farsi piccoli, farsi ultimi, farsi nessuno!
Nessuno vuole essere nessuno!
Certo che lo sappiamo bene quanto sia difficile farsi piccoli in questo mondo dove ognuno si crede grande e potente, dove l’egocentrismo straripa, dove la presunzione è senza misura, dove tutti si ergono a giudici di tutti, dove non ci sono piedistalli sufficienti per erigere statue e monumenti per gente che crede di essere migliore e superiore agli altri… quanto è difficile piegarsi, umiliarsi, lasciarsi maltrattare, lasciarsi insultare, lasciarsi pestare senza reagire, senza odiare, senza provare rancori, desideri di vendetta, voglia di riscatto… anche con la violenza se necessario… quanto è difficile farsi piccoli!
Forse è la cosa più difficile in assoluto!
Il difficile non è diventare grandi e potenti, ma il farsi piccoli.
È importante, infatti, cogliere la differenza fra l’essere e il farsi piccoli; non si è piccoli perché si è nati poveri e si è destinati a restare poveri; ma ci si fa poveri quando si rinuncia volontariamente alle lusinghe del mondo e si sceglie di restare umili nella sottomissione del cuore alla volontà di Dio.
Maria questo lo sa, certo che lo sa, Lei, l’umile serva di Dio e degli uomini; Lei che tante volte è bestemmiata, disprezzata, tradita dai suoi figli più amati, odiata e maltrattata in mille modi, mille volte al giorno… eppure Lei, la Tutta Santa, la Piena di Grazia, non si arrende mai… continua a farsi piccola ed umile e continua a chiamarci ancora, ad indicarci la Luce vera, a ripeterci il suo Grande Amore per noi, a portarci l’Amore grande del Padre e del Figlio che lottano per noi, con noi, Loro che tutto vedono e che mai ci abbandonano.
Maria : modello unico ‘’di santa piccolezza’’, Lei, povera ed umile, è stata guardata dal Signore: Lei è l’Umiltà che si prostra ed accetta docilmente la Volontà del Padre e la Vita del Figlio nel suo grembo verginale; la ricchezza della sua fede la incorona Regina di tutte le regine, Madre di tutte le madri, Santa di tutti i santi!
Maria ci mostra il suo amore materno e ci ripete il suo segreto tutte le volte che scende in mezzo a noi: fatevi piccoli ed allargate il vostro cuore, perché la Luce possa riempirlo tutto e la Pace possa abitarlo per sempre.
Dio innalza gli umili ed abbassa i ricchi dunque, da sempre e per sempre.
Maria lo aveva profetato e Suo Figlio lo ha dimostrato: i pastori diventano i primi, i re sono gli ultimi.
L’Epifania, che ricorda l’arrivo dei Magi alla grotta, è la festa che chiude il Tempo di Natale: i re venuti da lontano sono gli ultimi e giunti … si prostrarono e lo adorarono!
Dio innalza gli umili e mette in ginocchio i grandi.
I re, prostratisi, adorano il Dio-con-noi in ginocchio, loro che sono i primi nel mondo, si prostrano ai Suoi Piedi… i Grandi della Terra si mettono in ginocchio davanti ad un Bambino nato povero e adagiato in una mangiatoia, riconoscendolo così, davanti a tutto il mondo, come Unico vero Re, il Re dei re, il Signore che scende fra noi.
I Grandi, dunque, in ginocchio, di fronte all’Unico Vero Grande!
I Grandi che si fanno ultimi.
I poveri che diventano i primi e contemplano il Dio-Bambino con i loro occhi vuoti delle cose del mondo, le loro mani vuote delle ricchezze del mondo, il loro cuore vuoto della presunzione mondana… la loro fede che si fa grande nella notte dei miracoli, nella notte in cui un Bambino è venuto ad illuminare le tenebre del mondo.
La grandezza di Dio sta nella sua straordinaria ed incomprensibile umiltà, per questo solo gli umili, i piccoli possono comprenderla; quella Sua Umiltà è allo stesso tempo la Sua Ricchezza, la Sua vera Potenza perché così fa crollare tutti gli idoli, tutti i falsi dei e i falsi re, tutte le mondanità, tutte le falsi luci, tutta l’apparenza che inganna la Verità.
Quell’Umiltà distrugge la Mondanità.
E il Bene vince!
Natale è la Vittoria del Bene che sconfigge la presunzione del Male.
E già si intravede la Pasqua… la vittoria della Luce sulle tenebre del Male!
La Luce del Natale, nascosta in un corpo mortale, vince sulle tenebre del Male che avvolgono il Mondo … così la Creazione è salva nella Nuova Restaurazione cominciata in una lontana notte di Duemila anni fa!

E lo stupore per questa Notte di Mistero ci mette in ginocchio e ci fa dire AMEN… COSI’ SIA!


E  nella nostra povertà riusciamo a percepire la ricchezza di essere FIGLI DI DIO, FRATELLI E COEREDI DI UN BAMBINO CHE ILLUMINA LE TENEBRE DELLA NOSTRA VITA E LA RENDE PREZIOSA AI SUOI OCCHI, PUR NELLA FATICA, NEL DOLORE E NEL DISPREZZO DEL MONDO! 

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