RADICATI O RADICALIZZATI?
- ‘’Nonna Europa’’
Ogni buon boscaiolo sa che un albero senza radici non può vivere, non ha nessuna possibilità di vivere chi non riceve ossigeno per respirare e cibo per nutrirsi.
Così è per ogni cosa che vive!
Europa compresa!
L’Europa è ‘’creatura viva’’, ha bisogno di radici per attingere ossigeno per il suo presente e di sogni per nutrire il suo futuro.
La realtà ci dice, però, che né il passato né il futuro fanno parte del suo presente, questo vuol dire che il suo tempo si esaurisce nel presente, nel qui ed ora, e questo è innaturale, perché il tessuto storico in cui siamo immersi non è fatto solo di presente; l’Eterno Presente appartiene solo a Dio.
Solo in Lui il Tempo scorre eternamente al Presente.
Per noi il Tempo ha tre tempi, secondo i quali la vita nasce, vive e muore: passato, presente e futuro.
Che sia la realtà individuale o quella storica delle Nazioni, il presente non può mai prescindere dal passato, perché è sempre un riflesso di esso; come non può prescindere dal futuro: nel presente è già insito il futuro.
L’incontestabile verità è quella di papa Francesco che ha definita l’Europa: ‘’nonna Europa’’, un’Europa cioè invecchiata, che ha dimenticato i sogni fatti e che rinuncia ai sogni da fare.
Una ‘’nonna’’ non ha ancora molto tempo davanti a sé, il declino ha già fatto buona parte del suo corso: le sue ossa scricchiolano, il suo cuore batte a fatica, a volte si arresta, ha bisogno di essere rianimato spesso; la memoria è in parte cancellata, il presente è fatto solo di acciacchi e sofferenze; la sua sopravvivenza è a rischio in ogni momento; il rischio di disidratazione è forte, perchè l’acqua ha perso la sua natura ristoratrice, le sue vene sono quasi a secco, il sangue più non porta nutrimento alle cellule ormai invecchiate e avviate a rapida morte.
Ecco il quadro di questa nostra Europa: ferma, immobile, indifferente, superficiale, anoressica, senza memoria, invecchiata, stanca, esasperatamente individualistica, che non sa più sognare al plurale e nel suo futuro non include più la speranza.
Un’Europa così è un’Europa che volge al declino: è il tramonto di un sogno nato e custodito per secoli, che non trova più spazio né desiderio nelle sale dei Consigli e dei Congressi dove si dovrebbero fare i programmi per i suoi giorni a venire.
Come sempre, la serpe viene covata in seno ed è sibilante e strisciante, apparentemente assente e, se presente, considerata innocua, così da poter preparare le sue trame nel silenzio ed attaccare al momento giusto quando la trappola è ormai pronta ed inevitabile.
Gli ostacoli maggiori l’Europa li ha al suo interno, per questo sono più difficili da gestire e da affrontare, perché sono subdoli, integrati come sono nel tessuto storico-politico-sociale di quasi tutti i Paesi europei, grazie ad alcune concessioni non cristianamente accettabili.
C’è una realtà che si va realizzando sotto i nostri occhi mezzi addormentati, i nostri sguardi attoniti ed assenti, una verità che viene confezionata ogni giorno con leggi e decreti che stanno spazzando via il nostro passato e che non guardano al nostro futuro.
Una spallata dopo l’altra… l’Europa viene demolita dalle stesse persone che invece dovrebbero rinsaldarla e renderla forte.
L’Europa contemporanea, non più radicata nei buoni valori del passato, si va secolarizzando nei suoi schemi laicizzati, estremizzati, semplificati fino allo svuotamento di senso, al rifiuto di ogni buon senso e di ogni fatica fatta per costruire qualcosa che più che un sogno, era una vera utopia alcuni decenni fa: l’Europa Unita.
La nostra Europa del momento è un’Europa dissociata, politicamente, socialmente, storicamente, economicamente, culturalmente… è un’Europa che, dopo aver isolato il cuore, non sa usare più neanche la ragione; ogni giorno i suoi affanni e la sua attenzione vanno alle difficoltà economiche del suo presente e in esse resta incastrata, incapace di guardare al di là di questa realtà e trovare soluzioni che diano ragione della speranza dei Padri fondatori così da poterla traghettare, ancora tutta intera, verso lidi futuri di pace, di cooperazione, di solidarietà e di benessere.
- Tradire la Storia è tradire se stessi.
Ma un sogno grande come questo va coltivato e tenuto caro, non svenduto e superficializzato, legato solo all’aspetto economico, tagliando ogni riferimento a quei valori cristiani che hanno portato i popoli occidentali a quella democrazia che li ha riscattati dalla violenza della sottomissione al potere cieco e dittatoriale, dall’ignoranza, spesso dalla morte del corpo e dello spirito.
Sono stati i valori cristiani di dignità della persona, di libertà di pensiero, di diritti dei popoli e di giustizia sociale a veicolare il sogno di un’Europa unita; ora questi valori sono stati strappati dal sogno europeo e sono stati cancellati dai documenti che ne sanciscono l’unità.
Erano loro il ‘’collante’’ che univa i popoli, che li rendeva ‘’amici’’, che li aggregava e li proiettava verso un sogno di un’ unione sempre più solida e salda, ben radicata in quei valori universali che stanno alla base del CRISTIANESIMO: libertà, pace, diritti, uguaglianza, cultura, dignità, fraternità…
Senza questi valori, cos’altro può mai unire popoli così diversi per origini, per cultura e tradizioni?
Restano gli istinti, le passioni, le voglie, l’individualismo, l’egoismo, il materialismo, l’aridità dei sentimenti, il naufragio della solidarietà, la prevalenza dell’arroganza, della superbia, dell’odio…
L’uomo asservito agli istinti e alle passioni, alle sue voglie egoistiche antepone tutto questo alla sua dignità e si vende all’illusione dell’essere, alla vacuità dell’esistere.
L’Europa, rinunciando ai grandi ideali in cui un tempo ha creduto, ha scelto di rinunciare alla stabilità del suo futuro; rinunciando ai voli alti e inebrianti ha preferito volare sempre più basso, illudendosi di fare cose grandi, quando in realtà sta semplicemente e drammaticamente andando indietro nel tempo… indietro e purtroppo anche in basso, verso il fondo, quel baratro terribile che è la morte dello spirito, l’obnubilamento della vita interiore, la lascività della morale, il tradimento dell’etica, l’abbandono della Verità!
- Antropologia dell’europeismo
È pur vero che il primo progetto di Unione Europea, nel 1951, ebbe come obiettivo concreto l’integrazione economica che venne realizzata con l’istituzione della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio); alla base di quel progetto, però, c’erano grandi ideali, grandi proposte, grandi attese, grandi aspettative, un grande sogno: non un’ Europa solo politica, né un’Europa solo economica, ma ‘’ un’Europa sociale’’, che mette insieme e condivide risorse, mezzi, strumenti, impegno, conoscenze, proposte, che sa sognare insieme agli altri e insieme agli altri sa fare nuovi sogni importanti e significativi.
Ovviamente, per grandi sogni occorrono grandi uomini e grandi donne, grandi ascoltatori del respiro sociale, capaci di captare bisogni ed attese, di valutare situazioni con obiettività ed integrità morale, capace di mediare e unire, costruire, proporre soluzioni di giustizia sociale senza mai dimenticare che la giustizia degli uomini è sempre sottoposta alla Giustizia di Dio.
Il grande sogno, purtroppo, ha cominciato ad infrangersi con l’avvento del consumismo, per crollare poi con la globalizzazione economica che ha portato all’edonismo sfrenato, al materialismo pressante fino a quel laicismo senza etica e senza morale che s’assurge a giustiziere del mondo, soprattutto di quello cristiano, facendosi dominante nel panorama politico-sociale contemporaneo.
I grandi uomini, purtroppo, sono finiti ovvero gli uomini dai grandi ideali sono finiti, quelli che pensano con la propria testa, che guardano lontano senza perdere lo sguardo sul presente, che guardano nel profondo delle cose, che le chiamano con nome e che le sanno affrontare con quel coraggio che include la prudenza, la sapienza e la speranza.
Uomini così non ce ne sono più, tanto meno nel mondo politico.
Dice la Madonna a Medjugorje nel messaggio del 25 agosto c.a., ‘’ Figlioli, siete troppo attaccati alla terra e alle cose terrene, perciò Satana vi agita come fa il vento con le onde del mare.’’
Nessuna fotografia avrebbe meglio potuto inquadrare l’uomo contemporaneo nella sua integralità.
L’uomo si è perso per strada, si è confuso con le cose, è stato assorbito dalle cose, si è smarrito in se stesso, ha perso l’orientamento su di sé e nel mondo e si è inebriato di false idolatrie, di pericolose ideologie, ha perso il senso del suo andare, del suo essere ed ha smesso di sognare.
Ha ridotto gli ideali a convenzioni sociali e culturali che, secondo alcuni, riducono e limitano, a volte, opprimono anche, la libertà dell’uomo.
La libertà dagli ideali è diventato un obiettivo da raggiungere, per poter agire in piena egoistica libertà, senza considerare lo spazio, la libertà e i diritti altrui.
È la dittatura del relativismo da cui papa Benedetto XVI ha cercato di metterci in guardia nel suo breve ministero petrino.
L’altro grande pericolo viene da quella che viene definita ‘’colonizzazione ideologica’’ ad opera di associazioni che si pongono in opposizione alla Chiesa contestandone l’operato, i principi, gli ideali.
L’uomo contemporaneo ha subito una forte regressione antropologica, culturale e morale, il suo unico desiderio è quello di spogliarsi di se stesso, della sua intimità, addirittura della sua stessa natura.
È convinto, infatti, che anche il genere di appartenenza sia per lui una gabbia; è convinto che la vera libertà sia il ‘’non essere nessuno’’ ovvero quello che gli pare, quando gli pare e come gli pare; è convinto che liberandosi della sua identità di genere possa trovare la sua piena ed assoluta libertà di essere ciò che vuole… cioè il nulla più assoluto.
Il vero dramma è che queste ideologie serpeggiano all’interno dei discorsi che si fanno nei luoghi in cui si decide il futuro dell’Europa intera.
Sono queste le proposte che gli Organismi Internazionali prendono in seria considerazione come se fossero di primaria importanza, disegnando così quello che sarà il futuro che si va preparando all’Umanità.
Se caso mai ci fosse bisogno di conferme a tutto questo, non si violerebbe certo nessun segreto di Stato, i siti su Internet sono strapieni di battaglie ideologiche come queste, tese a demolire il passato e a inventarsi un futuro dalle sfumature sempre più incerte, più illogiche e, peggio ancora, contro la stessa natura umana.
4. FATTI E DISFATTI
Prima di entrare in merito al loro operato, però, è necessario elencare le tappe principali relative alla nascita dell’Unione Europea:
· 1951 Trattato di Parigi ed istituzione della Ceca
· 1957 trattato di Roma ed istituzione della CEE
· 1992 Trattato di Maastricht ed istituzione dell’ Unione Europea
· 2000 Trattato di Nizza e la sottoscrizione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
· 2001 Convenzione Europea con l’incarico di redigere una bozza di Costituzione
· 2004 sottoscrizione della Costituzione
· Tale Costituzione non ebbe la ratifica parlamentare di tutti i membri, per cui venne semplificata e approvata con il Trattato di Lisbona nel 2007
· 2009 Entrata in vigore della Costituzione Europea.
Ripartendo dall’UAAR, in un loro articolo dal titolo ‘’IL VATICANO ALL’ATTACCO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE’, riportano (e poi scardinano) i contributi dati dai rappresentanti ufficiali della Chiesa e dallo stesso papa affinchè nella Costituzione Europea si facesse specifico riferimento alle radici cristiane d’Europa:
‘’ Fin dall’approvazione della Carta di Nizza, nel 2000, il mancato riconoscimento delle presunte «radici cristiane» dell’Europa portò i vescovi cattolici a criticare il provvedimento e a iniziare una fragorosa azione di “persuasione” nei confronti dei politici europei. Il loro obiettivo era che la Convenzione, chiamata a redigere la carta costituzionale europea, elaborasse un testo finale in linea con le proprie aspettative. Di qui un diluvio di prese di posizione, di cui pubblichiamo alcuni esempi temporalmente circoscritti:
«La Chiesa in Europa si sente a casa propria» e pertanto «attende che le venga riconosciuta la cittadinanza europea… Le Chiese si aspettano di vedere riconosciuto giuridicamente il loro ordinamento proprio, in modo da sottrarsi all’arbitrio delle opzioni politiche del momento… La Chiesa dovrà sempre poter parlare di Dio a tutti gli uomini. Nessuno dovrà meravigliarsi di questa pretesa! Non può esistere una “Chiesa del silenzio”: sarebbe un controsenso», tanto più oggi «che il Papa chiede che nell’Europa di domani vi sia ancora posto per Dio» (mons. Jean-Louis Tauran, 14 maggio 2002).
«Riconosco all’Italia, in virtù della sua storia, della sua cultura, della sua attuale vitalità cristiana», la possibilità di «un grande ruolo per non far perdere all’Europa le proprie radici spirituali» (Giovanni Paolo II, 21 maggio 2002).
«Il futuro Trattato costituzionale dell’Unione Europea deve contenere un richiamo a Dio e al Trascendente, il riconoscimento dei diritti fondamentali, inclusa la libertà religiosa, la ricerca del bene comune e del principio di sussidiarietà … basato sul riconoscimento della dignità umana e delle sue relazioni a partire dalla famiglia come elemento basilare della società… Le religioni hanno la capacità di ispirare rinnovamento nella società» segnando un contributo «decisivo» nella «costruzione della nostra identità».
«Le Chiese e le religioni… rappresentano, salvaguardano e alimentano gli aspetti fondamentali, spirituali e religiosi, che sono alla base della costruzione dell’Europa». Per questo «specifico contributo» le Chiese e le comunità religiose «dovrebbero essere riconosciute in un futuro Trattato costituzionale dell’UE», il quale «dovrebbe fornire la possibilità di un dialogo istituzionalizzato tra le istituzioni europee e le Chiese e le comunità religiose… La Chiesa cattolica ha accompagnato e sostenuto il processo di integrazione europea dal suo inizio e i valori e i principi che hanno guidato questo processo sono quelli riconosciuti dall’insegnamento sociale della Chiesa» (documento dei vescovi della Commissione delle Conferenze episcopali dei vescovi degli Stati membri dell’Unione Europea, 22 maggio 2002).
«Non è certo interesse delle Chiese ritrovarsi semplicemente nominate nella Convenzione europea. Quello che sta a cuore è che siano presenti in Europa i valori che si ispirano al cristianesimo» (mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, 24 maggio 2002).
In contrapposizione alle richieste, motivate e giustificate, legittime e necessarie da parte della Chiesa, l’UAAR, già nel 2000, invitò diversi parlamentari italiani a modificare la Carta di Nizza in una direzione più laica; produsse poi due documenti ufficiali, uno a commento dell’articolo 51 (già 37), insieme alla National Secular Society inglese, e uno, più generale, in merito alla libertà religiosa e ai diritti dei non credenti; partecipò inoltre indirettamente al dibattito sulla Costituzione europea attraverso la Federazione Umanista Europea (FHE), al cui interno rappresenta l’Italia.
Nello specifico, in un articolo sulla ‘’ RELIGIONE NELLA COSTITUZIONE EUROPEA’’ così si esprimono: ‘’ La stampa italiana ha dato ampio risalto alla contesa sulle presunte «radici cristiane» del continente. Radici che nessuno nega: ma è facile dimostrare che né sono le uniche, né sono necessariamente positive. In realtà, si tratta di una mera affermazione di principio, o meglio ancora di una sorta di simbolica “marcatura del territorio”.
In queste poche righe è particolarmente evidente la forte incoerenza, non solo ideologica ma anche di tipo linguistico-espressiva oltre che socio-storico-culturale, nella quale incappano i nostri interlocutori:
- Prima affermano che le radici cristiane sono solo PRESUNTE, subito dopo affermano che quelle radici non le può negare nessuno, convalidando così la realtà storica che assegna alle radici cristiane un chiaro ed insindacabile valore e contributo nella vita europea sin dall’antichità. Ora, italianamente e linguisticamente parlando, mi pare che la prima affermazione sia in assoluto contrasto con la seconda, una chiara e visibile contraddizione; se si vuole dare un senso alle parole, chi le esprime dovrebbe assicurarsi e chiarire un po’ a se stesso che cosa vuole veramente dire: se PRESUNTE, significa ’’di dubbia probabilità’’, come si fa ad affermare al rigo successivo esattamente il contrario che, cioè, quelle radici non sono affatto presunte, ma reali e storicamente circostanziate e quindi innegabili?
A voi la risposta, perché io non riesco a trovare un collegamento, linguistico o concettuale che sia, che possa chiarire il paradosso, a meno che chi si esprime in maniera così incoerente non miri soltanto a confondere le idee giocando con le parole, pensando forse che chi leggerà non abbia capacità critiche tali da cogliere l’insensatezza dell’affermazione.
- Seconda incoerenza: ‘’è facile dimostrare che né sono le uniche né sono necessariamente positive’’; nel tentativo di invalidare l’operato della Chiesa, finiscono con il confermare pienamente che quelle radici ci sono davvero e che non possono non essere riconosciute; ovviamente, per demolirne il contributo, la strategia è sminuirne l’importanza, sostenendo che ci sono sì ma non sono le uniche e che, soprattutto, non sono state poi ‘’necessariamente positive’’.
Se affermano questo, dovrebbero però completare il discorso e dire a quali altre radici si riferiscono; inoltre dovrebbero poi esplicitare con i fatti la ‘’non positività’’ dell’azione del Cristianesimo in Europa e soprattutto chiarire cosa intendono per ‘’non necessariamente positive’’ , come a dire, forse, che l’accogliere, lo sfamare, l’istruire… non sono state azioni necessarie, positive per l’ Umanità? Perché in sostanza è questo quello che ha fatto la Chiesa nel suo cammino plurimillenario in Europa.
È terrificante questa affermazione: la Chiesa poteva fare a meno di fare ciò che ha fatto, tanto non era affatto necessario né utile per nessuno!
Francamente faccio molta fatica a cercar di capire questa logica, ad entrare in questo modo di esprimersi e di pensare.
È un esempio lampante di quella dittatura del relativismo che, un po’ per volta, insinuandosi dal di dentro e corrodendo le coscienze come un tarlo invisibile ma sempre all’opera, distrugge dall’interno, colonizzando i pensieri, dando loro una pseudolibertà capace di portare all’autodistruzione di se stessi.
Certo, con le parole si può dire tutto quello che si vuole, anche di aver visto un asino volare, ma i fatti sono un’altra cosa: con le parole posso anche negare la positività di un’ azione, ma devo poter dimostrare questa ‘’presunta’’ (è il caso di dire) verità con i fatti storici alla mano.
Qualora se ne portino a dimostrazione, allora se ne potrà eventualmente discutere.
In caso contrario, posso solo pensare che sia un altro tentativo di demolizione volontaria ai danni dei lettori, cristiani e non, considerati, devo ripetermi, a quanto pare, da queste associazioni, incapaci di ‘’intendere e di volere’’, cioè senza raziocinio e senza capacità critiche, incapaci di rendersi conto della propaganda demolitiva, non suffragata dai fatti, ai danni di un’Istituzione, quale la Chiesa, che ha portato i popoli alla conquista della Libertà e della Democrazia.
5. LA COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA
Scorrendo ancora l’articolo sopracitato, gli stessi affermano ‘’ i politici italiani sono stati, anche in questo caso, particolarmente solleciti a raccogliere l’invito cattolico a costituzionalizzare le «radici cristiane … mentre l’allora presidente del Senato Marcello Pera, inizialmente contrario alle radici cristiane nel 2002, due anni dopo griderà alla «congiura anti-cristiana».
Va anche detto che l’art. 17 (l’ex art. 51, poi I-52 nella prima versione della Costituzione, poi diventato per un certo periodo il 16C) riprende integralmente la formulazione già contenuta nella dichiarazione n. 11 del Trattato di Amsterdam del 1987. Pur contenendo al comma 2 un importante riconoscimento della funzione delle organizzazioni filosofiche non confessionali (come l’UAAR), ha nel comma 3 un potenziale fattore di confessionalismo, benché allargato (senza che sia stato da loro richiesto) alle organizzazioni non confessionali.
Questo il testo dell’articolo:
‘’L’Unione rispetta e non pregiudica lo status di cui le chiese e le associazioni o comunità religiose godono negli Stati membri in virtù del diritto nazionale.
L’Unione rispetta ugualmente lo status di cui godono, in virtù del diritto nazionale, le organizzazioni filosofiche e non confessionali.
Riconoscendone l’identità e il contributo specifico, l’Unione mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare con tali chiese e organizzazioni.’’
La situazione è molto chiara, dunque: quell’Europa che tanta fatica è costata, in ogni epoca storica, è un’Europa che, non potendo negare le sue radici cristiane, sceglie di ignorarle, sotto la pressione di queste organizzazioni non confessionali, bypassa il problema semplicemente allargando tale riconoscimento ad organizzazioni che, finora, non hanno portato nessun ‘’specifico contributo dalla necessaria positività’’ (volendo usare la loro stessa terminologia) alla società.
L’equiparazione del Cristianesimo a queste associazioni è in forte dissonanza con lo spirito dei padri fondatori, è un oltraggio, direi, alla Storia e all’uomo onesto che si fida delle Istituzioni, ma che viene da esse spudoratamente ingannato, perché cambiando poche parole in un testo ufficiale viene a scrivere un futuro per i suoi figli che non è certo quello più rispettoso delle Leggi stesse della Natura Umana.
Se volessimo, anche solo in maniera spicciola, equiparare il Cristianesimo alle altre organizzazioni non confessionali, le differenze che verrebbero fuori sarebbero enormi in quantità e qualità: il Cristianesimo ha liberato i popoli dalla schiavitù, dall’ignoranza, dalla fame, dalle epidemie, dalle guerre, ha ridato dignità alla donna, ha protetto e difeso i deboli, ha lottato per i diritti costituzionali dei popoli sottomessi alle più violente dittature… ha liberato il mondo dalle torture, dalla pena di morte, ha difeso il Creato… ha lottato per la pace…si è occupata, cioè, si è fatta carico della vita e della sopravvivenza concreta di interi popoli in tempi certo non proprio ‘’tranquilli e facili né felici’’.
Ora, venendo a queste associazioni che si definiscono ‘’filosofiche non confessionali’’ e alle quali viene riconosciuta la stessa dignità del Cristianesimo, vediamo da cosa loro vogliono liberare il mondo: dalla responsabilità verso se stessi; dall’identità personale, dalla responsabilità familiare e genitoriale, dall’adesione ad una fede testimoniata a fatti e a parole, da un senso morale che è parte integrante della vita umana, che la contraddistingue cioè da ogni altro genere di vita animale.
Il senso etico e morale appartengono solo al genere umano, che non può, per sua natura, prescindere da essi; se lo facesse, sarebbe come equiparare l’essere umano alle altre specie animali, un chiaro caso di declassamento della dignità umana, di quella dignità che loro stessi sostengono invece di voler difendere.
L’uomo perde, non acquista dignità, se viene equiparato agli animali; ma in questa società, a quanto pare, viene considerato ‘’un onore’’ essere simili agli animali piuttosto che a Dio.
Nei loro articoli, sono loro stessi ad affermare che la laicità per la quale si battono, si fonda su queste richieste:
- Laicità dello stato
- Aborto
- Ateismo nella legislazione
- Bestemmia
- Bioetica e clonazione
- Contraccezione
- Convivenza
- Cremazione
- Crocifissi da togliere nei luoghi pubblici
- Divorzio
- Eutanasia
- Evoluzionismo
- Funerali Civili
- Invadenze clericali
- Matrimonio civile
- Omosessualità
- Eliminazione dell’ora di religione
- Eliminazione dell’Otto per mille alla Chiesa
- Procreazione medicalmente assistita
- "Sbattezzo"
- Testamento biologico
- Modifiche al concetto di identità di genere
Lo so bene che nessuno più si scandalizza per una bestemmia, un divorzio, un aborto o se si stacca la spina ad un ammalato o per una convivenza o un matrimonio civile, lo scandalo vero sarebbe ‘’scandalizzarsi per questo’’, cioè andare controcorrente, mettersi contro il pensare comune; la verità è che queste libertà sono solo ‘’scelte o soluzioni di comodità’’, per evitare di dover lottare contro se stessi per dominare istinti e passioni, voglie e desideri immondi.
Volendoci troppo impegno e troppo coraggio per autodominarsi, si è scelto di liberalizzare ogni cosa, così una volta resi leciti gli illeciti nessuno può più sindacare su ciò che è giusto e buono e ciò che non lo è.
È questa la soluzione ad ogni problema: se qualcosa è troppo difficile farlo, semplicemente si rende lecito il contrario, così niente più zavorre o condanne, la vita è fatta solo di convenzioni umane che possono essere ribaltate come e quando si vuole.
È troppo difficile la fedeltà coniugale?
Bene, ci inventiamo il divorzio e tutto è risolto!
È troppo difficile prendersi cura di un figlio?
Nessun problema: lo uccido prima che nasca e il problema non c’è più!
Mi sono sposata a 40, ho fatto carriera e mi sono goduta la mia libertà fino a 50 anni, ora mi è venuto il desiderio di maternità?
Il problema è presto risolto: faccio fare un figlio con il seme di mio marito ad una ventenne all’altro capo del mondo e poi glielo pago, così potrò soddisfare il mio istinto materno.
È troppo difficile aspettare che la morte giunga in un malato terminale?
Oggi la scienza offre tanti modi per favorire la ‘’dolce morte’’: basta staccare una spina, fare un’iniezione…e tutto è fatto, l’attesa è annullata… tutto si risolve se si vuole, perché tutto si può!
È troppo difficile essere uomo perché ci sono troppe responsabilità: bene, oggi ho deciso di essere una donna, così nessuno potrà obbligarmi a niente!
Se oggi mi sento donna e domani vorrò essere un uomo… chi me lo potrà impedire?
Sono libera di essere ciò che voglio, quando voglio e come che voglio!
È troppo difficile essere una moglie, perché un marito può limitare la mia libertà, il mio spirito di iniziativa, il mio bisogno di realizzarmi, è difficile avere a che fare con gli uomini?
Anche questo problema è facilmente superabile: mi sposo con una donna come me, così potrò soddisfare il mio bisogno di amore ed evitare di dovermi relazionare quotidianamente con un uomo!
È troppo difficile avere una chiara ideologia politica che orienti la mia vita civile, è troppo difficile essere fedele ad un partito perché un giorno potrebbe non soddisfare i miei bisogni?
È troppo difficile avere una chiara ideologia politica che orienti la mia vita civile, è troppo difficile essere fedele ad un partito perché un giorno potrebbe non soddisfare i miei bisogni?
Nessun problema: anche se oggi sono democratico, domani potrò essere comunista o socialista… dopodomani un radicale, e se mi andrò di essere un fascista o un liberale a chi devo dare conto?
Oggi i confini ideologici politici non hanno più senso!
Siamo nel Duemila, siamo grandi e vaccinati… liberi di essere bandieruole!
E così il gioco è fatto. C’è una soluzione per ogni problema!
Non c’è problema che tenga nell’era della vita tecnolocizzata, robotizzata… snaturata, violentata, disincarnata… disumanizzata!
Tutto diventa normale, tutto diventa lecito. L’uomo ha dato, l’uomo ha tolto!
La logica mondana è questa.
In questa logica, ovviamente, Dio non ha spazi.
È solo l’uomo che gestisce se stesso: con la stessa libertà con la quale un tempo l’uomo ha considerato illegali certi comportamenti, oggi può annullare tale scelta e liberalizzare ogni cosa, facendola diventare normalità.
Cambiarle non si commette, quindi, nessun sacrilegio, perché sono solo conseguenze di pensieri umani.
La strategia vincente è il superficializzare ogni situazione ed eliminare ogni ostacolo che impedisce la realizzazione del proprio istinto egoistico.
Un’inversione di tendenza terribile e disfattista, non solo moralmente ma anche geneticamente: un esempio concreto?
Per la prima volta in Italia il tasso di natalità è sotto lo zero, ciò vuol dire che il numero dei bambini nati è inferiore a quello degli anziani morti, alterando così molto pericolosamente un equilibrio antropologico intergenerazionale che complica molti aspetti socio-economici.
Ecco dove portano le scelte dissennate, ma comode, di questa nostra società.
I bambini uccisi in grembo superano quelli che hanno visto la luce.
Qualcuno si scandalizza per questo?
Qualcuno si indigna?
Assolutamente vietato scandalizzarsi e indignarsi, perché è in gioco solo la libertà dell’uomo: scandalizzarsi significa mettere in dubbio la libertà dell’uomo di decidere la vita o la morte di un figlio!
C’è cosa più orribile di questa?
No, tuttavia non ci si deve permettere di impedire questo, perché si urta la sensibilità di chi lotta per questi diritti, si rischia di essere accusati di essere fuori dal tempo e che pertanto non si ha diritto di parola.
Una società che non difende i bambini e i più deboli è una società fallita, fagocitata dalla sua fame di liberalizzazione degli istinti… ma forse siamo già ben al di là anche di questa libertà: nessun animale uccide il proprio figlio, anzi lo difende con unghie e artigli: solo l’uomo si concede la libertà di farlo!
Le bestie ci superano in amore, genitorialità e rispetto per la vita!
6. IL DIRITTO AI VALORI … E I DIRITTI SENZA VALORI!
Da una parte mi chiedo come si fa a parlare di difesa e rispetto ‘‘dei diritti umani per tutti’’ e nel contempo proporre l’aborto!
Il rispetto per i diritti del nascituro dov’è?
In una gravidanza esiste una mamma ed esiste un figlio e la Legge dovrebbe prima di tutto tutelare i più deboli, in questo caso il bambino, che ha ogni diritto di nascere, è il diritto alla vita il suo primo diritto.
Ma chi difende i suoi diritti?
Dall’altra parte, poi, non mi sembra che la Chiesa si sia occupata di altro rispetto a loro: il rispetto dei diritti umani, la libertà di coscienza, le pari opportunità per tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta e il rispetto per la filosofia e le altre confessioni religiose sono da sempre il programma della Chiesa, un programma spesso perseguito anche a costo della vita.È di pubblico dominio la notizia del 4 marzo scorso, quando nello Yemen del Sud sono state trucidate 4 suore cristiane cattoliche, che si occupavano di donne sole ed orfani; con altri 5 missionari si prendevano cura della popolazione, pur sapendo di rischiare la vita ogni giorno.
La loro evangelizzazione non passava per catechesi estenuanti o monotoni riti liturgici, ma attraverso l’esempio concreto della loro vita, messa al servizio di persone sconosciute e sacrificata per loro.
In un Paese dove il 99% della popolazione è musulmana e solo l’1% è rappresentato dai cristiani, loro hanno posto lì la loro dimora e non l’hanno abbandonata neanche quando il rischio si è fatto sempre più concreto e vicino, hanno continuato a prendersi cura delle popolazioni bisognose delle primarie necessità (così come hanno fatto in Europa mille anni fa) e a causa di questo loro impegno sono state uccise.
Ecco, la forza del Cristianesimo, la sua realtà, la sua lotta a fianco ai più poveri, oggi come ieri, la verità gridata dalle pietre e non goffamente ed erroneamente sbandierata su una pagina di Internet.
Quale esempio più concreto di questo!
Mi chiedo se qualche componente dell’UAAR o di altre associazioni simili abbiano mai fatto cose del genere o siano disposti a dare la vita per il bene degli altri?
O quale laico razionalista abbia mai il coraggio di fare opere del genere!
Ora, equiparare la Religione cristiana a quella di qualsiasi altra associazione non confessionale mi sembra davvero troppo, soprattutto se consideriamo che il Cristianesimo ha lottato e continua a lottare per la salvaguardia della vita, dal suo concepimento alla sua morte naturale, mentre gli altri lottano per ‘uccidere innocenti nel grembo materno, uccidere gli ammalati perché troppo impegnativo prendersi cura di loro, rifiutare la vita con la contraccezione… ‘’
La differenza sostanziale è dunque in questo: lottare per la cultura della vita o della morte?
Pare che sia la seconda a prevalere nei nostri tempi e da qui nascono tutte queste alterazioni e negazioni della Storia.
Questo è far violenza alla Storia!
7. NEGLIGENZA ED INGERENZA
A tutto questo si può rispondere in un solo modo: con le parole del nostro ex vescovo mons. Orofino che, a ragion veduta, diceva che ‘’tutto quello che riguarda l’uomo, riguarda anche la Chiesa’’ .
La CHIESA si occupa di persone concrete, di problemi concreti, di situazioni esistenziali concrete anche ai limiti della sopravvivenza, ma sempre emergenze umanitarie e bisogni concreti, per cui quella che viene definita ‘’ingerenza ecclesiale’’ altro non è che il programma di lavoro quotidiano della Chiesa da duemila anni a questa parte e non potrebbe essere altrimenti.
L’attenzione di Dio è rivolta all’uomo, di conseguenza l’attenzione della Chiesa non potrebbe non essere rivolta all’uomo ovunque egli operi o si trovi, per questo la Chiesa rivendica il diritto di poter parlare di Dio a chiunque.
Quella dell’ingerenza ecclesiastica è un luogo comune senza fondamenti, è sterile propaganda, oltre che offensiva della STORIA stessa le cui testimonianze contraddicono ampiamente questa supposizione.
8. ATEISMO DISCRIMINANTE
8. ATEISMO DISCRIMINANTE
Infine, tra le più note e contraddittorie campagne di sensibilizzazione da parte dell’UAAR, del quale se ne fanno un vanto, c’è senz’altro quella degli ‘’autobus atei.’’
Quelle stesse persone che affermano di lottare per la non discriminazione, ecco che sono gli autori di gravi discriminazioni: la richiesta è quella di un pullman solo per gli atei, ciò significa che su quel pullman non può salire chi è diverso da loro, chi fa scelte religiose o filosofiche o di vita diverse da quelle da loro indicate.
Come definire questa proposta se non ’’ fortemente discriminante’’?
In nome di una discriminazione ‘’religiosa’’ vorrebbero formare una casta da porre al di sopra di ogni altro gruppo sociale che abbia scelto di professare la propria fede in ambito cristiano.
Un autobus solo per laici: è la proposta più discriminante che io abbia mai sentito, in tempi di pace, nei confronti di persone di pace, che desiderano la pace e che si impegnano per la pace.
Questa richiesta mi riporta alla mente quel periodo di storia americana quando sugli autobus non potevano salire i negri né potevano studiare nelle stesse scuole dei bianchi o frequentare il loro stesso negozio.
Richieste indegne ed offensive della persona umana, discriminanti e razziste: e siamo nel ventunesimo secolo… e poi sostengono che vogliono difendere i diritti e la dignità di ogni uomo!
Eppure, nei Piani alti, in ambito europeo, c’è chi approva e sostiene queste loro richieste, questo loro atteggiamento nei confronti dell’ operato della Chiesa.
La campagna di sensibilizzazione più dolorosa, ad opera loro, insieme alla richiesta di togliere i crocifissi dai luoghi pubblici ed eliminare l’ora di religione, c’è quella per lo sbattezzo, cioè la cancellazione del proprio nome dai registri parrocchiali.
7/8 anni fa, un ragazzino di scuola media al catechismo mi chiese: ‘’Ma è vero che si può fare lo sbattezzo?’’.
Io mi misi a ridere, perché pensai che quel termine fosse stato inventato da lui, il linguaggio dei ragazzini di oggi è molto fantasioso e a volte va ben oltre le regole linguistiche tradizionali; non gli chiesi neanche dove l’avesse sentita quella parola, non mi sfiorò assolutamente il pensiero che potesse non essere frutto della sua inventiva. Gli dissi solo che non è possibile sbattezzarsi, perché il battesimo ci ‘’riveste’’ come quando indossiamo ‘’un abito’’ e non possiamo mettercelo e togliercelo a nostro piacimento o discrezione. Solo qualche anno dopo sono venuta a conoscenza del fatto che quel termine gira su Internet da tempo ad opera di associazioni non confessionali.
Questo mi ha spaventato molto, perché molte cose a noi adulti arrivano molto in ritardo rispetto ai giovani, abbiamo interessi diversi per cui la navigazione in internet va in direzioni diverse; a loro purtroppo arriva di tutto e di più, su ogni argomento e con ogni mezzo, i social network sono come i tentacoli del polipo: si allungano dappertutto e le loro ventose assorbono cose buone e cose non buone. La nostra vigilanza, poi, sull’uso che i giovani ne fanno è quasi del tutto assente, così come assente è il dialogo intergenerazionale per cui non si sa mai cosa un giovane sa o non sa, cosa pensa, cosa gli viene detto da questo o da quello: i giovani non hanno fiducia nei loro genitori e i genitori non hanno fiducia nei loro figli, oltre a non avere tempo per ascoltarli o solo girare lo sguardo per incontrare i loro occhi.
Lo sbattezzo non è una realtà inventata dai giovani, ma è un’idea che noi adulti mettiamo nel loro cuore. La responsabilità è soltanto nostra!
Non dimentichiamoci di queste parole: ‘’1 Disse ancora ai suoi discepoli: «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. 2 È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 3 State attenti a voi stessi! ‘’ (Lc 17, 1-2)
Tornando a noi… su questi argomenti si può solo dire che l’immaturità o, peggio ancora, la mancata crescita spirituale in chi propone queste assurdità li porta ad inventarsi soluzioni ridicole ed infantili che non sono degne neanche di essere prese in considerazione.
Lo Spirito Santo avrà pietà di loro perché non sanno quello che fanno!
9. INTERROGATIVO IMPERTINENTE…PER UNA RISPOSTA POCO CONVENIENTE!
Associazioni simili, senza radici storiche, in realtà hanno come unico obiettivo il distruggere quanto fatto per l’aggregazione dei popoli, per i diritti e la libertà di coscienza; esse scrivono pagine di incoerenza e di disprezzo verso la realtà socio-storico-filosofico-religiosa vissuta nel corso dei secoli… queste associazioni (sembra impossibile ma non lo è), oggi sono membri attivi dell’Unione Internazionale Etico-Umanista (consulente ufficiale di ONU, UNESCO, UNICEF e Consiglio d’Europa), e della Federazione Umanista Europea (interlocutrice ufficiale della Commissione Europea); seguono i lavori del Parlamento Europeo e agiscono all’interno dell’OSCE.
L’UAAR opera sia indirettamente (attraverso i suoi rappresentanti nelle due organizzazioni), sia direttamente, con ricorsi e segnalazioni.
Loro affermano di voler fermare il declino dell’Italia per costruire, insieme, una società che consenta a tutti i cittadini di essere realmente se stessi... promulgando leggi che riconoscano le unioni civili e il testamento biologico, che non discriminino in base all’orientamento sessuale, che riducano gli insostenibili tempi di attesa per le separazioni e i divorzi, che depenalizzino il ricorso all’eutanasia. Ritengono che sia venuto il tempo che la coscienza civile del nostro paese ponga fine ai cospicui privilegi concessi alle confessioni religiose, primo fra tutti l’otto per mille alla Chiesa cattolica, che si sostituisca l’ora di catechismo nelle scuole di ogni ordine e grado con un’ora di educazione civica.
Associazioni come queste oggi dettano Legge in Europa, con le loro pressioni stanno cambiando la vita di milioni di europei, proponendo preconcetti discriminanti, incoerenti, paradossali, fortemente penalizzanti per la maggioranza della popolazione e soprattutto per le fasce più deboli, partendo dai giovanissimi che vengono fortemente influenzati proprio nell’età in cui la coscienza morale comincia a formarsi.
Ciò che davvero non capisco è come faccia il mondo politico europeo a dare ascolto e non solo, a modificare Costituzioni e decreti, sulla base di richieste provenienti da un numero ristrettissimo di persone appartenenti ad associazioni nate molto recentemente ed ignorare la voce di un’Istituzione, quale la Chiesa Cattolica, con oltre un miliardo di fedeli e duemila anni di Storia alle spalle!
Sono così eccezionali queste proposte da prenderle in considerazioni con così tanta solerzia?
È un fatto di democrazia l’ascoltare tutti e tener conto delle richieste di tutti?
Mi sembra che ci sia qualcosa di non molto chiaro: sicuramente non si tratta di proposte eccezionali, ma solo di proposte di parte, che provengono cioè da lobby internazionali con interessi ben precisi… la corruzione della politica, a livello nazionale ed internazionale non è una novità che scandalizza più!
Perché, a rigor di logica, se fosse un fatto di democrazia, mi sembra che ci sia tutta una serie di associazioni che fanno quotidianamente richieste presso la UE perché vengano modificati alcuni articoli della Costituzione che sono a svantaggio dei lavoratori (tipo la Coldiretti che tante volte ha protestato per le quote latte), ma che non sono mai stati ascoltati né presi per un solo istante in considerazione; come non sono mai state ascoltate tutte le proteste di sindacati ed associazioni per la tutela dei diritti dei lavoratori (professionisti, insegnanti, operai, pensionati…) e per mille altre difficoltà che riguardano la quotidianità di milioni di europei… e se poi vogliamo andare sui problemi etici… parliamo del milione di firme raccolte in tutti i Paesi dell’UE, nella campagna ‘’UNO DI NOI’’, nel 2014 contro l’aborto, che non è stata ritenuta degna di attenzione da parte dalla Comunità Europea; un milione di firme è la voce del popolo europeo, non quella di poche centinaia di persone come gli iscritti dell’UAAR!
La differenza è notevole, l’argomento non è proprio cosa da niente… eppure chi di loro ha avuto l’onore di essere ascoltato e di poter partecipare a pieno titolo negli incontri ufficiali della UE?
Viene da pensare, a questo punto, che tutto ciò che interpella la coscienza sul piano della giustizia sociale finisca nelle tante discariche abusive sparse per l’Europa!
Eppure questi sono i problemi veri dell’ Europa, i problemi di oltre 500 milioni di persone che permettono all’Europa di incassare tasse di ogni genere e di poter alimentare la Banca Europea; quella parte che lavora sodo, quella i cui diritti non vengono più tutelati e la cui voce non viene più ascoltata da nessuno.
Vogliamo parlare della schiavitù?
Secondo il Global Slavery Index pubblicato lo scorso 31 maggio, nel mondo ci sono ancora 45,8 milioni di “schiavi moderni”; l’Europa rimane fonte e destinazione di lavoro forzato e sfruttamento sessuale; in Italia sono circa 130.000 le persone che vivono una condizione di schiavitù, essendo obbligate a lavorare senza essere pagate, vendute per essere sfruttate sessualmente, nate in servitù, bambini costretti a fare la guerra; il nostro Paese è il terzo in Europa, dopo Turchia e Polonia, e conta un numero di schiavi 10 volte superiore a quello stimato in Francia.
Qualcuno se ne occupa o preoccupa, per caso?
Istituzioni, associazioni… dove sono i tutori della legalità e dei diritti di tutti? Dove sono i paladini della giustizia e i sostenitori dei diritti per tutti? Chi si fa ‘’voce’’ per loro?
Perché, dunque, alcune questioni di non primaria necessità vengono prima di quelle di massima urgenza, in cui si dovrebbe salvaguardare il diritto alla vita?
Perché dunque alcune voci vengono ascoltate ed altre no?
A chi dà ascolto veramente l’Europa di oggi? Eperchè?
Qual è l’ordine morale preso in considerazione dall’Europa di oggi?
Quali sono le sue priorità? I suoi valori? I suoi princìpi?
È un’Europa che vuole costruire o distruggere ciò che è stato costruito?
È un’Europa che difende il diritto alla vita, alla famiglia, alla libertà religiosa oppure difende ciò che le conviene e le fa, di volta in volta, più comodo ai fini economico-politici?
Per che cosa e per chi lotta l’Europa di oggi?
Con grande tristezza, per quanto mi riguarda, posso dare una sola risposta complessiva: è l’inizio della fine!
E non mi riferisco alla fine dell’Unione Europea, perché forse un qualche genere di accordo, prima o poi, si riuscirà a farlo, ma alla fine del nostro genere umano: il degrado spirituale, la promiscuità di genere, la crisi della famiglia, la paura della genitorialità, l’impressionante calo demografico, le violenze domestiche, il disorientamento dell’uomo, l’inversione dei ruoli sociali e familiari, l’esilio di Dio, la memoria cancellata, la cultura devastata, l’umanesimo lacerato, l’ateismo sedotto dal materialismo, il delirio di onnipotenza, la vita negata, la scienza asservita al potere e alla materia, la politica sopraffatta dalla corruzione, la distruzione ambientale, il rifiuto dell’altro, l’indifferenza verso il dolore altrui, la discriminazione imperante, la vittoria della morte sulla vita… la vita dell’uomo è composta da tutte queste cose e se si lavora perché tutte queste cose abbiano sempre più spazio nella sua vita … la conclusione allora diventa scontata… e non è per essere catastrofisti o fare violenza psicologica per diletto … ma solo per chiamare le cose con il loro nome, non nascondere la testa sotto la sabbia e non far finta che tutto vada bene… solo prendendo atto della realtà la si può cambiare, è dicendosi la verità che essa può vincere sulla falsità! È solo conoscendo la verità che si può lottare per essa!
In caso contrario… non abbiamo speranza!
Se non ci fosse stato il Cristianesimo in Europa, l’Europa oggi sarebbe indietro di mille anni, sul piano umano, culturale, artistico, politico, sociale, democratico, sul piano della libertà e della verità…
Se poi tutto questo non ha più importanza agli occhi di chi oggi legifera sul destino Europeo, mentre guadagna sempre più terreno chi lavora in senso contrario… allora non ci sono proprio più parole per definire questa nostra realtà!
Il morbo delle coscienze oggi si chiama IDEOLOGISMO.
La causa ne è il RELATIVISMO.
La conseguenza è… LA MORTE DI DIO E CON LA SUA… ANCHE QUELLA DELL’UOMO!
La domanda impertinente è dunque questa:
LA NOSTRA È UN’EUROPA RADICATA O RADICALIZZATA?
Risposta sconveniente: se rifiuta le sue radici, vuol dire che avrà bisogno di radicalizzarsi su altre propaggini, altrimenti non potrebbe vivere… ma le ramificazioni non hanno la solidità dell’apparato radicale!
La differenza è questione scottante… e quanto mai allarmante!
10. L’INGANNO DELLA REALTÀ
10. L’INGANNO DELLA REALTÀ
Sentire, dunque, non è sapere.
Vedere non è conoscere.
Vivere non è capire.
Sapere, conoscenza e comprensione dei fatti della nostra realtà non sempre passano attraverso il nostro sentire, vedere e vivere le cose di ogni giorno.
I media filtrano le notizie e le immagini proponendoci una realtà che non sempre corrisponde alla verità, dandoci così una visione a volte edulcorata altre volte tragica, a seconda di quello che è il messaggio che vogliono far passare.
Il processo di democratizzazione delle coscienze ad opera della Chiesa ha liberato l’uomo dalla schiavitù del potere, dalla sottomissione delle coscienze, dalla prepotenza dittatoriale.
La Democrazia ha radici cristiane.
Il Diritto ha radici cristiane.
La Libertà ha radici cristiane.
La Pace ha radici cristiane.
L’economia ha radici cristiane.
La Cultura ha radici cristiane.
La Dignità dell’uomo e dei popoli hanno radici cristiane.
Il primato dell’uomo sulle cose ha radici cristiane.
Il primato di Dio sull’uomo ha radici cristiane.
La politica internazionale tutta ha radici cristiane.
Il desiderio di Europa ha radici cristiane.
Le radici dell’Europa sono radici cristiane.
Sono stati i cristiani ad edificare l’Europa, sia quella fatta di mattoni che quella fatta di coscienze.
Il terreno stesso europeo è stato dissodato dai cristiani e percorso dai pellegrini cristiani strappandolo al paganesimo, all’ignoranza, alla schiavitù.
Non a caso i patroni d’Europa sono Cirillo e Metodio, san Benedetto, Santa Caterina e Santa Teresa Benedetta della Croce.
Purtroppo di loro non conosciamo quasi niente, di alcuni neanche il nome e per tanti sono nomi che non dicono niente.
In realtà sono coloro che hanno cambiato il volto della Storia europea
Credo che un rapido e sintetico excursus sulla loro vita sia proprio doveroso, forse scopriremo che molte cose hanno da dire ancora oggi a noi.
Giovanni Paolo II li ha definiti “Celesti compatroni di tutta l’Europa presso Dio”, sono tre santi del primo millennio e tre sante del secondo millennio, uomini e donne, tutti “costruttori” e modelli da imitare per dare un nuovo volto all’Europa e costruire una “globalizzazione della solidarietà.’’
Santi Cirillo e Metodio
La loro presenza e il loro lavoro possono essere così sintetizzati:
- Apporto alla cultura del mondo slavo, tradussero la Bibbia a scopo liturgico e catechistico, ponendo le basi della letteratura nelle lingue di quei popoli.
- Impegno per l'unità della Chiesa, svolsero il loro servizio missionario in unione con la chiesa di Costantinopoli e con quella di Roma. Potremmo vedere in loro quasi dei precursori dell'ecumenismo.
- Contributo all'Europa nascente, il loro annuncio è stato strumento di reciproca conoscenza e unione tra diversi popoli.
San Benedetto da Norcia
Una maturazione sul piano ascetico e pastorale con il suo passaggio dalla vita eremitica e quella cenobitica (comunitaria); un collocarsi in mezzo agli altri, non solo con i suoi compagni nella vocazione, ma insieme a loro tra la gente semplice.
- Sul versante ecclesiale, "araldo" della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in occidente; sul versante civile, messaggero di pace e maestro di civiltà.
- Puntuale con la storia, quando il crollo dell'impero romano portava con sé tenebre e decadenza spirituale, si impegnò per far nascere una nuova era.
- Si servì di tre strumenti: la Croce, cioè la legge di Cristo, in cui popoli diversi potevano riconoscersi come l'unico popolo di Dio; il libro, cioè la cultura, un patrimonio da salvare e trasmettere; l'aratro, cioè il lavoro manuale per far fiorire anche le terre selvatiche
Irrequieta sposa, principessa, madre, dama di corte e mistica. Il suo pellegrinare (dalla Svezia a Compostela, a Roma, alla Terrasanta) la rese esperta di una cristianità splendente, ma fragile e minata. Si fece coscienza critica e richiamò principi e re, ecclesiastici e papi al loro dovere nella fede. Ella fu:
- Modello di vita laicale, nella prima parte della sua vita fu felicemente sposata ed ebbe otto figli.
- Esperta della realtà europea, scoperta attraverso lo strumento del pellegrinaggio che la portò a comprendere il mistero di Cristo e della Chiesa.
- Il suo stretto rapporto con Cristo fu accompagnato da carismi di rivelazione, in lei si avverte la forza della profezia.
- Segno di un legame ecumenico, dal momento che a partire dal 16° secolo le terre scandinave si staccarono dalla piena comunione con la sede di Roma.
Santa Caterina da Siena
Forse la più “virile” delle sante, va ad Avignone, convince il papa a tornare a Roma e rinsalda attorno a lui la cristianità frastornata e insicura.
- Forte cammino spirituale, radicato nella profonda intimità con Cristo maturata in quella che lei amava chiamare “la cella interiore”.
- Alto magistero ascetico, per cui molti si raccolsero attorno a lei come discepoli, riconoscendole il dono di una maternità spirituale.
- Impegno per il rinnovamento dei costumi, che Caterina proponeva a tutti, ricordando ai re che dovevano governare con giustizia, agli ecclesiastici la coerenza nella vita e nel ministero, esortando anche il papa a seguire con risolutezza la volontà di Dio sciogliendo le esitazioni dettate dalla prudenza e dagli interessi mondani.
- Con il suo intervento presso i potenti della terra, mostrava che nessuna contesa giustifica il ricorso alle armi, ma può essere risolta con “le armi della ragione”.
Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)
Una personalità che porta nella sua vita la sintesi drammatica del nostro secolo:
- Trascorse la propria vita in diversi paesi d'Europa e si mosse con intuito nel dialogo con il pensiero filosofico contemporaneo.
- Con tutta la sua vita di pensatrice, mistica e martire, ha gettato un ponte tra le sue radici ebraiche e l'adesione a Cristo.
- Ha gridato con il martirio le ragioni di Dio e dell'uomo nell'immane tragedia della Shoah.
- Per l'Europa di oggi rappresenta un modello di rispetto, tolleranza, accoglienza che invita uomini e donne a comprendersi e ad accettarsi al di là delle differenze, per formare una società veramente fraterna.
Nell’impegno della loro vita è racchiusa tutta l’Europa: la libertà, la fede, la ragione, la democrazia, la filosofia, la cultura, l’economia, la globalizzazione, l’ecumenismo, il rispetto, il diritto, l’integrazione, la tolleranza, la solidarietà, l’accoglienza, la pace, la civiltà… promotori, in tempi non sospetti, di quell’Europa Unita che oggi è smembrata più che mai, soprattutto sui valori fondanti ed universali riguardanti il senso della vita, la formazione delle coscienze ormai annichilite da ideologismi denigranti della Verità.
Ne varrebbe proprio la pena ripercorrere la vita di ognuno di loro per capire davvero quanto siano fortemente radicate le radici cristiane nella Storia Europea e riconoscere a loro quel valore incomparabile dovuto solo a coloro che hanno cambiato radicalmente… è il caso di dire… il destino del mondo, forse neanche la Storia è in grado di restituire adeguatamente il giusto valore al loro impegno per la civilizzazione di tanti popoli.
Alcuni di loro hanno percorso l’Europa a piedi, portando dovunque cultura, rispetto, pace, libertà, diritti… ora quei diritti conquistati vengono infangati… e tutto tace, tutto va bene… nessuno alza un dito per dire ‘’fermi, forse dobbiamo correggere la rotta o… peggio ancora… evitare la deriva!’’… certo lo fa la Chiesa, ma la Chiesa ha bisogno del sostegno del suo popolo, così come per Duemila anni la Chiesa è stata sostegno per il suo popolo!
La Chiesa a mani nude ha costruito l’Europa, senza vani discorsi e senza estenuanti riunioni in palazzi di vetro, ma dalla terra ha fatto crescere il futuro; oggi si discute sul vuoto, sul nulla, si riempiono archivi di belle parole vuote, si costruiscono bellissimi castelli di sabbia che, come tutte le cose senza fondamenta e senza radici, crollano rovinosamente da lì a poco… restano i selfie con l’autoscatto…nuova memoria… senza radici!
11. CONCLUSIONE SALMODIATA
Salmo 126
Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
2 Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno!
Solo con Dio si può costruire, lontano da Lui ogni cosa è vana.
…Qui habet aures audiendi, audiat, (Lc 8,8b)
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