giovedì 25 agosto 2016


LA VITA CROLLATA

A seguito della terribile notizia  del terremoto della scorsa notte, che ha colpito il centro-Italia, anche papa Francesco ha rinunciato alle parole, ha fatto parlare il cuore e nel cuore ci sono due linguaggi: quello della preghiera e quello della poesia.

Marisol, di Arquata del Tronto, aveva un anno e mezzo, per lei, come per tante altre persone, l'alba non è più sorta su questa terra, un'altra alba radiosa hanno visto i loro occhi.
Terremoto, bimba morta: Marisol Piermarini in braccio alla zia durante la Quintana Per lei e per tutte le vittime, grandi e piccole, di questo disastroso terremoto, s'innalza la nostra preghiera e nel silenzio commossi  e addolorati del nostro cuore una poesia si compone, pensando alla vita che non c'è più, al sole che continua a sorgere sulle case crollate, splendendo come sempre, ignaro dell'amaro destino riservato a tante creature umane.


MARISOL

Un’alba nuova si alza
tra la polvere e le macerie;
è ancora luminosa  
ma più non accende il tuo sorriso.

Ricordi? Ridevi, battendo le mani,
guardando il sole lungo la valle;
non capivi, dicevano,
la bellezza intorno,
troppo piccola per amare già
quella terra sulla quale il sole
stendeva le sue braccia generose
riempiendola di calore e di luce
nel silenzio assolato del paese.

Ma tu il sole lo portavi dentro
nel tuo nome,
nel tuo sorriso
nelle tue parole a metà,
nei tuoi occhi attenti ad ogni rumore di vento
che faceva ondeggiare le foglie
come di chi fa il solletico
e poi  ride contento.

Oh, Marisol, l’hai sentito stanotte il vento venire
o forse lo sognavi nella tua culla?

Nel buio t’ha portata via,
la Mano violenta del destino,
complice di quell’ orco vorace
che scuote la terra
togliendole la pace

e la luce t’ha nascosta
come quando le nuvole
giocano con il Sole.

Le tenebre son cadute giù
sul silenzio attonito
e ferma, immobile, sei rimasta tu…
lo sguardo lontano
come il tuo orsetto che stringi per mano!

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