PANE SPEZZATO
''Venite e gustate quant'è buono il Signore''
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA
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II. SALOMONE E LA RICERCA DELLA SAPIENZA
I re devono ricercare la sapienza
La sapienza si lascia trovare
Parte IV
Salomone
si accinge a descrivere la sapienza
[22]Esporrò che cos'è la
sapienza e come essa nacque;
non vi terrò nascosti i suoi segreti.
Seguirò le sue tracce fin dall'origine,
metterò in luce la sua conoscenza,
non mi allontanerò dalla verità.
[23]Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma,
poiché essa non ha nulla in comune con la sapienza.
[24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo.
[25]Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole
e ne trarrete profitto.
non vi terrò nascosti i suoi segreti.
Seguirò le sue tracce fin dall'origine,
metterò in luce la sua conoscenza,
non mi allontanerò dalla verità.
[23]Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma,
poiché essa non ha nulla in comune con la sapienza.
[24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo.
[25]Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole
e ne trarrete profitto.
In questo versetto c’è un consiglio,
un invito, un’esortazione, ma soprattutto un dono; l’esortazione a lasciarci
ammaestrare dalla Sapienza non è per mettere in evidenza la forza, la potenza,
la sapienza stessa delle parole che verranno dette, ma ha come fine un altro
obiettivo: un profitto buono per noi.
Quest’esortazione ha il sapore di un dono gratuito a tutto vantaggio per noi.
Capite!
Il Signore ci offre la sua Sapienza
non per esaltare se stesso, ma per dare a noi il meglio di se stesso.
È la conferma del fatto che il
Signore non si lascia vincere in generosità, oltre che del fatto che gli dà un’immensa gioia offrire a noi quanto di più grande e di
più caro Egli ha: la Sua Parola e la Sua
Sapienza.
Straordinario! Eccezionale!!!
Stupefacente!!!
È la prova del suo grande amore per
noi, la prova che non ci ha abbandonati quaggiù lasciandoci in balìa
dell’ignoto e della nostra ignoranza, ma vuole istruirci, guidarci Lui stesso
verso la Sapienza più grande, più piena, più santa, più buona per noi!
Il Signore si offre di farci da
Guida nella nostra esistenza, vuole darci sicurezza con le sue parole, quelle certezze
che non potremmo mai trovare con la nostra piccola mente, vuole rivelarci la Verità,
i segreti del nostro esistere, vuole darci tutto quello che può esserci utile
per vivere rettamente e quindi salvarci.
Sin dall’inizio, Dio ha pensato alla
nostra salvezza.
Vuole salvarci a tutti i costi e ci
dà tutte le opportunità perché noi potessimo salvarci.
Ci ha dato la Sua Parola, la Sua
Sapienza e Suo Figlio: cos’altro poteva darci per farci capire quanto ci ama e
quanto soffre per la nostra lontananza a causa della disobbedienza di Adamo!
Se pensiamo che con la Sua Parola ha creato ogni cosa; che la Sua Sapienza siede sul Trono presso di Lui
e che tutte le cose le ha create n vista del Figlio e per mezzo del Figlio e tutto in Lui sussiste… allora possiamo capire la grandezza,
la potenza e la ricchezza di quanto ci ha dato… ci ha dato tutto, tutto: Parola, Sapienza e Suo Figlio Unigenito!
Un Amore così ci lascia senza
parole, senza fiato; essere amati così tanto, nonostante la nostra
disobbedienza e i nostri continui rifiuti… è davvero qualcosa di
inimmaginabile, un amore straordinariamente immenso!
Dalle sue parole, dunque, noi possiamo trarne buon profitto, utilità,
cioè, qualcosa che è tutto a nostro vantaggio.
È come se ad un assetato da giorni qualcuno
offrisse un sorso d’acqua fresca per ristorarsi.
Noi siamo gli assetati.
E noi siamo coloro che vengono
dissetati gratuitamente e con gioia dalle Mani stesse di Dio.
Certo, è troppo grande questo dono e
noi non lo comprendiamo!
No, non riusciamo a comprenderlo,
perché supera la nostra piccolezza, perché ci porta oltre il nostro egoismo,
perché è una logica troppo lontana dalla nostra che ci porta a misurare , a
tenere per noi ciò che è buono, difficilmente e raramente riusciamo a darlo
agli altri, ancor meno a chi non ci ama.
Quando noi abbiamo cose belle e
preziose tendiamo a custodirle gelosamente,
accuratamente, segretamente, non le mettiamo a disposizione di nessuno, abbiamo
paura che ce le rubino, che possano rovinarcele… invece Dio ci dà quanto di più
grande Egli ha e ce lo offre spontaneamente e gratuitamente e soprattutto lo
offre a noi che non meritiamo niente e che ci permettiamo addirittura di
disprezzare i suoi doni.
Per questo i nostri pensieri non
sono come i suoi.
Per questo Lui è L’Altissimo, non
solo perché è il nostro Creatore, ma perché la Sua Bontà è irragiungibile,
troppo alta per noi.
[24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo
Con questo versetto, il salmista vuole
illuminarci su un altro aspetto non trascurabile: l’invidia consuma; l’invidia
non ha nulla in comune con la sapienza.
Sì, l’invida rode e corrode ogni
cosa buona, brucia ogni cosa bella, distrugge ogni sapienza.
L’invidia non è un vizio qualsiasi,
ma è il padre dei vizi; l’invidia ha mosso Satana nel suo piano diabolico:
quello di mettersi al posto di Dio, per invidia ha tentato e rovinata l’opera
più bella uscita dalle Mani di Dio: l’uomo.
Per invidia continua a distruggere
il Creato, a mettere la creatura contro il suo Creatore; l’invidia è nemica
della sapienza perché non viene da Dio, ma nasce dal menzognero per natura,
dall’ingannatore per eccellenza, da colui che mente, volendo mentire e sapendo
di mentire.
Questo riferimento all’invidia è un
avvertimento per noi, un invito a liberarci di essa se vogliamo davvero comprendere
la sapienza di Dio, viverla e trarne giusto profitto.
La sapienza è la virtù dei re, se un
re è saggio il mondo è salvo, perché si impegnerà per la pace, per i diritti
umani, per l’uguaglianza, per la dignità di ogni uomo, per il bene comune, per
la libertà, per la serenità di ciascuno, per la giustizia, il rispetto,
l’onestà.
Se i re sono saggi, il mondo è
salvo, perché il mondo avrà imparato ad
amare.
Quando si parla di saggezza,
ovviamente, ci si riferisce alla Saggezza vera cioè a quella di Dio, non a
quella degli uomini, che spesso è una pseudosapienza, inquinata e avvelenata
dall’invidia o dalla superbia, dalla convinzione di essere alla pari, se non
superiore, a Dio stesso.
Noi, infatti, abbiamo l’arroganza di
dire a Dio: ‘’ La tua sapienza? No,
grazie. Non ne abbiamo bisogno, non sappiamo che farcene, la nostra ci basta, è
superiore alla tua. Abbiamo la nostra scienza, la nostra ragione, la nostra
sapienza, che ce ne facciamo della Tua? Tienitela pure per te, non ci
interessa, anzi ci disturba, perché viene a rovinarci i piani, ci toglie ciò
che ci piace, ci mette in crisi; non ne comprendiamo il profitto, non sappiamo
coglierne il buono che ce ne viene, non vogliamo il buono che vuoi darci,
vogliamo restare nella melma della nostra incoscienza.’’
Tutto quello che sappiamo fare è
opporre la nostra presunzione, illuderci che la razionalità della nostra
sapienza sia sufficiente e che non abbiamo bisogno di nient’altro.
Ok.
Se questa è la nostra posizione, andiamo a vedere se è davvero così,
esaminiamo le prove della nostra superbia e del nostro rifiuto della Sapienza
di Dio.
Cerchiamo di capire quanto vale
davvero la sapienza umana, separata da quella di Dio.
Vediamo fin dove l’uomo può
arrivare, se non è sostenuto dalla sapienza divina.
Vediamo se ci sono re saggi che
possono garantire la salvezza degli uomini.
Vediamo quali sono le nostre scelte,
le nostre decisioni, le nostra azioni, le nostre proposte; vediamo se riusciamo
ad essere immuni dall’invidia, liberi dalle nostre soggettività, capaci di
essere al di sopra delle parti e al di sopra delle nostre presunzioni.
Vediamo tutto questo esaminando la
realtà…
Questa volta porterò due esempi,
molto diversi per argomenti, ma simili nelle conseguenze.
Due esempi di come ‘’usiamo’’ la
nostra sapienza o, meglio dire, dove arriva la sapienza umana, cosa ne facciamo
della nostra sapienza, per cosa usiamo la nostra sapienza, quali danni
provochiamo a noi e agli altri usando in modo sbagliato la nostra presunta
sapienza, a quali inganni andiamo incontro se non ci fidiamo e non ci affidiamo
alla Sapienza di Dio.
E vediamo anche come, a volte,
può essere manipolata e strumentalizzata la Sapienza di Dio, mettendola contro se
stessa.
S’, anche questo accade, anche di
questo siamo capaci, riusciamo a mettere Dio contro se stesso e a convincere
noi stessi e gli altri di essere nel giusto e di spenderci per il Regno di Dio.
I danni che la nostra presunzione e
la nostra arroganza fanno sono davvero incalcolabili.
Le nostre anime sono in pericolo,
molto più di quanto pensassimo.
Il primo caso che andiamo ad
esaminare riguarda un aspetto prettamente religioso, il secondo invece riguarda
un aspetto più specificamente sociale; due campi in cui l’uso della sapienza
umana rivela tutto il suo limite e anche la sua capacità ingannatoria, una
sapienza, cioè, usata per ingannare piuttosto che per salvare.
La differenza sta proprio in questo:
la sapienza umana inganna e distrugge, la sapienza divina protegge e salva.
A furor di logica, se siamo persone
intelligenti, dovremmo preferire la seconda, invece… invece… vediamo che cosa
riusciamo ad inventarci… credendo e facendo credere che sia tutto vero, tutto
giusto, tutto buono… quando in realtà non c’è niente di buono né di giusto.
La cosa più grave è che coloro che
ne parlano e divulgano certe opinioni sono veramente convinti della bontà dei
loro pensieri: i primi ad essere ingannati dal loro stesso pensiero sono
proprio loro, convinti del loro sapere cercano di convincere gli altri;
ingannati da se stessi, ingannano gli altri. La sapienza umana non è garanzia
di verità, perché non sempre essa è immune e protetta da ciò che ci portiamo
dentro.
Un nostro piccolo problema
personale, coniugato con un grande bagaglio culturale, può essere l’inizio di un
nuovo modo di pensare che sfugge ai canoni tradizionali e porta lontano,
purtroppo anche al di fuori di ogni logica umana e naturale.
Ma vediamo nel concreto, quali
possono essere i pericoli e i danni dell’uso sbagliato della sapienza umana…
In queste settimane scorse, mi sono
imbattuta, per caso, in alcuni video su you tube, pubblicati da un gruppo di
persone che hanno costituito una ‘’fondazione’’
con sede a Siena, con l’intento di divulgare il messaggio del Regno dei Cieli.
I titoli di questi video mi hanno un
po’ incuriosita, così ne ho visto qualcuno; erano alquanto accattivanti,
sembravano interessanti e ‘’buoni’’, nel senso che quanto si diceva mi sembrava
in piena sintonia con quanto annuncia la Chiesa cristiana, coerente con il
Vangelo di Cristo, corretto nell’impostazione dei contenuti e coinvolgente nel
modo di proporlo.
Il linguaggio era chiaro, preciso,
‘’sapiente’’, chi parlava sapeva molto bene quello che diceva, conosceva la
Scrittura profondamente ed era capace di fare collegamenti coerenti tra l’AT e il
NT; anzi, in molti casi, riusciva a tirar fuori anche concetti nascosti, cioè
riusciva a cogliere la logica profonda del messaggio evangelico, rivelando
nuovi aspetti e facendo scaturire nuove riflessioni.
La conoscenza della Scrittura si
accompagnava ad una ben qualificata conoscenza psicologica, in modo particolare
faceva riferimento alla psicologia transazionale, coniugando le due cose in
maniera perfetta, una sintonia ben riuscita; dalla Scrittura traeva la realtà da comprendere e gli
insegnamenti da vivere e dalla psicologia traeva le spiegazioni dei nostri
comportamenti spesso sbagliati e che ci portano a vivere secondo il mondo e non
secondo Dio.
Riusciva a spiegare e a individuare,
con un linguaggio chiaro e sicuro, la radice profonda del male che vive in noi,
cogliendone tutta la portata spirituale e psicologica, in un discorso che non
faceva una stonatura, affascinante per la sua profondità e suggestivo per
quello che riusciva a suscitare nello spirito di chi ascoltava; spingeva, cioè,
ad una revisione profonda di se stessi, alla comprensione di meccanismi
sbagliati che muovono i nostri pensieri e che noi, invece, consideriamo innocui
o addirittura giusti.
La modalità con cui veniva espressa la
spiritualità della Fondazione era più o meno simile a quella del Rinnovamento: molti
avevano il dono delle lingue, carismi di guarigione e di liberazione dagli
spiriti maligni.
Gli argomenti toccati riguardavano
prioritariamente l’annuncio del Regno di Dio; quest’annuncio veniva fatto
attraverso la consapevolezza di una lotta spirituale che riguarda ogni singola
persona; si evidenziava, poi, l’importanza della preghiera, del raccoglimento
per conoscere meglio se stessi ed evitare comportamenti che allontanano dalla
logica di Dio; il superamento, tramite le conoscenze psicologiche, dei
meccanismi di difesa che spesso ci fanno deviare dal giusto comportamento, di
conseguenza il superamento dell’egoismo, della superbia, dell’invidia…
Tutti argomenti in sintonia con
l’insegnamento della Chiesa cattolica, anche se molto ben conditi con le
conoscenze psicologiche; il risultato, comunque, sembrava positivo, perché
aiutavano a meglio conoscere se stessi per poter meglio comprendere il perché
delle proprie azioni e delle proprie decisioni e fare così discernimento fra il
bene e il male; in un certo senso si trattava di un accompagnamento spirituale
che aiutava a capire cos’è bene e cos’è male, dove e come intervenire per
cambiare e migliorare se stessi.
Mi son detta: ‘’Ben vengano queste organizzazioni di laici che aiutano e sostengono il
lavoro della Chiesa nell’evangelizzazione dei popoli e nella corretta
conoscenza del messaggio evangelico; ci sono tante distorsioni e tante sette
che lavorano contro, meno male che a volte c’è anche qualcuno che lavora a
favore, operai volontari nella messe del Signore, che contribuiscono alla
diffusione della logica cristiana di amore, misericordia e fraternità,
attraverso l’opera dello Spirito Santo.’’
Lo Spirito Santo, infatti, era la
Guida di ogni loro seminario e momento
di preghiera, un’invocazione forte e intensa, una Pentecoste ogni volta.
Nei seminari si faceva cenno anche a
casi di guarigioni sia da malattie spirituali che da malattie fisiche, oltre
che a liberazioni da spiriti maligni, esorcismi veri e propri con la potenza
dello Spirito invocato.
Mi sembrava tutto in perfetto
ordine. Tutto buono, tutto lodevole. Proprio
come in tutte quelle associazioni laiche
di supporto alla Chiesa e da essa riconosciute ed approvate.
Dopo aver ascoltato per qualche
giorno i loro sermoni, però, è successo qualcosa: ho cominciato ad avvertire
un’assenza, percepivo un vuoto, come se mancasse qualcosa, qualcosa che desse
senso e spessore a tutto quanto dicevano e facevano.
Non riuscivo a cogliere l’essenza di
quell’assenza.
Chi o cosa mancava?
C’erano le parole e c’erano anche i
fatti, non c’era niente contro nessuno, né contro la Chiesa o contro il papa o
il clero, come succede in molti casi, qui era tutto a posto… eppure mancava
qualcosa!
Così ho voluto saperne di più e sono
andata sul loro sito.
Ad un primo sguardo, mi sembrava
tutto a posto… c’erano iniziative umanitarie di tutto rispetto oltre che un
buon lavoro di evangelizzazione.
Eppure…
Eppure… qualcosa non andava…
Un giorno, nel tentativo di capirne
qualcosa in più di questa Fondazione, mi son trovata davanti ad un articolo del
loro blog.
Ad una prima lettura non ho colto
niente di strano, condividevo anzi quanto veniva detto.
Però sentivo che qualcosa mi
sfuggiva e così l’ho riletto più volte… ed ho cominciato a capire…
Ma solo quando ho letto i commenti
che seguivano quell’articolo tutto è stato chiarito… il problema c’era… ed
anche grave, era solo molto ben nascosto!
Nell ’articolo in questione si
faceva un’analisi sul cristiano di oggi, in tre Paesi europei a
maggioranza cristiana.
Dalle statistiche consultate
emergevano dei dati sconvolgenti: solo un terzo dei cristiani è credente praticante;
la quasi totalità di loro è a favore dell’aborto, dell’eutanasia e dei rapporti
prematrimoniali; la quasi totalità non ha mai letto la Bibbia e la maggior
parte di loro praticano l’occulto, seguono filosofie e culti orientali, new age
compresa, molti sono iscritti alla massoneria; non ritengono che ci sia niente
di male nelle pratiche di esoterismo e di astrologia o nella superstizione.
Un quadro del cristiano di oggi che
ci sta tutto, è la verità, purtroppo, e questo non possiamo negarlo. Fin qui,
quindi, tutto in regola.
Nella seconda parte dell’articolo
c’erano poi delle riflessioni sul loro modo di vivere la fede:
‘’Molti desiderano che nella loro
vita cambi qualcosa, ma non la loro vita. Cercano Dio solo perché hanno
problemi che vogliono risolvere e, quando capiscono che devono metter in moto
la fede, preferiscono pensare che ogni persona ha la sua croce e che la deve
sopportare perché forse dopo la morte la loro situazione potrà essere migliore.
Altri ancora sono sempre in cerca di un cambiamento, ma quando scoprono che
dovrebbero rinunciare a loro stessi e cambiare vita, preferiscono lasciar
perdere e si rifugiano nella religiosità a copertura della coscienza che li
rimprovera.
Infine altri cercano Dio e vogliono vivere come Lui dice, sono pronti a
sacrificare qualcosa ed hanno fatto esperienza dell’incontro con il Signore,
avendo conosciuto lo Spirito Santo. Però, non è mai abbastanza per fare quello
che dice Gesù.
Questi dunque sono i “credenti” europei che dovrebbero andare nel mondo e
portare l’influenza del nostro Re in ogni etnia!
In varie parti del mondo, molti di coloro che predicano il regno dei cieli
spingono i credenti ad entrare, se non a primeggiare, nel sociale, ad invadere
la politica, l’economia, i media, ecc.. Dicono, infatti, che, a causa della
religione, le chiese si sono concentrate sul cielo, allontanando la gente dalla
vita quotidiana sulla terra.
Per gli europei questo messaggio sarebbe un passo indietro nel pantano in
cui la religione aveva già spinto la gente. Da sempre, che io ricordi o
sappia, la chiesa cattolica ha invitato i “propri fedeli” a vivere nel mondo da
“brave persone”, mentre alle cose spirituali ci avrebbe pensato il clero, gli
addetti ai lavori, considerati come una sorta di "Leviti". Come
conseguenza, in Italia i cattolici hanno effettivamente invaso la società, sono
sorti molti movimenti ecclesiali attivi nella politica, nell’economia, nel
campo delle famiglia, dei giovani, dello sport, ognuno prendendosi un proprio
settore e sviluppando azioni anche di una certa efficacia, tanto da finire per
far parte integrante del tessuto sociale stesso. Ma l’effetto che si è avuto è
che i credenti hanno dimenticato Dio per consacrarsi al lavoro, ai propri
talenti, alla propria intelligenza, alla scienza ed alla conoscenza, all’arte,
allo sport, alla famiglia e, non di rado, al denaro, al potere ed alla
corruzione.
Oggi in Italia quando parli del regno dei cieli e del Signore Gesù Cristo i
“cristiani” ti considerano un disadattato sociale, perché è stato loro
insegnato che questo Signore non ha niente a che fare con la vita di tutti i
giorni, ma che e’ un Dio che sta nelle chiese e spetta parlarne solo ai
“Leviti”. Quando vivi con fede, confidando
nello Spirito Santo che dimora dentro di te e nella sua azione potente
sull’ambiente che ti circonda, sono proprio i “cristiani” a scandalizzarsi
perché per loro essere cristiani è solo appartenere ad una chiesa che si occupa
della loro spiritualità, mentre essi si devono occupare del lavoro, della
famiglia, della quotidianità, ovviamente in modo del tutto separato dalla fede,
tanto che riescono anche a vivere di compromessi, per il denaro, entrano nella
massoneria ed in altre diavolerie del genere.
In Europa la gente ha bisogno di riscoprire le priorità di Dio e di farle
proprie, di vivere la vita quotidiana nella fede e, perciò, nello
straordinario. I credenti hanno bisogno di riscoprire il mistero nascosto da
secoli, Gesù Cristo in loro, la speranza della gloria e di coniugare la realtà
spirituale, lo Spirito Santo che si esprime attraverso di loro con potenza e
giustizia, con l’azione sociale.
Il credente europeo ha bisogno di scoprire che Dio vuole operare attraverso
di lui, ma che ciò è possibile solo se è Gesù Cristo a vivere in lui.
Il mostro con cui lottiamo è una religiosità che ha già fatto i passi che
altrove si stanno muovendo solo ora. Sembra che la storia riservi all’uomo un
amaro destino: o si astrae dal mondo per essere spirituale, o si consacra al
sociale, prima o poi dimenticando Dio.
Dobbiamo perciò trovare il punto di equilibrio che vuol dire fare quello
che Gesù dice e lasciare spazio all’azione dello Spirito Santo attraverso di
noi ed in noi. Gesù non costituì partiti politici, né fece scalate ad
importanti centri di potere, anche se gli fu offerto. La sua efficacia non
dipese neppure dall’aver messo in azione particolari talenti. Tutto ciò che
fece fu obbedire al Padre, vivere secondo la propria natura funzionando con
autorità e potenza, dire a tutti che con lui il regno di Dio era arrivato sulla
terra e che allo stesso modo lo Spirito Santo sarebbe venuto a dimorare in
coloro che avrebbero creduto in lui, distruggere le opere del diavolo, cacciare
i demoni e guarire le malattie. Gesù è stato sempre coerente perché faceva
quello che diceva, era totalmente dipendente dal Cielo ed operava con la gente
per la loro liberazione e salvezza. La sua è stata una rivoluzione partita dal
basso, dalla coscienza dei singoli, dalla loro redenzione e non dall’alto di
rilevanti e influenti posizioni sociali. Ai suoi affidò un solo segreto:
amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Così l’unione nell’amore avrebbe
fatto dilagare la rivoluzione a macchia d’olio e la “Sua Chiesa” sarebbe stata
imbattibile.
E’ dunque l’ora di avanzare e di fare la rivoluzione che Dio si aspetta. Lo
Spirito Santo sta suscitando in Europa gente nuova, che porta il messaggio del
regno, che vive per Cristo ed opera nella potenza.
Per svolgere questa azione, ho costituito insieme ad altri una fondazione
non profit e stiamo predicando ed insegnando il messaggio del regno dei cieli …
Preghiamo per la liberazione e per la guarigione e Dio conferma la sua parola
con segni, prodigi e miracoli. La gente cambia vita, la loro coscienza si
rinnova e viene redenta dalla situazione di degrado ed afflizione in cui
giaceva prima di incontrarci. Molti iniziano a loro volta a portare il
messaggio ad altri. Si riuniscono in gruppi nelle case, pregano, mangiano
insieme e danno gloria a Dio per ogni cosa. ...
Dovunque andiamo abbiamo incontrato forti opposizioni e persecuzioni ed
anche coloro che si sono uniti a noi stanno subendo torti di ogni genere. Quello
che più desta ostilità è che la religione perde il controllo e la preghiera
di liberazione fa vedere la realtà del regno. Molti che hanno deciso di lasciare le chiese di cui facevano parte
hanno subito violenza psicologica in famiglia. Altri sono stati
licenziati sul lavoro. Quando ci rechiamo in un posto, c’è sempre qualche
religioso che viene e dirci che quello è il suo territorio e che dobbiamo
chiedere il permesso per parlare pubblicamente. Ma, nonostante le
difficoltà, il regno sta avanzando ed il Signore sta riconquistando posizione
su posizione. Viviamo nel miracolo ogni giorno. …’’
Un piatto ben condito, non c’è che
dire, ma la distorsione psico-religiosa è molto forte e molto pericolosa:
sembra una torta… tanto desiderabile quanto avvelenata!
Alcuni commenti che seguono questo
articolo sintetizzano molto bene il pensiero di fondo; li riporto qui di
seguito:
domanda - Non ho capito che posto ha per voi la Chiesa Cattolica Apostolica e il
Santo Padre Benedetto XVI.
Risposta - ‘’Al
caro lettore che ha posto la domanda del 24/7, rispondo a titolo personale, ma
credo di interpretare il pensiero di chi frequenta la Fondazione.
A noi di questioni dottrinali o istituzionali che siano cattoliche,
evangeliche, ortodosse o di qualsivoglia altra religione importa poco. Il
nostro impegno è orientato a fare ciò che ha comandato Gesù Cristo nella nostra
vita. Amatevi gli uni gli altri, servitevi gli uni gli altri, amate i vostri
nemici, pregate per chi vi perseguita, benedite coloro che vi maledicono,
pregate per coloro che vi maltrattano, date da mangiare agli affamati, visitate
chi è in carcere e chi è malato, guarite gli infermi, cacciate i demòni,
perdonate chi vi ha fatto del male, non giudicate e non condannate,
riconciliatevi con i vostri fratelli e con i vostri nemici, fate agli altri ciò
che vorreste fosse fatto a voi, siate misericordiosi e praticate la giustizia,
ama il prossimo tuo come te stesso perché, come dice Giovanni, chi non ama il
proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede?...
Tutto ciò, mi dispiace dirlo, ha poco a che fare con le chiese, le
dottrine, i riti o le varie denominazioni ma è VITA. Far parte di una Chiesa,
seguirne precetti e sacramenti, è una libera e rispettabilissima scelta, ma
quello che conta è che si metta in pratica nella vita, ogni giorno e in ogni
situazione sotto la guida dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha comandato’’
Se togliamo i primi 3/4 righi e gli
ultimi 4/5 e teniamo solo la parte centrale della risposta, vien fuori un
programma di tutto rispetto, lodevolissimo, in sintonia con gli insegnamenti di
Cristo, coerente con la logica dell’Amore e della Carità, un misto fra le
beatitudini e le virtù cristiane; una sintesi perfetta e un quadro preciso del
cristiano secondo gli occhi di Dio.
Ma quei righi iniziali e quelli
finali dicono qualcosa che stride fortemente con quanto affermato nel resto del
commento.
C’è una distinzione o una certa
distanza, direi, fra la loro fondazione e le istituzioni religiose, ovvero fra loro
e la Chiesa, in questo caso.
Questo prendere le distanze da tutto
ciò che è Chiesa e dottrina religiosa è un mettersi fuori da essa, un non riconoscerne
l’autorità.
Nel commento successivo, viene ulteriormente
chiarita la loro posizione circa il ruolo della Chiesa: ‘’A noi di questioni dottrinali o istituzionali che siano cattoliche,
evangeliche, ortodosse o di qualsivoglia altra religione importa poco. Il
nostro impegno è orientato a fare ciò che ha comandato Gesù Cristo nella nostra
vita.’’
In quest’affermazione c’è quella
risposta che cercavo: con Cristo, ma senza la Chiesa.
Ma non si può staccare Cristo dalla
Chiesa!
È vero che il nostro impegno è fare
quello che Gesù ci ha comandato, ma non si può decontestualizzare tale impegno,
non si può negare il valore della Chiesa all’interno della quale ogni cristiano
incontra Cristo nei Sacramenti.
Ecco l’altra grande assenza: non si fa
mai riferimento ai Sacramenti; ci si riunisce nelle case, si mangia insieme e
si prega insieme: ma non è mangiare il Corpo di Cristo.
Così come quella ‘’pulizia’’ dello
spirito che la psicologia aiuta a fare, non è accompagnata dalla misericordia
di Dio tramite il Sacramento della Confessione.
È un conoscere ciò che si muove
dentro, un cercare di seguire nel modo migliore gli insegnamenti, ma senza il
perdono di Gesù tutto resta a livello umano, è un esercizio psicologico, non un
incontro con Gesù, non un ‘’rinascere a vita nuova. ’’
Siamo, dunque, alle solite. Dove sta l’inganno?
L’inganno è tutto qui: Cristo sì, Chiesa no!
Una verità molto ben celata, non c’è
che dire, perché nei loro sermoni non c’era nessuna contraddizione né nessun
riferimento alla Chiesa, né in senso positivo né in senso negativo,
semplicemente un’assenza che, a lungo andare, ha fatto sentire il suo peso.
Ciò che ha ingannato anche me è
stata l’azione reale dello Spirito Santo in loro, il rapporto stretto con lo
Spirito Santo, le loro preghiere sono potenti e anche le loro guarigioni sono
vere.
Come spiegare questo?
Il loro operare al di fuori della
Chiesa e senza la potenza dei Sacramenti è compatibile con l’azione dello
Spirito Santo?
Io pensavo di no, non è possibile
che lo Spirito Santo agisca in coloro che rinnegano la Chiesa, i Sacramenti, il
Corpo stesso di Dio donato a noi.
Invece non è così.
Lo Spirito Santo, se invocato,
agisce ed opera in ognuno di noi, pur in assenza di rapporti con la Chiesa e
con i Sacramenti.
All’inizio questo mi ha stupito
molto, non riuscivo a capirne la logica, poi, pensandoci bene, ho trovato la
risposta: in realtà Gesù lo aveva profetizzato chiaramente duemila anni fa, con
le parole della sua bocca ci ha messi in guardia da simili situazioni.
Possiamo leggerlo in Matteo 7, 21 –
23, nel capitolo sui falsi profeti e falsi discepoli: ‘’21Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma
colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno:
«Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non
abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti
prodigi?». 23Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da
me, voi che operate l'iniquità!».
La risposta di Gesù è chiara e netta.
È possibile dunque scacciare demoni
e guarire nel suo nome, ma questo non garantisce la bontà del loro operato né
garantisce loro l’accesso al Regno di Dio.
Si può anche strumentalizzare lo
Spirito Santo, ma il loro predicare e il
loro operare non è passaporto per il Regno dei cieli, perché Gesù li definisce
‘’operatori
d’iniquità’’, cioè non suoi discepoli, ma seguaci di quello stesso
demonio che scacciano per opera dello Spirito.
Satana arriva anche a questo, ad
ingannare in modo così sottile, la sua ambiguità arriva fino all’assurdo:
Satana non può scacciare se stesso, altrimenti andrebbe contro se stesso,
sarebbe diviso in se stesso, come disse Gesù stesso quando venne accusato di
scacciare i demoni in nome di Satana.
Ma l’astuzia di Satana va oltre la
logica normale e consente questo, perché in questo modo ne perde uno e ne
guadagna dieci: i conti Satana li sa fare molto bene.
Colui che viene guarito dagli
spiriti maligni attira l’attenzione di coloro che vi assistono i quali ‘’si
convertono’’ alla loro setta ed entrano a far parte della Fondazione, lasciando
la Chiesa e la pratica dei Sacramenti.
Satana vince ugualmente, anche se
apparentemente sembra essere stato sconfitto.
In un altro commento, il riferimento
ad uscire dalla Chiesa è alquanto chiaro: ‘’Sono assolutamente convinto che non serva proprio nessuna chiesa per
fare ciò che Gesù ha comandato.
"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima
e con tutta la tua mente e amerai il prossimo tuo come te stesso".
Questo è più che sufficiente, il resto è solo vuota religione.
La diatriba tra fede e religione è
tutt’ora presente; è un discorso lungo e richiede un approfondimento solido e
circostanziato, ma identificare la Chiesa solo con il concetto di religione,
cioè un insieme di rituali sterili e inutili, non è veritiero né accettabile, è
una superficialità grave, un’eresia bella e buona.
La Chiesa non ha mai separato la
spiritualità dalla vita; il cristiano prega nella Chiesa e con la Chiesa,
incontra Dio e vive la sua Parola tanto nella Chiesa quanto nella sua
quotidianità.
Non ci sono classi di privilegiati
nell’incontro con Dio: non è solo il clero ad occuparsi di spiritualità; né il
popolo è lasciato fuori da quest’incontro.
Queste sono antiche credenze
sviluppate in ambienti anticlericali, ma non corrispondono a verità. Il popolo
di Dio non è e non può essere separato dalla Chiesa.
È un’eresia. Una grave e pericolosa
eresia.
Così come lo è l’affermazione
successiva in cui si dice che ‘’ ciò che
conta è quello che fece al verso 22, ovvero quando presentandosi ai discepoli disse
"ricevete lo Spirito Santo. Questa era la promessa di Dio fatta
nell'antico testamento e questo era il motivo della venuta, morte e
risurrezione di Gesù stesso, ovvero che tutti coloro che crederanno in lui
riceveranno lo Spirito Santo.’’
È vero che questa era la promessa di
Dio, quella di mandarci lo Spirito Santo ed è vero che coloro che crederanno in
Lui lo riceveranno, ma non è affatto vero che questo sia stato il solo motivo della sua venuta,
morte e resurrezione: Gesù è venuto a
redimere e a salvare il mondo, e la salvezza passa attraverso i
Sacramenti e passa anche attraverso la partecipazione alla vita della Chiesa,
che accompagna, guida e forma coloro che hanno incontrato Gesù nella loro vita.
Non si può ridurre la missione di
Cristo alla sola Pentecoste, si annullerebbe tutto il resto e si metterebbe
Cristo contro se stesso, contro la sua stessa Parola, perché la Chiesa l’ha
fondata Lui e l’ha voluta Lui.
Che poi la Chiesa possa avere le sue
difficoltà nel mettere in pratica correttamente quanto annuncia, questo è un
altro discorso, non bisogna dimenticare che la Chiesa è guidata dallo Spirito
ma è fatta di uomini, per cui ‘’le cadute’’ vanno messe in conto, ciò non vuol
dire che bisogna criminalizzare l’intera Chiesa e mettersi fuori, la delusione o le brutte esperienze
sono comprensibili, a volte sono dure, ma se la nostra fede è salda e matura ci
aiuterà a leggere e a vivere nel modo
giusto anche queste esperienze a volte profondamente dolorose.
È facile imbattersi in esperienze
come quella descritta in un altro commento:
‘’per me la chiesa è il corpo di Cristo stesso, ovvero tutti coloro che
hanno accolto Gesù Cristo nella loro vita, nei loro pensieri e nelle loro
azioni. Chiunque fa la volontà del Padre che è nei cieli, questi è per me
fratello :)
Questa è per me la vera chiesa. Un tempo invece frequentavo la chiesa
(intesa come istituzione) ma non ho trovato chi la pensasse come Gesù. Tutto
qui.’’
In un altro commento, ancora si
dice:
‘’Vi penso spesso anche se non ci vediamo da molto: in un momento molto
difficile della mia vita siete stati la mia salvezza. Condivido pienamente
questo articolo di M. e vi invito a completare le vostre conclusioni spirituali
leggendo e meditando il cap. 17 dell'Apocalisse: purtroppo l'anticristo
(massoneria e company) è insinuato fortemente nella Chiesa Cattolica, al punto
che non so nemmeno più se convenga, a noi credenti di buona volontà, rimanerne
seguaci.... Molti vescovi e lo stesso Benedetto XVI, intuendo questo, hanno
aperto agli ortodossi e ai protestanti, accogliendo un concetto di
"chiesa" universale, fondato su Cristo Risorto Re e Signore delle
nostre vite. A volte mi viene da pensare che alcuni di noi sono già risorti,
perchè quando si rinuncia a tutto, alla stessa vita, per amore di Dio e dei
fratelli, siamo veramente morti in Cristo e non siamo più noi che viviamo ma è
Cristo stesso che vive in noi. Inoltre vi vorrei puntualizzare che mi sono
dovuta allontanare dall'Ordine Francescano Secolare dal momento che mi sono
resa conto essere un'accozzaglia di massoni e mafiosi, ai limiti
dell'associazione a delinquere.... Una preghiera per le persone buone che ne
fanno ancora parte. Grazie di tutto.’’
Purtroppo è vero, accade anche
questo, è possibile fare esperienze del genere ed è vero che è difficile e
doloroso superare certe delusioni, soprattutto quando si idealizzano certe
esperienze; entrando in un Ordine religioso, uno si aspetta di ‘’stare in paradiso’’,
crede di essere al sicuro, un rifugio alla superficialità del mondo; all’interno
di un Ordine di tale importanza, non si mettono mai in conto eventuali
delusioni a causa della miseria umana, se le si mettessero si finirebbe con il
rinunciarvi prima di entrarvi.
All’interno degli Ordini religiosi e
della stessa Chiesa, uno si aspetta una vita perfetta, in vera letizia, una
vita più giusta, più sapiente, più cristiana, una vita da santi e fra santi… ma
non bisogna mai dimenticare due cose: la santità è una conquista, è un percorso
ad ostacoli che non tutti riescono a fare senza errori, senza toccare il palo
messo sull’asta e non farlo cadere; vivere da santi significa fare salti in
alto di una certa perfezione e altezza, ma saltare molto in alto e nel modo
giusto non è certamente facile né da tutti; ci si prova, ce la si mette tutta,
ma il risultato non sempre è garantito; occorre l’impegno personale e la buona
volontà, la costanza nell’operare, la perseveranza di fronte alle cadute, l’allenamento
anche, una fede salda fondata sulla roccia ed occorre anche la Grazia di Dio,
occorrono tante cose, perché sono tante le cose che concorrono alla santità che
è il traguardo finale, un traguardo che costa fatica, tanta fatica, è un
cammino nel quale bisogna mettere in conto tante, tante, tante cadute.
Per cui non basta far parte di questo
o di quell’ Ordine, bisogna mettere in conto la fatica del cammino personale e
comunitario.
La vita stessa di tanti santi ce lo
dimostra: prendiamo san Benedetto che è stato avvelenato dai suoi stessi
confratelli o la stessa Suor Faustina che ha subito derisioni e scherni dalle
stesse sorelle con le quali condivideva le sue giornate o ancora Padre Pio,
incompreso e vilipendiato da sacerdoti e superiori oltre che dai confratelli.
È la storia della santità cristiana.
Non ci piace, ma è la strada che Dio
ha stabilito per giungere alla meta della vera santità, forse la strada più
dolorosa: essere derisi e incompresi da coloro che, per scelta di vita,
dovrebbero sostenerti e accompagnarti, coloro che apparentemente hanno fatto la
tua stessa scelta di vita, con i quali si dovrebbero condividere pensieri,
aspettative e desideri: lodare Dio e servirlo in santità e giustizia; non
riuscire a comunicare con loro e a vivere la stessa fede con chi si dice
cristiano come te… è un doloro troppo grande!
Ma la santità chiede di percorrere
la via della Croce.
Non la si raggiunge né la si
percorre tra rose e fiori, sulla strada si incontrano spine amare, rovi
pungenti, cadute rovinose e a volte mortali… una sfida, nella quale non sempre si vince!
La seconda cosa è che il paradiso
non è un’esperienza di questa terra, come non lo è la felicità e la gioia; fino
a quando saremo quaggiù, esse saranno sempre esperienze temporanee e mai
complete; la fede la si consolida sul campo, anche vivendo esperienze come
quella espressa nei commenti, perché sono queste esperienze che fortificano lo
spirito e aiutano a comprendere in profondità il messaggio evangelico, la fede
è qualcosa che va oltre quell’immediato impatto deludente che può esserci anche
all’interno della Chiesa.
La fede non ci assicura una vita
tranquilla e beata, anzi ci mette sulle strade del mondo e ci fa fare
esperienza delle miserie di questo mondo, è dalla nostra capacità di
affrontarle e superarle che si misura la solidità della nostra fede.
Abbandonare e andare via è troppo
facile; difficile è restare e sopravvivere in determinati contesti, anche se
corrotti e perversi; sicuramente è difficilissimo farlo in ambienti in cui uno
si aspetta di avere a che fare con persone mature, responsabili e coerenti con
quanto predicano, è difficilissimo è vero, ma è in questo campo che il Signore
ci mette a lavorare ed è lì che dobbiamo mettere alla prova la forza della
nostra fede, vissuta e non solo predicata o pensata.
Continuando con i commenti, ne
riporto un altro che ci fa riflettere su un altro pericolo: quello di omologare
e fare di tutta l’erba un fascio, senza esercitare fino in fondo il proprio
giudizio critico:
‘’Ciao, sono un Cristiano Cattolico e lo resterò per sempre.
Vedo costantemente i filmati di M. e devo dire che mi aiutano tantissimo, la mia vita sta cambiando "sotto i miei
piedi", inoltre mi piacciono molto le canzoni.
Quello che posso aggiungere è che i cristiani cattolici (autentici),
tramandano esattamente lo stesso messaggio che sta divulgando M. Quindi il Gesù
che vogliamo incontrare (protestanti, cattolici, ortodossi) è lo stesso per
tutti quanti. Ciao’’
No, caro amico, il Gesù che sta
divulgando M., capo della Fondazione, non è lo stesso Gesù dei cristiani
cattolici, perché un Gesù senza la Chiesa e senza l’Eucarestia non è il vero
Gesù; Egli ci ha lasciato il suo Corpo perché noi ne mangiassimo, ci ha
lasciato la sua Chiesa, il Santo Ovile, perché ci protegga e ci tenga al sicuro
dai lupi voraci, ci ha dato il Suo Spirito perché ci aiuti a restargli fedele,
secondo i suoi insegnamenti.
Un Gesù senza la Chiesa non è il
nostro Gesù.
Non possiamo essere così
superficiali.
Ci sono differenze sostanziali che
non vanno trascurate né superficializzate.
Non basta vedere segni e prodigi, occorre
vigilare affinchè nessuno manipoli la nostra fede, nessuno ci separi dalla
verità.
La sapienza
umana, dunque, può trarre in inganno e può deludere.
La Sapienza
di Dio non inganna mai né mai delude.
Prima di passare al secondo esempio
a cui accennavo sopra, vorrei riportare una frase di un personaggio che abbiamo
già trovato nelle precedenti riflessioni: Osho Rajeneesh.
Un personaggio considerato ’’grande’’
per l’altezza della sua sapienza; un’altezza che arriva a dire questo: ‘’ Il fine della vita non è altro che il corpo
umano, e nel corpo umano esistono corde che non devono essere né troppo tese né
troppo allentate. Solo nell'equilibrio di queste corde l'uomo entra nella
musica della Vita. Conoscere questa musica significa conoscere l'Anima.
Metti a repentaglio tutto ciò che hai. Diventa un giocatore d´azzardo!
Rischia tutto, perché il momento successivo non è mai certo, quindi perché
preoccuparsi?
Perché angustiarsi?
Vivi pericolosamente, vivi gioiosamente. Vivi senza paura, vivi privo di
sensi di colpa. Vivi senza temere l'inferno, e senza bramare il paradiso. Vivi
e basta.’’.
Oh, certo, si tratta di consigli di
un certo spessore, non c’è che dire!
Se le nostre stupidaggini s’atteggiano
a sapienza… allora siamo davvero nei guai!
Se tutto il senso della nostra vita
è chiusa in queste frasi che non solo sono senza senso, ma sono anche fortemente
pericolose perché portano fuori dalla verità… allora vuol dire che i pericoli da
cui dobbiamo guardarci sono molti di più di quelli che possiamo immaginare.
Vivere e basta significa vivacchiare,
vivere alla giornata, senza passato e senza futuro, senza emozioni autentiche,
ma cercando emozioni ‘’d’azzardo’’, una vita fatta solo di incertezze, una
gioia che viene dal vivere il pericolo, un’assenza di voli alti, senza momenti
di crisi e quindi senza crescita… una vita così… non è la vita di un cristiano,
capace di volare molto in alto, capace di stupore, libero di lasciarsi sorprendere
dal mistero, capace di fare i conti con la propria coscienza, di interrogarsi e
di accogliere risposte anche difficili.
Cristiano è bello perché fa sentire
vivi e fa vivere la vita nella sua pienezza, paure, preoccupazioni ed angosce comprese.
Passiamo adesso al secondo esempio…
Si tratta di un argomento molto
delicato e anche molto pericoloso perché
si presta a interpretazioni personali che possono distorcere il senso
originario, ma cercherò di essere il più chiara possibile…
Uno degli argomenti di cui si
discute negli ultimi tempi è quello della teoria del gender, cioè dell’identità
di genere.
C’è chi dice che ci sono ben 27
generi che caratterizzano l’essere umano; c’è chi dice che oltre al genere
maschile e femminile c’è anche il genere neutro; c’è chi dice con forza che non
è possibile né giusto definire la mascolinità o la femminilità al momento della
nascita; c’è chi dice che si è liberi di essere maschi un giorno e femmine il
giorno dopo; c’è che dice che due donne o due uomini possono formare una
famiglia e quindi accedere al matrimonio; c’è chi dice che non cambia niente se
un bambino cresce con una mamma e un papà o con due papà o due o addirittura tre
mamme; c’è chi dice che non c’è niente di male avere un figlio a 60 anni; c’è
chi dice che il diritto ad avere un figlio consente anche che questo figlio
nasca in una provetta di vetro e che poi venga impiantato in un grembo preso in
affitto e che poi se non è di gradimento della coppia può anche essere ‘’ucciso’’
o venduto o abbandonato; c’è chi dice che non c’è niente di male nel fare l’identikit
del figlio che si vorrebbe, magari clonando qualcuno; c’è chi dice che un feto
non è un essere umano; c’è chi dice che la promiscuità fa bene alla vita; c’è
chi dice che avere un’identità di genere è un tabù che va cancellato, in nome
del progresso e della civiltà… c’è chi dice tante cose e c’è chi fa tante cose
anche peggiori di queste elencate… come la vendita degli organi, soprattutto
quelli dei bambini, come l’eutanasia che elimina gli scarti’’, i pesi inutili
della società, coloro che comportano spese e impegno quotidiano; c’è chi dice che
la vera libertà è l’essere senza limiti, il poter fare e poter essere quello
che si vuole, quando lo si vuole e come lo si vuole…
Ecco… la sapienza umana ritiene
giuste tutte queste cose … dice che aborto, eutanasia, clonazioni, promiscuità
e libertà di genere sono il frutto di un progresso che non si può arrestare… la
sapienza umana libera da scrupoli, sensi di colpa… dal fastidio di avere una
coscienza che non sempre può accettare le volgarità e gli errori madornali che
si vorrebbero far passare per verità e giustizia.
La sapienza umana manipolata da un’interiorità
che non ha punti di riferimento diventa facile preda del nemico che se ne
impossessa e fa passare per verità le più sconcertanti iniquità.
Ecco… dove giunge la sapienza umana.
La sapienza umana è capace di
distruggere il bello, il vero, il giusto, il buono… la vita stessa.
Non può essere sapienza l’uccidere
la vita nel suo momento di maggiore fragilità e di maggior bisogno di tutela e
di protezione.
Non può essere sapienza il
disorientare i bambini sulla loro identità, il negare loro il diritto ad avere
una mamma e un papà, non può essere sapienza il negare i diritti degli altri
per affermare i propri. Non tutto è un nostro diritto.
La sapienza umana trasforma ogni
desiderio in un diritto, ma un diritto non può contemplare la morte di chi è
più fragile, non può contemplare il calpestare i diritti degli altri.
Lasciamoci dunque guidare dalla Sapienza
di Dio, perché solo così saremo sicuri di non far del male nè a noi stessi né agli
altri.
I nostri errori possono rovinare la
vita di molti; i nostri pensieri sbagliati possono distruggere la vita di
molti; le nostre presunte sapienze possono portare lontano dalla Vera Sapienza.
Se Gesù è Sapienza divina e se la Sapienza
ci viene donata nella Chiesa con il Sacramento della Cresima non potremo mai
avere Sapienza, vivere con Gesù e fare la sua volontà se ci mettiamo fuori
dalla Chiesa.
Ed allora, lasciamoci guidare dalla
Sapienza di Dio, lasciamola entrare nella nostra vita, nella nostra famiglia,
nei nostri pensieri, nel nostro cuore, consegniamole le chiavi della nostra
vita e saremo al sicuro per l’eternità
Vedremo, nei versetti successivi,
come Salomone implorerà la Grazia della Sapienza e come la riceverà direttamente
dalle Mani di Dio…ecco facciamo come lui…
Possiamo solo
concludere dicendo che ‘’principio della
Sapienza è chiedere la Sapienza a Dio’’.
Chiediamo la Sua Sapienza, dunque, e
lasciamoci ammaestrare dalle Sue Parole…perchè sono Parole Sante d’Amore!
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