venerdì 11 settembre 2015



PANE SPEZZATO

''Venite e gustate quant'è buono il Signore''
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA
PARTE SECONDA

II. SALOMONE E LA RICERCA DELLA SAPIENZA
I re devono ricercare la sapienza
La sapienza si lascia trovare
Parte IV

Salomone si accinge a descrivere la sapienza

[22]Esporrò che cos'è la sapienza e come essa nacque;
non vi terrò nascosti i suoi segreti.
Seguirò le sue tracce fin dall'origine,
metterò in luce la sua conoscenza,
non mi allontanerò dalla verità.
[23]Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma,
poiché essa non ha nulla in comune con la sapienza.
[24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo.
[25]Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole
e ne trarrete profitto.


PER RIFLETTERE INSIEME…
25]Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole e ne trarrete profitto.
In questo versetto c’è un consiglio, un invito, un’esortazione, ma soprattutto un dono; l’esortazione a lasciarci ammaestrare dalla Sapienza non è per mettere in evidenza la forza, la potenza, la sapienza stessa delle parole che verranno dette, ma ha come fine un altro obiettivo: un profitto buono per noi.

Quest’esortazione ha il sapore di un dono gratuito a tutto vantaggio per noi.
Capite!
Il Signore ci offre la sua Sapienza non per esaltare se stesso, ma per dare a noi il meglio di se stesso.
È la conferma del fatto che il Signore non si lascia vincere in generosità, oltre che del fatto che gli dà un’immensa  gioia offrire a noi quanto di più grande e di più caro Egli ha: la Sua Parola e la Sua Sapienza.
Straordinario! Eccezionale!!!
Stupefacente!!!
È la prova del suo grande amore per noi, la prova che non ci ha abbandonati quaggiù lasciandoci in balìa dell’ignoto e della nostra ignoranza, ma vuole istruirci, guidarci Lui stesso verso la Sapienza più grande, più piena, più santa, più buona per noi!
Il Signore si offre di farci da Guida nella nostra esistenza, vuole darci sicurezza con le sue parole, quelle certezze che non potremmo mai trovare con la nostra piccola mente, vuole rivelarci la Verità, i segreti del nostro esistere, vuole darci tutto quello che può esserci utile per vivere rettamente e quindi salvarci.
Sin dall’inizio, Dio ha pensato alla nostra salvezza.
Vuole salvarci a tutti i costi e ci dà tutte le opportunità perché noi potessimo salvarci.
Ci ha dato la Sua Parola, la Sua Sapienza e Suo Figlio: cos’altro poteva darci per farci capire quanto ci ama e quanto soffre per la nostra lontananza a causa della disobbedienza di Adamo!
Se pensiamo che con la Sua Parola ha creato ogni cosa; che la Sua Sapienza siede sul Trono presso di Lui e che tutte le cose le ha create n vista del Figlio e per mezzo del Figlio  e tutto in Lui sussiste… allora possiamo capire la grandezza, la potenza e la ricchezza di quanto ci ha dato… ci ha dato tutto, tutto: Parola, Sapienza e Suo Figlio Unigenito!
Un Amore così ci lascia senza parole, senza fiato; essere amati così tanto, nonostante la nostra disobbedienza e i nostri continui rifiuti… è davvero qualcosa di inimmaginabile, un amore straordinariamente immenso!
Dalle sue parole, dunque,  noi possiamo trarne buon profitto, utilità, cioè, qualcosa che è tutto a nostro vantaggio.
È come se ad un assetato da giorni qualcuno offrisse un sorso d’acqua fresca per ristorarsi.
Noi siamo gli assetati.
E noi siamo coloro che vengono dissetati gratuitamente e con gioia dalle Mani stesse di Dio.
Certo, è troppo grande questo dono e noi non lo comprendiamo!
No, non riusciamo a comprenderlo, perché supera la nostra piccolezza, perché ci porta oltre il nostro egoismo, perché è una logica troppo lontana dalla nostra che ci porta a misurare , a tenere per noi ciò che è buono, difficilmente e raramente riusciamo a darlo agli altri, ancor meno a chi non ci ama.
Quando noi abbiamo cose belle e preziose tendiamo a custodirle gelosamente, accuratamente, segretamente, non le mettiamo a disposizione di nessuno, abbiamo paura che ce le rubino, che possano rovinarcele… invece Dio ci dà quanto di più grande Egli ha e ce lo offre spontaneamente e gratuitamente e soprattutto lo offre a noi che non meritiamo niente e che ci permettiamo addirittura di disprezzare i suoi doni.
Per questo i nostri pensieri non sono come i suoi.
Per questo Lui è L’Altissimo, non solo perché è il nostro Creatore, ma perché la Sua Bontà è irragiungibile, troppo alta per noi.


[24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo

Con questo versetto, il salmista vuole illuminarci su un altro aspetto non trascurabile: l’invidia consuma; l’invidia non ha nulla in comune con la sapienza.
Sì, l’invida rode e corrode ogni cosa buona, brucia ogni cosa bella, distrugge ogni sapienza.
L’invidia non è un vizio qualsiasi, ma è il padre dei vizi; l’invidia ha mosso Satana nel suo piano diabolico: quello di mettersi al posto di Dio, per invidia ha tentato e rovinata l’opera più bella uscita dalle Mani di Dio: l’uomo.
Per invidia continua a distruggere il Creato, a mettere la creatura contro il suo Creatore; l’invidia è nemica della sapienza perché non viene da Dio, ma nasce dal menzognero per natura, dall’ingannatore per eccellenza, da colui che mente, volendo mentire e sapendo di mentire.
Questo riferimento all’invidia è un avvertimento per noi, un invito a liberarci di essa se vogliamo davvero comprendere la sapienza di Dio, viverla e trarne giusto profitto.
La sapienza è la virtù dei re, se un re è saggio il mondo è salvo, perché si impegnerà per la pace, per i diritti umani, per l’uguaglianza, per la dignità di ogni uomo, per il bene comune, per la libertà, per la serenità di ciascuno, per la giustizia, il rispetto, l’onestà.
Se i re sono saggi, il mondo è salvo, perché  il mondo avrà imparato ad amare.
Quando si parla di saggezza, ovviamente, ci si riferisce alla Saggezza vera cioè a quella di Dio, non a quella degli uomini, che spesso è una pseudosapienza, inquinata e avvelenata dall’invidia o dalla superbia, dalla convinzione di essere alla pari, se non superiore, a Dio stesso.
Noi, infatti, abbiamo l’arroganza di dire a Dio: ‘’ La tua sapienza? No, grazie. Non ne abbiamo bisogno, non sappiamo che farcene, la nostra ci basta, è superiore alla tua. Abbiamo la nostra scienza, la nostra ragione, la nostra sapienza, che ce ne facciamo della Tua? Tienitela pure per te, non ci interessa, anzi ci disturba, perché viene a rovinarci i piani, ci toglie ciò che ci piace, ci mette in crisi; non ne comprendiamo il profitto, non sappiamo coglierne il buono che ce ne viene, non vogliamo il buono che vuoi darci, vogliamo restare nella melma della nostra incoscienza.’’
Tutto quello che sappiamo fare è opporre la nostra presunzione, illuderci che la razionalità della nostra sapienza sia sufficiente e che non abbiamo bisogno di nient’altro.
Ok.  Se questa è la nostra posizione, andiamo a vedere se è davvero così, esaminiamo le prove della nostra superbia e del nostro rifiuto della Sapienza di Dio.
Cerchiamo di capire quanto vale davvero la sapienza umana, separata da quella di Dio.
Vediamo fin dove l’uomo può arrivare, se non è sostenuto dalla sapienza divina.
Vediamo se ci sono re saggi che possono garantire la salvezza degli uomini.
Vediamo quali sono le nostre scelte, le nostre decisioni, le nostra azioni, le nostre proposte; vediamo se riusciamo ad essere immuni dall’invidia, liberi dalle nostre soggettività, capaci di essere al di sopra delle parti e al di sopra delle nostre presunzioni.
Vediamo tutto questo esaminando la realtà…
Questa volta porterò due esempi, molto diversi per argomenti, ma simili nelle conseguenze.
Due esempi di come ‘’usiamo’’ la nostra sapienza o, meglio dire, dove arriva la sapienza umana, cosa ne facciamo della nostra sapienza, per cosa usiamo la nostra sapienza, quali danni provochiamo a noi e agli altri usando in modo sbagliato la nostra presunta sapienza, a quali inganni andiamo incontro se non ci fidiamo e non ci affidiamo alla Sapienza di Dio.
E vediamo anche come, a volte, può essere manipolata e strumentalizzata la Sapienza di Dio, mettendola contro se stessa.
S’, anche questo accade, anche di questo siamo capaci, riusciamo a mettere Dio contro se stesso e a convincere noi stessi e gli altri di essere nel giusto e di spenderci per il Regno di Dio.
I danni che la nostra presunzione e la nostra arroganza fanno sono davvero incalcolabili.
Le nostre anime sono in pericolo, molto più di quanto pensassimo.
Il primo caso che andiamo ad esaminare riguarda un aspetto prettamente religioso, il secondo invece riguarda un aspetto più specificamente sociale; due campi in cui l’uso della sapienza umana rivela tutto il suo limite e anche la sua capacità ingannatoria, una sapienza, cioè, usata per ingannare piuttosto che per salvare.
La differenza sta proprio in questo: la sapienza umana inganna e distrugge, la sapienza divina protegge e salva.
A furor di logica, se siamo persone intelligenti, dovremmo preferire la seconda, invece… invece… vediamo che cosa riusciamo ad inventarci… credendo e facendo credere che sia tutto vero, tutto giusto, tutto buono… quando in realtà non c’è niente di buono né di giusto.
La cosa più grave è che coloro che ne parlano e divulgano certe opinioni sono veramente convinti della bontà dei loro pensieri: i primi ad essere ingannati dal loro stesso pensiero sono proprio loro, convinti del loro sapere cercano di convincere gli altri; ingannati da se stessi, ingannano gli altri. La sapienza umana non è garanzia di verità, perché non sempre essa è immune e protetta da ciò che ci portiamo dentro.
Un nostro piccolo problema personale, coniugato con un grande bagaglio culturale, può essere l’inizio di un nuovo modo di pensare che sfugge ai canoni tradizionali e porta lontano, purtroppo anche al di fuori di ogni logica umana e naturale.
Ma vediamo nel concreto, quali possono essere i pericoli e i danni dell’uso sbagliato della sapienza umana…

In queste settimane scorse, mi sono imbattuta, per caso, in alcuni video su you tube, pubblicati da un gruppo di persone che hanno costituito una ‘’fondazione’’ con sede a Siena, con l’intento di divulgare il messaggio del Regno dei Cieli.
I titoli di questi video mi hanno un po’ incuriosita, così ne ho visto qualcuno; erano alquanto accattivanti, sembravano interessanti e ‘’buoni’’, nel senso che quanto si diceva mi sembrava in piena sintonia con quanto annuncia la Chiesa cristiana, coerente con il Vangelo di Cristo, corretto nell’impostazione dei contenuti e coinvolgente nel modo di proporlo.
Il linguaggio era chiaro, preciso, ‘’sapiente’’, chi parlava sapeva molto bene quello che diceva, conosceva la Scrittura profondamente ed era capace di fare collegamenti coerenti tra l’AT e il NT; anzi, in molti casi, riusciva a tirar fuori anche concetti nascosti, cioè riusciva a cogliere la logica profonda del messaggio evangelico, rivelando nuovi aspetti e facendo scaturire nuove riflessioni.
La conoscenza della Scrittura si accompagnava ad una ben qualificata conoscenza psicologica, in modo particolare faceva riferimento alla psicologia transazionale, coniugando le due cose in maniera perfetta, una sintonia ben riuscita; dalla Scrittura  traeva la realtà da comprendere e gli insegnamenti da vivere e dalla psicologia traeva le spiegazioni dei nostri comportamenti spesso sbagliati e che ci portano a vivere secondo il mondo e non secondo Dio.
Riusciva a spiegare e a individuare, con un linguaggio chiaro e sicuro, la radice profonda del male che vive in noi, cogliendone tutta la portata spirituale e psicologica, in un discorso che non faceva una stonatura, affascinante per la sua profondità e suggestivo per quello che riusciva a suscitare nello spirito di chi ascoltava; spingeva, cioè, ad una revisione profonda di se stessi, alla comprensione di meccanismi sbagliati che muovono i nostri pensieri e che noi, invece, consideriamo innocui o addirittura giusti.
La  modalità con cui veniva espressa la spiritualità della Fondazione era più o meno simile a quella del Rinnovamento: molti avevano il dono delle lingue, carismi di guarigione e di liberazione dagli spiriti maligni.
Gli argomenti toccati riguardavano prioritariamente l’annuncio del Regno di Dio; quest’annuncio veniva fatto attraverso la consapevolezza di una lotta spirituale che riguarda ogni singola persona; si evidenziava, poi, l’importanza della preghiera, del raccoglimento per conoscere meglio se stessi ed evitare comportamenti che allontanano dalla logica di Dio; il superamento, tramite le conoscenze psicologiche, dei meccanismi di difesa che spesso ci fanno deviare dal giusto comportamento, di conseguenza il superamento dell’egoismo, della superbia, dell’invidia…
Tutti argomenti in sintonia con l’insegnamento della Chiesa cattolica, anche se molto ben conditi con le conoscenze psicologiche; il risultato, comunque, sembrava positivo, perché aiutavano a meglio conoscere se stessi per poter meglio comprendere il perché delle proprie azioni e delle proprie decisioni e fare così discernimento fra il bene e il male; in un certo senso si trattava di un accompagnamento spirituale che aiutava a capire cos’è bene e cos’è male, dove e come intervenire per cambiare e migliorare se stessi.
Mi son detta: ‘’Ben vengano queste organizzazioni di laici che aiutano e sostengono il lavoro della Chiesa nell’evangelizzazione dei popoli e nella corretta conoscenza del messaggio evangelico; ci sono tante distorsioni e tante sette che lavorano contro, meno male che a volte c’è anche qualcuno che lavora a favore, operai volontari nella messe del Signore, che contribuiscono alla diffusione della logica cristiana di amore, misericordia e fraternità, attraverso l’opera dello Spirito Santo.’’
Lo Spirito Santo, infatti, era la Guida di ogni loro seminario e  momento di preghiera, un’invocazione forte e intensa, una Pentecoste ogni volta.
Nei seminari si faceva cenno anche a casi di guarigioni sia da malattie spirituali che da malattie fisiche, oltre che a liberazioni da spiriti maligni, esorcismi veri e propri con la potenza dello Spirito invocato.
Mi sembrava tutto in perfetto ordine. Tutto buono, tutto lodevole.  Proprio  come in tutte quelle associazioni laiche di supporto alla Chiesa e da essa riconosciute ed approvate.
Dopo aver ascoltato per qualche giorno i loro sermoni, però, è successo qualcosa: ho cominciato ad avvertire un’assenza, percepivo un vuoto, come se mancasse qualcosa, qualcosa che desse senso e spessore a tutto quanto dicevano e facevano.
Non riuscivo a cogliere l’essenza di quell’assenza.
Chi o cosa mancava?
C’erano le parole e c’erano anche i fatti, non c’era niente contro nessuno, né contro la Chiesa o contro il papa o il clero, come succede in molti casi, qui era tutto a posto… eppure mancava qualcosa!
Così ho voluto saperne di più e sono andata sul loro sito.
Ad un primo sguardo, mi sembrava tutto a posto… c’erano iniziative umanitarie di tutto rispetto oltre che un buon lavoro di evangelizzazione.
Eppure…
Eppure… qualcosa non andava…
Un giorno, nel tentativo di capirne qualcosa in più di questa Fondazione, mi son trovata davanti ad un articolo del loro blog.
Ad una prima lettura non ho colto niente di strano, condividevo anzi quanto veniva detto.
Però sentivo che qualcosa mi sfuggiva e così l’ho riletto più volte… ed ho cominciato a capire…
Ma solo quando ho letto i commenti che seguivano quell’articolo tutto è stato chiarito… il problema c’era… ed anche grave, era solo molto ben nascosto!
Nell ’articolo in questione si faceva un’analisi sul cristiano di oggi, in tre Paesi europei a maggioranza  cristiana.
Dalle statistiche consultate emergevano dei dati sconvolgenti: solo un terzo dei cristiani è credente praticante; la quasi totalità di loro è a favore dell’aborto, dell’eutanasia e dei rapporti prematrimoniali; la quasi totalità non ha mai letto la Bibbia e la maggior parte di loro praticano l’occulto, seguono filosofie e culti orientali, new age compresa, molti sono iscritti alla massoneria; non ritengono che ci sia niente di male nelle pratiche di esoterismo e di astrologia o nella superstizione.
Un quadro del cristiano di oggi che ci sta tutto, è la verità, purtroppo, e questo non possiamo negarlo. Fin qui, quindi, tutto in regola.
Nella seconda parte dell’articolo c’erano poi delle riflessioni sul loro modo di vivere la fede:
‘’Molti  desiderano che nella loro vita cambi qualcosa, ma non la loro vita. Cercano Dio solo perché hanno problemi che vogliono risolvere e, quando capiscono che devono metter in moto la fede, preferiscono pensare che ogni persona ha la sua croce e che la deve sopportare perché forse dopo la morte la loro situazione potrà essere migliore. Altri ancora sono sempre in cerca di un cambiamento, ma quando scoprono che dovrebbero rinunciare a loro stessi e cambiare vita, preferiscono lasciar perdere e si rifugiano nella religiosità a copertura della coscienza che li rimprovera.
Infine altri cercano Dio e vogliono vivere come Lui dice, sono pronti a sacrificare qualcosa ed hanno fatto esperienza dell’incontro con il Signore, avendo conosciuto lo Spirito Santo. Però, non è mai abbastanza per fare quello che dice Gesù.
Questi dunque sono i “credenti” europei che dovrebbero andare nel mondo e portare l’influenza del nostro Re in ogni etnia!
In varie parti del mondo, molti di coloro che predicano il regno dei cieli spingono i credenti ad entrare, se non a primeggiare, nel sociale, ad invadere la politica, l’economia, i media, ecc.. Dicono, infatti, che, a causa della religione, le chiese si sono concentrate sul cielo, allontanando la gente dalla vita quotidiana sulla terra.
Per gli europei questo messaggio sarebbe un passo indietro nel pantano in cui la religione aveva già spinto la gente. Da sempre, che io ricordi o sappia, la chiesa cattolica ha invitato i “propri fedeli” a vivere nel mondo da “brave persone”, mentre alle cose spirituali ci avrebbe pensato il clero, gli addetti ai lavori, considerati come una sorta di "Leviti". Come conseguenza, in Italia i cattolici hanno effettivamente invaso la società, sono sorti molti movimenti ecclesiali attivi nella politica, nell’economia, nel campo delle famiglia, dei giovani, dello sport, ognuno prendendosi un proprio settore e sviluppando azioni anche di una certa efficacia, tanto da finire per far parte integrante del tessuto sociale stesso. Ma l’effetto che si è avuto è che i credenti hanno dimenticato Dio per consacrarsi al lavoro, ai propri talenti, alla propria intelligenza, alla scienza ed alla conoscenza, all’arte, allo sport, alla famiglia e, non di rado, al denaro, al potere ed alla corruzione.
Oggi in Italia quando parli del regno dei cieli e del Signore Gesù Cristo i “cristiani” ti considerano un disadattato sociale, perché è stato loro insegnato che questo Signore non ha niente a che fare con la vita di tutti i giorni, ma che e’ un Dio che sta nelle chiese e spetta parlarne solo ai “Leviti”. Quando vivi con fede, confidando nello Spirito Santo che dimora dentro di te e nella sua azione potente sull’ambiente che ti circonda, sono proprio i “cristiani” a scandalizzarsi perché per loro essere cristiani è solo appartenere ad una chiesa che si occupa della loro spiritualità, mentre essi si devono occupare del lavoro, della famiglia, della quotidianità, ovviamente in modo del tutto separato dalla fede, tanto che riescono anche a vivere di compromessi, per il denaro, entrano nella massoneria ed in altre diavolerie del genere.
In Europa la gente ha bisogno di riscoprire le priorità di Dio e di farle proprie, di vivere la vita quotidiana nella fede e, perciò, nello straordinario. I credenti hanno bisogno di riscoprire il mistero nascosto da secoli, Gesù Cristo in loro, la speranza della gloria e di coniugare la realtà spirituale, lo Spirito Santo che si esprime attraverso di loro con potenza e giustizia, con l’azione sociale.
Il credente europeo ha bisogno di scoprire che Dio vuole operare attraverso di lui, ma che ciò è possibile solo se è Gesù Cristo a vivere in lui.
Il mostro con cui lottiamo è una religiosità che ha già fatto i passi che altrove si stanno muovendo solo ora. Sembra che la storia riservi all’uomo un amaro destino: o si astrae dal mondo per essere spirituale, o si consacra al sociale, prima o poi dimenticando Dio.
Dobbiamo perciò trovare il punto di equilibrio che vuol dire fare quello che Gesù dice e lasciare spazio all’azione dello Spirito Santo attraverso di noi ed in noi. Gesù non costituì partiti politici, né fece scalate ad importanti centri di potere, anche se gli fu offerto. La sua efficacia non dipese neppure dall’aver messo in azione particolari talenti. Tutto ciò che fece fu obbedire al Padre, vivere secondo la propria natura funzionando con autorità e potenza, dire a tutti che con lui il regno di Dio era arrivato sulla terra e che allo stesso modo lo Spirito Santo sarebbe venuto a dimorare in coloro che avrebbero creduto in lui, distruggere le opere del diavolo, cacciare i demoni e guarire le malattie. Gesù è stato sempre coerente perché faceva quello che diceva, era totalmente dipendente dal Cielo ed operava con la gente per la loro liberazione e salvezza. La sua è stata una rivoluzione partita dal basso, dalla coscienza dei singoli, dalla loro redenzione e non dall’alto di rilevanti e influenti posizioni sociali. Ai suoi affidò un solo segreto: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Così l’unione nell’amore avrebbe fatto dilagare la rivoluzione a macchia d’olio e la “Sua Chiesa” sarebbe stata imbattibile.
E’ dunque l’ora di avanzare e di fare la rivoluzione che Dio si aspetta. Lo Spirito Santo sta suscitando in Europa gente nuova, che porta il messaggio del regno, che vive per Cristo ed opera nella potenza.
Per svolgere questa azione, ho costituito insieme ad altri una fondazione non profit e stiamo predicando ed insegnando il messaggio del regno dei cieli … Preghiamo per la liberazione e per la guarigione e Dio conferma la sua parola con segni, prodigi e miracoli. La gente cambia vita, la loro coscienza si rinnova e viene redenta dalla situazione di degrado ed afflizione in cui giaceva prima di incontrarci. Molti iniziano a loro volta a portare il messaggio ad altri. Si riuniscono in gruppi nelle case, pregano, mangiano insieme e danno gloria a Dio per ogni cosa. ...
Dovunque andiamo abbiamo incontrato forti opposizioni e persecuzioni ed anche coloro che si sono uniti a noi stanno subendo torti di ogni genere. Quello che più desta ostilità è che la religione perde il controllo e la preghiera di liberazione fa vedere la realtà del regno. Molti che hanno deciso di lasciare le chiese di cui facevano parte hanno subito violenza psicologica in famiglia. Altri sono stati licenziati sul lavoro. Quando ci rechiamo in un posto, c’è sempre qualche religioso che viene e dirci che quello è il suo territorio e che dobbiamo chiedere il permesso per parlare pubblicamente. Ma, nonostante le difficoltà, il regno sta avanzando ed il Signore sta riconquistando posizione su posizione. Viviamo nel miracolo ogni giorno. …’’

Un piatto ben condito, non c’è che dire, ma la distorsione psico-religiosa è molto forte e molto pericolosa: sembra una torta… tanto desiderabile quanto avvelenata!
Alcuni commenti che seguono questo articolo sintetizzano molto bene il pensiero di fondo; li riporto qui di seguito:
domanda - Non ho capito che posto ha per voi la Chiesa Cattolica Apostolica e il Santo Padre Benedetto XVI.

Risposta -  ‘’Al caro lettore che ha posto la domanda del 24/7, rispondo a titolo personale, ma credo di interpretare il pensiero di chi frequenta la Fondazione.
A noi di questioni dottrinali o istituzionali che siano cattoliche, evangeliche, ortodosse o di qualsivoglia altra religione importa poco. Il nostro impegno è orientato a fare ciò che ha comandato Gesù Cristo nella nostra vita. Amatevi gli uni gli altri, servitevi gli uni gli altri, amate i vostri nemici, pregate per chi vi perseguita, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano, date da mangiare agli affamati, visitate chi è in carcere e chi è malato, guarite gli infermi, cacciate i demòni, perdonate chi vi ha fatto del male, non giudicate e non condannate, riconciliatevi con i vostri fratelli e con i vostri nemici, fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi, siate misericordiosi e praticate la giustizia, ama il prossimo tuo come te stesso perché, come dice Giovanni, chi non ama il proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede?...
Tutto ciò, mi dispiace dirlo, ha poco a che fare con le chiese, le dottrine, i riti o le varie denominazioni ma è VITA. Far parte di una Chiesa, seguirne precetti e sacramenti, è una libera e rispettabilissima scelta, ma quello che conta è che si metta in pratica nella vita, ogni giorno e in ogni situazione sotto la guida dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha comandato’’
Se togliamo i primi 3/4 righi e gli ultimi 4/5 e teniamo solo la parte centrale della risposta, vien fuori un programma di tutto rispetto, lodevolissimo, in sintonia con gli insegnamenti di Cristo, coerente con la logica dell’Amore e della Carità, un misto fra le beatitudini e le virtù cristiane; una sintesi perfetta e un quadro preciso del cristiano secondo gli occhi di Dio.
Ma quei righi iniziali e quelli finali dicono qualcosa che stride fortemente con quanto affermato nel resto del commento.
C’è una distinzione o una certa distanza, direi, fra la loro fondazione e le istituzioni religiose, ovvero fra loro e la Chiesa, in questo caso.
Questo prendere le distanze da tutto ciò che è Chiesa e dottrina religiosa è un mettersi fuori da essa, un non riconoscerne l’autorità. 
Nel commento successivo, viene ulteriormente chiarita la loro posizione circa il ruolo della Chiesa: ‘’A noi di questioni dottrinali o istituzionali che siano cattoliche, evangeliche, ortodosse o di qualsivoglia altra religione importa poco. Il nostro impegno è orientato a fare ciò che ha comandato Gesù Cristo nella nostra vita.’’
In quest’affermazione c’è quella risposta che cercavo: con Cristo, ma senza la Chiesa.
Ma non si può staccare Cristo dalla Chiesa!
È vero che il nostro impegno è fare quello che Gesù ci ha comandato, ma non si può decontestualizzare tale impegno, non si può negare il valore della Chiesa all’interno della quale ogni cristiano incontra Cristo nei Sacramenti.
Ecco l’altra grande assenza: non si fa mai riferimento ai Sacramenti; ci si riunisce nelle case, si mangia insieme e si prega insieme: ma non è mangiare il Corpo di Cristo.
Così come quella ‘’pulizia’’ dello spirito che la psicologia aiuta a fare, non è accompagnata dalla misericordia di Dio tramite il Sacramento della Confessione.
È un conoscere ciò che si muove dentro, un cercare di seguire nel modo migliore gli insegnamenti, ma senza il perdono di Gesù tutto resta a livello umano, è un esercizio psicologico, non un incontro con Gesù, non un ‘’rinascere a vita nuova. ’’
Siamo, dunque, alle solite.  Dove sta l’inganno?
L’inganno è tutto qui: Cristo sì, Chiesa no!
Una verità molto ben celata, non c’è che dire, perché nei loro sermoni non c’era nessuna contraddizione né nessun riferimento alla Chiesa, né in senso positivo né in senso negativo, semplicemente un’assenza che, a lungo andare, ha fatto sentire il suo peso.
Ciò che ha ingannato anche me è stata l’azione reale dello Spirito Santo in loro, il rapporto stretto con lo Spirito Santo, le loro preghiere sono potenti e anche le loro guarigioni sono vere.
Come spiegare questo?
Il loro operare al di fuori della Chiesa e senza la potenza dei Sacramenti è compatibile con l’azione dello Spirito Santo?
Io pensavo di no, non è possibile che lo Spirito Santo agisca in coloro che rinnegano la Chiesa, i Sacramenti, il Corpo stesso di Dio donato a noi.
Invece non è così.
Lo Spirito Santo, se invocato, agisce ed opera in ognuno di noi, pur in assenza di rapporti con la Chiesa e con i Sacramenti.
All’inizio questo mi ha stupito molto, non riuscivo a capirne la logica, poi, pensandoci bene, ho trovato la risposta: in realtà Gesù lo aveva profetizzato chiaramente duemila anni fa, con le parole della sua bocca ci ha messi in guardia da simili situazioni.
Possiamo leggerlo in Matteo 7, 21 – 23, nel capitolo sui falsi profeti e falsi discepoli: ‘’21Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?». 23Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!».
La risposta di Gesù è chiara e netta.
È possibile dunque scacciare demoni e guarire nel suo nome, ma questo non garantisce la bontà del loro operato né garantisce loro l’accesso al Regno di Dio.
Si può anche strumentalizzare lo Spirito Santo,  ma il loro predicare e il loro operare non è passaporto per il Regno dei cieli, perché Gesù li definisce ‘’operatori d’iniquità’’, cioè non suoi discepoli, ma seguaci di quello stesso demonio che scacciano per opera dello Spirito.
Satana arriva anche a questo, ad ingannare in modo così sottile, la sua ambiguità arriva fino all’assurdo: Satana non può scacciare se stesso, altrimenti andrebbe contro se stesso, sarebbe diviso in se stesso, come disse Gesù stesso quando venne accusato di scacciare i demoni in nome di Satana.
Ma l’astuzia di Satana va oltre la logica normale e consente questo, perché in questo modo ne perde uno e ne guadagna dieci: i conti Satana li sa fare molto bene.
Colui che viene guarito dagli spiriti maligni attira l’attenzione di coloro che vi assistono i quali ‘’si convertono’’ alla loro setta ed entrano a far parte della Fondazione, lasciando la Chiesa e la pratica dei Sacramenti.
Satana vince ugualmente, anche se apparentemente sembra essere stato sconfitto.
In un altro commento, il riferimento ad uscire dalla Chiesa è alquanto chiaro: ‘’Sono assolutamente convinto che non serva proprio nessuna chiesa per fare ciò che Gesù ha comandato.
"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e amerai il prossimo tuo come te stesso".
Questo è più che sufficiente, il resto è solo vuota religione.

La diatriba tra fede e religione è tutt’ora presente; è un discorso lungo e richiede un approfondimento solido e circostanziato, ma identificare la Chiesa solo con il concetto di religione, cioè un insieme di rituali sterili e inutili, non è veritiero né accettabile, è una superficialità grave, un’eresia bella e buona.
La Chiesa non ha mai separato la spiritualità dalla vita; il cristiano prega nella Chiesa e con la Chiesa, incontra Dio e vive la sua Parola tanto nella Chiesa quanto nella sua quotidianità.
Non ci sono classi di privilegiati nell’incontro con Dio: non è solo il clero ad occuparsi di spiritualità; né il popolo è lasciato fuori da quest’incontro.
Queste sono antiche credenze sviluppate in ambienti anticlericali, ma non corrispondono a verità. Il popolo di Dio non è e non può essere separato dalla Chiesa.
È un’eresia. Una grave e pericolosa eresia.
Così come lo è l’affermazione successiva in cui si dice che ‘’ ciò che conta è quello che fece al verso 22, ovvero quando presentandosi ai discepoli disse "ricevete lo Spirito Santo. Questa era la promessa di Dio fatta nell'antico testamento e questo era il motivo della venuta, morte e risurrezione di Gesù stesso, ovvero che tutti coloro che crederanno in lui riceveranno lo Spirito Santo.’’
È vero che questa era la promessa di Dio, quella di mandarci lo Spirito Santo ed è vero che coloro che crederanno in Lui lo riceveranno, ma non è affatto vero che questo sia stato il solo motivo della sua venuta, morte e resurrezione: Gesù è venuto a redimere e a salvare il mondo, e la salvezza passa attraverso i Sacramenti e passa anche attraverso la partecipazione alla vita della Chiesa, che accompagna, guida e forma coloro che hanno incontrato Gesù nella loro vita.
Non si può ridurre la missione di Cristo alla sola Pentecoste, si annullerebbe tutto il resto e si metterebbe Cristo contro se stesso, contro la sua stessa Parola, perché la Chiesa l’ha fondata Lui e l’ha voluta Lui.
Che poi la Chiesa possa avere le sue difficoltà nel mettere in pratica correttamente quanto annuncia, questo è un altro discorso, non bisogna dimenticare che la Chiesa è guidata dallo Spirito ma è fatta di uomini, per cui ‘’le cadute’’ vanno messe in conto, ciò non vuol dire che bisogna criminalizzare l’intera Chiesa e mettersi  fuori, la delusione o le brutte esperienze sono comprensibili, a volte sono dure, ma se la nostra fede è salda e matura ci aiuterà a leggere  e a vivere nel modo giusto anche queste esperienze a volte profondamente dolorose.
È facile imbattersi in esperienze come quella descritta in un altro commento:
‘’per me la chiesa è il corpo di Cristo stesso, ovvero tutti coloro che hanno accolto Gesù Cristo nella loro vita, nei loro pensieri e nelle loro azioni. Chiunque fa la volontà del Padre che è nei cieli, questi è per me fratello :)
Questa è per me la vera chiesa. Un tempo invece frequentavo la chiesa (intesa come istituzione) ma non ho trovato chi la pensasse come Gesù. Tutto qui.’’
In un altro commento, ancora si dice:
‘’Vi penso spesso anche se non ci vediamo da molto: in un momento molto difficile della mia vita siete stati la mia salvezza. Condivido pienamente questo articolo di M. e vi invito a completare le vostre conclusioni spirituali leggendo e meditando il cap. 17 dell'Apocalisse: purtroppo l'anticristo (massoneria e company) è insinuato fortemente nella Chiesa Cattolica, al punto che non so nemmeno più se convenga, a noi credenti di buona volontà, rimanerne seguaci.... Molti vescovi e lo stesso Benedetto XVI, intuendo questo, hanno aperto agli ortodossi e ai protestanti, accogliendo un concetto di "chiesa" universale, fondato su Cristo Risorto Re e Signore delle nostre vite. A volte mi viene da pensare che alcuni di noi sono già risorti, perchè quando si rinuncia a tutto, alla stessa vita, per amore di Dio e dei fratelli, siamo veramente morti in Cristo e non siamo più noi che viviamo ma è Cristo stesso che vive in noi. Inoltre vi vorrei puntualizzare che mi sono dovuta allontanare dall'Ordine Francescano Secolare dal momento che mi sono resa conto essere un'accozzaglia di massoni e mafiosi, ai limiti dell'associazione a delinquere.... Una preghiera per le persone buone che ne fanno ancora parte. Grazie di tutto.’’

Purtroppo è vero, accade anche questo, è possibile fare esperienze del genere ed è vero che è difficile e doloroso superare certe delusioni, soprattutto quando si idealizzano certe esperienze; entrando in un Ordine religioso,  uno si aspetta di ‘’stare in paradiso’’, crede di essere al sicuro, un rifugio alla superficialità del mondo; all’interno di un Ordine di tale importanza, non si mettono mai in conto eventuali delusioni a causa della miseria umana,  se le si mettessero si finirebbe con il rinunciarvi prima di entrarvi.
All’interno degli Ordini religiosi e della stessa Chiesa, uno si aspetta una vita perfetta, in vera letizia, una vita più giusta, più sapiente, più cristiana, una vita da santi e fra santi… ma non bisogna mai dimenticare due cose: la santità è una conquista, è un percorso ad ostacoli che non tutti riescono a fare senza errori, senza toccare il palo messo sull’asta e non farlo cadere; vivere da santi significa fare salti in alto di una certa perfezione e altezza, ma saltare molto in alto e nel modo giusto non è certamente facile né da tutti; ci si prova, ce la si mette tutta, ma il risultato non sempre è garantito; occorre l’impegno personale e la buona volontà, la costanza nell’operare, la perseveranza di fronte alle cadute, l’allenamento anche, una fede salda fondata sulla roccia ed occorre anche la Grazia di Dio, occorrono tante cose, perché sono tante le cose che concorrono alla santità che è il traguardo finale, un traguardo che costa fatica, tanta fatica, è un cammino nel quale bisogna mettere in conto tante, tante, tante cadute.
Per cui non basta far parte di questo o di quell’ Ordine, bisogna mettere in conto la fatica del cammino personale e comunitario.
La vita stessa di tanti santi ce lo dimostra: prendiamo san Benedetto che è stato avvelenato dai suoi stessi confratelli o la stessa Suor Faustina che ha subito derisioni e scherni dalle stesse sorelle con le quali condivideva le sue giornate o ancora Padre Pio, incompreso e vilipendiato da sacerdoti e superiori oltre che dai confratelli.
È la storia della santità cristiana.
Non ci piace, ma è la strada che Dio ha stabilito per giungere alla meta della vera santità, forse la strada più dolorosa: essere derisi e incompresi da coloro che, per scelta di vita, dovrebbero sostenerti e accompagnarti, coloro che apparentemente hanno fatto la tua stessa scelta di vita, con i quali si dovrebbero condividere pensieri, aspettative e desideri: lodare Dio e servirlo in santità e giustizia; non riuscire a comunicare con loro e a vivere la stessa fede con chi si dice cristiano come te… è un doloro troppo grande!
Ma la santità chiede di percorrere la via della Croce.
Non la si raggiunge né la si percorre tra rose e fiori, sulla strada si incontrano spine amare, rovi pungenti, cadute rovinose e a volte mortali… una sfida, nella quale non sempre si vince!

La seconda cosa è che il paradiso non è un’esperienza di questa terra, come non lo è la felicità e la gioia; fino a quando saremo quaggiù, esse saranno sempre esperienze temporanee e mai complete; la fede la si consolida sul campo, anche vivendo esperienze come quella espressa nei commenti, perché sono queste esperienze che fortificano lo spirito e aiutano a comprendere in profondità il messaggio evangelico, la fede è qualcosa che va oltre quell’immediato impatto deludente che può esserci anche all’interno della Chiesa.
La fede non ci assicura una vita tranquilla e beata, anzi ci mette sulle strade del mondo e ci fa fare esperienza delle miserie di questo mondo, è dalla nostra capacità di affrontarle e superarle che si misura la solidità della nostra fede.
Abbandonare e andare via è troppo facile; difficile è restare e sopravvivere in determinati contesti, anche se corrotti e perversi; sicuramente è difficilissimo farlo in ambienti in cui uno si aspetta di avere a che fare con persone mature, responsabili e coerenti con quanto predicano, è difficilissimo è vero, ma è in questo campo che il Signore ci mette a lavorare ed è lì che dobbiamo mettere alla prova la forza della nostra fede, vissuta e non solo predicata o pensata.

Continuando con i commenti, ne riporto un altro che ci fa riflettere su un altro pericolo: quello di omologare e fare di tutta l’erba un fascio, senza esercitare fino in fondo il proprio giudizio critico:
‘’Ciao, sono un Cristiano Cattolico e lo resterò per sempre.
Vedo costantemente i filmati di M. e devo dire che mi aiutano tantissimo,  la mia vita sta cambiando "sotto i miei piedi", inoltre mi piacciono molto le canzoni.
Quello che posso aggiungere è che i cristiani cattolici (autentici), tramandano esattamente lo stesso messaggio che sta divulgando M. Quindi il Gesù che vogliamo incontrare (protestanti, cattolici, ortodossi) è lo stesso per tutti quanti. Ciao’’

No, caro amico, il Gesù che sta divulgando M., capo della Fondazione, non è lo stesso Gesù dei cristiani cattolici, perché un Gesù senza la Chiesa e senza l’Eucarestia non è il vero Gesù; Egli ci ha lasciato il suo Corpo perché noi ne mangiassimo, ci ha lasciato la sua Chiesa, il Santo Ovile, perché ci protegga e ci tenga al sicuro dai lupi voraci, ci ha dato il Suo Spirito perché ci aiuti a restargli fedele, secondo i suoi insegnamenti.
Un Gesù senza la Chiesa non è il nostro Gesù.
Non possiamo essere così superficiali.
Ci sono differenze sostanziali che non vanno trascurate né superficializzate.
Non basta vedere segni e prodigi, occorre vigilare affinchè nessuno manipoli la nostra fede, nessuno ci separi dalla verità.

La sapienza umana, dunque, può trarre in inganno e può deludere.
La Sapienza di Dio non inganna mai né mai delude.

Prima di passare al secondo esempio a cui accennavo sopra, vorrei riportare una frase di un personaggio che abbiamo già trovato nelle precedenti riflessioni: Osho Rajeneesh.
Un personaggio considerato ’’grande’’ per l’altezza della sua sapienza; un’altezza che arriva a dire questo: ‘’ Il fine della vita non è altro che il corpo umano, e nel corpo umano esistono corde che non devono essere né troppo tese né troppo allentate. Solo nell'equilibrio di queste corde l'uomo entra nella musica della Vita. Conoscere questa musica significa conoscere l'Anima.   
Metti a repentaglio tutto ciò che hai. Diventa un giocatore d´azzardo! Rischia tutto, perché il momento successivo non è mai certo, quindi perché preoccuparsi?
Perché angustiarsi?
Vivi pericolosamente, vivi gioiosamente. Vivi senza paura, vivi privo di sensi di colpa. Vivi senza temere l'inferno, e senza bramare il paradiso. Vivi e basta.’’.
Oh, certo, si tratta di consigli di un certo spessore, non c’è che dire!
Se le nostre stupidaggini s’atteggiano a sapienza… allora siamo davvero nei guai!
Se tutto il senso della nostra vita è chiusa in queste frasi che non solo sono senza senso, ma sono anche fortemente pericolose perché portano fuori dalla verità… allora vuol dire che i pericoli da cui dobbiamo guardarci sono molti di più di quelli che possiamo immaginare.
Vivere e basta significa vivacchiare, vivere alla giornata, senza passato e senza futuro, senza emozioni autentiche, ma cercando emozioni ‘’d’azzardo’’, una vita fatta solo di incertezze, una gioia che viene dal vivere il pericolo, un’assenza di voli alti, senza momenti di crisi e quindi senza crescita… una vita così… non è la vita di un cristiano, capace di volare molto in alto, capace di stupore, libero di lasciarsi sorprendere dal mistero, capace di fare i conti con la propria coscienza, di interrogarsi e di accogliere risposte anche difficili.
Cristiano è bello perché fa sentire vivi e fa vivere la vita nella sua pienezza, paure, preoccupazioni ed angosce comprese.


Passiamo adesso al secondo esempio…
Si tratta di un argomento molto delicato  e anche molto pericoloso perché si presta a interpretazioni personali che possono distorcere il senso originario, ma cercherò di essere il più chiara possibile…
Uno degli argomenti di cui si discute negli ultimi tempi è quello della teoria del gender, cioè dell’identità di genere.
C’è chi dice che ci sono ben 27 generi che caratterizzano l’essere umano; c’è chi dice che oltre al genere maschile e femminile c’è anche il genere neutro; c’è chi dice con forza che non è possibile né giusto definire la mascolinità o la femminilità al momento della nascita; c’è chi dice che si è liberi di essere maschi un giorno e femmine il giorno dopo; c’è che dice che due donne o due uomini possono formare una famiglia e quindi accedere al matrimonio; c’è chi dice che non cambia niente se un bambino cresce con una mamma e un papà o con due papà o due o addirittura tre mamme; c’è chi dice che non c’è niente di male avere un figlio a 60 anni; c’è chi dice che il diritto ad avere un figlio consente anche che questo figlio nasca in una provetta di vetro e che poi venga impiantato in un grembo preso in affitto e che poi se non è di gradimento della coppia può anche essere ‘’ucciso’’ o venduto o abbandonato; c’è chi dice che non c’è niente di male nel fare l’identikit del figlio che si vorrebbe, magari clonando qualcuno; c’è chi dice che un feto non è un essere umano; c’è chi dice che la promiscuità fa bene alla vita; c’è chi dice che avere un’identità di genere è un tabù che va cancellato, in nome del progresso e della civiltà… c’è chi dice tante cose e c’è chi fa tante cose anche peggiori di queste elencate… come la vendita degli organi, soprattutto quelli dei bambini, come l’eutanasia che elimina gli scarti’’, i pesi inutili della società, coloro che comportano spese e impegno quotidiano; c’è chi dice che la vera libertà è l’essere senza limiti, il poter fare e poter essere quello che si vuole, quando lo si vuole e come lo si vuole…
Ecco… la sapienza umana ritiene giuste tutte queste cose … dice che aborto, eutanasia, clonazioni, promiscuità e libertà di genere sono il frutto di un progresso che non si può arrestare… la sapienza umana libera da scrupoli, sensi di colpa… dal fastidio di avere una coscienza che non sempre può accettare le volgarità e gli errori madornali che si vorrebbero far passare per verità e giustizia.
La sapienza umana manipolata da un’interiorità che non ha punti di riferimento diventa facile preda del nemico che se ne impossessa e fa passare per verità le più sconcertanti iniquità.
Ecco… dove giunge la sapienza umana.
La sapienza umana è capace di distruggere il bello, il vero, il giusto, il buono… la vita stessa.
Non può essere sapienza l’uccidere la vita nel suo momento di maggiore fragilità e di maggior bisogno di tutela e di protezione.
Non può essere sapienza il disorientare i bambini sulla loro identità, il negare loro il diritto ad avere una mamma e un papà, non può essere sapienza il negare i diritti degli altri per affermare i propri. Non tutto è un nostro diritto.
La sapienza umana trasforma ogni desiderio in un diritto, ma un diritto non può contemplare la morte di chi è più fragile, non può contemplare il calpestare i diritti degli altri.

Lasciamoci dunque guidare dalla Sapienza di Dio, perché solo così saremo sicuri di non far del male nè a noi stessi né agli altri.
I nostri errori possono rovinare la vita di molti; i nostri pensieri sbagliati possono distruggere la vita di molti; le nostre presunte sapienze possono portare lontano dalla Vera Sapienza.
Se Gesù è Sapienza divina e se la Sapienza ci viene donata nella Chiesa con il Sacramento della Cresima non potremo mai avere Sapienza, vivere con Gesù e fare la sua volontà se ci mettiamo fuori dalla Chiesa.
Ed allora, lasciamoci guidare dalla Sapienza di Dio, lasciamola entrare nella nostra vita, nella nostra famiglia, nei nostri pensieri, nel nostro cuore, consegniamole le chiavi della nostra vita e saremo al sicuro per l’eternità
Vedremo, nei versetti successivi, come Salomone implorerà la Grazia della Sapienza e come la riceverà direttamente dalle Mani di Dio…ecco facciamo come lui…
Possiamo solo concludere dicendo che ‘’principio della Sapienza è chiedere la Sapienza a Dio’’.
Chiediamo la Sua Sapienza, dunque, e lasciamoci ammaestrare dalle Sue Parole…perchè sono Parole Sante d’Amore!

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