lunedì 31 agosto 2015

DIOCESI DI TRICARICO
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
SAN MAURO FORTE
29 AGOSTO 2015

ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON GAETANO GRIPPO

Il sacerdote: uomo della Trinità!

L’appena trascorsa settimana di preparazione per l’ordinazione sacerdotale di don Gaetano ci ha permesso di gustare la bellezza, la ricchezza e la profondità della Chiesa, oltre che di cogliere il mistero di una vocazione che porta al totale dono di sé a Qualcuno che è, allo stesso tempo, tanto invisibile quanto tangibile nella propria vita.
Sì, abbiamo gustato la bellezza dello stare insieme, di essere chiesa;
abbiamo gustato quella ricchezza che solo la Chiesa può e sa dare: la ricchezza della fede, un dono inestimabile, che dà gioia al cuore di chi la vive e dona gioia a piene mani in chi ci ascolta e ci vive accanto; la fede è la vera ricchezza della Chiesa, una ricchezza senza confini e senza limiti, impagabile, inesauribile, ineguagliabile.
Abbiamo respirato il palpito della fede ed abbiamo sperimentato che è bello vivere la fede nella chiesa e con la chiesa
Abbiamo gustato la pienezza e la profondità della fede, quel qualcosa che ci fa sentire ‘’sazi’’ dentro, che colma quei vuoti che il mondo scava senza mai poterli né saperli riempire.
La Parola, l’Eucarestia, lo stare insieme, pregando, ascoltando, danzando, suonando,  prendendo a piene mani la dolcezza di chi ha sperimentato la Grazia della chiamata… ha riempito il cuore di una gioia ineguagliabile, quella gioia che nessuno potrà più togliere, perché ciò che non viene dato dall’esterno, ma suscitato dall’interno resta indelebile nell’anima di ciascuno.
In questa settimana ci sono state donate tante cose: la gioia dello stare insieme, l’allegria di far festa ‘’tanto, ma con poco’’, la profondità di una chiamata, la bellezza di una Chiesa che accompagna i suoi figli e li sostiene non solo nei momenti ‘’speciali’’ ma per tutta la vita, la ricchezza dell’amore di Dio che ci impreziosisce e ci adorna illuminando il viso e l’intero vita di chi ha scelto di amare e di farsi amare da Lui.
L’ordinazione di don Gaetano è stata ‘’la festa dell’Amore’’, l’Amore di Dio verso di noi, l’amore degli uomini verso di Lui, l’amore degli uomini verso i fratelli; abbiamo avuto la conferma che la Chiesa fa e vive ciò che dice, che quella gioia di cui tanto spesso parla non è un modo di dire o solo per dire… ma è una realtà concreta che vive nel cuore e nella vita di coloro che hanno scelto di dire quel SI’ totale, definitivo, assoluto al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
È la gioia di appartenere a Dio a rendere bella, profonda, ricca, gioiosa ogni vita, ogni vita donata!
È straordinaria la commozione che il cuore prova  quando la Chiesa si raduna per lodare Dio, per ringraziarlo, per cantargli tutto il suo amore e donargli tutto il suo cuore.
L’ordinazione di don Gaetano ci ha permesso di sperimentare la gioia di stare insieme come chiesa, di vedere lo Spirito all’opera, sì, abbiamo sentito il palpito delle sue ali dall’inizio alla fine, abbiamo sentito l’aria riempirsi dello Spirito di Dio e penetrare nei cuori fino all’ebbrezza, a quella commozione profonda che fa tremare, non di paura o di timore, ma di quel senso di pace che rare volte una creatura umana riesce a sperimentare sulla terra.
Un vibrare inconsueto forte e dolce allo stesso tempo che ci ha permesso di sperimentare quanto sono vere e attuali  le parole di Cristo: 28 ‘’ Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero’’. (Mt 11, 28-30).

Le parole, i gesti, i canti, le testimonianze, le preghiere, il silenzio… ogni cosa ci ha permesso di sperimentare quanto sia dolce il suo giogo e quanto sia leggero il suo carico; di quanta pace ha bisogno questo nostro cuore stanco, affaticato, oppresso, pieno di rumori, appesantito dalle preoccupazioni, assetato di cose buone, affamato di quella felicità… che il mondo, con tutto il suo ventaglio di proposte non riesce a soddisfare né tanto meno a dare risposta a questo bisogno profondo dell’anima.

Apparentemente al centro di ogni incontro e di ogni proposta liturgica c’è stata la figura del sacerdote: come uomo della Parola, della Misericordia, dell’Eucarestia, uomo di Dio… in realtà al centro c’è sempre stata la gioia che può dare il dire SI’ a Dio, la docilità a questo invito, la pienezza della felicità che si può provare quando si obbedisce e si risponde liberamente, spontaneamente alla chiamata di Dio.
Non c’è nient’altro in questo mondo a cui si può paragonare una felicità simile, non è esprimibile con le parole, per quanto eloquenti possano essere.
I vari sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, le Suore Discepole di Gesù Eucaristico, le testimonianze dei laici, dei fedeli tutti, la presenza degli amici, dei familiari, del popolo di Dio al completo… ognuno ha  contribuito a rendere bella l’esperienza dell’essere Chiesa.
È stata una festa dall’inizio alla fine.
È stato un dono da scoprire dall’inizio alla fine.
È stata una gioia da vivere dall’inizio alla fine.
Tutto ci ha fatto sussultare di gioia indicibile!

E al termine non è successo quello che in genere succede dopo ogni festa: il sentirsi stanchi, sfiniti, quasi svuotati da quell’assalto dei sensi che nel darsi al libero sfogo svuotano poi la testa e il cuore, no, non è stato necessario nessun surrogato per provare lo sballo del cuore, né bevande né sostanze… non ci sono stati bagordi e nottate pazze… né i mal di testa dopo la sbornia… non c’è stato niente di tutto questo… ciò che è rimasto a ciascuno di noi è stata quella felicità intensa che ha inebriato lo spirito e profumata  l’aria che si è riempita di Dio.
Una settimana di festa con Dio spazza via ogni proposta mondana, ogni ebbrezza  surrogata, e invece di svuotarti ti riempie di dolcezza e di amore.
No, non sono solo parole, perché non si può parlare di questo senza averlo sperimentato, vissuto, gustato, senza essersene saziati profondamente.
C’è un solo dispiacere in tutto questo: il desiderio di vivere ancora la pace profonda di uno spirito che ha esultato in Dio!
C’è un solo desiderio che emerge e resta dopo tutto questo: la gioia che si prova nel rendersi disponibile a realizzare la volontà di Dio.

Spesso noi viviamo come in competizione la nostra volontà con quella di Dio: o la nostra o la sua, come se non fossero compatibili, come se fossero sempre agli antipodi, inconciliabili, parallele… dopo aver vissuto la gioia grande per l’adesione alla volontà di Dio, tutto è stato chiarito e riappacificato in noi: fare la volontà di Dio non è un’imposizione, un dovere, un obbligo, una forzatura, ma un piacere senza eguali, un desiderio, un bisogno, anzi il bisogno più naturale e profondo dell’uomo; è la sua mancata soddisfazione a rendere triste l’uomo, cupo, ripiegato sul suo dolore, su quel dolore che lo devasta e gli fa provare tutto il peso di una vita alla ricerca di quel qualcosa che possa rendere il giogo della vita più dolce e il peso dell’assenza più sopportabile.
Adesso abbiamo capito, perché abbiamo sperimentato quella gioia che anni e anni di omelie ci avevano solo fatto intravedere e percepire, ma che forse restava come un sogno irrealizzabile nei nostri cuori, un desiderio vago, un’esperienza destinata a pochi… certamente non a noi!
A noi che non siamo stati scelti. A noi che non siamo stati chiamati!
Abbiamo scoperto invece che l’essere scelti e l’essere chiamati è proprio della natura umana, per cui non è un privilegio riservato a pochi selezionati, ma a tutti i figli di Dio, ognuno viene scelto, personalmente, per una chiamata speciale, per una vocazione speciale, per un servizio speciale e personale … fosse anche solo quello di predisporre le sedie per un’assemblea o preparare un cartellone per rendere più colorata e allegra la festa.
Quante cose abbiamo capito in questi pochi ma intensi giorni.
Abbiamo capito che le parole che il sacerdote ci dona ogni giorno durante le celebrazioni eucaristiche o durante le catechesi, i cenacoli, gli incontri di gruppi e di associazioni… non sono parole di circostanza o discorsi standard, preimpostati e fatti con lo stampino… abbiamo capito che è tutto vero, perché   l’abbiamo sperimentato direttamente.
Ogni cosa detta ha senso, ogni cosa fatta ha senso, ogni cosa vissuta ha senso, ogni cosa ascoltata ha senso.
È quella domanda di senso che finalmente ha trovato le sue risposte, anzi… la sua risposta: si è felici solo in Dio, si è felici solo se si fa la Sua Volontà!
La felicità c’è, esiste e la si può sperimentare solo dicendo il proprio sì a Colui che è la Fonte della Felicità!
E questa felicità l’abbiamo vista nei volti dei sacerdoti, dei diaconi e dei seminaristi, delle suore, delle coppie laiche felicemente sposate che condividono l’amore per l’Eucarestia, nelle parole commosse di don Gaetano, nelle parole emozionate di don Giuseppe, in quelle appassionate del vescovo, nei gesti affettuosi dell’intera popolazione, nell’applauso lungo e sentito che è scattato unanime quando qualcuno ha detto: ora don Gaetano è sacerdote per sempre!
Sì, è stata felicità vera e non un’emozione passeggera, una commozione temporanea, un’ebbrezza provvisoria.
Ciò che è successo in questi giorni non potrà essere cancellato dalla memoria, perché non è lì che è stata scritta, non è nella fugacità del tempo che è stata segnata: ma col Dito di Dio nel cuore di ogni presente e ciò che Dio scrive nel nostro cuore né l’uomo né il tempo né la memoria potrà mai cancellare, né la malattia né la morte, perché ciò che Dio scrive resta inciso anche nella roccia del nostro cuore, sì anche nei nostri cuori induriti e spigolosi… Dio scrive diritto anche sulle nostre righe storte… in questo caso Dio ha, ancora una volta, sottoscritto il suo Sì all’uomo, ha mostrato la Sua Potenza, ha cantato la Sua Vittoria, ha saziato ogni uomo con il miele della Sua Mano, ha accarezzato ogni cuore, ha sciolto ogni timore, ha liberato da ogni dubbio e da ogni impurità, ha saziato ogni cuore stanco e oppresso, ha risposto ad ogni nostra invocazione chinandosi sulle nostre ferite e liberandoci dalle nostre ostruzioni.
Il Sacramento dell’Ordine Sacro è il Sacramento della Santità: quella dell’uomo che dice sì  a Dio e quella di Dio che dice sì all’uomo che s’impegna ad ‘’amarlo, rispettarlo e onorarlo’’ per tutta la vita!
Al termine della celebrazione qualcuno che frequenta raramente gli spazi ecclesiastici ha detto: ‘’Questo è stato più di un matrimonio, un matrimonio senza invito, ma nel quale tutti si sono sentiti invitati’’ ; una sintesi perfetta: tutti hanno risposto non ad un invito ad personam, ma ad una convocazione fatta da Qualcuno che non ha l’abitudine di discriminare in base a rapporti di parentele, di amicizie o di simpatie; un popolo intero ha risposto, spontaneamente, ad una convocazione speciale, con una chiamata diretta, non fatta con biglietti o volantini, ma con un movimento che ha sentito vibrare dentro di sé, che lo ha delicatamente spinto verso il luogo dell’incontro: una Pentecoste vera e propria.
Se lo Spirito soffia, se lo Spirito convoca, se lo Spirito sospinge… nessuno può resistere, neanche il cuore più duro, pesante o lontano.
Ho visto i lontani farsi vicini. Ho visto i duri di cuore sciogliersi. Ho visto coloro che sbraitano e lacerano il cuore di Dio con i loro rifiuti e le loro bestemmie, lupi voraci… farsi agnellini! Ho visto le lacrime in chi non credeva. Ho visto la luce rifulgere negli occhi spenti. Ho visto le mani sempre strette a pugno contro Dio, aprirsi in un abbraccio profondo e baciare le mani dell’unto da Dio.
Ho visto ed ho capito: Dio continua a vincere le nostre resistenze, i nostri rifiuti, le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre teorie, le nostre filosofie sgangherate, le nostre miserie; sì, ho visto ed ho sperimentato che Dio è davvero più grande del nostro cuore: 19 Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore 20 qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 21 Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; 22 e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. 24 Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato. (1 Gv 3, 19 – 24).

Convocati dallo Spirito, rinati nella gioia, felici nell’incontro, sazi nell’amore: tutto questo ci è stato donato, tutto questo ci è rimasto.
Spesso Maria a Medjugorje ci invita a pregare per i nostri pastori, in uno dei suoi ultimi messaggi ha detto: pregate per i vostri pastori, non giudicateli, ma sosteneteli, perchè li ha scelti Mio Figlio!
Ecco: scelto dal Figlio, benedetto dal Padre, guidato dallo Spirito. 
Il sacerdote è l' uomo della Trinità!


Al neo presbitero, i miei più cari auguri insieme a quelli di tutta la parrocchia… con il salmo 99 (100), per rendere grazie a Dio per il dono grande che ha fatto a lui e alla nostra comunità:

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;

perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,


la sua fedeltà di generazione in generazione.




30 agosto 2015
PRIMA S. MESSA CELEBRATA DA DON GAETANO












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