lunedì 30 novembre 2015



      UN RACCONTO PER L'ESTATE 
 LETTERA ENCICLICA
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE

V - Una comunione universale
 89. Le creature di questo mondo non possono essere considerate un bene senza proprietario: « Sono tue, Signore, amante della vita » (Sap 11,26). Questo induce alla convinzione che, essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile. Voglio ricordare che «Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione ». 

 90. Questo non significa equiparare tutti gli esseri viventi e togliere all’essere umano quel valore peculiare che implica allo stesso tempo una tremenda responsabilità. E nemmeno comporta una divinizzazione della terra, che ci priverebbe della chiamata a collaborare con essa e a proteggere la sua fragilità. Queste concezioni finirebbero per creare nuovi squilibri nel tentativo di fuggire dalla realtà che ci interpella. Si avverte a volte l’ossessione di negare alla persona umana qualsiasi preminenza, e si porta avanti una lotta per le altre specie che non mettiamo in atto per difendere la pari dignità tra gli esseri umani. Certamente ci deve preoccupare che gli altri esseri viventi non siano trattati in modo irresponsabile, ma ci dovrebbero indignare soprattutto le enormi disuguaglianze che esistono tra di noi, perché continuiamo a tollerare che alcuni si considerino più degni di altri. Non ci accorgiamo più che alcuni si trascinano in una miseria degradante, senza reali possibilità di miglioramento, mentre altri non sanno nemmeno che farsene di ciò che possiedono, ostentano con vanità una pretesa superiorità e lasciano dietro di sé un livello di spreco tale che sarebbe impossibile generalizzarlo senza distruggere il pianeta. Continuiamo nei fatti ad ammettere che alcuni si sentano più umani di altri, come se fossero nati con maggiori diritti. 

91. Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente l’incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o è determinato a distruggere un altro essere umano che non gli è gradito. Ciò mette a rischio il senso della lotta per l’ambiente. Non è un caso che, nel cantico in cui loda Dio per le creature, san Francesco aggiunga: «Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore ». Tutto è collegato. Per questo si richiede una preoccupazione per l’ambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società.

92. D’altra parte, quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità. Di conseguenza, è vero anche che l’indifferenza o la crudeltà verso le altre creature di questo mondo finiscono sempre per trasferirsi in qualche modo al trattamento che riserviamo agli altri esseri umani. Il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone. Ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura « è contrario alla dignità umana ».  Non possiamo considerarci persone che amano veramente se escludiamo dai nostri interessi una parte della realtà: «Pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse, che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente, a pena di ricadere nuovamente nel riduzionismo». Tutto è in relazione, e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra.

domenica 29 novembre 2015




I AVVENTO_COVER
«Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». (Lc 21,36)
I AVVENTO





mercoledì 25 novembre 2015



MARIA REGINA DELLA PACE

MEDJUGORJE

“Cari figli! 
Oggi vi invito tutti: pregate per le mie intenzioni. La pace è in pericolo perciò figlioli, pregate e siate portatori della pace e della speranza in questo mondo inquieto nel quale satana attacca e prova in tutti i modi. Figlioli, siate saldi nella preghiera e coraggiosi nella fede. Io sono con voi e intercedo davanti a mio Figlio Gesù per tutti voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”
CANTO A TE, SIGNORE!

DIMMI ANCORA... VIENI!

Chissà se riuscirò mai a dirti
quanto mi manchi;
chissà se riuscirò a dirti mai
quanto ti desidero;
chissà… se riuscirò mai a raggiungerti davvero
chissà… ci penso…
non ti trovo…
dove sei?

Lacerante il silenzio
irrompe nel buio
che si è indurito
nella sua ombra nera

Lacerante
più del buio
il silenzio
il vuoto
l’assenza
era da tanto…
oh tanto…
tanto che…
io Tu…
non eri
ma c’eri in me!

C’eri e non ti conoscevo
O forse sì…
Eri qui…
Più profondo del cielo,
nel cielo profondo
in cui immergevo
le mie domande sfatte

Dimmi dove sei!
Verrò come vorrai
Dimmi se ancora ci sei
Verrò quando vorrai
Ma dimmi
mi ami ancora
Verrò se lo vorrai
E dimmi, dimmi
ancora una volta:
Vieni…
Ed io verrò
E Tu… mi abbraccerai!

lunedì 23 novembre 2015

Lettera di DIO PADRE 

ad ogni uomo, donna, giovane, bambino

La presenza di Dio Padre nella nostra vita


Ecco secondo le Scritture ciò che fa Dio per te, per me, per l’uomo. 
Da sempre ha pensato a noi, ci mantiene in vita, 
ci conosce a fondo, ci ama, ci parla, vuole essere conosciuto e amato.


Figlio Mio,
Forse tu non mi conosci, ma Io so tutto di te … Salmo 139:1 
So quando ti siedi e quando ti alzi … Salmo 139:2
Conosco a fondo i tuoi modi di essere … 
Salmo 139:3 
Perfino ogni capello sul tuo capo è contato … Matteo 10:29-31 
Perché ti ho creato a mia immagine … Genesi 1:27 
In me vivi, ti muovi, ed esisti … 
Atti 17:28 
Poiché sei la mia progenie
….

Ti conoscevo ancora prima che fossi concepito … Geremia 1:4-5 
Ho scelto te nel disegno del creato … Efesini 1:11-
12 
Tu non sei stato un errore,
poiché ogni tuo giorno è scritto nel mio libro … Salmi 139:15-16 
Ho scelto il giorno esatto della tua nascita
e il luogo dove vivi … Atti 17:26 
Sei stato creato in maniera meravigliosa, stupenda Salmi 139:14 
Ti ho intessuto nel seno di tua madre … Salmi 139:13 
E ti ho portato alla luce nel giorno della tua nascita 
Salmi 71:6 
Coloro che non mi conoscono
hanno dato una falsa immagine di me … Giovanni 8:41-44 
Non sono distante, né rabbioso,
sono invece l’espressione completa dell’amore … . 1 Giovanni 4:16 
E desidero offrirti tutto il mio amore …
1 Giovanni 3:1
Semplicemente perché sei mio figlio,
ed Io sono tuo Padre … 1 Giovanni 3:1 
Ti offro più di quando possa mai darti
il tuo padre terreno … Matteo 7:11 
Perché Io sono il Padre perfetto … Matteo 5:48
Ogni dono perfetto che ricevi
proviene dalla mia mano … . Giacomo 1:17
Perché provvedo a tutto ciò di cui hai bisogno … Matteo 6:31-33 
I miei piani per il tuo futuro sono sempre stati
pieni di speranza … Geremia 29:11 
Perché ti amo di un amore eterno … 
Geremia 31:3
I miei pensieri per te sono più numerosi
dei granelli di sabbia … Salmi 139:117-18 
Esulterò nel conoscerti, cantando di gioia …
 Sofonia 3:17 
Non cesserò mai di farti del bene … . Geremia 32:40 
Perché tu appartieni a me e sei mio tesoro … Esodo 19:5 
Desidero realizzarti con tutto il mio cuore
e tutta l’anima mia … Geremia 32:41 
E voglio mostrarti cose grandi e meravigliose … 
Geremia 33:3 

Se mi cercherai con tutto il tuo cuore,
mi troverai … . Deuteronomio 4:29 
Dilettati in me ed Io ti darò quel che il tuo cuore
desidera … Salmi 37:4 
Perché sono Io che ti ho dato quei desideri … Filippesi 2:13 
Io posso fare tutto per te, molto più
di quanto tu possa domandare o pensare … Efesini 3:20 
Io sono la tua più grande consolazione… 2Tessalonicesi 22:16-17 
Sono il padre che ti consola in ogni tua afflizione … 2Corinzi 1:3-4 
Quando hai il cuore spezzato, Io sono vicino a te… Salmi 34:18 
Come un pastore porta un agnello, Io ti porto
vicino al mio cuore … Isaia 40:11 
Un giorno asciugherò ogni lacrima dai tuoi occhi … Apocalisse 21:3-4 
Sono tuo padre, e ti amo pure
come amo mio figliuolo Gesù … Giovanni 17:23 
Perché in Gesù si è realizzato il mio amore per te … 
Giovanni 17:26
Egli è l’impronta esatta della mia essenza … Ebrei 1:3 
Egli è venuto a mostrare che io sono per te,
non contro di te … Romani 8:31 
E a dirti che non sto contando i tuoi peccati … 2Corinzi 5:18-19 
Gesù è morto perché noi ci riconciliassimo … 2Corinzi 5:18-19 
La sua morte è stata la massima espressione
del mio amore per te … 1Giovanni 4:10 
Ho donato ogni cosa che amavo
per guadagnare il tuo amore … Romani 8:31-32 
Se ricevi il dono del mio figliuolo Gesù,
ricevi anche me … 1Giovanni 2:23 
E nulla ti separerà mai più dal mio amore … Romani 8:38-39 
Vieni a casa e farò la più grande festa
mai visto in cielo … Luca 15:7 
Sono sempre stato Padre e sarò sempre Padre … Efesini 3:14-15 
La mia domanda è … sarai il mio Figliolo?… Giovanni 1:12-13 
Ti aspetto … 
Luca 15:11-32

Con amore , tuo papà… Dio Onnipotente...

http://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl

lunedì 16 novembre 2015



      UN RACCONTO PER L'ESTATE 
 LETTERA ENCICLICA
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE

                           LAUDATO SI'
                           IV. 
Il messaggio di ogni creatura,
nell’armonia di tutto il creato 

84. Insistere nel dire che l’essere umano è immagine di Dio non dovrebbe farci dimenticare che ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua. Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio. La storia della propria amicizia con Dio si sviluppa sempre in uno spazio geografico che diventa un segno molto personale, e ognuno di noi conserva nella memoria luoghi il cui ricordo gli fa tanto bene. Chi è cresciuto tra i monti, o chi da bambino sedeva accanto al ruscello per bere, o chi giocava in una piazza del suo quartiere, quando ritorna in quei luoghi si sente chiamato a recuperare la propria identità.

85. Dio ha scritto un libro stupendo, «le cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nell’universo». I Vescovi del Canada hanno espresso bene che nessuna creatura resta fuori da questa manifestazione di Dio: «Dai più ampi panorami alle più esili forme di vita, la natura è una continua sorgente di meraviglia e di reverenza. Essa è, inoltre, una rivelazione continua del divino».  I Vescovi del Giappone, da parte loro, hanno detto qualcosa di molto suggestivo: «Percepire ogni creatura che canta l’inno della sua esistenza è vivere con gioia nell’amore di Dio e nella speranza ».  Questa contemplazione del creato ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare, perché «per il credente contemplare il creato è anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e silenziosa ».  Possiamo dire che « accanto alla rivelazione propriamente detta contenuta nelle Sacre Scritture c’è, quindi, una manifestazione divina nello sfolgorare del sole e nel calare della notte ». Prestando attenzione a questa manifestazione, l’essere umano impara a riconoscere sé stesso in relazione alle altre creature: «Io mi esprimo esprimendo il mondo; io esploro la mia sacralità decifrando quella del mondo».

 86. L’insieme dell’universo, con le sue molteplici relazioni, mostra al meglio la ricchezza inesauribile di Dio. San Tommaso d’Aquino ha sottolineato sapientemente che la molteplicità e la varietà provengono «dall’intenzione del primo agente », il Quale ha voluto che « ciò che manca a ciascuna cosa per rappresentare la bontà divina sia supplito dalle altre cose », perché la sua bontà «non può essere adeguatamente rappresentata da una sola creatura ». Per questo, abbiamo bisogno di cogliere la varietà delle cose nelle loro molteplici relazioni.Dunque, si capisce meglio l’importanza e il significato di qualsiasi creatura, se la si contempla nell’insieme del piano di Dio. Questo insegna il Catechismo: «L’interdipendenza delle creature è voluta da Dio. Il sole e la luna, il cedro e il piccolo fiore, l’aquila e il passero: le innumerevoli diversità e disuguaglianze stanno a significare che nessuna creatura basta a se stessa, che esse esistono solo in dipendenza le une dalle altre, per completarsi vicendevolmente, al servizio le une delle altre ».

87. Quando ci si rende conto del riflesso di Dio in tutto ciò che esiste, il cuore sperimenta il desiderio di adorare il Signore per tutte le sue creature e insieme ad esse, come appare nel bellissimo cantico di san Francesco d’Assisi:
 «Laudato sie, mi’ Signore,
cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
 in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
 Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte ».

88. I Vescovi del Brasile hanno messo in rilievo che tutta la natura, oltre a manifestare Dio, è luogo della sua presenza. In ogni creatura abita il suo Spirito vivificante che ci chiama a una relazione con Lui. La scoperta di questa presenza stimola in noi lo sviluppo delle « virtù ecologiche ». Ma quando diciamo questo, non dimentichiamo che esiste anche una distanza infinita, che le cose di questo mondo non possiedono la pienezza di Dio. Diversamente nemmeno faremmo un bene alle creature, perché non riconosceremmo il loro posto proprio e autentico, e finiremmo per esigere indebitamente da esse ciò che nella loro piccolezza non ci possono dare.

domenica 15 novembre 2015



I VECCHI

I vecchi se ne stanno da soli
in compagnia di un fuoco che non riscalda,
persi in pensieri... che rincorrono il tempo di ieri,
con  le mani tremanti per il lavoro fatto
e  le gambe stanche per aver camminato tanto;

come un mantello il silenzio li avvolge ... 
la solitudine è un anticipo di  morte;

i vecchi han perso la forza
hanno lo sguardo assente 
come di chi contempla un mistero;

i vecchi son vecchi,
sorridono poco,
non mangiano mai,
vivono di briciole
di vita e di pane; 

i vecchi hanno un tempo 
lungamente corto:
interminabile di notte
troppo breve negli anni vissuti;

i vecchi piangono a volte
aspettando... che qualcuno bussi alla porta;

i vecchi hanno le mani fredde
più del nostro gelido cuore;
i vecchi non han più niente... solo amore:
lo offrono... ma nessuno lo vuole!

I vecchi non cedono alla disperazione
son quieti... han solo parole di consolazione!

I vecchi vivono nella speranza
hanno lavorato tanto... sofferto abbastanza.

I vecchi aspettano il Signore
lo implorano che venga  più presto:
rifugio per le tempeste del corpo
salvezza per l'anima stanca;

i vecchi dopo l'amen dell'Ave Maria
chiudono gli occhi sgranando un Rosario...
non son più soli adesso:
respirano sempre più piano... 
poi afferrano una Mano... 
ecco... son già volati via!

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martedì 10 novembre 2015

XXXIIITO


      UN RACCONTO PER L'ESTATE  
   LETTERA ENCICLICA
      DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
LAUDATO SI'

III. Il mistero dell’universo 

76. Per la tradizione giudeo-cristiana, dire “creazione” è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato. La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce, ma la creazione può essere compresa solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti, come una realtà illuminata dall’amore che ci convoca ad una comunione universale.

77. «Dalla parola del Signore furono fatti i cieli» (Sal 33,6). Così ci viene indicato che il mondo proviene da una decisione, non dal caos o dalla casualità, e questo lo innalza ancora di più. Vi è una scelta libera espressa nella parola creatrice. L’universo non è sorto come risultato di un’onnipotenza arbitraria, di una dimostrazione di forza o di un desiderio di autoaffermazione. La creazione appartiene all’ordine dell’amore. L’amore di Dio è la ragione fondamentale di tutto il creato: «Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata » (Sap 11,24). Così, ogni creatura è oggetto della tenerezza del Padre, che le assegna un posto nel mondo. Perfino l’effimera vita dell’essere più insignificante è oggetto del suo amore, e in quei pochi secondi di esistenza, Egli lo circonda con il suo affetto. Diceva san Basilio Magno che il Creatore è anche «la bontà senza calcolo», e Dante Alighieri parlava de «l’amor che move il sole e l’altre stelle ». Perciò, dalle opere create si ascende «fino alla sua amorosa misericordia ».
 78. Allo stesso tempo, il pensiero ebraico-cristiano ha demitizzato la natura. Senza smettere di ammirarla per il suo splendore e la sua immensità, non le ha più attribuito un carattere divino. In questo modo viene sottolineato ulteriormente il nostro impegno nei suoi confronti. Un ritorno alla natura non può essere a scapito della libertà e della responsabilità dell’essere umano, che è parte del mondo con il compito di coltivare le proprie capacità per proteggerlo e svilupparne le potenzialità. Se riconosciamo il valore e la fragilità della natura, e allo stesso tempo le capacità che il Creatore ci ha dato, questo ci permette oggi di porre fine al mito moderno del progresso materiale illimitato. Un mondo fragile, con un essere umano al quale Dio ne affida la cura, interpella
la nostra intelligenza per riconoscere come dovremmo orientare, coltivare e limitare il nostro potere. 
79. In questo universo, composto da sistemi aperti che entrano in comunicazione gli uni con gli altri, possiamo scoprire innumerevoli forme di relazione e partecipazione. Questo ci porta anche a pensare l’insieme come aperto alla trascendenza di Dio, all’interno della quale si sviluppa. La fede ci permette di interpretare il significato e la bellezza misteriosa di ciò che accade. La libertà umana può offrire il suo intelligente contributo verso un’evoluzione positiva, ma può anche aggiungere nuovi mali, nuove cause di sofferenza e momenti di vero arretramento. Questo dà luogo all’appassionante e drammatica storia umana, capace di trasformarsi in un fiorire di liberazione, crescita, salvezza e amore, oppure in un percorso di decadenza e di distruzione reciproca. Pertanto, l’azione della Chiesa non solo cerca di ricordare il dovere di prendersi cura della natura, ma al tempo stesso «deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di sé stesso». 
 80. Ciononostante, Dio, che vuole agire con noi e contare sulla nostra collaborazione, è anche in grado di trarre qualcosa di buono dai mali che noi compiamo, perché «lo Spirito Santo possiede un’inventiva infinita, propria della mente divina,
che sa provvedere a sciogliere i nodi delle vicende umane anche più complesse e impenetrabili». In qualche modo, Egli ha voluto limitare sé stesso creando un mondo bisognoso di sviluppo, dove molte cose che noi consideriamo mali, pericoli o fonti di sofferenza, fanno parte in realtà dei dolori del parto, che ci stimolano a collaborare con il Creatore. Egli è presente nel più intimo di ogni cosa senza condizionare l’autonomia della sua creatura, e anche questo dà luogo alla legittima autonomia delle realtà terrene. Questa presenza divina, che assicura la permanenza e lo sviluppo di ogni essere, « è la continuazione dell’azione creatrice». Lo Spirito di Dio ha riempito l’universo con le potenzialità che permettono che dal grembo stesso delle cose possa sempre germogliare qualcosa di nuovo: «La natura non è altro che la ragione di una certa arte, in specie dell’arte divina, inscritta nelle cose, per cui le cose stesse si muovono verso un determinato fine. Come se il maestro costruttore di navi potesse concedere al legno di muoversi da sé per prendere la forma della nave ».
81. L’essere umano, benché supponga anche processi evolutivi, comporta una novità non pienamente spiegabile dall’evoluzione di altri sistemi aperti. Ognuno di noi dispone in sé di un’identità personale in grado di entrare in dialogo con gli altri e con Dio stesso. La capacità di riflessione, il ragionamento, la creatività, l’interpretazione, l’elaborazione artistica ed altre capacità originali mostrano una singolarità che trascende l’ambito fisico e biologico. La novità qualitativa implicata dal sorgere di un essere personale all’interno dell’universo materiale presuppone un’azione diretta di Dio, una peculiare chiamata alla vita e alla relazione di un Tu a un altro tu. A partire dai testi biblici, consideriamo la persona come soggetto, che non può mai essere ridotto alla categoria di oggetto. 82. Sarebbe però anche sbagliato pensare che gli altri esseri viventi debbano essere considerati come meri oggetti sottoposti all’arbitrario dominio dell’essere umano. Quando si propone una visione della natura unicamente come oggetto di profitto e di interesse, ciò comporta anche gravi conseguenze per la società. La visione che rinforza l’arbitrio del più forte ha favorito immense disuguaglianze, ingiustizie e violenze per la maggior parte dell’umanità, perché le risorse diventano proprietà del primo arrivato o di quello che ha più potere: il vincitore prende tutto. L’ideale di armonia, di giustizia, di fraternità e di pace che Gesù propone è agli antipodi di tale modello, e così Egli lo esprimeva riferendosi ai poteri del suo tempo: «I governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. 
Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore » (Mt 20,25-26). 
83. Il traguardo del cammino dell’universo è nella pienezza di Dio, che è stata già raggiunta da Cristo risorto, fulcro della maturazione universale. In tal modo aggiungiamo un ulteriore argomento per rifiutare qualsiasi dominio dispotico e irresponsabile dell’essere umano sulle altre creature. Lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto. L’essere umano, infatti, dotato di intelligenza e di amore, e attratto dalla pienezza di Cristo, è chiamato a ricondurre tutte le creature al loro Creatore.

domenica 8 novembre 2015

LA VITA CHIAMA

Signore,
il sole è sorto
e mi metti in mano
un'esperienza nuova.
Sarà bella? Sarà noiosa?
Sarà utile?
Non lo so ancora.
Però son certo
che molto dipenda da me.
Questo fammelo capire...
perché spesso rischio
di aspettarmi tutto dagli altri;
tutto da te.
Fammi sentire responsabile
di quello che faccio.
Tu hai creato l'uomo
senza chiedergli il permesso;
ti sei però subito "legato le mani"
e non gli puoi fare niente
se non lo vuole...
Signore,
aiutami a spalancare gli occhi,
per vedere dove mi trovo
e chi avrò vicino.
Signore,
aiutami a drizzare bene le orecchie,
per raccogliere tutte le voci
che la vita mi invia
e rispondere con coraggio e fantasia!


Don Tonino Lasconi

venerdì 6 novembre 2015


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Quanto mi hai fatto soffrire, Chiesa, eppure...

(Carlo Carretto)

Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!
Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo!
Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!


Nulla ho visto al mondo di più oscurantista, più compresso, più falso e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porte della mia anima, quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.

No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei?
A costruirne un'altra?


Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò, sarà la mia Chiesa, non più quella di Cristo.
Sono abbastanza vecchio per capire che non sono migliore degli altri.


L'altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: "Lascio la Chiesa perché, con la sua compromissione con i ricchi, non è più credibile". Mi fa pena!
O è un sentimentale che non ha esperienza, e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di essere migliore degli altri.
Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra...
La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo.


Forse che la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? 

Forse che la Chiesa di Gerusalemme era più credibile di quella di Roma?

Forse che a Santa Caterina da Siena, vedendo il Papa che faceva una sporca politica contro la sua città, poteva saltare in capo l'idea di andare sulle colline senesi, trasparenti come il cielo, e fare un'altra Chiesa più trasparente di quella di Roma cosi spessa, così piena di peccati e così politicante?


...La Chiesa ha il potere di darmi la santità ed è fatta tutta quanta, dal primo all'ultimo, di soli peccatori, e che peccatori!
Ha la fede onnipotente e invincibile di rinnovare il mistero eucaristico, ed è composta di uomini deboli che brancolano nel buio e che si battono ogni giorno contro la tentazione di perdere la fede.
Porta un messaggio di pura trasparenza ed è incarnata in una pasta sporca, come è sporco il mondo.
Parla della dolcezza dei Maestro, della sua non-violenza, e nella storia ha mandato eserciti a sbudellare infedeli e tortu rare eresiarchi.
Trasmette un messaggio di evangelica povertà, e non fa' che cercare denaro e alleanze con i potenti.

Coloro che sognano cose diverse da questa realtà non fanno che perdere tempo e ricominciare sempre da capo. E in più dimostrano di non aver capito l'uomo.

Perché quello è l'uomo, proprio come lo vede visibile la Chiesa, nella sua cattiveria e nello stesso tempo nel suo coraggio invincibile che la fede in Cristo gli ha dato e la carità dei Cristo gli fa vivere.

Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle capo, suo successore, primo Papa.

Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.

No, non vado fuori di questa Chiesa... perché ne fonderei un'altra su una pietra ancora più debole che sono io.
...E se le minacce sono così numerose e la violenza del castigo così grande, più numerose sono le parole d'amore e più grande è la sua misericordia. Direi proprio, pensando alla Chiesa e alla mia povera anima, che Dio è più grande della nostra debolezza.

E poi cosa contano le pietre? Ciò che conta è la promessa di Cristo, ciò che conta è il cemento che unisce le pietre, che è lo Spirito Santo. Solo lo Spirito Santo è capace di fare la Chiesa con delle pietre mai tagliate come siamo noi!...
E il mistero sta qui.
Questo impasto di bene e di male, di grandezza e di miseria, di santità e di peccato che è la Chiesa, in fondo sono io...


Ognuno di noi può sentire con tremore e con infinito gaudio che ciò che passa nel rapporto Dio-Chiesa è qualcosa che ci appartiene nell'intimo.
In ciascuno di noi si ripercuotono le minacce e la dolcezza con cui Dio tratta il suo popolo di Israele, la Chiesa. A Ognuno di noi Dio dice come alla Chiesa: "Io ti farò mia sposa per sempre" (Osea 2, 21), ma nello stesso tempo ci ricorda la nostra realtà: "La tua impurità è come la ruggine. Ho cercato di toglierla, fatica sprecata! E' così abbondante che non va via nemmeno col fuoco" (Ezechiele 24, 12).

Ma poi c'è ancora un'altra cosa che forse è più bella. Lo Spirito Santo, che è l'Amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri.

Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo, il pubblicano, e immacolata la Maddalena, la peccatrice.
E' come se il male non avesse potuto toccare la profondità più intima dell'uomo. E' come se l'Amore avesse impedito di lasciar imputridire l'anima lontana dall'amore.
"Io ho buttato i tuoi peccati dietro le mie spalle", dice Dio a ciascuno di noi nel perdono, e continua: "Ti ho amato di amore eterno; per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine Israele" (Geremia 3 1, 3-4).

Ecco, ci chiama "vergini" anche quando siamo di ritorno dall'ennesima prostituzione nel corpo, nello spirito e nel cuore.
In questo, Dio è veramente Dio, cioè l'unico capace di fare le "cose nuove".
Perché non m'importa che Lui faccia i cieli e la terra nuovi, è più necessario che faccia "nuovi" i nostri cuori.
E questo è il lavoro di Cristo.
E questo è l'ambiente divino della Chiesa
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lunedì 2 novembre 2015


MARIA REGINA DELLA PACE

MEDJUGORJE

“Cari figli, desidero parlarvi di nuovo dell’amore. Vi ho radunati intorno a me nel Nome di mio Figlio, secondo la sua volontà. Desidero che la vostra fede sia salda e provenga dall’amore, perché quei miei figli che capiscono l’amore di mio Figlio e lo seguono, vivono nell’amore e nella speranza. Hanno conosciuto l’amore di Dio. Perciò, figli miei, pregate, pregate per poter amare il più possibile e compiere opere d’amore. Perché la sola fede, senza amore e opere d’amore, non è quello che vi chiedo. Figli miei, quella è una parvenza di fede, è un lodare se stessi. Mio Figlio chiede fede e opere, amore e bontà. Io prego, ma chiedo anche a voi di pregare e vivere l’amore, perché desidero che mio Figlio, quando guarderà i cuori di tutti i miei figli, possa vedere in essi amore e bontà, non odio ed indifferenza. Figli miei, apostoli del mio amore, non perdete la speranza, non perdete la forza: voi lo potete fare! Io vi incoraggio e benedico, perché tutto ciò che è di questa terra — che purtroppo molti miei figli mettono al primo posto — scomparirà e resteranno solo l’amore e le opere d’amore, che vi apriranno le porte del Regno dei Cieli. Io vi attenderò presso quelle porte, presso quelle porte desidero attendere ed abbracciare tutti i miei figli.
Vi ringrazio!”